Ferrara città energetica... di Paolo Giardini

 

La faticosa ascesa da polli imbecilli a normali stupidi

Sembra che la liberalizzazione del mercato energetico non proceda bene. Se n’è accorta l’Authority dell’Energia, constatando che dopo anni di liberalizzazione (9 per il gas e 5 per l’elettricità), solo il 13% delle famiglie s’è “liberalizzata” nel metano e il 18% nell’elettricità. Il Presidente dell’Authority sospetta che non basti la parola liberalizzazione, servendo prezzi migliori di quelli del mercato tutelato, evento finora casuale. Ma non è solo questione di prezzi, c’è altro nei contratti liberi proposti dai giovanotti che battono la città porta a porta ostentando i patacchini sulla giacca con marchi energetici noti. Curiosamente, si tratta di contratti predisposti per due sole specifiche categorie di utenti: i polli attivi e i polli passivi.

I primi si rivolgono spontaneamente alle società che offrono energia nel mercato libero implorando la possibilità di essere ammessi fra i loro clienti.

I secondi, più numerosi, non si rivolgono a nessuno. Per questo i NON INVITATI giovanotti col patacchino suonano alle porte delle case per cercarli. Ma non ci sono polli passivi dappertutto, c’è una maggioranza di persone che non bramano le fregature e quando danno udienza ai patacchinati, credendo che si tratti di dipendenti Enel o Hera o Edison o altro invece che disoccupati pagati a provvigione da società dai nomi simili, è per l’impossibilità di immaginare l’accrocco che si nasconde in quanto ascolteranno, dove significati ambigui di parole conosciute insieme ad altre sconosciute portano a conclusioni imprevedibili. Non sono polli ma è come se lo fossero.

Possiedo, residuato di una tentata vendita, copia del contratto predisposto da HERA COMM. E’ titolato “Richiesta di Attivazione”, formulato analogamente ad una Supplica di un suddito in disgrazia. Stranamente, non è titolato “Contratto di Fornitura Energia ecc. ecc. ”. Perché?

Perché in prima battuta non può esserlo. Dato che la società proponente non possiede reti gas o elettriche, non fornirà mai nulla! Vuol solo poter gestire i soldi delle bollette ricavandoci qualcosa.

Così il documento contiene scaltrezze metamorfiche per mutarsi successivamente in Contratto. Infatti, la “Richiesta” sottoscritta dà mandato ad Hera Comm di rivolgersi agli effettivi gestori di reti (a Ferrara, per il gas, è il Gruppo Hera stesso), chiedendo di continuare a fornirgli energia, ma a nome suo. Se i veri gestori ci stanno, la Richiesta diventa automaticamente un Contratto in virtù di più firme apposte dal pollo in prima pagina, dove dichiara di accettare integralmente ciò che è scritto lì e nelle pagine successive non lette, sottoscrivendo implicitamente anche di essere un pollo imbecille. Sta appunto qui la furbata malefica: la “Richiesta/Contratto” si dilunga in sette pagine stampate in caratteri minuti, con 25 articoli e 91 commi (il doppio di battute della Costituzione degli Stati Uniti, Emendamenti compresi), con numerose sigle incomprensibili anche ai lettori evoluti senza l’uso di glossari, e non è esaustiva (l’art. 1 – Definizioni, non spiega le sigle astruse, però cita 16 direttive dell’AEEG senza riportarle).

Su due piedi, durante l’incursione dei patacchinati é indigeribile un testo di 70.000 battute. La Legge non permette una cosa simile! C’è l’art. 1341 del CC che parla chiaro: (Le condizioni generali di contratto predisposte da uno dei contraenti sono efficaci nei confronti dell’altro, se al momento della conclusione del contratto questi le ha conosciute o avrebbe dovuto conoscerle usando l’ordinaria diligenza).

Per Hera comm la Legge non è un problema. Cita tranquillamente quell’articolo nel punto dove il pollo deve firmare per l’accettazione del tutto, facendogli così ammettere di aver conosciuto le condizioni del contratto. La quadratura del cerchio non è mai stata un’operazione difficile.

Quando i patacchinati se ne vanno con una richiesta/contratto firmata, un pollo s’è guadagnato un intermediario in più, che per contratto non muoverà un dito in caso di defaillance nelle erogazioni. Nonostante lui abbia già assolto oneri per cauzioni ed altro coi veri fornitori, l’intermediario pretenderà la corresponsione di “contributi in quota fissa” a copertura degli oneri amministrativi, esigendo che riparta da zero con un nuovo fornitore che fornitore non è, compresi i dati sensibili economici in deroga alla tutela della privacy opportunamente autorizzata dal pollo.

E il prezzo libero, il motore di tutto? Si tratta di una voce variabile fra altre che concorre al prezzo finale. Esattamente come per il mercato non libero. Ciò permette al pollo che lo scopre, dopo attente letture e considerazioni del contratto firmato, una consapevolezza nuova: che sottoponendosi ad una limitante (e pure umiliante) burocrazia aggiuntiva non migliora per nulla la qualità dei servizi che riceverà né aumentano le garanzie, anzi, diminuiscono; forse risparmierà qualche centesimo se i mercati internazionali si mostreranno benigni; però capirà con soddisfazione che aziende costruite ad hoc per fare da inutili passacarte prosperano con l’adesione dei polli. Sotto la vaga impressione dell’incombere di un sistema parassitario, potrebbe giungere alla conclusione che come al solito si stava meglio quando si stava peggio. Rimpiangendo la solida stolidità del solito poco tutelante sistema monopolistico standard, egualmente ipertassato ma un po’ meno farraginoso.

Un salto evolutivo non da poco, passando dal ruolo di polli inconsapevoli a quello di normali stupidi che accettano docilmente quanto stabilisce una genia di politicanti e filibustieri dominante l’Italia da decenni.

 

Paolo Giardini