domenica 27 giugno 2010

Gli anni confusi di Marco Rossi Lecce

Romanzo in parte autobiografico, in parte di fantasia, la trilogia Gli anni confusi racconta con disincanto e arguta ironia le avventure sessuali e gli avvenimenti politici di un decennio ancora oggi scottante, tanto da condizionare le recenti ricorrenze del trentennale del 1977 e del quarantennale del 1968 che, tra esaltazioni e denigrazioni di parte, hanno evitato di avviare un reale ripensamento critico su una stagione coraggiosa, fatta di grandi utopie e idee confuse, importanti conquiste civili ed errori fatali, dal terrorismo alla droga, chiudendosi in sordina in quel profetico 1980, che con la marcia a Torino dei 40.000 e il sopraggiungere dell’AIDS proclamò la fine di ogni “fantasia al potere” e il potere camaleontico delle vecchie consuetudini: Dio, soldi e famiglia. Tanto che anche a sinistra ci si è dimenticati di pensare la vita umana come movimento e trasformazione.

Il libro comprende i racconti: La notte brucia – Roma 1977, Tremate! Tremate! Le streghe son tornate! e Gli anni confusi, che da il titolo all’intera raccolta. A fare da sfondo alle storie sono le strade e i vicoli, allora maleodoranti e bui, di Trastevere a Roma, storico quartiere generale di quelle giovani avanguardie che credevano di cambiare il mondo con la violenza di un gesto piuttosto che l’incerta ricerca di un dialogo plurale....

MONDO RARO Marco Rossi Lecce

*Marco Rossi Lecce nasce a Imperia il 3 maggio 1946. La famiglia si trasferisce poco dopo a Roma dove, in seguito, studia pittura e storia dell’arte. Nel 1978 apre una galleria d’arte, Altri Lavori In Corso, che tuttora dirige, incentrata sulla ricerca delle ultime generazioni. Nel 1980 crea l’archivio del pittore futurista Carlo Erba (prozio da parte materna). Scrive articoli, recensioni e saggi d’arte pubblicati dagli editori Mazzotta, Marietti, De Luca e Arte Mondatori, Il Grifo; cura e organizza mostre in musei pubblici. Da maggio 2007 s’interessa di letteratura erotica e pubblica on line numerosi racconti erotici sul sito Eroxè (www.eroxe.it <http://www.eroxe.it/> ).  con lo pseudonimo: “Redlec”. È fra i finalisti del concorso letterario OXè Awards 2008 e pubblica il suo primo racconto: “L’odore del mirto” in una raccolta edita da Borelli editore. Nel 2009 pubblica un altro racconto: “La topolina e il topolino decappottabili” nella raccolta di vari autori Carsex edita da Damster edizioni.È autore e produttore del documentario “Sulle tracce del futurismo”, con la regia di Maurizio Carrassi e Fabio Solimini, realizzato nel 2008-09 dall’Archivio Carlo Erba con il contributo dell’Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione del Comune di Roma.

 

Carrara Rossotrevi è il Messaggio!

ROSSOTREVI 1MAGGIO 2010.jpgda EXIBART COM

"Ebbene sì, abbiamo toppato. Succede, quando uno si mette a fare l'"investigatore" sul campo, senza avere il tempo di verificare o controllare le notizie.
Certo, l'avevamo scritto: non abbiamo la certezza assoluta, che l'"intervento" che ha ricoperto di schiuma (probabilmente siliconica) l'opera di Santiago Sierra alla Biennale di Carrara, sia la minacciata azione di Graziano Cecchini.
E infatti era così: l'autore è infatti lo stesso Santiago Sierra, che ha "ritoccato" il suo NO nel pomeriggio di sabato, nel corso di un'improvvisata e indefinita performance. Cogliendo di sorpresa pure le forze dell'ordine, come abbiamo documentato. Tutto torna quindi in ballo: che si inventerà a questo punto l'incursore della Fontana di Trevi?"


http://www.exibart.com/notizia.asp?IDNotizia=32152&IDCategoria=204

 

SI VEDA ANCHE:

http://www.exibart.com/notizia.asp?IDNotizia=32149&IDCategoria=204

(dal quale:

27/06/2010
Roberto Guerra

http://thefuturist.splinder.com
Graziano Cecchini è l'unico artista italiano nel catalogo della Taschen Usa Trespass 2010.
Le sue battaglie per il Tibet libero e per il nuovo futurismo sono dati di fatto, rilanciati a suo tempo da Radio Radicale e dalla più importante associazione italiana futuribile contemporanea. Ha partecipato a un paio di video festival internazionali eccetera. Bolsi sono invece i vostri recenti articoli disinformati e privi di download aggiornati. Ha curato (gratis!)con il sottoscritto un centenario futurista a Ferrara il 20 3 2009 finito su Rai Due tra i 7 e 8 più importanti in Italia (Il Futuro del Futurismo-Palco e Retropalco), uno dei pochissimi a cura dei futuristi contemporanei. Della serie il marmo non è solo a Carrara e nei neuroni dei suoi a quanto pare art director o addetti alla cultura appunto scientificamente disinformati.

Roberto Guerra
Coordinatore Laboratorio Letteratura Futurista Associazione Italiana Transumanisti

***(onore a Exibart, rara testata che ammette di avere toppato)

***

HTTP://ROSSOTREVI.MYBLOG.IT


Gianfranco Fini è morto: parola di Umberto Bossi

da IL GIORNALE

Magenta - Gianfranco Fini "é morto da solo". Ne è convinto Umberto Bossi, ministro delle Riforme e leader della Lega, secondo il quale "se uno attacca tutti i giorni un suo alleato, prende pochi voti". Bossi ha parlato del presidente della Camera durante un intervento a una festa della Lega Nord nel milanese, rispondendo a un simpatizzante che lo ascoltava sotto il palco. "Che cosa ce ne frega di Fini? Fini è troppo fine, lasciamolo perdere - é stata la risposta del leader leghista. E poi Fini è un alleato di Berlusconi, che cosa possiamo fare? E' chiaro che c'é sempre gente che rompe le scatole, ma noi andiamo avanti. Se uno attacca tutti i giorni un suo alleato, prende pochi voti: Fini è morto da solo".

Bossi ha dedicato un lungo passaggio del suo intervento proprio al ruolo dell'ex leader di An. "Noi dobbiamo fare, lui può solo criticare", ha sostenuto a proposito del rapporto con la Lega. "Certo qualcuno vorrebbe che tutto fosse perfetto, ma se tutto fosse perfetto non sarebbe umano - ha concluso il ministro delle Riforme in un duetto improvvisato col pubblico -. Solo con la lotta e la forza si piegano gli altri, e vince chi è più forte.....

CONTINUA

http://www.ilgiornale.it/interni/bossi_fini_e_morto_solo_noi_facciamo_lui_puo_solo_criticare/26-06-2010/articolo-id=456459-page=0-comments=1

Cultura a Ferrara Fantasia Democrazia Innovazione da Alessandro Gulinati

da ESTENSE COM COMMENTI SUL DIBATTITO CULTURALE A FERRARA

***ALESSANDRO GULINATI....

... sulla cultura....il tema è, per Ferrara, centrale anche nella produzione di lavoro, ricchezza e benessere per tutti i cittadini. Come ho avuto occasione di dire nell’intervento citato dall’articolo qui sopra: Ferrara è divenuta una città della conoscenza anche prchè ha cessato diessere una città agricola e industriale ovvero i due settori tradizionali sono deperiti e oggi creano meno valore della cutlura e dei servizi alla cultra connessi con il turismo. Può ritenersi un limite ma è così. Prevalenza di università, ricerca, sistema formativo, sistema museale, sistema archivistico e bibliotecario, associazionismo, eventi e enon solo sono i caratteri che contraddistinguono Ferrara da altre città padane. In particolare il turismo è stato dopo l’invenzione di Ferrara città d’arte e cultura e pr l’appunto turismo il volano di occupazione aggiuntiva alla contrazione della ricchezza prodotta nei settori primario e secondario (meno pom e montedison più mostre e università o no?). Oggi però tutto questosistema ha smesso di crescere omeglio svilupparsi ed è entrato in crisi per via del taglio dei trasferimenti e degli investimenti pubblici ma, secondo me, innazitutto per la mancanza di fantasia e democrazia che caratterizzano la gestione della cultura cittadina. Segue . . .

ale.gulinati@gmail.com ha scritto il 26 giugno 2010 alle 21:00

fantasia, democrazia e innovazione!
Fantasia poichè ad esempio se negli anni’80 e ‘90 le mostre temporanee d’arte erano appannaggio di poche città, oggi si svolgono quasi ovunque: Forlì, Padova, Ravenna, Mantova per non andare troppo lontano. Democrazia perchè per esempio questo forum in consiglio comunale o diventa la norma, una praxis normale di confronto ed eleaborazione aperta, magari tematica, oppure si rimane al metodo di sempre dove a confrontarsi sono solo i parenti e gli amici e . . . cosa ancora più feudale i rappresentanti di associazioni di categoria senza alcuna rappresentatività reale . . . un po’ come fa Confindustria quando invvita la UILM e la FIM-CISL per fare gli accordi per il settore metalmeccanico. E questo della rappresentatività e titolarità di associzioni come Confesercenti è davvero uno scandaletto locale ma che paghiamo tutti! Poi c’è il tema dei temi: l’innovazione! Cioè per farla breve l’uso del web ovvero il non uso, semplicemente è così; non si usa il web quando oggi, da qualche anno, è l’unico sistema di comunicazione, prenotazione, raccolta fondi utilizzabile insieme alla telefonia che al web è intimamente collegata. Le mostre dei Diamanti non hanno traduzioni in lingue straniere, i siti sono statici (cioè non aggiornati) e si viaggia come negli anni ‘80 peccato che siano passati 25 anni . . . così l’esito è feroce: calo drastico delle presenze -40-50% in due anni, calo dei visitatori: le mostre ferraresei sono in fondo alle classifiche nazionali, calo delle entrate . . . e buchi finanziari che si ingrandiscono anno dopo anno mentre calano anche i trasferimenti dello Stato. Amen si dirà!? Amen un corno! Perchè si può fare diversamente e si può rapidamente adeguare il sistema cultura comunale affinchè interagisca con quello statale e dell’Amm. Provinciale (non c’è nemmeno un ticket unitario tra i musei!!!). E quindi si può creare ricchezza e lavoro. Punto e basta. Non farlo è assurdo. Allora occorrono coraggio e innovazione! Coraggio per rompere il tran tran di un sistema alla carretta e innovazione possibile anche a basso costo. Ora è estate e non ci sono mostre mentre Ravenna le fa e la riviere è comunque piena di turisti. La prossima primavera non ci saranno mostre, Le ultime realizzate ma pessimamente promosse hanno: una generato una patta e l’altra un buco enorme. Poi c’è chi da la colpa all apioggia . . . quasi fossimo coltivatori diretti! Cosa facciamo diamo dei premi ai dirigenti che hanno realizzato questo disastro? Si certo! L’ultimo anno si sono distribuiti 800.000 Euro di premi di produttività a dipendenti e soprattutto dirigenti comunali. Adesso per favore STOP! Ma STOP davvero! Si cambi, si pensioni, si effettuino trasferimenti e si comprenda che la gestione dei Musei Civici d’arte antica che è il cuore della città museale con Schifanoia, il Museo della Cattedrale, Marfisa etc . . . fa acqua da tutte le parti ed è in una situazione vergognosa con allestimenti che mettono angoscia e perfino sporcizia (andate a vedere la moquette che conduce al piano superiore di Schifanoia . . .). Le collezioni di Palazzo Bonaccossi che invece sono eccezzionali e ben allestite dalla passione dei dipendenti fanno 4.000 visitarori all’anno!!! Perchè? Ma perchè non sono promosse e non ci sono nel web e se non sono nel web non ci sono punto e basta! Da un anno abbiamo chiesto nuovi orari nei musei cittadini anche raccogliendo centinaia di firme (1.300 per l’esattezza . . ) ci siamo offerti di intervenire coinvolgendo i privati (che vorrebbero intervenire) ma niente, cioè proprio niente, più qualche insulto nei confronti di chi come me si è fatto portatore di questo problema. Mi hanno detto che facevo gli interessi del barista e che volevo fare cose a casa d’altri a costo della cittadinanza. Casa d’altri?! Casa d’altri i Musei Civici d’aArte Antica?! Assurdo!!! Ma per favore. sappiamo tutti che non ci sono i bagni al piano terra di palazzo Schifanoia e che Museo e Giardino chiudono alle 17.30 anche d’estate!!!! Che vergogna! Aprire Schifanoia e adeguare i servizi di questo come di altri musei significa creare lavoro e ricchezza e non significa sperperare, inoltre ci sono risorse private disponibili. Il problema è semmai che ci sono dirigenti comunali che concepiscono le strutture pubbliche in modo privatistico . . . e così vai a Palazzo Massari e sembra di entrare in un orfanotrofio rumeno, a Massari e Diamanti non c’è bar. La Pinacoteca (statale) non ha bookshop e niente. Gli orari sono assurdi. Il Museo della Cattedrale fa lo spezzato cioè chiude a pranzo. Chiude i capolavori del Tura e della porta dei mesi ancheper pranzo in aprile-maggio!!! I lunedì tutti i musei sono chisui (tutti!!!) anche in alta stagione. Il Castello chiude alle 17.00 anche d’estate . . . la torre alle 16.00 mi pare . . . ma perchè? Per sola inerzia mentre la Fondazione Hermitage è morta e da tre anni i suoi uffici enormi si impolverano chiusi ed inutilizzati e lo IAT non ha un depliant che uno che parli di Cento, Argenta, Bologna . . . Se poi andiamo nelle basiliche c’è da piangere a dirotto. Ma tutto va bene. Certo va bene per i dirigenti comunali, provinciali e forse statali (per inciso Casa Romei funziona benissimo . . apre dalle 9.00 alle 19.00 e programma un sacco di iniziative, Palazzo Costabili si sta trasformando . . . anche se in tutti e i due i casi occorre pensare ai turisti cioè ai biglietti e quindi alla promozione più che ai pensionati cittadini ma questo è un altro tema ancora e ci arriveremo). Si sono spesi un sacco di soldi per restaurare e riallestire stupendamente la basilica di San Cristoforo per poi chiuderla a metà pomeriggio anche d’estate?! Boh . . . è folle! Insomma il turismo non è certo il solo aspetto dele politiche culturali ma è il volano che produce la ricchezza utile anche ai servizi culturali rivolti ai cittadini giovani e anziani in particolare. Le nozze con i ficchi secchi non si fanno più e non si sono mai fatte. La città è cambiata, il mondo è cambiato ma quis i ragiona con la mentalità del secolo passato e si producono danni ingenti. Parlando di cultura non necessariamente turistica possiamo sapere perchè gli edifici dell’ex-officina Savonuzzi in Darsena (costati oltre 800.000 euro di intervento comunale) sono stati inaugurati e poi sono sempre chiusi? Con quali criteri sono stati assegnati? Mah . . . io li vedo in stato di abbandono, finestre chiuse, deserto. perchè? Perchè diamine?! Certo che occorre il concorso dei privati ma perchè i privati investano occorre facilitarne l’intervento e non fare come a Palazzo Schifanoia oppure a Palazzo Massari . . . Io spero questa estate sia foriera di riflessioni e che l’iniziativa dei forum aperti prosegua e venga pubblicizzata (io l’ho imparato due ore prima da una mail di una amica . . . ). Confido che l’assessore Maisto rifletta e si dia una mossa magari liberandosi dai vincoli che sembrano avvilupparlo fino a strozzarlo. Vedremo e sarà meglio per tutti che ci facciamo reciprocamente gli auguri. la cultura serve e Ferrara è una città dalle grandi potenzialità che può vivere esclusivamente dei suoi giacimenti culturali, della sua Università e della qualità della vita che potrebbe offrire a residenti e turisti. Ma occorre fare sistema, punire le inerzie colpevoli (Schifanoia docet) e porporsi in mdo adeguato ai tempi senza far prevalere le logiche di partito, le tessere, la consaguineità e l’ideologia! A presto,

http://www.estense.com/obiettivo-cultura-diffusa-e-condivisa-064345.html#comment-24528

INTERVISTA A GIANCARLO FATTORI TRA GLI AUTORI DEL 2° E-BOOK DEL DINANIMISMO

*Giancarlo Fattori, tra gli autori di L'Anima in Personal... (Futurist Editions) a cura di Zairo Ferrante
1) Cos'è per te l'arte in generale e la poesia nello specifico?

 

Io credo che l’arte sia, da sempre, lo specchio della realtà che circonda l’uomo. O, per lo meno, a me piace pensarla così. In ogni forma d’arte, dalla pittura alla scultura, dall’architettura all’urbanistica, dalla letteratura al cinema, si avverte l’eco delle ansie, dei tumulti, delle lotte, della fede, delle credenze, dei conflitti sociali e politici, del sangue, che hanno alimentato l’umanità nei suoi periodi storici. L’arte è testimone del tempo. Ciò per cui l’uomo ha vissuto, sofferto, sognato è lì, nell’arte, testimone dei flussi, e riflussi, del tempo e della storia (ma anche dei conflitti interiori). Godere, vivere, osservare, amare l’arte, significa anche godere, vivere, osservare, amare l’uomo in quella che è, forse, la sua più alta espressione. Non è diverso il concetto di poesia: che sia il canto del primitivo di fronte al suo quotidiano, o le dichiarazioni d’amor cortese, o le invettive sociali beatniks, la scrittura poetica è il sentimento che scaturisce da ciò che l’uomo ha dentro, la sua visione delle cose, del suo rapporto col mondo e con sé stesso. L’uomo non può farne a meno, non può fare a meno di raccontare e raccontarsi, fa parte della sua essenza, come l’aria che respira, o la terra su cui vive, o il cibo con cui si nutre. Io, personalmente, uso la poesia anche come forma di esorcismo contro le mie inquietudini, e questo fa della mia poesia un qualche cosa di estremamente personale, intimo.


2) I tuoi miti ed obiettivi artistici

 

In gioventù i miei miti sono stati, indubbiamente, gli antieroi della Beat Generation. Per un giovane timido ma ribelle, scontroso ma esuberante, come me, questi artisti sono stati una scuola, nonché un sogno. Da Kerouac a Ginsberg a Burroughs, con la loro narrativa, con la loro poesia, ho camminato nel tentativo di seguire le loro orme, nelle idee, nella percezione delle cose. Posso dire che mi hanno insegnato la libertà, anche nella scrittura (il rifiuto delle regole, delle logiche, delle rime, dei ritmi, delle struttura), anche nella vita, benché non sappia, effettivamente, quanta di questa libertà sia stata un’alternativa valida nelle mie scelte esistenziali. Obiettivi artistici? Sinceramente non lo so, non ci ho mai pensato seriamente. Forse perché ritengo di avere un’età ormai fuori dal concetto di obiettivo, o di meta da raggiungere. Non nego che mi piacerebbe vedere le cose che scrivo pubblicate da qualche casa editrice, e sapere di avere dei lettori per i quali le cose che scrivo abbiano importanza. Però, ecco, obiettivi non ne ho, al momento.


3) Il ruolo delle avanguardie oggi

 

Guarda, a me sembra che oggi si viva in una sorta di vuoto e di narcolessia culturale, che renda improbabile, al momento, un qualsiasi ruolo delle avanguardie. La poesia è vista come una sorta di pecora nera, buona tutt’al più per letture sentimentali, o da carta di cioccolatino, da finto romanticismo, non si riesce ad andare oltre ai soliti nomi noti. Le avanguardie artistiche sembrano essere relegate in un ghetto, complice l’incapacità, oggi, di saper leggere oltre le apparenze (sono opere difficili, incomunicabili, incomprensibili?), forse anche per colpa degli artisti stessi, spesso compiaciuti del loro essere incompresi e incomprensibili. Il problema è che l’arte moderna, oggi, sembra vuota, soltanto perché riflette il vuoto in cui viviamo? A mio modesto parere le avanguardie sono morte, la poesia stessa è morta, non ha più alcuna valenza sociale; il più delle volte sembra essere una forma come un’altra di onanismo intellettuale.


4) L'arte e suoi possibili sviluppi nel futuro trans e post umano

 

Se l’arte vuole avere un futuro deve tornare a essere sociale, a lottare a fianco dell’uomo in favore di un’esistenza che non sia più all’insegna di valori frivoli, deleteri, superficiali. La poesia da messaggino telefonico non ha ragion d’essere se non nella pigrizia; pittura, scultura, architettura sembrano ormai simulacri di una modernità asettica, priva di calore; il cinema stesso è votato alla logica del denaro, del divertimento facile, del qualunquismo. Non voglio dare dell’arte un’immagine disfattista, perché ci sono le eccezioni, senza dubbio. Ma la mia impressione è che l’arte sia diventata usa e getta.


5) Cos'è per te l'anima e e quale ruolo credi possa occupare in futuro?

 

Anima, per me, esula da ogni eventuale richiamo di natura religiosa, spirituale. E’ la disposizione dell’uomo di essere empatico verso le ingiustizie, la condizione umana in generale, il feeling con la natura e la madre terra, ben consapevole che essa è indifferente ai nostri drammi, ma ci è necessaria per tornare a un rapporto più umano, a misura d’uomo. Marx è morto, Dio è morto, la natura stessa sta morendo sotto i nostri occhi, perché è venuta a mancare, con gli anni, quella tensione, quell’anima. Anima è quanto di bello e sensibile c’è nell’animo umano. Dovrebbe tornare ad esserlo anche in seno alle società, alle civiltà.


6) I tuoi progetti:

 

Continuare a scrivere, con l’umiltà dello scribacchino. Non sono un artista, e la mia arte non serve a niente, a nessuno. Ma è una necessità. E se questo porta emozione a qualcuno, significa, per me, aver dato un senso a ciò che scrivo.

 

Per leggere la biografia di G. Fattori: http://e-bookdinanimismo.myblog.it/archive/2010/06/11/biografie.html

(*)Quadro dell'artista Liliana Ummarino (Roma) vedi eebook

www.myspace.com/edizionifuturiste

link diretto eBook http://poeticamente.myblog.it  voce menu L'Anima in Personal