domenica 19 gennaio 2014

SANDRO GIOVANNINI Nuova Oggettività – Urfuturismo – Aristocrazia sociale





Nuovaoggettività – Urfuturismo – Aristocraziasociale





Pensiamo che giustapporre, unire, con-fondere, moltiplicare le nostre opzioni, sia una giusta risposta all’esperienza che ci ha guidato in questi ultimi anni. Qualcuno forse può presumere che una mancanza d’apparente linea guida sia un meno, anziché un più?  O forse questo nostro tempo, che precipita verso la semplificazione come parodia dell’atto rivoluzionario e non come un’assunzione di opposti risolti in sintesi, può arrogarsi la sufficienza becera ed il montarsi uno sull’altro in una frenesia finale di si salvi chi può? Rispettiamo la sofferenza autentica, ma allarghiamo anche le braccia verso l’alto nel gesto dell’accoglienza del nuovo, che però non sarà mai troppo imbellettato e compiacente.  Abbiamo cercato di portare i nostri documenti, come diceva il poeta, e ne siamo stati sovrastati ed oppressi… oppure siamo riusciti tuttononostante a fare un percorso dignitoso… a mettere insieme valenze inaudite a cercare ascolti sottili a creare convergenze corpose ed amicali, a cercare di enucleare, nell’orgia dei cachinni e delle frasi fatte, qualche poca cosa del pensiero… che so di qualche vacuità e destino, assieme, ad esempio, che non fa che riproporre, ma non stancamente e non facilmente, il millesimale sparso infinito richiamo dei grandi e degli svegliati, sempre… quelli cioè che non dormono troppo sugli allori e sulle compiacenze del già fatto, ma sono solo di una cortesia efferata, ai limiti dell’odio e della distanza rammemorante? Certamente credo che noi si sia lavorato al proposito, ed ancora saremo in grado di farlo. Cercheremo di cogliere il lavoro mentale di altri, ancora, a noi prossimi per avvicinamento dalla differenza e mai gli stessi, antichi e pur sorprendentemente nuovi lungo il percorso, ma non saremo di quelli che l’eterogenesi dei fini appaga per illudersi dell’insostanziale e per bearsi del secolo dentro se medesimi. Una gioia sorridente delle cose che abbiamo creato è l’antidoto all’usa e getta che impazza da ogni anima bella incapace di tenere il punto e piena di un sé minore, mai pervenuto al comune colore nero con dentro il singolo vuoto bianco. Una gioia sorridente che ci fa guardare al solo che viene vicino e alla massa che mugghia come una bestia ferita, finalmente consapevole delle mille offese e delle infinite omissioni. Ma questo è il nostro presente eterno e questa è la nostra Patria…



Sandro Giovannini



Autori che hanno collaborato fino ad ora ai vari libri:

Per una Nuova Oggettività, popolo, partecipazione destino”, Heliopolis Edizioni, 2011; “Per quale motivo Israele può avere 400 testate atomiche e l’Iran nessuna? - l’Impero interiore”, La Carmelina 2013;

 “Al di là della destra e della sinistra.  Per l’Italia del XXI secolo, dopo il libro manifesto

 ‘per una Nuova Oggettività’”, La Carmelina, 2013.



Gabriele Adinolfi, Alberto Cesare Ambesi, Luciano Arcella, Stefano Balice, Mario Bernardi Guardi, Gianni Bertuccioli, Astelvio Biagini, Umberto Bianchi, Manlio Bichiri, Davide Bigalli, Mario Biuzzi, Giuliano Borghi, Ettore Bonessio di Terzet, Claudio Bonvecchio, Mario Bozzi Sentieri, Alessio Brugnoli, Marco Canestrari, Luigi Capozza, Francesco Cappuccio, Riccardo Campa, Seconda Carta, Giuseppe Casale, Giandomenico Casalino, Pierluigi Casalino, Graziano Cecchini, Vincenzo Centorame, Gianni Chiostri, Leonardo Alaedin Clerici, Sandro Consolato, Vitaldo Conte, Gaia Conventi, Daco, Giovanni Damiano, Francesca De Carolis, Brunello De Cusatis, Alessio De Giglio, Vittorio De Pedys, Emilio Diedo, Giuseppe Di Gaetano, Susanna Dolci, Lodovico Ellena, Mario Farneti, Federico Felloni, Zairo Ferrante, Marco Ferrazzoli, Alberto Ferretti, Cesare Ferri, Antonio Fiore, Alberto Figliuzzi, Sylvia Forty, Francesco Franci,  Marcello Francolini, Carlo Gambescia, Maurizio Ganzaroli, Roberto Guerra, Michelangelo Ingrassia, Bruno Labate, Aldo La Fata, Anna Lamberti-Bocconi, Gian Franco Lami, Domenico Lancianese, Guglielmo Maria Lolli-Ghetti, Luigi Lombardi Vallauri, Alberto Lombardo, Biagio Luparella, Luca Gallesi, Giuseppe Gorlani, Alessandro Guzzi, Teodoro Katte Klitsche de la Grange, Sandro Giovannini, Giovanna Guardiani, Roby Guerra, Giulio Maganzini, Francesco Mancinelli, Giuseppe Manias, Giuseppe Manzoni di Chiosca, Matteo Marconi, Simone Marletta, Alberto B. Mariantoni, Rita Catania Marrone, Paolo Melandri, Ferdinando Menconi, Francesco Paolo Menna, Marino Micich, Marco Monaldi, Claudio Mutti, Elisabetta Oggero, Alessandro Orlandi, Luisa Pesante, Raffaele Perrotta, Maria Antonietta Pinna, Vincenzo Pinto, Giuseppe Puppo, Miro Renzaglia,  Luca Leonello Rimbotti, Alberto Rosselli, Marco Rossi, Paolo Aldo Rossi, Riccardo Roversi, Gianfredo Ruggiero, Antonio Saccoccio, Francesco Sacconi, Sandro Salerno, Andrea Scarabelli, Riccardo Scarpa, Fabio Scorza, Adriano Segatori, Giovanni Sessa, Roberto Sestito, Luigi Sgroi, Primo Siena, Paolo Silvestri, Augusto Sinagra, Luca Siniscalco, Luigi Tallarico, Giovanni Tuzet, Stefano Vaj, Piero Vassallo, Ubaldo Villani-Lubelli, Filippo Venturini, Eduardo Zarelli.

Luca Siniscalco, Milano, Coco Chanel e Marion Pike

Un duo affascinante approda nella città della moda, contesto ideale per la sua riscoperta. Due donne talentuose e ammalianti tornano a far parlare di sé in una mostra capace di coniugare la seduzione della moda con l’espressività dell’arte. L’esposizione “Coco Chanel: un Nuovo Ritratto Dipinto da Marion Pike. Parigi, 1967-71”, pertanto, si offre sino al 2 marzo 2014 come un’occasione imperdibile per il pubblico milanese. Sede dell’esposizione è lo storico Palazzo Morando, che conferma la sua vocazione di Museo del Costume e della Moda proponendo agli appassionati italiani una mostra già inaugurata alla Fashion Space Gallery di Londra lo scorso 4 settembre. La rassegna, curata da Amy de la Haye, docente di Storia del Costume, con Curatela del London College of Fashion, giunge nella città della Madonnina grazie alla collaborazione fra numerose istituzioni: Comune di Milano | Cultura, Polo Raccolte Storiche e Case Museo, University of the Arts London, London College of Fashion.
Coco Chanel in her Atelier Surrounded by Bolts of Fabric
L’esposizione raccoglie dipinti, abiti, fotografie e documenti per indagare una relazione poco nota ma di grande rilevanza storico-artistica. La couturière francese Gabrielle Bonheur Chanel (1883-1971), in arte Coco Chanel, e l’artista californiana Marion Pike (1913-1998), chiamata affettuosamente Cuckoo da amici e famigliari, assurgono a protagoniste di una particolare vicenda creativa. Il rapporto fra le due iniziò nel 1967, quando Pike conobbe Chanel a Parigi e ne dipinse alcuni ritratti. La collaborazione professionale si rivelò la premessa necessaria all’instaurarsi di una grande amicizia, fondata sulla comune sensibilità estetica e affettiva. Le opere esposte dischiudono allora una dimensione mai indagata a livello biografico, rivelando aspetti meno noti della contraddittoria personalità di Coco Chanel.
Coco Chanel Large Head
Degli almeno tredici ritratti di quest’ultima realizzati da Pike, la presente mostra ne espone cinque, mai prima d’ora proposti insieme, cui si aggiungono alcune nature morte e vedute parigine che mostrano l’eccellente tecnica dell’artista.
La mostra comprende inoltre capi d’abbigliamento appositamente disegnati da Coco Chanel fra il 1967 e il 1969 per Marion Pike e sua figlia Jeffie, nonché una vasta collezione di fotografie, documenti personali e lettere che contribuiscono a delineare un quadro esaustivo della profonda relazione intercorsa fra le due. Un legame articolato, quello giunto sino a noi, il cui sigillo potrebbe  essere individuato nella celeberrima affermazione di Chanel, secondo cui “la moda passa, lo stile resta”.

Luca Siniscalco: Roma il Centro Di Sarro e Enrico Crispolti * by Luuk Magazine

Luuk Magazine...
La mostra “Enrico Crispolti e il Centro Di Sarro. Avvio e sviluppo di una ricerca (1982/85)” si impone all’attenzione di quanti risultano sensibili a un approfondimento storico/artistico di matrice retrospettiva. L’esposizione, a cura di Emanuele Rinaldo Meschini, intende infatti mostrare i primi anni di sviluppo del Centro di documentazione della ricerca artistica contemporanea Luigi Di Sarro, fondato nel 1981, mettendo in rilievo la direzione di Crispolti. L’occasione non è peraltro casuale: la mostra coincide infatti con gli ottant’anni del critico romano, al cui merito di fine studioso l’esposizione rende omaggio.
Enrico Crispolti, nato il 18 aprile 1933 a Roma, allievo di Lionello Venturi, dal 1984 al 2005 è stato Professore Ordinario di Storia dell’Arte Contemporanea nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Siena, dove dal 1986 al 1998, e nuovamente dal 2001 al 2007, è stato Direttore della Scuola di Specializzazione in Storia dell’Arte. I numerosissimi incarichi accademici vengono affiancati da una intensa attività di critica artistica e di curatela di mostre, soprattutto nell’ambito della ricerca artistica contemporanea. La collaborazione con la Biennale di Venezia, gli studi sul futurismo e la scoperta del dadaismo di Julius Evola sono solo alcune delle meritorie iniziative condotte dallo studioso all’interno della sua carriera pluridecennale.
La coincidenza permette di approfondire un contesto artistico ed amicale di grande spessore, rievocando la collaborazione tra Enrico Crispolti e Luigi Di Sarro e lo sviluppo artistico lungo il periodo 1982/85 con la riproposizione delle opere presentate in quelle stagioni espositive. Non si tratta tuttavia di un progetto commemorativo e nostalgico, bensì di una precisa messa a punto di uno stadio nodale della creatività artistica italiana, capace di coniugare sperimentalismi estetici, intuizioni neoavanguardiste e sapiente ricerca critica.
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Il Centro Luigi Di Sarro si è infatti ampiamente distinto nella sua trentennale attività per l’attenzione rivolta al panorama artistico contemporaneo italiano, promuovendo la creatività di giovani talentuosi e articolando la propria azione in incontri, dibattiti, momenti di informazione e di spettacolo, superando gli schematismi delle esposizioni “tradizionali” secondo un progetto di autentica promozione culturale. La recensione su quotidiani nazionali, la partecipazione costante del pubblico e la collaborazione con istituzioni pubbliche e private non fanno che testimoniare tale tensione.
Fra le mostre ricordate, notevole “Nuovi Segnali”, allestita dal 22 novembre al 3 dicembre 1983 con la curatela di Vitaldo Conte. L’esposizione presentava al pubblico opere poetiche verbo-visuali, segnate da un radicale sperimentalismo, ove l’iperscrittura, “eccessiva” di iconicità, diviene citazionista di momenti peculiari dell’arte contemporanea, in una erranza pulsionale e metaforica.
Artisti in mostra:
Bruno Aller, Roberto Andreatini, Atmoscena (collettivo), Toni Bellucci, Tomaso Binga, Sergio Borrini, Angelo Casciello, Gerolamo Casertano, Francesca Cataldi, Santo Ciconte, Antonella Cimatti, Marina Cirinei, Vitaldo Conte, Francesco Correggia, Rino Cosentino, Salvatore De Curtis, Chiara Diamantini, Vittorio Fava, Roberta Filippi, Francomà, Carlo Fusca, Ignazio Gadaleta, Ida Gerosa, Mario Lanzione, Pietro Livi, Luigi Magli, Enea Mancino, Franco Marrocco, Michele Mautone, Sergio Nannicola, John O’Brien, Yoshin Ogata, Gianfranco Pagnelli, Mario Parentela, Gloria Pastore, Sergio Pausig, Antonio Picardi, Lamberto Pignotti, Claudio Pizzingrilli, Franco Politano, Lydia Predominato, Giustina Prestento, Giorgio Russi, Filippo Scarpelli, Franca Sonnino, Vincenzo Trapasso, Gerardo Vangone, Luigi Viola, Loretta Viscuso, Luigi Vollaro, Horacio Zabala, Alberto Zanazzo.
Centro Luigi Di Sarro – Via Paolo Emilio 28 – 00192 Roma

dal 18 dicembre 2013 al 31 gennaio 2014
dal martedì al sabato ore 16.00-19.00
www.centroluigidisarro.it

Sandro Giovannini, Portafortuna 2.0 *VIDEO


INSTALLAZIONE DI SANDRO GIOVANNINI
  portafortuna 2.0




un buddha cinese che cavalca la tigre, 
(…come va lontana l’idea!),
Visualizza Bhudda su tigre particolare da Istallazione creativa 3.jpg in una presentazione 




Paolo Melandri, "L'Angelo muto", Poesia *VIDEO



* "profluvio di rose" investa il Nuovo Anno dinamicamente ed efficacemente proiettato in avanti. Io "non vi cercherò" se non la massima incisività possibile, nell'àmbito del visionario, lucido e "duplice" delirio dello "Zarathustra"

 

L’Angelo Muto


Mentre pallidamente io esploravo
le mie poesie, le strofe dove un crudo
tormento sordi abissi rotolava,
su la soglia apparì l’Angelo Muto.

Ella recava all’anima smarrita
Ella di ricchi fiori un bel portento;
ed una brocca era tra le Sue dita
e rose, rose ornavano il Suo mento.

Corona a Lei sul capo aurea splendeva,
la voce Sua era prossima all’Incanto:
“La Vita bella e il Canto a te m’invia”
ora che sorridendo Ella diceva,

Le cadevano i gigli e le mimose.
Ed a raccôrli come io fui chinato,
Ella s’inginocchiò: tuffai beato
io tutto il viso fra le fresche rose.






Paolo Melandri
31 dicembre 2013