di William Shea
La teoria copernicana è molto più che una mera, seppure devastante, revisione della teoria tolemaica allora in voga, secondo la quale la Terra è al centro dell’universo, proprio come dettato dalle sacre scritture. Per arrivare alle conclusioni del De Revolutionibus, Copernico rivisitò saperi antichi, opere di filosofi greci (tra cui Aristarco di Samo e alcuni membri della scuola pitagorica) che già avevano suggerito il ruolo centrale del Sole a dispetto della Terra, coniugandoli con il sapere moderno del ragionamento matematico. Ecco perché la rivoluzione copernicana è più che una vicenda legata alla cosmologia. Come spiega Shea, il 1543 «è assunto come la data in cui l’umanità varcò la soglia della rivoluzione scientifica». L’interpretazione del mondo fondata sulla matematica avrebbe aperto la strada ad altre menti eccelse, tra le quali Keplero, Galileo e Newton, che avrebbero ripreso e completato l’opera copernicana.
Nato nel 1473 in Polonia, Copernico si formò soprattutto in Italia, dove tra
Tuttavia, come altri rivoluzionari consapevoli e protagonisti della storia della scienza, per esempio Charles Darwin, anche Copernico fece passare molto tempo tra le conclusioni delle proprie analisi e l’annuncio al mondo. Un primo abbozzo della teoria fu pubblicato dallo stesso Copernico nel Commentariolus, un breve trattato a cui lavorò tra il 1508 e il 1514, e che probabilmente venne diffuso proprio in quell’ultimo anno. Da quel momento Copernico si dedicò a più riprese al De Revolutionibus, a cui lavorò fino al 1542 senza una prospettiva di pubblicazione. In effetti, in questo passaggio cruciale la mossa decisiva fu di altri, proprio come per la teoria dell’evoluzione per selezione naturale.
Se nel caso di Darwin bisogna ringraziare anche i suoi amici che organizzarono la pubblica lettura alla Linnean Society di Londra, in cui venne esposta per la prima volta la teoria darwiniana, nel caso della rivoluzione copernicana fu centrale il ruolo di Retico, al secolo Georg Joachim von Lauschen, «matematico fantasiso e viaggiatore», come lo descrive Shea. Retico aveva sentito parlare del De Revolutionibus, da cui era rimasto affascinato, e insistette per incontrare l’autore. L’incontro avvenne nel 1539, e Retico ebbe anche il permesso di leggere il manoscritto di Copernico. Il sodalizio che ne nacque portò alla pubblicazione nel 1543 dell’opera che demoliva il sistema tolemaico. L’accoglienza ovviamente non fu delle migliori, ma la rivoluzione scientifica era iniziata, e nessuno avrebbe potuto più fermarla.