lunedì 16 maggio 2011

Antonio Saccoccio per Graziano Cecchini e il Partito Futurista del 2000

Rosso trevi.jpg

sabato, 14 maggio 2011

Ammetto che, come ormai mia tradizione da diversi anni, non ho prestato neppure stavolta la minima attenzione alle vicende della campagna elettorale, che giudico in questo Paese semplicemente imbecille.
Ma stavolta andrò a votare.
E voterò, a sostegno esclusivamente personale, per Graziano Cecchini.
Voterò per Graziano Cecchini, perchè ha avuto e ha ancora il coraggio di portare avanti battaglie in nome del Futurismo.
Voterò per Graziano Cecchini, perchè con la sua memorabile azione-lampo alla Fontana di Trevi ha offerto uno dei migliori esempi di quel superamento dell'Arte che resta uno dei primi igienici obiettivi da raggiungere oggigiorno.
Voterò per Graziano Cecchini, perchè sono certissimo che presto un movimento futurista d'avanguardia potrà influenzare in modo decisivo la politica nazionale (e non solo nazionale), mettendo in crisi il sistema di potere che ci offende tutti da troppi anni.
E' tempo di avere coraggio. E di mettersi in gioco.
E' tempo d'avanguardia.

Antonio Saccoccio

Roberto Guerra Opere Futuriste Complete recensione da Spigoli&Culture

Robeto-Guerra1_opere_futuriste-115x115.jpgRoberto Guerra, Opere Futuriste Complete, Milano, Nomade Psichico, 2011, pp. 200

Già edito nel duemila dal medesimo editing, Nomade Psichico, a cura di Marco Boni e Chiara Visentini (Milano-Mantova), noto nell'underground anarchico culturale italiano (Corsera, L'Unità, Repubblica, persino Famiglia Cristiana... nella significativa

rassegna stampa), Opere Futuriste Complete del futurista “storico” ferrarese Roberto Guerra, raccoglie l'intera produzione poetica dal 1983 al 2000, ristampata integralmente quest'anno, con un bonus inedito (ma sempre del 2000), 2017 Clonare Majakowslij. Bonus, non casuale, per sottolineare, rispetto a certa tutt'oggi querelle mai risolta sui futuristi, la rotta progressista, di “sinistra” di Guerra, del neofuturismo dell'autore. Di seguito, una recensione atipica, mix a più voci, di alcuni scrittori contemporanei sul volume, certamente, rara se non unica testimonianza della poesia futurista postmarinetti, del secondo novecento. A questo link www.nomadepsichico.it voce menu autori anche il pdf gratuito del volume.

1- Riccardo Roversi (Ferrara). Roberto Guerra è probabilmente il più grande poeta futurista (o più esattamente post-futurista) italiano da 30 anni a questa parte. Fin dal primo libro: Fiori della scienza (1983), confermato dai successivi: Futuropa ('84), Yooroppa ('84), Commodore 64 ('85), L'Ariosto sulla luna ('88) Le Muse impudenti ('97, coautore), gli inediti: Futurguerra 2017 clonare Majakowskij e Futurguerra remix, entrambi del 2000. L'intero corpus è ora riunito in Opere Futuriste Complete 1983-2000 (ed. Nomade Psichico). E' il minimo per un artista (ferrarese) di rara caratura. E se è vero che il primo verso del volume è un stringa di “linguaggio binario”, è altrettanto vero che si conclude con “benvenuto supercomputer dei cieli”.

2. Antonio Saccoccio (Latina). Guerra è uno di quei futuristi che può essere un poeta e al tempo stesso un anti-poeta. I suoi testi sono concepiti in preda all'ubriacante ispirazione della modernità tecnologica. Intelligenza artificiale, robot, computer, cibernetica: questi i paradisi di Guerra Congiungendo i futuristi del XX secolo e quelli del XXI secolo, ha avuto, ha e avrà sempre un compito storico certamente difficile. Mettere in comunicazione Le Figaro con Facebook: ve lo immaginate? Eppure Guerra è ogni giorno in guerra per questo unico obiettivo: il Futurismo, l'avanguardia.

3. Stefano Balice (Torino). La poetica di R. Guerra è figlia del suo tempo, parri/matricida, senza alcun sguardo nostalgico (come invece si aspetterebbero gli avvoltoi sempre pronti ad archiviare nel dimenticatoio ogni esempio di poesia futurista e neofuturista). Le immagini si stagliano oltre il confine della nostra epoca, superando vincoli biologici e mentali, andando a celebrare una neo.umanità fiorita dalle macerie dei nostri errori.

4. Maurizio Ganzaroli (Ferrara). Completo lavoro sulle opere futuriste da parte di Roberto Guerra, futurista Ferrarese ormai riconosciuto da tempo, che si muove da diversi anni in bilico tra il futurismo e il dinamismo sempre graffiante della sua scrittura che lascia il segno.

http://www.spigolature.net/joomla/index.php?option=com_content&view=article&id=1841:guerra-r-opere-futuriste-complete-2011&catid=243:sulla-scrivania&Itemid=53

 

 


"Cibornetica" culturale

Terra.jpgNoi scommettiamo sull’arte
Perché sfamarsi di cultura
Maria ed Enrico Marotta
 

E’ incredibile quanti comunicati stampa su vari eventi artistici in Italia (e nel mondo) ci pervengono giornalmente con la posta elettronica. Bisognerebbe essere Batman o Catwomen per riuscire a volare di qua e di là per vederli tutti. Ovviamente, ci dispiace non essere presenti alle vernissage e crediamo di dover offrire ai nostri lettori questo Dossier sull’arte e gli artisti in omaggio alle loro capacità creative, onde invogliare a vedere le loro opere a quanti abitano nelle vicinanze o che siano talmente appassionati da sottoporsi a tour de force per non perdersi l’ennesima creazione di quell’impulso irresistibile che si chiama creatività e che si manifesta in forme varie. Non ultimo, per sfuggire al clima astioso politico che sta contagiando tutti in questa povera Italia che avrebbe necessità di essere invogliata a guardare al domani con più speranza di farcela. Noi scommettiamo sull’arte.

 

Ma che cos’è l'arte?

 

Nel suo significato più ampio, comprende ogni attività umana - svolta singolarmente o collettivamente - che porta a forme di espressione estetica, utilizzando accorgimenti tecnici, abilità innate e norme comportamentali derivanti dallo studio e dall'esperienza. Nella sua accezione odierna, l'arte è strettamente connessa alla capacità di trasmettere emozioni, per cui le espressioni artistiche, pur puntando a inviare "messaggi", non costituiscono un vero e proprio linguaggio, in quanto non hanno un codice evidente condiviso tra i fruitori, ma al contrario sono interpretate soggettivamente. Alcuni filosofi e studiosi di semantica sostengono però che esista un linguaggio oggettivo che prescinda dalle epoche e dagli stili e che dovrebbe essere codificato per poter essere compreso da tutti, pur se gli sforzi per dimostrare questa affermazione sono finora stati infruttuosi. Nel suo significato più elevato l'Arte comprende ogni attività umana creativa di espressione estetica, priva di uno o più di quei pregiudizi da parte dell'artista che compie l'opera (o del gruppo di artisti) rispetto alla sua situazione sociale, morale, culturale, etica e religiosa che le masse del suo tempo stanno invece subendo. L'Arte indica l'espressione armoniosa della propria interiorità. Essa, di sicuro, può anticipare quello che sarà nelle società future(Cfr. Wikipedia).

 

Come si è evoluto il concetto di arte?

 

Nel corso del tempo esso subisce una trasformazione graduale ma radicale, ma indica sempre la capacità umana di fare un qualsiasi oggetto. La capacità consiste nella conoscenza delle regole. Gli antichi nelle nove Muse, personificavano le diverse arti. Nell'elenco, in cui curiosamente mancano le arti figurative come la pittura e la scultura, sono invece rappresentate soprattutto le arti dello spettacolo: la danza (Tersicore) la tragedia e la commedia (rispettivamente Melpomene e Talia), il mimo (Polimnia), nonché i vari tipi di poesia, che nell'antichità, anche se scritta, era destinata soprattutto ad essere declamata o cantata: epica (Calliope), amorosa (Erato) e lirica (Euterpe). Sono inoltre comprese tra le "arti" protette dalle muse due discipline che noi oggi comprendiamo invece tra le scienze: la Storia (Clio) e l'Astronomia (Urania).

 

Nel periodo ellenistico iniziarono le prime classificazioni e le arti vennero divise in comuni e liberali, a seconda che richiedessero uno sforzo fisico o uno sforzo intellettuale.

 

Nel Medioevo si cominciano a rivalutare le arti comuni, che verranno chiamate meccaniche, ma continueranno ad avere un ruolo subalterno rispetto alle arti liberali. Dalle arti "meccaniche" vennero escluse diverse di quelle che noi oggi chiamiamo "belle arti", come la pittura e la scultura; le arti liberali e meccaniche erano in numero di sette, e tra quelle che richiedevano lo sforzo fisico, si annoveravano soltanto quelle che miglioravano la vita dell'uomo, che lo nutrivano, lo riparavano dalle intemperie, ovvero quelle arti il cui punto peculiare era l'utilità quanto la piacevolezza. Si conoscono, di queste arti meccaniche medievali, due elenchi di riferimento: quelli di Ugo di San Vittore e Rodolfo di Longo Campo.....CONTINUA


Ferrara città d'arte e piccola politica


Piepeffini: gaffe culturale

 

Ferrara e l'opposizione: come noto, dopo la farsa del Pdl per il referendum Sant'Anna – che non ha appoggiato- rivelando alla luce del Sole il celebre...inciucio Pd PDL spesso -prima- vagheggiato in città (perciò sempre sconfitte le destre...), resta solo PpF. Va da sé, con limiti culturali a quanto pare secondo loro poco importanti... visto certo andazzo. Limiti che condannano PpF a ruoli meno incisivi. in quanto a Ferrara ogni Alternativa possibile presuppone ben più di pur battaglie sanitarie e ambientali importanti e fondamentali. Ma se non si fa saltare la corazza ferrarese postPCI e postDC, ovvero la casta sovrastruttura culturale, sempre in prima linea nei momenti topici (ma non solo) pro PD... anche PpF non va da nessuna parte...

Come diceva Freud a volte anche microlapsus la dicono lunga: certo episodio recentissimo apparentemente marginale è sconfortante. Pur con l'attenuante di certe logiche molto web, che spesso alterano le parole e il senso delle cose, va da sé che . Purtroppo- non ignoti trolls o semplicemente teste da cazzo on line- ma esponenti almeno di secondo vertice di PpF nei giorni scorsi in un un noto quotidiano on line ferrarese l'han fatta grossa. (gaffe supponiamo neppure gradita ai leaders ufficiali ferraresi...) Son riusciti a rispondere ad un commento forse affrettato (francamente neppure l'abbiam visto!) poi infatti subito tolto dal navigatore stesso, andando davvero sia off topic sia pestando davvero una merla! Han trollato piccati una casa editrice culturale vantandosi neppure di conoscerla, secondo loro irrilevante rispetto al radioso presente ed avvenire di PpF! Peccato che tale editing sia particolarmente noto, oltre al – effetto web – particolare non secondario di particolari sinergie culturali proprio con i curatori de l'Asino Rosso che da tempo come nessuno promuove proprio le battaglie di PPF a Ferrara!

A Ferrara capita anche questo.... e questo memo resta in data base per il futuro. Forse è tempo per il cosiddetto partito del web ferrarese di occuparsi anche di creare una futura “classe” dirigente (antipoltica fin che si vuole ma...) un poco più evoluta, anche per ovvie questioni mediatiche. Con la sola buona volontà o eresia i circoli viziosi son avanti l'angolo.

Non bastano onestà, libertà e coraggio... Nè-strutturalmente- sottovalutare – per già riscontrato certo fatale spirito etnico settario tipicamente ferrarese- appunto il link culturale (sempre cavallo di troja tra l'altro decisivo-ribadiamo- per i radical chic del Pd, della casta dell'ex sinistra ferrarese al potere): non bastano in tal senso, extraquerelle specifica (altri i trolls...), tranne un paio di eccezioni (certamente anche alcuni leaders- storici o noti in ambito ecoscientifico o accademico, magari troppo ,ma legittimamente concentrati sul nocciolo atomico dell'Affaire Kona), albergatori dalle antenne lunghe o colti quasi anarchici in ambito turistico, tuttavia deboli a livello sinergico, monodirezionali quasi per scelta, sempre per le solite logiche ferraresi ben note... Meno male che oltrepo avanzano i rottamatori di Frigato (effetto Matteo Renzi) per una -finalmente- tecnosinistra del duemila evoluta e dialettica democraticamente verso l'Altro (le destre postmoderne) senza bracci amati (magistratura o stampa....). Firenze-Rovigo-Ferrara-Roma ad alta velocità si spera! Certo che a Ferrara, di questo passo, la rottamazione sarà quasi una Nuova Cartagine o Spina!

 

Marco Cremonini Como/Neuchatel

Effetto Referendum Sant'Anna Ferrara: SOS DOTTOR HOUSE x SCANDALO KONA/TAGLIANI‏/ERRANI

 

 ... Poster per la quinta stagione di Dr House, versione 1 | Movieplayer.it | http://www.movieplayer...File:Mafia family structure tree.jpg - Wikimedia Commons | http://commons.wikimedia.org/wiki/File:Ma...

Ferrara: sabato visite guidate al nuovo ospedale di Cona | Ferrara ... | http://ferrara.blogolandia....

MEDICI: BOOM DI 'DOTTOR HOUSE' ITALIANI, OLTRE 11MILA INTERNISTI

Roma - Un esercito di 11.435 professionisti che gestiscono 39 mila posti letto per 1,2 milioni di ricoveri. Medici che si prendono cura globalmente della persona. Camici bianchi in grado di giungere a una diagnosi, anche la piu' complessa, grazie alla padronanza di conoscenze che spaziano in quasi tutte le discipline mediche: dalla cardiologia, alla gastroenterologia, dalle infezioni ai problemi ormonali. E' la fotografia del medico di medicina interna scattata nel corso del XVI Congresso nazionale della FADOI organizzato a Firenze dal 15 al 18 maggio. Un nostrano "Dottor House", il protagonista di una fortunata serie televisiva che piu' ha saputo incarnare le contraddizioni e la complessita' della medicina moderna. Un settore che non conosce crisi: di fronte al crollo di "vocazioni" di tante aree della medicina, il numero degli specialisti e' in continua crescita e un internista su quattro ha meno di 40 anni. "Negli anni passati - spiega Carlo Nozzoli, Presidente FADOI - abbiamo vissuto un periodo in cui la medicina interna sembrava essere considerata una specialita' residuale. Una branca a cui affidare quei malati che non rientravano nei ranghi delle superspecialita' che caratterizzano la medicina contemporanea. Per questo, molti internisti in passato hanno cercato di acquisire anche una competenza specialistica in uno specifico campo: la cardiologia, la gastroenterologia, l'endocrinologia". I numeri parlano chiaro: dal 1990 a oggi il numero dei medici internisti e' cresciuto del 10 per cento in Italia, passando da 10.213 a 11.435 unita'. Un internista su quattro ha meno di 40 anni. E proprio al profilo dei giovani specialisti in medicina interna e' dedicato uno studio presentato nel corso del Congresso, da cui emerge che il 62% lavora in reparti di medicina interna e il 25% in ambito di emergenza

CONTINUA

http://www.agi.it/salute/notizie/201105141411-hpg-rsa1016-medici_boom_di_dottor_house_italiani_oltre_11mila_internisti