MART: l'altrove del Novecento italiano

Al Mart capolavori italiani uno sguardo sul Novecento

Al Mart di Rovereto una grande mostra svela capolavori dell'arte italiana del Novecento. A raccoglierli in una trentennale carriera di ricerca e scouting è stato il tedesco Volker W. Feierabend, che dai maestri del secondo dopoguerra ha setacciato le nuove generazioni di creativi fino ad oggi. La rassegna, "Percorsi riscoperti dell'arte italiana nella VAF-Stiftung 1947-2010", sarà visitabile fino al 30 ottobre. Ce ne parla la curatrice e direttrice del museo Gabriella Belli.

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Qual è il bello di questa collezione?
"Mi verrebbe da dire che il bello deve ancora arrivare, perché Feierabend non ha nessuna intenzione di fermarsi. A parte le battute, il punto cruciale è l'estensione e la metodicità del lavoro di Feierabend, che negli anni ha raccolto una quantità enorme di opere. Tra queste ci sono alcuni capolavori dell'arte italiana che sono diventati vere icone delle nostre collezioni, e che sono opere fondamentali per la storia dell'arte italiana. Si parte dalle avanguardie storiche (Futurismo, Metafisica, Novecento italiano, Astrazione e Corrente), per poi passare attraverso le ricerche del secondo dopoguerra e, successivamente, agli anni Sessanta e Ottanta (arte informale, arte povera, arte cinetica e programmata, pittura analitica), fino ad includere

alcuni lavori rappresentativi dello scenario artistico nazionale degli ultimi anni. Basti citare opere come "La matinée angoissante" di Giorgio de Chirico, "Le figlie di Loth" di Carlo Carrà, i "Numeri innamorati" di Giacomo Balla o "Beethoven" di Felice Casorati".

Secondo lei, cosa ha "stregato" Feierabend dell'arte italiana?
"Se è per quello, Feierabend usa per sé stesso parole ancora più forti, sostiene di essere un "invasato" dell'arte italiana. In ogni caso, si tratta di vero amore, e le passioni dei collezionisti sono irriducibili alle spiegazioni. Però una cosa si può dire: Feierabend ha sposato un'italiana, e dagli anni Settanta vive tra Milano e Francoforte. Nel suo processo di formazione di un gusto collezionistico, si è trovato in una situazione particolare: ha verificato come in Germania la conoscenza dell'arte italiana del ventesimo secolo fosse piuttosto scarsa. Gli è parso quindi naturale indirizzare i propri sforzi per far conoscere l'arte del paese che ama nei musei del paese in cui è nato e opera con successo come imprenditore".

La prima parte della mostra, vuole riscoprire artisti tra gli anni '50 e '80...
"Il fatto è che in Italia, negli anni Trenta e Quaranta, si è sviluppata un'importante corrente legata all'astrazione - si pensi a Licini, a Magnelli, a Radice - che qui al Mart da anni esponiamo con grande convinzione, perché pensiamo che sia uno degli snodi importanti della nostra storia artistica del secolo passato. Gli artisti selezionati in "Percorsi riscoperti" dimostrano una cosa molto importante, e cioè che la via dell'astrazione ha avuto una diretta influenza nel secondo dopoguerra. O per prosecuzione ideale, com'è il caso del razionalismo concreto e del costruttivismo, o per reazione, come per Emilio Vedova, i cui gesti fluidi e informali possono essere visti appunto come una liberazione dal rigore dell'astrazione". CONTINUA

http://www.repubblica.it/speciali/arte/recensioni/2011/07/08/news/mart_8_luglio-18855061/