Nietzsche e Ferrara

di  R. Guerra


Parafrasando Zucchero... che direbbe, oggi, 2016, Nietzsche di Ferrara? Vero che storicamente e biograficamente il folle ma geniale filosofo, per quel che riguarda l'Italia si limitò... a Torino e Genova, se non erriamo, e per Giunta persino in fasi semi-drammatiche o terapeutiche ('800 style) della sua straordinaria esistenza. Tuttavia: laddove il filosofo di Zarathustra diagnosticò un probabile avvenire dominato dalla cosiddetta democrazia più totalitaria del totalitarismo, dal trionfo della mediocrità omologratice reificata e – diciamo oggi- robotizzata (sia ben chiato nulla a che vedere con Cybernetics, Ai e Informatica....Automazione – Robotica...), dall'apologia dei deboli e dei reietti a prescindere beeeeeeeee Ferrara sarebbe villaggio poco svizzero ma privilegiato del suo ineguagliato acume e occhio clinico psicologico. Già: Ferrara è tutt'oggi, nonostante quasi 20 anni dalla caduta del Muro di Berlino, l'ultima cittadella per forma mentale ancora moscovita---- Pur in dinamiche anche a suo tempo diverse, Ferrara nell'era Soffritti-Cristofori, quando anche spariva il PC, fu laboratorio del primo grande esperimento politico cattocomunista, poi naturalmente sempre più degenerato. Oggi Ferrara è non solo città 'arte a fondo perduto (perchè non produce sviluppo sensibile almeno) o Capitale diversamente ebraica o rinascimentale (troppa retorica il giorno della memoria e il resto dell'anno filopalestinese oltre al cosiddetto sempre incompiuto MEIS... quanto al Rinascimento il Palio è la sua eredità pare piu efficace come rievocazione periodica...). E' anche solarmente e autisticamente istituzionalmente compiaciuta Capitale dell'Accoglienza indiscriminata (con aree della città- ovvero un Villaggio in degrado forse irreversibile), del BENISMO E DEL BUONISMO A PRIORI; Capitale gaia della diversità sessuale più normale della normalità (nonostante fior di intellettuali – altro che discriminati- ma notoriamente appunto gai), Capitale della Bicicletta e del lentismo sinaptico (come a Bologna sanno da sempre...), come da cronache capitale anche neobucolica delle Pecore, ovvero del Pascolo elettorale rosso stinto, qui sempre oasi epocale di consenso unanime o quasi, dopo lamenti da coccodrillo tra una elezione e l'altra. Insomma, Zarathustra, di passaggio a Ferrara, fatte le dovute proporzioni, non parlerebbe certo di Sodoma e Gomorra (non dimenticando sia l'iperrealismo neogotico politichese gustandosi PalaSpecchi, Kona Hospital; Darsena ville, Castello neoestense Coop e substrati neoestesnsi stessi diversamente legali bitcoin, Carifex inclusa) e altre architetture perversamente postmoderne, ma – per i posteri- certamente SI' di.... Ferrara!