In mostra fino al 29 luglio le opere di Giò Ruffati e Anthony Mazzone
Comacchio. Alla Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Bellini l’iperrealismo si mescola con la pittura post-cubista in occasione della mostra pittorica collettiva degli artisti Giò Ruffati e il canadese Anthony Mazzone.
“Questa mostra ci è costata molto più impegno delle altre perché è una collettiva di due pittori molto diversi che viene dopo ad una mostra molto importante, come quella di Cesare Zavattini” dice l’assessore alla cultura Concetto Bellotti “Avevamo numerose richieste di pittori e dovevamo fare una scelta: abbiamo optato per questi due artisti che hanno due stili dal significato profondo. Ruffati e Mazzone sono partiti entrambi da autodidatti e sono arrivati a due forme di espressione molto diverse: Ruffati è partito dallo stile metafisico-tecnologico, per passare ad un periodo informale, fino a giungere all’iper-realismo; mentre Mazzoni è partito da paesaggista ed è approdato ad una pittura post-cubista. Sono diversi, ma perfetti nelle loro tecniche”.
La mostra è stata inaugurata ieri pomeriggio e numerosi presenti hanno avuto la possibilità di gustare un buon bicchiere di vino davanti ai numerosi e colorati quadri degli artisti.
“Giò Ruffati ha un approccio freddo con la realtà, tipico dell’epoca moderna” spiega Laura Ruffoni “Dipinge la realtà del consumismo: i rifiuti e gli scarti della cultura dell’immagine”.
“Completamente opposto invece Anthony Mazzoni” continua “che non approccia la realtà per appropriarsene, ma fa semplicemente uscire sé stesso attraverso i colori e la luce. La sua arte si richiama ai grandi maestri di fine ‘800”. Le sue muse ispiratrici per questa mostra “From Soul to Canvas” (Dall’anima alla tela) sono, come ammette durante l’inaugurazione, “la moglie e la musica”.
La mostra collettiva, considerata dall’assessore Bellotti “una scommessa già vinta in partenza” sarà ospitata da Palazzo Bellini fino al 29 luglio.
http://www.estense.com/?p=156783
“Questa mostra ci è costata molto più impegno delle altre perché è una collettiva di due pittori molto diversi che viene dopo ad una mostra molto importante, come quella di Cesare Zavattini” dice l’assessore alla cultura Concetto Bellotti “Avevamo numerose richieste di pittori e dovevamo fare una scelta: abbiamo optato per questi due artisti che hanno due stili dal significato profondo. Ruffati e Mazzone sono partiti entrambi da autodidatti e sono arrivati a due forme di espressione molto diverse: Ruffati è partito dallo stile metafisico-tecnologico, per passare ad un periodo informale, fino a giungere all’iper-realismo; mentre Mazzoni è partito da paesaggista ed è approdato ad una pittura post-cubista. Sono diversi, ma perfetti nelle loro tecniche”.
La mostra è stata inaugurata ieri pomeriggio e numerosi presenti hanno avuto la possibilità di gustare un buon bicchiere di vino davanti ai numerosi e colorati quadri degli artisti.
“Giò Ruffati ha un approccio freddo con la realtà, tipico dell’epoca moderna” spiega Laura Ruffoni “Dipinge la realtà del consumismo: i rifiuti e gli scarti della cultura dell’immagine”.
“Completamente opposto invece Anthony Mazzoni” continua “che non approccia la realtà per appropriarsene, ma fa semplicemente uscire sé stesso attraverso i colori e la luce. La sua arte si richiama ai grandi maestri di fine ‘800”. Le sue muse ispiratrici per questa mostra “From Soul to Canvas” (Dall’anima alla tela) sono, come ammette durante l’inaugurazione, “la moglie e la musica”.
La mostra collettiva, considerata dall’assessore Bellotti “una scommessa già vinta in partenza” sarà ospitata da Palazzo Bellini fino al 29 luglio.
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