Private equity, il futuro è nella piattaforma?


 
Da: Newsletter Financecommunity.it  


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Newsletter N° 157 del 27 giugno 2018

Private equity, il futuro è nella piattaforma?


di laura morelli

Negli ultimi due o tre anni il mondo del private equity italiano tradizionale è stato scombussolato dall'arrivo massiccio di nuove forme di investimento meno rigide come i club deal, le holding o le spac. Un fenomeno nuovo (per l'Italia) di portata tale che perfino le banche si sono attrezzate con strutture ad hoc in grado di rispondere alle esigenze di queste categorie di nuovi ingombranti investitori (solo le spac, per dire, hanno raccolto oltre 3,5 miliardi sul mercato).

Il problema è che molte delle sgr "tradizionali" non se ne sono ancora fatte una ragione.

Va fatta una premessa: la selezione naturale vale anche nel mondo della finanza. Come spesso accade, infatti, il fiorire di così tante nuove iniziative è possibile grazie alle attuali condizioni di mercato (tassi bassi più tanta liquidità in circolazione). Bisognerà vedere chi resisterà quando i tempi torneranno a farsi più bui e le risorse saranno più difficili da reperire.

Detto questo, però, chi si occupa di private equity non può pensare di poter continuare a lavorare così come si è sempre fatto. I tempi sono cambiati, gli investitori hanno necessità diverse e l'apertura di molte più aziende verso i partner finanziari ha portato a delle condizioni che prima non c'erano e che non possono essere affrontate nella vecchia maniera. La flessibilità (come scriveva bene Fabio Sattin in un intervento sul Sole24Ore) dovrebbe essere il mantra di ogni soggetto che oggi vuole stare sul mercato. Anche se questo implica dover rivedere il proprio modo di lavorare e di guadagnare.

In molti casi flessibilità significa diventare una piattaforma vera e propria. Guardiamo alle aziende più rivoluzionarie degli ultimi 10 anni: cos'è Netflix se non una piattaforma di contenuti video? O Facebook o Spotify per ciò che riguarda le informazioni personali e la musica?

E chi dice che in futuro anche le sgr non diventeranno piattaforme di servizi finanziari in grado di proporre più prodotti, dai fondi chiusi ai club deal a seconda della necessità (e con le dovute accortezze per evitare conflitti di interesse)?

Al di là della fanta-finanza, ciò che è importante è che si vuole crescere e stare sul mercato occorre iniziare a pensare in maniera diversa. E non tirarsi indietro di fronte all'inevitabile.


laura.morelli@financecommunity.it

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