Hitler pensava che gli Stati Uniti d'America fossero marci di democrazia e comunque con la sua cocciuta ignoranza di austriaco terragno non prese mai sul serio quel Paese e né comprendeva il senso della sua politica e della sua economia. Diverso era, invece, l'atteggiamento del capo del nazismo nei confronti della Russia, ossessionato com'era dal suo progresso economico, che in effetti, per qualsiasi osservatore, era sbalorditivo. In dieci anni, dal 1929 al 1939, la Russia sovietica era diventata la seconda potenza economica mondiale, inferiore solo agli Stati Uniti d'America. Aveva però ancora molto cammino da fare, perché la sua popolazione viveva, nonostante tutto, in miseria e le sue risorse erano appena intaccate. Ma la Germania non aveva tempo da perdere se voleva non essere messa in posizione marginale nel gioco delle potenze. Meno che mai, inoltre, se voleva conquistare l'Ucraina sovietica. Anche da questo punto di vista sarebbe stato logico che Hitler programmasse una grande guerra contro la Russia; tuttavia se pur egli ne parlasse, non programmò mai veramente tale conflitto contro la Russia sovietica. Ci giunse nel 1941, dopo la provvisoria alleanza con essa, ma questa è un altra storia.
Casalino Pierluigi
Casalino Pierluigi