Saranno più di settanta gli artisti
coinvolti per “Aliens. Le forme alienanti del contemporaneo”, l’evento
artistico-culturale itinerante ideato da Sergio Curtacci per la
promozione dell’arte contemporanea nazionale che vede in Ferrara la
sesta tappa del suo percorso. Partito infatti con la sua prima mostra
collettiva nel 2007 allo Spazio Vega di Marghera – in concomitanza con
la 52a Biennale di Venezia – Aliens ha raggiunto poi, nel 2013, le città
di Como, Bologna, Milano, Lecce, e, da questo sabato fino a settembre,
anche Ferrara.
Alla presentazione
dell’evento (4 giugno) presso la residenza comunale sono intervenuti i membri
del comitato scientifico del progetto Alessio Bolognesi e Giovanna
Lacedra, Massimo Maisto, il direttore della rivista online Fratture
Scomposte Sergio Curtacci e il direttore dei Musei Civici d’Arte antica
Angelo Andreotti. Tra gli sponsor della manifestazione, erano presenti
il direttore Ferrara Buskers Festival Stefano Bottoni e il presidente
del gruppo Finmatica Domenico Gualtier.... estense com
giovedì 12 giugno 2014
mercoledì 11 giugno 2014
Rudy Bandiera: Ferrara e Google
Di recente di lui si è parlato e scritto per un inedito ruolo di
inviato speciale al seguito del Giro d’Italia: ha raccontato il dietro
le quinte della manifestazione attraverso un blog che ha destato molta
curiosità [leggi].
Ma Rudy Bandiera, ferrarese, titolare con Riccardo Scandellari dello
studio NetPropaganda, è prima di tutto un informatico che ha compreso
prima di altri le potenzialità del web. Ha sviluppato una particolare
competenza per il mondo dei social media e in qualità di pubblicista e
consulente è sovente interpellato per fornire risposte circa il
cosiddetto marketing non convenzionale [leggi il suo blog].
“Rischi e opportunità del web 3.0 e delle tecnologie che lo compongono” è il titolo del tuo libro. Innanzi tutto cos’è il web 3.0?Bella domanda… non lo so (ride). In effetti non lo sa nessuno, nel senso che una definizione precisa ancora non esiste, così come quella di 2.0 è ombrosa e sfumata. Diciamo che, dal mio punto di vista, sono quelle tecnologie che, nei prossimi anni, si fonderanno per rendere la nostra vita totalmente interconnessa, come ad esempio Cloud e Big data. Di fatto, e questo è un paradosso, il Web 3.0 non è solo web.
E che cos’è, dunque?
E’ il futuro. Io lo immagino come l’interconnessione tra le cose e le persone, la creazione di una sorta di “mente collettiva” con la quale tutti quanti dialogheremo.
La logica del database su cui si fonda, caratterizzerà sempre più il web come enorme archivio: la rete diventerà il totem della memoria?La Rete lo è già, il totem della memoria, ma la memoria da sola no serve a nulla. Una delle definizioni di Web 3.0 è anche quella di “web semantico” ovvero un web evoluto in cui le macchine siano in grado non solo di leggere ma di interpretare. L’interpretazione dei dati, quindi della memoria, è la vera sfida.
Spazio e tempo nel web si modificano e si contraggono. Dinanzi al monitor si può dominare il mondo, o quantomeno ci si illude di farlo. Il virtuale risulta sempre più un potenziamento del reale. Ormai stiamo vivendo dentro i film di fantascienza che ci facevano sognare solo pochi anni fa, non ti pare?Si, e lo trovo bellissimo. Mi spiego raccontando un aneddoto che ho scritto anche nel libro: Qualche tempo fa sono andato a tenere una lezione in una scuola superiore a Cesena, per spiegare quali fossero i rischi del dare tutti i nostri dati in mano ad aziende private che, tra l’altro, sono americane. Sì sì, non vi preoccupate, alla fine del libro arriviamo anche a fare due chiacchiere su questo ma, dicevo, prima del mio intervento ho seguito quello di Renzo Davoli, un bravissimo informatico che per moltissimi anni ha lavorato negli Usa. Un uomo che ha visto Arpanet, l’embrione militare di Internet, con i propri occhi, per capirci. Davoli raccontava che quello che stiamo vivendo è una sorta di Rinascimento, o di Rivoluzione industriale, o di entrambi messi insieme aggiungo io, tuttavia diceva anche un’altra cosa interessantissima, ovvero che le rivoluzioni epocali, incredibili e giganteschi passaggi da un’umanità ad un’altra del tutto diversa, hanno sempre solo e soltanto una cosa in comune: che quelli che la vivono non se ne rendono conto. Ecco, tutti noi non ci stiamo rendendo conto di quello che accade, quindi ne abbiamo in parte paura. Non dobbiamo! E dobbiamo, invece, coglierne le opportunità..... C Ferrara Italia by Sergio Gessi
“Rischi e opportunità del web 3.0 e delle tecnologie che lo compongono” è il titolo del tuo libro. Innanzi tutto cos’è il web 3.0?Bella domanda… non lo so (ride). In effetti non lo sa nessuno, nel senso che una definizione precisa ancora non esiste, così come quella di 2.0 è ombrosa e sfumata. Diciamo che, dal mio punto di vista, sono quelle tecnologie che, nei prossimi anni, si fonderanno per rendere la nostra vita totalmente interconnessa, come ad esempio Cloud e Big data. Di fatto, e questo è un paradosso, il Web 3.0 non è solo web.
E che cos’è, dunque?
E’ il futuro. Io lo immagino come l’interconnessione tra le cose e le persone, la creazione di una sorta di “mente collettiva” con la quale tutti quanti dialogheremo.
La logica del database su cui si fonda, caratterizzerà sempre più il web come enorme archivio: la rete diventerà il totem della memoria?La Rete lo è già, il totem della memoria, ma la memoria da sola no serve a nulla. Una delle definizioni di Web 3.0 è anche quella di “web semantico” ovvero un web evoluto in cui le macchine siano in grado non solo di leggere ma di interpretare. L’interpretazione dei dati, quindi della memoria, è la vera sfida.
Spazio e tempo nel web si modificano e si contraggono. Dinanzi al monitor si può dominare il mondo, o quantomeno ci si illude di farlo. Il virtuale risulta sempre più un potenziamento del reale. Ormai stiamo vivendo dentro i film di fantascienza che ci facevano sognare solo pochi anni fa, non ti pare?Si, e lo trovo bellissimo. Mi spiego raccontando un aneddoto che ho scritto anche nel libro: Qualche tempo fa sono andato a tenere una lezione in una scuola superiore a Cesena, per spiegare quali fossero i rischi del dare tutti i nostri dati in mano ad aziende private che, tra l’altro, sono americane. Sì sì, non vi preoccupate, alla fine del libro arriviamo anche a fare due chiacchiere su questo ma, dicevo, prima del mio intervento ho seguito quello di Renzo Davoli, un bravissimo informatico che per moltissimi anni ha lavorato negli Usa. Un uomo che ha visto Arpanet, l’embrione militare di Internet, con i propri occhi, per capirci. Davoli raccontava che quello che stiamo vivendo è una sorta di Rinascimento, o di Rivoluzione industriale, o di entrambi messi insieme aggiungo io, tuttavia diceva anche un’altra cosa interessantissima, ovvero che le rivoluzioni epocali, incredibili e giganteschi passaggi da un’umanità ad un’altra del tutto diversa, hanno sempre solo e soltanto una cosa in comune: che quelli che la vivono non se ne rendono conto. Ecco, tutti noi non ci stiamo rendendo conto di quello che accade, quindi ne abbiamo in parte paura. Non dobbiamo! E dobbiamo, invece, coglierne le opportunità..... C Ferrara Italia by Sergio Gessi
Ferrara, Maisto fa fuori la dissidenza High Foundation? interviene Matteo?
A confermare a Estense.com la fine della rassegna artistico musicale – organizzata dall'associazione culturale New High Foundation in collaborazione con l'etichetta musicale indipendente Soulove Records e Aics (associazione Italiana Cultura Sport, Comitato Provinciale di Ferrara) e con il patrocinio del Comune e della Provincia di Ferrara – è Andrea Malservigi aka dj Afghan, da sempre impegnato nella realizzazione di questo festival con tutti gli inconvenienti e le difficoltà del caso. È infatti da molti anni che l'interrogativo "ma quest'anno l'High Foundation si fa o non si fa?" aleggia come un tormentone estivo nella città estense e quest'anno, per la prima volta dall'inizio del nuovo secolo, la risposta è secca e negativa.
"Quest'anno non ci sarà l'High Foundation perché non bastano le risorse – dichiara Malservigi – dato che i fondi concessi dal Comune coprono solo le strutture di messa a norma e non la realizzazione dell'intero festival". Una critica velata all'amministrazione comunale, o meglio, a come le istituzioni gestiscono il panorama culturale della città. "Ci siamo incontrati con l'assessore Maisto e con i gestori del Camelot Cafè ma è dura organizzare degli eventi in una location non attrezzata". E risiede proprio qui il fulcro del problema: "Non c'è luce, non c'è acqua, tutte le volte bisogna ricreare l'evento da capo. Una situazione che denuncio da 14 anni e che non è mai cambiata in 14 anni: il parco urbano è immobile". Se il parco by night sembra 'abbandonato' al suo destino, la stessa inevitabile situazione tocca a chi prova a ridargli una nuova vita notturna: "Se decidi di organizzare un evento in un posto immobile e non attrezzato, sei abbandonato per forza a te stesso".
Senza contare la denuncia penale per il disturbo della quiete pubblica toccata agli organizzatori per l'ultimo giorno del festival dello scorso anno. "Ci siamo beccati una denuncia per schiamazzi notturni – spiega Malservigi – ma la causa non è stata ancora dibattuta in tribunale". Insomma per tutti questi motivi "l'associazione non ha più la possibilità di creare un festival come quello degli altri anni che regalava alla città 30 concerti live, anche se questo evento stava già scemando col tempo perché è dura sviluppare una manifestazione del genere a titolo gratuito".
Più un addio che un arrivederci, quindi, che porta su di sé qualche critica a quello che sarà il futuro dei giovani a Ferrara: "Nella nostra città, tralasciando il concerti di luglio, la musica lirica e il jazz – conclude Malservigi, riferendosi a Ferrara Sotto le Stelle, teatro Comunale e Jazz Club – c'è uno scenario musicale di una povertà assoluta. Le istituzioni continuano a vedere Ferrara come un centro culturale molto forte, senza rendersi conto che ci sono poche soluzioni per i giovani ferraresi se non quella di andare a Bologna"..... estense com
Roby Guerra futurista ha scritto il 11 giugno 2014 alle 12:44
Magistrati e Voltaire: la legge uguale anche per la casta PM?
Roma, 11 giugno 2014 - Il governo e la maggioranza sono stati battuti a scrutinio segreto durante le votazioni sulla legge europea 2013-bis alla Camera. Con il parere contrario dell'Esecutivo e del relatore è stato approvato un emendamento di Gianluca Pini (Lega) che riscrive l'articolo 26 sulla responsabilità civile dei magistrati. Il Governo è stato battuto per sette voti. Il testo è infatti passato con 187 sì e 180 no. Il M5S, così come diversi deputati di Sel, si è astenuto sulla votazione il cui esito è stato salutato con un applauso dalla Lega.
FRANCHI TIRATORI NEL PD - C'è lo zampino di almeno 34 'franchi tiratori' del Pd. Al momento del voto, con scrutinio segreto, erano infatti presenti in Aula 214 deputati del Pd su 293. Ma i no all'emendamento sono stati solo 180. Se si considera poi che tra i contrari all'emendamento ci sono anche alcuni deputati di Sc e Sel, due gruppi che hanno votato in ordine sparso, i dem che si sono astenuti o hanno votato a favore sono anche di più.
IL TESTO - L'emendamento in questione alla legge Comunitaria, prevede che "chi ha subito un danno ingiusto per effetto di un comportamento, di un atto o di un provvedimento giudiziario posto in essere dal magistrato in violazione manifesta del diritto o con dolo o colpa grave nell'esercizio delle sue finzioni, ovvero per diniego di giustizia, può agire contro lo Stato e contro il soggetto riconosciuto colpevole per ottenere il risarcimento dei danni patrimoniali e anche di quelli non patrimoniali che derivino da privazione della libertà personale".
RENZI - "C'è una norma e va cambiata al Senato", dice il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, conversando con i suoi collaboratori a Pechino, sull'emendamento della Lega.
LE REAZIONI - Prova a gettare acqua sul fuoco il Pd: il provvedimento deve "ancora passare al Senato e lì modificheremo la norma", sottolinea in Aula Ettore Rosato. Ma Forza Italia, come del resto la Lega, esulta: "E' stata una votazione legittima", ribatte Francesco Paolo Sisto. E Jole Santelli aggiunge: "E' importantissimo il voto di oggi sulla responsabilità civile magistrati. L'Assemblea, a scrutinio segreto, espressione di liberta' e protetto dalla Costituzione, ha ribaltato totalmente la volonta' della maggioranza e del governo. Adesso prendano atto che la genuflessione e l'ipocrisia verso la corporazione dei magistrati non è nelle corde del Parlamento e dei cittadini italiani. Questa proposta è stata rivendicata da Fi, M5s e dalla Lega che l'ha presentata". Anche i 5 Stelle mostrano soddisfazione: "La nostra decisione di astenerci ha tirato fuori tutta l'ipocrisia del Pd", dice il grillino Andrea Colletti.
ANM - Dura la reazione dell'Associazione nazionale magistrali (Anm): "La norma presenta evidenti profili di illegittimità costituzionale". Ed è "grave e contraddittorio che si indebolisca l'azione giudiziaria proprio mentre la magistratura è chiamata a un forte impegno contro la corruzione".
NAPOLITANO - In serata il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, all'inaugurazione dell'assemblea della Rete europea dei Consigli di giustizia, dice: "L'affermazione e il riconoscimento del prestigio, dell'autorevolezza, della credibilità della magistratura, su cui poggia la fiducia dei cittadini e quella degli stati, non possono prescindere dal rispetto dei principi, delle qualità, dei limiti che il ruolo del magistrato impone". E ancora: "La tutela dell'indipendenza assicurata al giudice dagli ordinamenti non rappresenta un mero privilegio".
http://qn.quotidiano.net/politica/2014/06/11/1077429-governo-responsabilita-civile-toghe.shtml
FRANCHI TIRATORI NEL PD - C'è lo zampino di almeno 34 'franchi tiratori' del Pd. Al momento del voto, con scrutinio segreto, erano infatti presenti in Aula 214 deputati del Pd su 293. Ma i no all'emendamento sono stati solo 180. Se si considera poi che tra i contrari all'emendamento ci sono anche alcuni deputati di Sc e Sel, due gruppi che hanno votato in ordine sparso, i dem che si sono astenuti o hanno votato a favore sono anche di più.
IL TESTO - L'emendamento in questione alla legge Comunitaria, prevede che "chi ha subito un danno ingiusto per effetto di un comportamento, di un atto o di un provvedimento giudiziario posto in essere dal magistrato in violazione manifesta del diritto o con dolo o colpa grave nell'esercizio delle sue finzioni, ovvero per diniego di giustizia, può agire contro lo Stato e contro il soggetto riconosciuto colpevole per ottenere il risarcimento dei danni patrimoniali e anche di quelli non patrimoniali che derivino da privazione della libertà personale".
RENZI - "C'è una norma e va cambiata al Senato", dice il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, conversando con i suoi collaboratori a Pechino, sull'emendamento della Lega.
LE REAZIONI - Prova a gettare acqua sul fuoco il Pd: il provvedimento deve "ancora passare al Senato e lì modificheremo la norma", sottolinea in Aula Ettore Rosato. Ma Forza Italia, come del resto la Lega, esulta: "E' stata una votazione legittima", ribatte Francesco Paolo Sisto. E Jole Santelli aggiunge: "E' importantissimo il voto di oggi sulla responsabilità civile magistrati. L'Assemblea, a scrutinio segreto, espressione di liberta' e protetto dalla Costituzione, ha ribaltato totalmente la volonta' della maggioranza e del governo. Adesso prendano atto che la genuflessione e l'ipocrisia verso la corporazione dei magistrati non è nelle corde del Parlamento e dei cittadini italiani. Questa proposta è stata rivendicata da Fi, M5s e dalla Lega che l'ha presentata". Anche i 5 Stelle mostrano soddisfazione: "La nostra decisione di astenerci ha tirato fuori tutta l'ipocrisia del Pd", dice il grillino Andrea Colletti.
ANM - Dura la reazione dell'Associazione nazionale magistrali (Anm): "La norma presenta evidenti profili di illegittimità costituzionale". Ed è "grave e contraddittorio che si indebolisca l'azione giudiziaria proprio mentre la magistratura è chiamata a un forte impegno contro la corruzione".
NAPOLITANO - In serata il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, all'inaugurazione dell'assemblea della Rete europea dei Consigli di giustizia, dice: "L'affermazione e il riconoscimento del prestigio, dell'autorevolezza, della credibilità della magistratura, su cui poggia la fiducia dei cittadini e quella degli stati, non possono prescindere dal rispetto dei principi, delle qualità, dei limiti che il ruolo del magistrato impone". E ancora: "La tutela dell'indipendenza assicurata al giudice dagli ordinamenti non rappresenta un mero privilegio".
http://qn.quotidiano.net/politica/2014/06/11/1077429-governo-responsabilita-civile-toghe.shtml
Una lunga trattativa, di Giovanni Fasanella
*segnalato da Ubaldo Villani-Lubelli
presentazione del libro Una lunga trattativa, di Giovanni Fasanella che si svolgerà giovedì 12 giugno, ore 19,30, alle Officine Cantelmo. Oltre all'autore interverranno il generale Mario Mori (ex comandante del ROS e direttore del Sisde) e l'avvocato Giovanni Pellegrino (già presidente della Commissione bicamerale d'inchiesta sulle stragi). Sperando di farvi cosa gradita vi allego la descrizione dell'evento. Un caro saluto, Ubaldo Villani-Lubelli
giovedì 12 giugno - ore 19.30
Officine Cantelmo - Lecce
Ingress gratuito
Info 3394313397 - rigenerazionepolitica@gmail.com
Le iniziative promosse dal gruppo informale (Ri)Generazione Politica proseguono con la presentazione del libro di Giovanni Fasanella che dialogherà con Giovanni Pellegrino e il generale Mario Mori
Officine Cantelmo - Lecce
Ingress gratuito
Info 3394313397 - rigenerazionepolitica@gmail.com
Le iniziative promosse dal gruppo informale (Ri)Generazione Politica proseguono con la presentazione del libro di Giovanni Fasanella che dialogherà con Giovanni Pellegrino e il generale Mario Mori
Giovedì 12 giugno (ore 19.30 - ingresso gratuito) presso le Officine Cantelmo di Lecce, il gruppo informale (Ri)Generazione Politica in collaborazione con l'associazione Diotimart, Libreria Idrusa e Caroli Hotels, organizza la presentazione di "Una lunga trattativa. Stato-mafia: dall'Italia unita alla seconda repubblica. La verità che la magistratura non può accertare" del giornalista Giovanni Fasanella (Chiarelettere). Interverranno con l'autore il generale Mario Mori (ex comandante del ROS e direttore del Sisde) e l'avvocato Giovanni Pellegrino (già presidente della Commissione bicamerale d'inchiesta sulle stragi). Modera il giornalista e ricercatore universitario Ubaldo Villani Lubelli.
Non basta la verità giudiziaria. Nel mare di accuse e veleni che continuano a inquinare i processi in corso sulla trattativa Stato-mafia, con particolare riferimento alle morti di Falcone e Borsellino, e che hanno addirittura coinvolto indirettamente il presidente della Repubblica, è necessario provare a spostare il nostro angolo visuale e fare un passo indietro. La storia ci viene in aiuto per capire che cosa sta succedendo. La partita è troppo grossa perché possa rimanere nelle aule di un tribunale. In gioco è la Repubblica italiana, il nostro Stato. Entrambi nati con l'appoggio fondamentale della mafia. L'autore spiega come e perché. Dalla vittoriosa cavalcata di Garibaldi aiutato dai picciotti siciliani durante la spedizione del 1860 agli omicidi impuniti d'inizio secolo che contaminano il tessuto economico-finanziario, all'alleanza col fascismo che si limitò a contrastare la manovalanza armata. Poi il patto di sangue con gli angloamericani nel 1943 per indirizzare la pace, seguito dagli omicidi e dalle stragi del dopoguerra perché la sinistra non avesse il sopravvento al Sud, fino alle tragiche vicende oggetto degli attuali processi. Difficile ammetterlo, però è così: la mafia è stata una risorsa decisiva per lo Stato italiano sin dai suoi albori unitari offrendo appoggio anche militare a chi vigilava sul controllo "democratico" del paese e talora a chi sosteneva veri e propri disegni eversivi. La magistratura non ce la può fare da sola a spaccare questa crosta spessa di bugie e inganni.
Giovanni Fasanella, giornalista, sceneggiatore e documentarista, è autore di molti libri sulla storia invisibile italiana, tra i quali ricordiamo "Segreto di Stato. La verità da Gladio al caso Moro" (con Giovanni Pellegrino e Claudio Sestieri, Einaudi 2000), "Che cosa sono le Br. Le radici, la nascita, la storia, il presente" (con Alberto Franceschini, Bur 2004), "La guerra civile" (con Giovanni Pellegrino, Bur 2005), "I silenzi degli innocenti" (con Antonella Grippo, Bur 2006), "1861. La storia del Risorgimento che non c’è sui libri di storia" (con Antonella Grippo, Sperling & Kupfer 2010). Per Chiarelettere ha pubblicato con Gianfranco Pannone il Dvd+libro "Il Sol dell’Avvenire" (2009), insieme a Rosario Priore il libro "Intrigo internazionale" (2010) e insieme a Mario José Cereghino "Il golpe inglese" (2011).
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