AA. VV:, Futurist Renaissance (Hyperion edizioni) - il saggio di Stefano Balice (MAV)

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FUTURIST RENAISSANCE  a cura di  R. Guerra e P. Bruni

CULTURA ITALIANA NEL MONDO

La musica delle reti
di STEFANO BALICE

È assolutamente doveroso pensare ad un'attualità delle grandi
questioni che si sono aperte con il Futurismo. Una di queste è il
rumore.
L'intera produzione futurista fu animata da una forte
componente rumorista che influenzò tanto la letteratura
quanto le arti visive, fino a manifestarsi pienamente con l'arte
dei rumori e successivamente con la radia.
I paesaggi sonori delle grandi città del primo Novecento
avevano vissuto un profondo sconvolgimento; un'ulteriore
orgia di rumori sarebbe arrivata con la Grande Guerra. Urgeva
una sensibilità futurista in grado di godere di quella nuova
ricchezza acustica, poiché le arti di allora non rispondevano più
ai bisogni sensibili dell'uomo moderno.
Marinetti definì il rumore come una "manifestazione del
dinamismo degli oggetti". Senza rumore, non esiste vita.
Chiarirà ulteriormente Russolo: "Mentre il suono, estraneo alla
vita, sempre musicale, cosa a sé, elemento occasionale non
necessario, è divenuto ormai per il nostro orecchio quello che
all'occhio è un viso troppo noto, il rumore invece, giungendoci
confuso e irregolare dalla confusione irregolare della vita, non
si rivela mai interamente a noi e ci serba innumerevoli
sorprese".
Non si trattava quindi di limitarsi a portare il rumore nei
teatri: bisognava portare la gente al rumore, così che ristabilisse
il contatto con una realtà sempre più complessa, veloce e
chiassosa.

L'adozione del rumore in poesia e in musica rappresentava una
rottura totale contro quel buon senso vigliacco che annichilisce
l'uomo. Il rumorismo non può essere giudicato quindi come
una scelta stilistica; esso era e rimane essenzialmente una
visione del mondo.
A distanza di un secolo, poco o nulla rimane da inventare sul
piano tecnico. Abbiamo infatti la possibilità di creare
campionare intonare qualsiasi suono o rumore; i mezzi
elettronici hanno offerto alle masse possibilità illimitate.
Il grande limite risiede invece nella passività uditiva
dell'uomo medio, costantemente immerso nel rumore quanto
assolutamente incapace di prestargli ascolto. Come una bestia
malata, costui riesce ad ascoltare solo ciò che viene
confezionato per i suoi timpani lerci di quattro quarti,
rigorosamente sordi alla vita.
Il rumorismo futurista ha dunque avuto uno sviluppo
parziale nella cultura musicale, in quanto la libertà di
arrangiamento che esso ricercava è stata pienamente
conquistata; siamo tuttavia ancora carenti di una cultura
rumorista, ed è per questo che la questione non si può dire
chiusa.
Lo sperimentalismo dei vari Stockhausen, Maderna, Xenakis,
non era rivolto alle masse, pertanto non ha inciso
significativamente sul loro modo di vivere il rumore; un primo
passo in questa direzione si avrà solo in seguito, con la nascita
della musica industriale.
Ma è nei nostri tempi che lo spirito libertario futurista può
vivere una nuova stagione di lotte (anti)artistiche. Il rumore, che
nei media ufficiali ha sempre ricoperto uno spazio di nicchia, è
diventato fondamentale nella realtà delle reti. Schiva da ogni
spirito mercantilista ed ogni viltà artistica, la musica delle reti è
certamente figlia della democrazia futurista marinettiana.

Il sempre più vasto universo netaudio, in cui fiorisce un
numero incalcolabile di etichette indipendenti, ha fatto del
rumorismo un fenomeno di massa. È questo il contesto in cui
nascono e operano nuovi gruppi e reti d'avanguardia con le
stesse finalità e la stessa carica demolitrice dei futuristi di un
secolo fa.
Nascono nuove pratiche e nuove forme d'espressione. Il
Net.Futurismo ha dedicato all'argomento, oltre a svariati post
sui blog, due dei suoi manifesti: "La musicoralità" e "Per una
risignificazione popolare del concetto di musica" (entrambi
pubblicati in "Manifesti net.futuristi"). In ambedue i casi
assistiamo ad una critica totale del concetto, del ruolo e dei
metodi di consumo della musica, e parallelamente si
definiscono le strategie con cui il network net.futurista opera
per riportare il rumore all'attenzione delle masse atrofizzate.
Il MAV - Movimento per l'Arte Vaporizzata, nato dalla
sinergia tra diversi gruppi e individui uniti dalla medesima
volontà vaporizzatrice di ogni ristagno Artistico, ha contribuito
a fare del rumore un processo esperienziale, un momento di
crescita dei sensi, sia nella realtà materiale che in quella digitale.
Il MAV ha infatti portato il paradigma orizzontale e
neotribale della rete sul territorio con improvvisazioni/rituali
collettivi, veri e propri cerchi di rumore che possono tenersi in
ogni dove, per strada o nel corso di eventi musicali, come il
"Rituale della tensione continua" presentato al Mestre Noise
Fest nel settembre 2013, al quale parteciparono Tommaso
Busatto, Stefano Balice, Roberto Guerra, Antonio Saccoccio,
Giovanni Nembrini, Mattia Niero (in Usa, poi la registrazione in
cassetta nel Museum Of Microcassette Art, a cura di Hal
McGee) [10].
Contemporaneamente, con l'attività della propria netlabel MAV

[0kbps] Records, il MAV ha trascinato sul web il calore e
l'intensità dell'incontro fisico, organizzando videoperformance
di gruppo chiamate cineMAV, aperte a chiunque sia dotato di
un microfono, una webcam e una sensibilità rumorista.
"Pulsional Ru.mo.re!" è invece un progetto dedicato
all'esplorazione vocale, generatosi dall'incontro tra il poeta
visivo e sonoro Vitaldo Conte, il già citato agitatore delle reti
Antonio Saccoccio e l'icona punk-anarco-transgender Helena
Velena. I tre sono anche stati protagonisti di disordini
all'Accademia di Belle Arti di Roma (Corpi di-segni d'arte, 6
ottobre 2013), nel corso di una presentazione/evento in cui gran
parte del pubblico, facendo sfoggio del proprio passatismo, non
volle saperne di accettare come "musica" la potenza animale
della voce umana. Più recentemente, nel marzo 2014, il trio ha
fatto irruzione al Caffè Letterario di Roma portando i propri
vocalizzi impazziti alle orecchie intorpidite dei disfattisti
aperitivisti presenti in sala - irruzione che, per modalità e
contenuti, è stata definita dagli autori stessi un "blitz futurdada".
Ad accomunare questi tre progetti: l'approccio ludico al
suono, l'amore per la vita e per i rumori che la definiscono, la
scarsa importanza da attribuire al prodotto finito, contrapposto
all'esperienza sonora.
Net.Futurismo, MAV e Pulsional Ru.mo.re! sono tre esempi
lampanti di come il futurismo sonoro possa risplendere, a
settant'anni dalla morte del suo fondatore, di una rinnovata
attualità.




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