sabato 6 febbraio 2010

Roma Vota il Sondaggio per Nerone Street nella Capitale

DOMUS AUREA.jpgda Repubblica
 
Il critico Vittorio Sgarbi ha ripreso la proposta di Maurizio Costanzo di intitolare una strada o un vicolo di Roma all'imperatore romano Nerone. Secondo Sgarbi e Costanzo la figura dell'imperatore andrebbe rivalutata

E due. Anche Vittorio Sgarbi si schiera su Nerone con Maurizio Costanzo. "Ha ragione Costanzo, è giusto intitolare una via a Nerone rispetto ai tanti ai quali è stata intitolata una strada". Così il critico Vittorio Sgarbi, ha risposto, a margine della presentazione del sostegno di "Rete Liberal" alla candidatura di Renata Polverini a presidente della Regione Lazio, a chi gli chiedeva un commento all'intitolazione proposta mercoledì dal giornalista e anchorman di una strada a Nerone nella Capitale.
 
..... continua  http://roma.repubblica.it/dettaglio/una-strada-per-nerone-vota-il-sondaggio/1836110


http://www.youtube.com/watch?v=oOU5AfAgjzU video


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AIDS Passo storico verso la Cura

PIANETA TERRA.jpgda Estense Com Scienza e Tecnologia
 
E’ la notizia del momento. Una scoperta di fondamentale importanza in campo medico, che raccoglie i frutti della ricerca su una malattia ormai ventennale che azzera le difese immunitarie: nella lotta per combattere l’Aids – o rendere sempre migliori le prospettive di vita degli ammalati – una tappa imprescindibile è la recentissima scoperta di un enzima in grado di bloccare selettivamente il retrovirus.
Il microscopio dei ricercatori dell’Imperial College di Londra e dell’Università di Harvard ha estratto dal cilindro una scoperta che potrebbe rivoluzionare le attuali terapie anti-Hiv e portare la speranze agli oltre trenta milioni di persone colpite nel mondo...

 
continua http://www.estense.com/19671-019671.html


VIDEO

http://www.youtube.com/watch?v=0f_cojVL8Io


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Centinaia di Messaggi x Vittorio Sgarbi e Salemi futurista

 sgarbi a salemi 2.jpg

 

SALEMI – Centinaia di messaggi (telefonate, email e fax) pervengono in queste ore per invitare Vittorio Sgarbi a ritirare le dimissioni dalla carica di sindaco.

Il primo cittadino ha detto di volere andarsene per gli ostacoli - molti davvero impensabili - che si frappongono all’attività amministrativa e alle iniziative culturali che hanno portato il nome della città sulle pagine dei più importanti giornali italiani ed internazionali.

 

Tra gli inviti a restare anche quello di Daniele Capezzone, portavoce nazionale del Pdl che in una nota scrive: «La sua esperienza a Salemi è divenuta un positivo modello dell'Italia che vuole muoversi contro l'Italia del non fare».

 

Osvaldo Napoli, deputato Pdl e vicepresidente dell'Anci scrive: «L’impegno di Sgarbi quale sindaco di Salemi dà lustro alla comunità di cui si è posto al servizio».

 

Moltissimi i messaggi di parlamentari nazionali e regionali.

 

Giovanni Ardizzone, deputato dell’Udc e Vice Sindaco di Messina scrive:

«Le dimissioni dell’onorevole Vittorio Sgarbi rappresenterebbero una iattura non solo per Salemi ma per la Sicilia intera. In tutte le manifestazioni che si sono organizzate nell’isola, Sgarbi, infatti, ha trasmesso entusiasmo, e non solo per la sua indiscussa autorevolezza di critico d’arte, ma soprattutto per la fantasia e coraggio delle sue innovazioni amministrative.

Peraltro, le provocate dimissioni di Sgarbi da sindaco di un comune della Sicilia contestualmente alla sua prestigiosa nomina a presidente della Biennale di Venezia, rappresentano l’incapacità della classe dirigente dell’isola ad utilizzare le risorse umani migliori in grado di fare uscire dal guado della atavica rassegnazione isolana.

Occorre, quindi, una forte mobilitazione dell’opinione pubblica e dei partiti affinché si comprenda che le dimissioni di Sgarbi vanno al di la delle sue personali decisioni ma incidono sull’entusiasmo di quegli amministratori che, come lui, correttamente, cercano di cambiare le sorti della nostra Sicilia»

 

Domenico Russello, sindaco di Favara, scrive: «I primi cittadini sono l’anello debole di un sistema che cerca di riversare su di loro responsabilità che non hanno, legati nel loro agire da mille lacciuoli, da centinaia di migliaia di norme, spesso in contrasto tra di loro, con i trasferimenti statali e
regionali che anno dopo anno si assottigliano non consentendo di
garantire nemmeno le spese obbligatorie»

 

L’imprenditore Gianfranco Becchina: «Non lo faccia mai! Non cada nel tranello, tradizionale in queste latitudini. Lasci che indaghino. La conclusione, qualunque possa essere, non potrà che ingigantirla. C'è molta gente attorno a lei che sa ben discernere, più di quanto possa immaginare. Dopo di lei sarebbe la catastrofe. Guardi ai compiti che l'attendono, non ci deluda»

 

 

 

l’Ufficio per la Comunicazione

(Nino Ippolito) 331-17 08 195 - ufficiostampa@cittadisalemi.it

 

www.cittadisalemi.it

VIDEO http://www.youtube.com/watch?v=oa7DkceYu9k  *Titolo balordo del blogger.... W Vittorio Sgarbi


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Libero Comune di Paolo Giardini

consiglio comunale.jpg 

LIBERO COMUNE

 

C’è negli archivi una famosa foto, scattata attorno al 1948, sempre intesa come primo simbolo del ritorno alla normalità del Comune di Ferrara dopo le traversie di guerra. Mostra una fila di nuovi furgoncini triciclo della Nettezza Urbana, azionati a pedale, allineati coi loro conducenti (paciugàr e spazzùn) in Piazza Municipale.

Furono comprati con soldi penosamente sottratti a risorse mai bastanti alle necessità del dopoguerra, per soddisfare il bisogno di civiltà sotteso nell’organizzare la pulizia in casa propria. Ancora in piena emergenza, quei trabiccoli di lavoro nuovi rappresentavano un futuro migliore.

Se una foto odierna dovesse simboleggiare la peculiarità dei servizi del Comune, fra i tanti soggetti idonei è impossibile trovarne uno senza la targa di Hera, società per azioni.

La società di capitali è la struttura mercenaria più filosoficamente lontana dall’essenza della municipalità che ci possa essere. Eppure ad una di queste s’è conferita buona parte dei servizi comunali, comprese l’esazione di certe tasse. E’ un caso che, nel dipanarsi della Storia, le tasse date in appalto dal potere vigente a soggetti diversi, insieme ad altri adattamenti abbiano sempre preluso a mutamenti non indolori?

Uno degli artefici, se non l’artefice principale, di questa strana perdita di autonomia comunale (la genesi dei Comuni, si sa, è l’affermazione di autonomie emancipate da soggezioni feudali, non il contrario) è il nostro sindaco.

Una perdita che è stata certamente intesa solo come muscolare, ritenendo che “la mente” possa conservare in virtù di clausole contrattuali il controllo a distanza di un “braccio” diverso dal proprio. Un disegno sbagliato, perché l’atrofizzazione del braccio spegne anche i comandi e di fatto il Comune perde il know-how dei servizi comunali. Quindi una provetta d’acqua di Po inviata a Sasso Marconi subisce un trattamento fisico, con agitazioni meccaniche alle temperature più varie miste a pause, considerato inammissibile dai vecchi tecnici comunali depositari del sapere municipale. Spariti quelli, chi in Comune ora può dare pareri per scienza propria sugli impianti di potabilizzazione? Sindaco, assessori e consiglieri? Non è possibile, oggi come i passato.

Altro esempio. Il Contratto per l’affidamento a terzi del Servizio di Pubblica Illuminazione prevede giustamente i controlli. Ma i controlli significativi nel rispetto del Disciplinare Tecnico possono farli solo controllori esperti almeno come gli addetti ai lavori ed equipaggiati con apposite dotazioni, tipiche, appunto, di un Servizio Illuminazione Pubblica che non c’è più, fagocitato dal “controllato”. E’ una coincidenza che in cinque anni la spesa sia più che raddoppiata per l’illuminazione pubblica a fronte di una potenza elettrica costante?

In questo contesto la frase gridata a Tavolazzi dal sindaco “Io non prendo ordini da Hera!!” nella seduta consigliare del 4/02/2010 suona come gradita espressione liberatoria per chi non apprezza un Comune brulicante di 1.500 furieri-impiegati e nessun soldato-operaio, in cui il senso della vita sia sempre e solo: “ ed è subito Hera”. Se non altro, per rispetto a Quasimodo.

Perciò speriamo che a Tagliani non sia sfuggita un’affermazione temeraria, che mantenga fede al suo intendimento dando ordini ad Hera in favore della città, riformulando contratti più idonei alle necessità di Ferrara. E cacciando via Hera da Ferrara se non ubbidisce.


Paolo Giardini

 

www.progettoperferrara.org

 

VIDEO http://www.youtube.com/watch?v=_PcBaIYylMw


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MARGHERITA HACK Libera Scienza in Libero Stato

MARGHERITA HACK.jpgda OGGI SCIENZA

INTERVISTE – Più grintosa. Più lucida. Più lungimirante di una ventenne. All’età di 88 anni, Margherita Hack è una terapia d’urto contro l’indolenza e la rassegnazione dei nostri tempi. Lei, che ha passato la vita a guardare lontano – la testa tra le stelle e i piedi ben piantati in terra – lei che ha lavorato alla Nasa e all’Esa, prima donna a dirigere un osservatorio astronomico, a Trieste, affermandosi in un mondo prevalentemente maschile (e maschilista), non ci sta. Non si rassegna a vedere colare a picco il suo paese.

Questa Italia la fa arrabbiare. Perché è un’Italia senza futuro. Che non crede nella ricerca scientifica. Che non investe sui giovani. Che mette in fuga i suoi migliori cervelli e non riesce ad attirarne dall’estero, nonostante atenei di alto livello. Ed è un’Italia sotto schiaffo della Chiesa che detta legge in un paese che pure si professa laico.

Nel suo ultimo libro “Libera scienza in libero Stato”, fresco di stampa per i tipi di Rizzoli, la grande astrofisica attacca frontalmente quelli che considera i due principali colpevoli del declino scientifico (e civile) del Belpaese: lo Stato e la Chiesa. Da una parte, se la prende con una classe politica miope, “papalina”, inetta, incapace di investire seriamente nella ricerca scientifica. Dall’altra, con il Vaticano, che con i suoi dettami religiosi condiziona le scelte pubbliche in materia di fecondazione assistita, ricerca sulle staminali embrionali, eutanasia per i malati terminali che lo desiderano, cure palliative, diritti civili alle coppie di fatto. “Libera scienza in libero Stato” è un titolo di buon auspicio e, soprattutto, un atto d’accusa. “Vorrei che la ricerca scientifica fosse libera, in uno Stato davvero laico, senza i veti e i condizionamenti imposti dalla Chiesa”....

CONTINUA http://oggiscienza.wordpress.com/2010/02/02/hack-voglio-una-scienza-libera/

VIDEO http://www.youtube.com/watch?v=MvBCwlakaH4