Transumanisti e Futurologi oggi (in Italia) di Roberto Guerra
*photo di repertorio Gramsci 2017 dell'autore /Armando editore, Roma info
Questo nostro testo prende anche spunto da un recente ottimo intervento del presidente dell'IIF di Napoli , Roberto Paura, sul transumanesimo dopo certe polemiche post report (post una puntata focus sul trans umanesimo italiano).
Ottimo per diverse modulazioni, ma anche in controluce, spesso nel non detto, molto simbolico sullo stato reale del trans umanesimo ma anche la futurologia scientifica in Italia.
In realtà, neppure tra le righe, nulla di nuovo sotto il Sole, nel bene e nel male. Paura ad esempio da un lato relativizza le costanti e periodiche denunce paleo umaniste e (al di là del suo testo stesso) sul trans umanesimo, dall'altro relativizza lo stesso trans umanesimo almeno per l'Italia, classificandolo come un sottomenu importante della futurologia scientifica, ma anche linguaggio complessivo molto liminare nel futuribile globale; certa provocazione stessa se il Transumanesimo in effetti esiste come linguaggio futuribile autonomo in certo senso (almeno per l'Italia ma a ben vedere assai pregnante anche all'estero) è ben azzeccata.
Più nello specifico però , come accennato, emergono non solo i limiti del trans umanesimo in Italia, ma della stessa futurologia e amplificando – in senso più ampio - della stessa comunità scientifica in Italia che, nonostante il ruolo storico emerso dopo l'ultima rivoluzione elettronica e dopo Internet, ovvero viviamo ormai a tutti i livelli nella "scienza quotidiana", politica potenzialmente – ma anche nella sostanza concreta seppure per via distorta- sembra ancora quasi ottocentesca hegeliana o kantiana, pre marxista e persino pre avanguardie storiche, figurarsi pot Cibernetica (Wiener e Von Neumann), persino pre Club di Roma di un certo Peccei (anni '70..) . Vale a dire, non ci sono segnali di una comunità scientifica nazionale capace di scendere in campo ufficialmente nell'agorà almeno meta politico…
Tuttavia un punto per volta: l'analisi di Paura pecca proprio nel limitarsi per il trans umanesimo a segnalare la news più importante non solo a livello meta politico emersa negli ultimi anni: vale a dire il ruolo sia meta politico che mediatico (oltre che strettamente conoscitivo e futuribile, mica è solo un politico… l'americano segnalato appena) di un certo Zoltan Istvan. E non a caso, viste le assurde posizioni assunte da certo trans umanesimo internazionale verso la News Istvan, sia dalle solite posizioni prudenti e attendiste dei transumanisti italiani; mentre gli stretti futurologi per certi aspetti storicamente moderati quasi rimuovono la news stessa di Zoltan Istvan.
Anche sull'ennesima puntata sul controverso Vaj dell'AIT, Paura o è poco aggiornato o comunica i limiti accademici della futurologia italiana. Si potrà legittimamente discutere (noi non concordiamo ma irrilevante) su certa infiltrazione conservatrice attraverso Vaj nel trans umanesimo italiano, ma Vaj ha ragione quando segnala che il suo trans umanesimo ha avuto effetti dialettici in forma trasversale, anche a sinistra. Infatti proprio chi scrive e diverse volte nei nostri libri (Alcuni anche per pubblicistica editoriale in Italia poco frequentata – per cosi dire- da gran parte dei futurologi stretti italiani e anche da molti transumanisti- più inclini quasi sempre a editor preziosi ed elevati ma autoreferenti, riviste autonome ecc.) e con taglio meta politico proprio progressista l'han ben analizzato.
Più in generale è l'intera futurologia italiana che pare anche sul piano meta politico proprio evanescente e latitante nel dibattito almeno meta politico italiano: e ci sono alcune motivazioni anche presentiste; certo accademicismo legge ancora un certo Nietzsche come la vulgata storico paramarxista o paleo umanista culturali italiane di certo Novecento; e a maggior ragione certo nuovo futurismo che pure è diventato futuribile eccome in questo duemila, dimostrando che anche la futurologia, piaccia o meno, almeno in Italia è nata almeno a livello estetico conoscitivo proprio con Marinetti e i futuristi storici.
Poco aggiornati o per mere questioni tattiche nel panorama della comunità scientifica italiana, sempre incline a non pronunciarsi su questioni politiche, i futurologi italiani, transumanisti inclusi, nonostante proprio per anni fosse Riccardo Campa, assolutamente progressista, il fondatore del trans umanesimo organizzato in Italia e almeno per alcuni anni proprio l'AIT in sinergia diretta con i nuovi futuristi (ovvero oltre a chi scrive anche accademici stessi quali il critico d'arte e scrittore Vitaldo Conte e il ricercatore digitale Antonio Saccoccio…).
Orbene: poco importa se anche il discorso neofuturista come Rete, raggiunti ragguardevoli risultati, sembra oggi statico o esaurito, oltre a quello dell'AIT, dopo certa fuga di Campa stesso, dello stesso Vatinno, dell'elitismo dello stesso Vaj, mentre invero il Network + (altro gruppo transumanista italiano) al di là delle sue altrettanto debolezze conoscitive sul pensiero complesso e "progressista" psicologico di Nietzsche, è sempre stato a suo modo di nicchia ma consapevolmente e sobrio senza proclami, lentamente continua però in certo percorso molto onesto e propulsivo (una nuova rivista on line, presenze in eventi off line periodici importanti..)
Resta il fatto che preziosità accademiche indubbie, il discorso globale futurologico in Italia, nonostante propulsioni indubbie, eventi e convegni (un gruppo è in forte progress Space Renaissance di Adriano Autino ecc., ma qua parliamo di un focus specifico nel settore aerospaziale) resta di nicchia, elitario, debole storicamente negando le sue matrici futuriste almeno ante litteram: soprattutto lo stile resta troppo moderato e poco radicale rivoluzionario, mentre il mondo, la tecnoscienza invece sono sempre in progress esponenziale. Cosi in Italia non si cavalca la nuova rivoluzione industriale/elettronica, ma soprattutto la si subisce, si resta spettatori allo stato attuale.
(Non abbiamo evidenziato i passaggi relativi a certo Transumanesimo a 5 Stelle dallo stesso Paura, certamente attinenti, per le polemiche stesse post Report, ma sopravvalutate: il gruppo è puramente operativo su Facebook, al massimo certa ala molto minoritaria dentro i 5 Stelle , nonostante uno come Davide Casaleggio certamente on topic; ma tale trans umanesimo potenziale ci sembra tutt'oggi meno visibile delle priorità soprattutto politiche espresse dal Movimento (Nuove Tecnologie, Redddito di cittadinanza ecc. ) e ancora mescolate da certa New Age (se non eco luddismo) originarie….)