martedì 3 marzo 2015

La sfida di Tangeri ovvero l'inizio della fine. Dal racconto di mio nonno, testimone oculare.

Tangeri, marzo 1905. La sorpresa è grande e la notizia si diffonde con rapidità. La provocazione è di quelle che lasciano il segno. Un vero gesto di sfida che, che suona a francesi come un'umiliazione cocente. La sensazione di Parigi è di rabbia e di impotenza. L'evento è straordinario e costituisce una prova di forza senza precedenti. L'emozione che suscita è enorme davvero. Il Kaiser Guglielmo mostra con audacia sprezzante le insegne del suo rango. Passeggia orgogliosamente, accompagnato dai suoi alti ufficiali e dai ministri di primo piano del governo del Reich, sul lungo mare della città nordafricana, soggetta al regime internazionale, ma a ridosso del dominio coloniale francese in Marocco. Lo sfilare di uomini con elmi chiodati a pochi passi dal possedimento francese equivale ad una autentica beffa a Parigi. Lo scenario in cui irrompe la delegazione di Berlino è quello classico della belle époque. Tangeri, patria del viaggiatore Ibn Battuta e celebre per i suoi giardini e le sue belle case, offre uno spettacolo d'incanto. I caffè e i ristoranti sono pieni all'inverosimile di frequentatori e di oziosi provenienti dl mondo intero. chi si gode il panorama in pace e chi si intrattiene in colloqui d'affari o in chissà in quali altri impegni riservati.ma non di rado in convegni galanti con gentildonne o con giovani bellezze locali. Si vivono storie parallele: intrighi ed amori si intrecciano in un'atmosfera trasognata e sorniona, tra melodie arabe e suoni di orchestrine. Ad un tratto si interrompe il tranquillo procedere di ogni giorno. Il clima svagato e festoso viene sconvolto. " Ricordo tutto, ero giovanissimo: anche noi, raccontava mio nonno Lorenzo, veniamo richiamati dalla confusione; l'ufficiale di macchina mi tocca il braccio ed esclama: è il Kaiser!? Allunghiamo lo sguardo tra la foresta di teste e ci alziamo in piedi, lasciando attonito il cameriere berbero con il suo copricapo rosso in attesa di servirci le bevande ordinate, tra cui un accattivante tè alla menta alla moda marocchina. Un momento di libera uscita per noi ci fa davvero incontrare la Storia. Vivo l'inquietudine e lo sconcerto delle delegazioni straniere di stanza a Tangeri e la frenesia dei corrispondenti esteri che si affrettano a diramare la notizia ai loro giornali. I telegrafi sono roventi. La presenza del Kaiser è imbarazzante. Un mezzo navale tedesco, issando il vessillo del Reich, apparso all'improvviso nelle acque antistanti il porto vecchio e senza preavviso, è entrato in rada con il suo equipaggio imperiale; la nave si è mossa senza indugio, facendo il suo ingresso trionfale nel porto e poi attraccando per sbarcare il suo equipaggio imperiale. Il Kaiser è sbarcato tra scintillanti uniformi, con il suo seguito, sotto lo sguardo incuriosito e stupito della gente. Ostentato omaggio al governatore locale e ai suoi dignitari, il monarca tedesco esprime la volontà della Germania di preservare l'integrità territoriale del Marocco in gesto di sfida verso la Francia, oltre che di difendere gli interessi tedeschi nell'area. La circostanza scatena reazioni a catena e mette in agitazione le cancellerie. Si parla di note diplomatiche concitate e qualche osservatore evoca ultimatum con prospettive di scenari di guerra, per la pretesa violazione della neutralità tangerina. Il corteo, intanto, si avvia sicuro per le vie di Tangeri e guadagna dopo un po' la nave per il reimbarco. L'a passeggiata dimostrativa si è conclusa con tutti i suoi effetti, lasciandosi alle spalle l'irritazione francese". Si è trattato di un un brusco, clamoroso risveglio. I segnali che annunciano la fine di un'epoca per il Vecchio Continente si manifestano sempre più apertamente. L'Europa ha i giorni contati: la Grande Guerra è vicina. Tra breve, infatti, la conflagrazione del 1914  spegnerà ogni illusione. Dopo l'inutile strage il mondo non sarà più lo stesso.
Casalino Pierluigi, 1.03.2015

MOSTRA : SUL FILO DELL'ARTE "L'arte acontemporanea dialoga con l'Antico - Vernissage domenica 1 Marzo ore 17.00 - REFETTORIO MONASTICO POLIRONIANO

 
 









In collaborazione con il


PROF. FRANCESCO MARTANI

e con il


COMUNE DI SAN BENEDETTO PO

 
SUL FILO DELL'ARTE

"L'Arte contemporanea dialoga con l'antico"


REFETTORIO MONASTICO POLIRONIANO


Domenica 1 Marzo 

Inaugurazione a cura del Prof. Franco Negri


Con il Patrocinio e la collaborazione  del Comune di San Benedetto Po (MN)

Durata della Mostra:  1 Marzo  -  12 Aprile 2015


La Galleria ZANINI ARTE e il Prof. FRANCESCO MARTANI, in collaborazione con il COMUNE DI SAN BENEDETTO PO, organizzano una grande mostra nella quale le tele contemporanee di Francesco Martani dialogano con gli arredi antichi della Galleria Zanini e con le targhe devozionali delle collezioni del Museo Civico Polironiano.

L'esposizione intende mostrare come ci sia un filo conduttore che riallaccia tra loro le opere d'arte di qualsiasi epoca. La maestosità dei pezzi di antiquariato si sposa con il dinamismo delle tele astratte contemporanee in modo innovativo e armonioso. Un avvolgente percorso di legami extratemporali.

  

BIOGRAFIA

Francesco Martani è nato a Mantova nel 1931. Specialista in anestesia e rianimazione e in odontoiatria, è il libero docente di odontostomatologia presso l'Università di Bologna e autore di oltre settanta lavori scientifici nei quali si è dedicato in particolare ai bambini e agli anziani.

Ha pubblicato: Le note e i colori dell'animo nella senescenza (Edizioni Publi Paolini, 2006); Conoscere se stessi. Educare alla salute (Edizioni Publi Paolini, 2007); La luce oltre il buio (Costa, 2008); Elogio del quotidiano (Edizioni Publi Paolini, 2010); Tra terra e Cielo (Pendragon 2012).

Vive e lavora a Bologna e a Zola Predosa. Pittore e scultore. E' presidente della Fondazione di Cà la Ghironda, Centro Culturale per le Arti e la Scienza con sede a Zola Predosa.


L'inaugurazione a cura del prof. Franco Negri  si terrà domenica 1 marzo 2015 alle ore 17.00 presso il REFETTORIO MONASTICO POLIRONIANO di San Benedetto Po (Mantova). 


Ingresso libero


Si allega l'invito all'esposizione


Per ulteriori infornazioni o materiale fotografico non esitate a contattarci.

L'esposizione intende mostrare come ci sia un filo conduttore che riallaccia tra loro le opere d'arte di qualsiasi epoca. La maestosità dei pezzi di antiquariato si sposa con il dinamismo delle tele astratte contemporanee in modo innovativo e armonioso. Un avvolgente percorso di legami extratemporali. 

L'inaugurazione a cura del prof. Franco Negri  si terrà domenica 1 marzo 2015 alle ore 17.00 presso il REFETTORIO MONASTICO POLIRONIANO di San Benedetto Po (Mantova). Ingresso liberoSi allega l'invito all'esposizionePer ulteriori infornazioni o materiale fotografico non esitate a contattarci


L'esposizione intende mostrare come ci sia un filo conduttore che riallaccia tra loro le opere d'arte di qualsiasi epoca. La maestosità dei pezzi di antiquariato si sposa con il dinamismo delle tele astratte contemporanee in modo innovativo e armonioso. Un avvolgente percorso di legami extratemporali. La Galleria ZANINI ARTE e il Prof. FRANCESCO MARTANI, in collaborazione con il COMUNE DI SAN BENEDETTO PO, organizzano una grande mostra nella quale le tele contemporanee di Francesco Martani dialogano con gli arredi antichi della Galleria Zanini e con le targhe devozionali delle collezioni del Museo Civico Polironiano.

 


L'esposizione intende mostrare come ci sia un filo conduttore che riallaccia tra loro le opere d'arte di qualsiasi epoca. La maestosità dei pezzi di antiquariato si sposa con il dinamismo delle tele astratte contemporanee in modo innovativo e armonioso. Un avvolgente percorso di legami extratemporali. 

L'esposizione intende mostrare come ci sia un filo conduttore che riallaccia tra loro le opere d'arte di qualsiasi epoca. La maestosità dei pezzi di antiquariato si sposa con il dinamismo delle tele astratte contemporanee in modo innovativo e armonioso. Un avvolgente percorso di legami extratemporali.  L'inaugurazione a cura del prof. Franco Negri  si terrà domenica 1 marzo 2015 alle ore 17.00 presso il REFETTORIO MONASTICO POLIRONIANO di San Benedetto Po (Mantova). Ingresso liberoSi allega l'invito all'esposizionePer ulteriori infornazioni o materiale fotografico non esitate a contattarci L'inaugurazione a cura del prof. Franco Negri  si terrà domenica 1 marzo 2015 alle ore 17.00 presso il REFETTORIO MONASTICO POLIRONIANO di San Benedetto Po (Mantova). Ingresso liberoSi allega l'invito all'esposizionePer ulteriori infornazioni o materiale fotografico non esitate a contattarci.




 


Via Virgilio 7, San Benedetto Po (Mantova)
Tutti i giorni: 10-12 / 15.30-19.00
Facebook: Art Gallery Zanini Arte
 
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Loredana De Vita e la parola femminile 2.0

Loredana De Vita nasce a Napoli il 22 luglio del 1963. Il suo percorso formativo rispecchia la maturazione di una personalità particolarmente versata alla comunicazione e all'ascolto, strumenti essenziali per affermare concretamente l'amore per la vita e i viventi. Impara presto e da autodidatta a parlare l'inglese, poi approfondisce lo studio delle Lingue e delle Letterature inglese, spagnola e russa frequentando e laureandosi all'Università Orientale di Napoli. Dopo la laurea, dal 1990, si dedica all'insegnamento dell'inglese partendo dai più piccoli fino ai ragazzi del liceo. Per lunghi anni affina la sua didattica al fine di coinvolgere e appassionare i ragazzi nella passione per la conoscenza. In questo percorso arricchisce la sua professionalità tramite diverse esperienze di organizzazione di spettacoli teatrali con i giovani curando sceneggiatura, scenografia, recitazione; come pure studia il counselling per meglio affrontare i problemi giovanili individuali o dello stare insieme. A partire dal 2005 comincia a sviluppare con decisione una sua vecchia passione giovanile: l'arte dello scrivere, coerentemente con i tratti della personalità prima citati. Come lei spesso ama dire: "Scrivere non è un esercizio. Scrivere è un incontro. Scrivere è la passione per la vita e per le persone. Scrivere è guardare e non tacere. Scrivere è testimoniare, servire con amore e sperare che non sia stato vano".
Lo studio delle problematiche trattate nei suoi libri è tale da non lasciare nulla a uno scrivere improvvisato ed emozionale. Sono così editi testi che trattano dei temi educativi delle giovani generazioni, testi che sviluppano una riflessione molto personale sul tema dell'Olocausto, ultimi in ordine di tempo, testi che affrontano il tema della relazione tra uomo e donna basata sulla reciprocità.
Loredana De Vita è sposata e madre di quattro figli, anche nell'impegno a costruire e mantenere viva la comunità famigliare ha trasfuso la sua scelta di amore per la vita.
Tra le sue pubblicazioni, per i tipi di Armando editore, Giochiamo che ero… Conversazione con chi ama la scuola (2009), Genitori senza controllo (2010), Altro non siamo che voce (2011) e per i tipi di Nulla Die, Donna a metà (2014). E di prossima uscita Oltre lo specchio. Immagini e cultura del femminile. C'è una cosa inusuale ma concreta che desidera dire nella sua biografia: pago le tasse e amo la vita.

lunedì 2 marzo 2015

A Ravenna una mostra da non perdere

La bella mostra inaugurata da poco a Ravenna e dedicata ad una stimolante prospettiva di dipinti sull'Italia dal Risorgimento alla Grande Guerra costituisce un momento di grande rilievo per rileggere la produzione artistica nel periodo che va dall'unificazione all'entrata in guerra dell'Italia nel 1915-1918. Ravenna coglie un'occasione storica per dare al Paese una possibilità unica, quella di offrire, insieme ad una felice classifica che la pone al primo posto nella qualità della vita tra le città del Bel Paese, un evento storico-artistico di prima grandezza. Ravenna ci presenta una carrellata di emozioni che ricostruiscono il percorso creativo, morale e socio-politico dell'itinerario civile d'Italia: un indagine compiuta e profonda sul costume di una società in evoluzione che culminerà nella fase incandescente di un primo dopoguerra dove la parabola del conformismo della belle époque si scontrerà con le audaci sfide del futurismo nel nome della velocità. L'elevata qualità di una tale esibizione conforta per la sua capacità di attrarre con le sue finalità non solo turistiche, ma anche didattiche; il mondo della scuola, infatti, è spesso estraneo ad esperienze di riesame critico del nostro passato e nella circostanza potrà concedersi una riscoperta del suo spirito educativo. L'arte, come è stato autorevolmente scritto, non è un bene d'élite, ma si configura come un'inestimabile valore civile e sociale, oltre che estetico, un patrimonio comune che ci consente una riflessione sullo stesso futuro di questa nazione scivolata nelle pastoie di una crisi apparentemente inestricabile.
Casalino Pierluigi, 2.03.2015

La parabola di Toulouse-Lautrec, da aristocratico ad artista bohémien.

CASALINO PIERLUIGI Avrebbe dovuto vivere da nobile e invece finì per condurre la propria esistenza da artista bohèmien, in un ambiente che era esattamente agli antipodi di quello in cui era nato. Di antica e ricca famiglia della Langue d'Oc, il piccolo Henri era figlio di un matrimonio tra cugini primi e tale circostanza gli trasmise subito una malformazione genetica. Anche il fratello minore di Henri, Richard, fu vittima di tale connubio imprudente e morì ad un anno dalla nascita. Ciò nondimeno il corso della vita di Henri non risentì molto di tale disgraziata unione (i genitori, non solo a seguito di queste vicende, si separarono). I segni della malattia cominciarono seriamente a manifestarsi all'età di dieci anni, ma non gli impedirono di proseguire gli studi, se pur trasferendosi da Parigi per tornare ad Albi, dove alla scuola pubblica gli furono preferiti dalla madre corsi privati. Durante e periodi di convalescenza, che lo costrinsero non di rado all'immobilità, il futuro artista, legge, disegna e dipinge.  Nonostante che il padre intenda plasmare il piccolo Toulouse-Lautrec a sua immagine e somiglianza, la consapevolezza di un precoce talento naturale spinge il ragazzo a studiare con un artist accademico di grande fama, Lèon Bonnat, divenuto poi docente universitario. Nuovi maestri si succedono a suo fianco ed egli si esprime su ottimi livelli, rivelando un carattere ed una vena creativa indipendente, lasciandosi influenzare solo d ciò che gli piaceva. Il porsi fuori degli schemi obbedisce al suo stesso temperamento snob, che, nonostante la sua formazione aristocratica, lo rende insofferente alle convenzioni. Dal 1884 si ritroverà a Montmartre, culla del'arte del suo tempo e ormai segnata dal suo mito improntato all'avanguardia. Di lì iniziò la sua stupefacente parabola di artista. Toulouse-Lautrec dipinge alla maniera e con l'audacia vicine a quelle di Degas. Si perfeziona con numerosi ritratti e litografia dai tratti sintetici e folgoranti, che fanno di lui uno dei padri dell'arte moderna. La parte migliore dei suoi lavori è conservata al museo di Albi. A motivo dei suoi atteggiamenti da dandy, sarà apprezzato da Oscar Wilde, al quale l'artista francese dedicherà un ritratto. Nell'ambito di una serie di opere dedicate alla vita nei bordelli parigini, Lautrec entra in contatto con un materiale particolarmente suggestivo, che meriteranno all'autore la riprovazione dei benpensanti. Nella  fase conclusiva della sua vita, Touluouse-Lautrec fronteggerà l'aggravarsi della condizione di salute, ma anche il serio problema del bere, problema che diventerà irreversibile, anche se tenterà di uscirne con adeguate cure di disintossicazione. L'artista morirà per una crisi epilettica nel settembre del 1902, all'apice di una carriera strepitosa, ma anche nel pieno di una deriva fisica e morale che lo condurrà alla ricaduta nel vizio dell'alcool.
Casalino Pierluigi, 28.02.2015