Tranquillo: lamancanza di nebbia non occulta nulla.
È palesemente infondatal’impulsiva preoccupazione del sindaco Tagliani espressa nellalettera “Quel timore di sparire nelle nebbie”:le cosiddette iniziative culturali comunali di Ferrara non possonoscomparire! Non c’è più la nebbia ad ovattare stagionalmentel’ambiente, non ci sono iniziative culturali riconosciute come talifuori dal Palazzo, e il Vuoto che sparisce nel Vuoto è un suggestivoma improponibile ossimoro.
Come sfuggono i visibilieffetti del cambiamento climatico al primo esponente cittadino di unacorrente indigena di pensiero impulsivo, sembrano sfuggirgli coseanche in ambiti diversi dalla meteorologia. Non avendo le parolemomentanei poteri taumaturgici, il significato di “sponsorizzazione”resta legato al pedestre do ut des di accordi che in cambiodell'impegno a finanziare un ente o un evento popolare prevedano uncorrispettivo di pubblicità.Se al tempo presente, dominato dalla pubblicità imperante, glisponsor volontari sistematicamente latitano significa, senza se esenza ma, che la pubblicità derivante non vale assolutamente laspesa. Ci vuol tanto a capirlo? Oltretutto la reiterata negazioneoffre gratuitamente un autorevole parere sulla qualità intrinsecadegli “eventi” progettati.
Berlusconi, i cui governihanno dilatato a dismisura il debito pubblico portando l’Italia sulciglio del baratro dell’insolvenza (se si rafforza il sospetto chei 2.200 miliardi di debito accumulati non siamo capaci direstituirli, non ci prestano più un centesimo, e nel giro di qualchemese facciamo la fine non della Grecia, ma della Moldavia,rimpiangendo i tempi di Monti) notava recentemente che “iristoranti sono sempre pieni di gente, quindi in Italia le cose vannobene”. La stessa profondità analizzatrice del Tagliani checonstata: “una città, in fondo non certo povera a guardare illivello dei depositi bancari, con una quantità spaventosa disportelli bancari”. Eh?! Cosa?! Per esser spaventosa quellaquantità di sportelli è certamente spaventosa in sé! Ma è ancorpiù spaventoso l’iceberg la cui punta emersa sta in queglisportelli: il Vuoto d’impiego cittadino! Se qui arrivano tutte lebanche del mondo non ad investire, ma a rastrellare soldi locali, nonsignifica nulla vero? Quel Vuoto locale di idee e imprenditorialità,chi l’ha lungamente lasciato crescere come un selvaggio terrenoincolto (sempre bello il verde incolto visto da lontano…), se nonuna genìa dominante di politicanti orientata al parassitismo? È lostesso genere di vuoto che lascia incolto lo sterminato potenzialedell’Ermitage, che Ferrara si limita a pagarne con micragnosafatica le spese di rappresentanza in cambio di nulla sul fronte dei“grandi eventi”, come qui pomposamente vengono chiamati. È lostesso genere di vuoto insulso che allontana l’ospedale dal centrocittadino invece di rinnovarlo, scatenando una serie di nefasteconseguenze a catena di cui non si immagina la fine, lo stesso Vuotoche per decenni si propaga attorno al petrolchimico, realtàindustriale imponente e importantissima. Ovunque, nel mondooccidentale, simili stabilimenti generano un profluvio locale diimprese nel terziario capace di soverchiare visibilmente le areeindustriali coinvolte rispetto allo stabilimento base. A Ferrara no.Neppure l’istruzione secondaria locale ne ha voluto tener conto.
La Vacuità come sistemadi governo traslata in stile di vita periferizza anche i centristorici più prestigiosi e, naturalmente, li trasforma in spettraliresti del passato, quando non in raccordi autostradali (vedere lameraviglia di Borgo S. Giorgio)
Si consoli almeno con isuccessi automatici di Hera, dimenticabilissimo sindaco. In regime dimonopolio municipale la sua privata amica continuerà a non avereangustie anche senza di lei a Palazzo.
Paolo Giardini