*Giancarlo Fattori, tra gli autori di L'Anima in Personal... (Futurist Editions) a cura di Zairo Ferrante
1) Cos'è per te l'arte in generale e la poesia nello specifico?
Io credo che l’arte sia, da sempre, lo specchio della realtà che circonda l’uomo. O, per lo meno, a me piace pensarla così. In ogni forma d’arte, dalla pittura alla scultura, dall’architettura all’urbanistica, dalla letteratura al cinema, si avverte l’eco delle ansie, dei tumulti, delle lotte, della fede, delle credenze, dei conflitti sociali e politici, del sangue, che hanno alimentato l’umanità nei suoi periodi storici. L’arte è testimone del tempo. Ciò per cui l’uomo ha vissuto, sofferto, sognato è lì, nell’arte, testimone dei flussi, e riflussi, del tempo e della storia (ma anche dei conflitti interiori). Godere, vivere, osservare, amare l’arte, significa anche godere, vivere, osservare, amare l’uomo in quella che è, forse, la sua più alta espressione. Non è diverso il concetto di poesia: che sia il canto del primitivo di fronte al suo quotidiano, o le dichiarazioni d’amor cortese, o le invettive sociali beatniks, la scrittura poetica è il sentimento che scaturisce da ciò che l’uomo ha dentro, la sua visione delle cose, del suo rapporto col mondo e con sé stesso. L’uomo non può farne a meno, non può fare a meno di raccontare e raccontarsi, fa parte della sua essenza, come l’aria che respira, o la terra su cui vive, o il cibo con cui si nutre. Io, personalmente, uso la poesia anche come forma di esorcismo contro le mie inquietudini, e questo fa della mia poesia un qualche cosa di estremamente personale, intimo.
2) I tuoi miti ed obiettivi artistici
In gioventù i miei miti sono stati, indubbiamente, gli antieroi della Beat Generation. Per un giovane timido ma ribelle, scontroso ma esuberante, come me, questi artisti sono stati una scuola, nonché un sogno. Da Kerouac a Ginsberg a Burroughs, con la loro narrativa, con la loro poesia, ho camminato nel tentativo di seguire le loro orme, nelle idee, nella percezione delle cose. Posso dire che mi hanno insegnato la libertà, anche nella scrittura (il rifiuto delle regole, delle logiche, delle rime, dei ritmi, delle struttura), anche nella vita, benché non sappia, effettivamente, quanta di questa libertà sia stata un’alternativa valida nelle mie scelte esistenziali. Obiettivi artistici? Sinceramente non lo so, non ci ho mai pensato seriamente. Forse perché ritengo di avere un’età ormai fuori dal concetto di obiettivo, o di meta da raggiungere. Non nego che mi piacerebbe vedere le cose che scrivo pubblicate da qualche casa editrice, e sapere di avere dei lettori per i quali le cose che scrivo abbiano importanza. Però, ecco, obiettivi non ne ho, al momento.
3) Il ruolo delle avanguardie oggi
Guarda, a me sembra che oggi si viva in una sorta di vuoto e di narcolessia culturale, che renda improbabile, al momento, un qualsiasi ruolo delle avanguardie. La poesia è vista come una sorta di pecora nera, buona tutt’al più per letture sentimentali, o da carta di cioccolatino, da finto romanticismo, non si riesce ad andare oltre ai soliti nomi noti. Le avanguardie artistiche sembrano essere relegate in un ghetto, complice l’incapacità, oggi, di saper leggere oltre le apparenze (sono opere difficili, incomunicabili, incomprensibili?), forse anche per colpa degli artisti stessi, spesso compiaciuti del loro essere incompresi e incomprensibili. Il problema è che l’arte moderna, oggi, sembra vuota, soltanto perché riflette il vuoto in cui viviamo? A mio modesto parere le avanguardie sono morte, la poesia stessa è morta, non ha più alcuna valenza sociale; il più delle volte sembra essere una forma come un’altra di onanismo intellettuale.
4) L'arte e suoi possibili sviluppi nel futuro trans e post umano
Se l’arte vuole avere un futuro deve tornare a essere sociale, a lottare a fianco dell’uomo in favore di un’esistenza che non sia più all’insegna di valori frivoli, deleteri, superficiali. La poesia da messaggino telefonico non ha ragion d’essere se non nella pigrizia; pittura, scultura, architettura sembrano ormai simulacri di una modernità asettica, priva di calore; il cinema stesso è votato alla logica del denaro, del divertimento facile, del qualunquismo. Non voglio dare dell’arte un’immagine disfattista, perché ci sono le eccezioni, senza dubbio. Ma la mia impressione è che l’arte sia diventata usa e getta.
5) Cos'è per te l'anima e e quale ruolo credi possa occupare in futuro?
Anima, per me, esula da ogni eventuale richiamo di natura religiosa, spirituale. E’ la disposizione dell’uomo di essere empatico verso le ingiustizie, la condizione umana in generale, il feeling con la natura e la madre terra, ben consapevole che essa è indifferente ai nostri drammi, ma ci è necessaria per tornare a un rapporto più umano, a misura d’uomo. Marx è morto, Dio è morto, la natura stessa sta morendo sotto i nostri occhi, perché è venuta a mancare, con gli anni, quella tensione, quell’anima. Anima è quanto di bello e sensibile c’è nell’animo umano. Dovrebbe tornare ad esserlo anche in seno alle società, alle civiltà.
6) I tuoi progetti:
Continuare a scrivere, con l’umiltà dello scribacchino. Non sono un artista, e la mia arte non serve a niente, a nessuno. Ma è una necessità. E se questo porta emozione a qualcuno, significa, per me, aver dato un senso a ciò che scrivo.
Per leggere la biografia di G. Fattori: http://e-bookdinanimismo.myblog.it/archive/2010/06/11/biografie.html
(*)Quadro dell'artista Liliana Ummarino (Roma) vedi eebook
www.myspace.com/edizionifuturiste
link diretto eBook http://poeticamente.myblog.it voce menu L'Anima in Personal
fantasia, democrazia e innovazione!
Fantasia poichè ad esempio se negli anni’80 e ‘90 le mostre temporanee d’arte erano appannaggio di poche città, oggi si svolgono quasi ovunque: Forlì, Padova, Ravenna, Mantova per non andare troppo lontano. Democrazia perchè per esempio questo forum in consiglio comunale o diventa la norma, una praxis normale di confronto ed eleaborazione aperta, magari tematica, oppure si rimane al metodo di sempre dove a confrontarsi sono solo i parenti e gli amici e . . . cosa ancora più feudale i rappresentanti di associazioni di categoria senza alcuna rappresentatività reale . . . un po’ come fa Confindustria quando invvita la UILM e la FIM-CISL per fare gli accordi per il settore metalmeccanico. E questo della rappresentatività e titolarità di associzioni come Confesercenti è davvero uno scandaletto locale ma che paghiamo tutti! Poi c’è il tema dei temi: l’innovazione! Cioè per farla breve l’uso del web ovvero il non uso, semplicemente è così; non si usa il web quando oggi, da qualche anno, è l’unico sistema di comunicazione, prenotazione, raccolta fondi utilizzabile insieme alla telefonia che al web è intimamente collegata. Le mostre dei Diamanti non hanno traduzioni in lingue straniere, i siti sono statici (cioè non aggiornati) e si viaggia come negli anni ‘80 peccato che siano passati 25 anni . . . così l’esito è feroce: calo drastico delle presenze -40-50% in due anni, calo dei visitatori: le mostre ferraresei sono in fondo alle classifiche nazionali, calo delle entrate . . . e buchi finanziari che si ingrandiscono anno dopo anno mentre calano anche i trasferimenti dello Stato. Amen si dirà!? Amen un corno! Perchè si può fare diversamente e si può rapidamente adeguare il sistema cultura comunale affinchè interagisca con quello statale e dell’Amm. Provinciale (non c’è nemmeno un ticket unitario tra i musei!!!). E quindi si può creare ricchezza e lavoro. Punto e basta. Non farlo è assurdo. Allora occorrono coraggio e innovazione! Coraggio per rompere il tran tran di un sistema alla carretta e innovazione possibile anche a basso costo. Ora è estate e non ci sono mostre mentre Ravenna le fa e la riviere è comunque piena di turisti. La prossima primavera non ci saranno mostre, Le ultime realizzate ma pessimamente promosse hanno: una generato una patta e l’altra un buco enorme. Poi c’è chi da la colpa all apioggia . . . quasi fossimo coltivatori diretti! Cosa facciamo diamo dei premi ai dirigenti che hanno realizzato questo disastro? Si certo! L’ultimo anno si sono distribuiti 800.000 Euro di premi di produttività a dipendenti e soprattutto dirigenti comunali. Adesso per favore STOP! Ma STOP davvero! Si cambi, si pensioni, si effettuino trasferimenti e si comprenda che la gestione dei Musei Civici d’arte antica che è il cuore della città museale con Schifanoia, il Museo della Cattedrale, Marfisa etc . . . fa acqua da tutte le parti ed è in una situazione vergognosa con allestimenti che mettono angoscia e perfino sporcizia (andate a vedere la moquette che conduce al piano superiore di Schifanoia . . .). Le collezioni di Palazzo Bonaccossi che invece sono eccezzionali e ben allestite dalla passione dei dipendenti fanno 4.000 visitarori all’anno!!! Perchè? Ma perchè non sono promosse e non ci sono nel web e se non sono nel web non ci sono punto e basta! Da un anno abbiamo chiesto nuovi orari nei musei cittadini anche raccogliendo centinaia di firme (1.300 per l’esattezza . . ) ci siamo offerti di intervenire coinvolgendo i privati (che vorrebbero intervenire) ma niente, cioè proprio niente, più qualche insulto nei confronti di chi come me si è fatto portatore di questo problema. Mi hanno detto che facevo gli interessi del barista e che volevo fare cose a casa d’altri a costo della cittadinanza. Casa d’altri?! Casa d’altri i Musei Civici d’aArte Antica?! Assurdo!!! Ma per favore. sappiamo tutti che non ci sono i bagni al piano terra di palazzo Schifanoia e che Museo e Giardino chiudono alle 17.30 anche d’estate!!!! Che vergogna! Aprire Schifanoia e adeguare i servizi di questo come di altri musei significa creare lavoro e ricchezza e non significa sperperare, inoltre ci sono risorse private disponibili. Il problema è semmai che ci sono dirigenti comunali che concepiscono le strutture pubbliche in modo privatistico . . . e così vai a Palazzo Massari e sembra di entrare in un orfanotrofio rumeno, a Massari e Diamanti non c’è bar. La Pinacoteca (statale) non ha bookshop e niente. Gli orari sono assurdi. Il Museo della Cattedrale fa lo spezzato cioè chiude a pranzo. Chiude i capolavori del Tura e della porta dei mesi ancheper pranzo in aprile-maggio!!! I lunedì tutti i musei sono chisui (tutti!!!) anche in alta stagione. Il Castello chiude alle 17.00 anche d’estate . . . la torre alle 16.00 mi pare . . . ma perchè? Per sola inerzia mentre la Fondazione Hermitage è morta e da tre anni i suoi uffici enormi si impolverano chiusi ed inutilizzati e lo IAT non ha un depliant che uno che parli di Cento, Argenta, Bologna . . . Se poi andiamo nelle basiliche c’è da piangere a dirotto. Ma tutto va bene. Certo va bene per i dirigenti comunali, provinciali e forse statali (per inciso Casa Romei funziona benissimo . . apre dalle 9.00 alle 19.00 e programma un sacco di iniziative, Palazzo Costabili si sta trasformando . . . anche se in tutti e i due i casi occorre pensare ai turisti cioè ai biglietti e quindi alla promozione più che ai pensionati cittadini ma questo è un altro tema ancora e ci arriveremo). Si sono spesi un sacco di soldi per restaurare e riallestire stupendamente la basilica di San Cristoforo per poi chiuderla a metà pomeriggio anche d’estate?! Boh . . . è folle! Insomma il turismo non è certo il solo aspetto dele politiche culturali ma è il volano che produce la ricchezza utile anche ai servizi culturali rivolti ai cittadini giovani e anziani in particolare. Le nozze con i ficchi secchi non si fanno più e non si sono mai fatte. La città è cambiata, il mondo è cambiato ma quis i ragiona con la mentalità del secolo passato e si producono danni ingenti. Parlando di cultura non necessariamente turistica possiamo sapere perchè gli edifici dell’ex-officina Savonuzzi in Darsena (costati oltre 800.000 euro di intervento comunale) sono stati inaugurati e poi sono sempre chiusi? Con quali criteri sono stati assegnati? Mah . . . io li vedo in stato di abbandono, finestre chiuse, deserto. perchè? Perchè diamine?! Certo che occorre il concorso dei privati ma perchè i privati investano occorre facilitarne l’intervento e non fare come a Palazzo Schifanoia oppure a Palazzo Massari . . . Io spero questa estate sia foriera di riflessioni e che l’iniziativa dei forum aperti prosegua e venga pubblicizzata (io l’ho imparato due ore prima da una mail di una amica . . . ). Confido che l’assessore Maisto rifletta e si dia una mossa magari liberandosi dai vincoli che sembrano avvilupparlo fino a strozzarlo. Vedremo e sarà meglio per tutti che ci facciamo reciprocamente gli auguri. la cultura serve e Ferrara è una città dalle grandi potenzialità che può vivere esclusivamente dei suoi giacimenti culturali, della sua Università e della qualità della vita che potrebbe offrire a residenti e turisti. Ma occorre fare sistema, punire le inerzie colpevoli (Schifanoia docet) e porporsi in mdo adeguato ai tempi senza far prevalere le logiche di partito, le tessere, la consaguineità e l’ideologia! A presto,