Lady Gaga e la Trans Art pornosoft

http://www.agi.it/in-primo-piano/notizie/201208281930-ipp-rt10179-vip_lady_gaga_si_confessa_mi_spoglio_nuda_per_cantare

 

da CONTROCULTURA SUPEREVA

Nella cultura di massa e il costume contemporanei, tra avanguardia pop e commercial house… un fenomeno è certamente oggettivo: la discesa in campo sempre più in progress di ragazze maudit e oggi techno in ambito musicale. Anzi, forse, sono proprio girls and womans, ormai, a foraggiare, anche nell’era della musica gratis on line, l’industria musicale.

Per forza di cose e marketing, le artiste in gonnella (e magari in topless) risultano prodotti sicuramente più vendibili ormai che certi ultimi tardivi pronipoti del genio romantico, rigorosamente maschi.

Lo scenario è identificabile, naturalmente, tra il bordo della sperimentazione e dell’impegno anche sociale (come si diceva una volta) e quello Commemcial, basato più sullo choc effimero e il disincanto magari facile. Nessuna analisi inedita, qua: forse, semplicemente, al passo poi con precursori dell’arte pop (Warhol su tutti), è possibile leggere i due bordi di cui prima, spesso contrapposti dai puristi, non solo musicofili, come complementari, nel divenire stesso delle artiste.

Ora un excursus puramente indicativo e relativo:

Anni 60, Nico, Jean Birkin e Sylvie Vartan su tutte, pure sulle più note Grace Slick, Janis Joplin, pur straordinarie: ma la modella tedesca amica di Warhol, Lou Reed e Jim Morrison, vocalist dei leggendari Velvet Underground (lanciati proprio dal guru Pop)., la Lolita made in Paris biondissima, la scandalosa straordinaria e bellissima poetessa sonora erotica del celeberrimo Je T’aime Moi Non Plus, forse restano icone più significative.

Anni 70/ Verso e dopo il Punk e la New Wave: tra Patty Smith e Laurie Anderson, la stessa ancora neocountry Joni Mitchell….le straordinarie pantere cyber, Donna Summer, Grace Jones la stessa D.D.Jackson di Automatic Lover, . anelli rosa choc di trasmissione tra il rock e l’electro…

Anni 80/90
Madonna uber alles: ouverture come Vergine postmoderna, subito Maria Maddalena: dalla disco pop alla techno soft in una escalation di rara interfaccia tra arte e business, una svolta persino gestaltica, tutt’oggi come noto sulla breccia, anzi la breccia temporale, per la caduta del Muro, tra arte progressive alternative impegnata e-o commercial…

Finalmente il duemila: le conturbanti Mariah Carey, Anastacia, Shakira, Paris Hilton e infine Lady Gaga: tecnoestetizzanti le prime, sublimi tecnobambole; quasi pornomusic o pornopop l’eccentrica miliardaria, sottovalutata dai critici snob, invece assai interessante sul piano almeno concettuale e mediatico.

Infine Lady Gaga,la più commerciale e forse la più in progress, sicuramente già’ tecnopop art, con videoclip futuristici neogotici, piaccia o meno, semplicemente im-perfetti!

Anche in Italia, pur meno rilevante a livello internazionale è possibile evidenziare un fenomeno parallelo: da Patty Pravo a Mina, a Alice e Gianna Nannini, alla stessa punk a suo tempo Made in Italy Joe Squillo, alle “contemporanee” Carmen Consoli, Paola Turci, Giorgia, Elisa; alle recentissime, tra molte altre, underground voclaist postmoderne Ms Larsen (Lunacy Box), Sara Mazer (Ephemeris), Daniela Bruno (Miriam), Miss Mikela (Insintesi)

Riassumendo: la rivoluzione delle bambole, naturali, ecologiche, ecosessuali o ecotechno, poco importa. Musique girls non stop: eppur ad sideram!

 

RobyGuerra

http://guide.supereva.it/controcultura/interventi/2009/11/belle-del-pop-da-nico-a-lady-gaga


vedi anche:

http://www.avanguardia21.it/pulsionalgenderart  VITALDO CONTE