Movimento Arte del XXI Secolo - Il mercato dell'arte in Italia

 



Movimento

Arte del XXI Secolo 

Arte come nobiltà dello Spirito

  28 MARZO 2016

 

INFORMAZIONI D'ARTE

 

IL MERCATO DELL'ARTE IN ITALIA

2015

 

 

PREMESSA

L'analisi dell'andamento del mercato dell'arte deve tenere conto che i dati fornibili, anche se messi a disposizione da fonti autorevoli come l'Ufficio Studi e Statistica della Camera di Commercio di Milano e ArtEconomy24, non sono del tutto esaustivi. Non tengono infatti conto delle opere vendute direttamente dagli autori o in aste online, mentre sull'ammontare degli incassi di Gallerie e Case d'Asta manca la distinzione fra artisti viventi e storicizzati. Numerose sono le stime, ma nessuna precisa con quali criteri è stata elaborata. Si può tuttavia ritenere con ragionevole approssimazione che la quota direttamente realizzata da artisti italiani viventi sia pari al 25-30% dei ricavi registrati nelle Galleria e in Aste ufficiali.

Ogni anno molte Gallerie e Case d'asta cessano l'attività, ma le nuove iniziative sono quasi in grado di eguagliarne, se non i ricavi, almeno il numero. In generale nell'ultimo quinquennio sono diminuite le prime e aumentate le seconde. Le ragioni sono facili da comprendere: per i possibili clienti le prime sono sospettate di ricarichi troppo elevati, mentre le seconde offrono un prezzo direttamente formato dalla partecipazioni degli stessi interessati all'aquisto. Dal punto di vista degli artisti, gli accordi con le Gallerie sono spesso macchinosi e talora poco chiari, mentre nelle Aste esiste l'immediatezza del risultato. 

Alla fine del 2015 erano operanti in Italia 1.877 Gallerie e 176 Case d'asta. In Lombardia, per esempio, nel quinquennio 2010-2015 le prime sono diminuiete del 16% e le seconde aumentate del 10%. Tale andamento è rilevabile, con percentuali diverse, in tutte le regioni italiane. Fanno eccezione le regioni meridionali nelle quali, con l'eccezione di Napoli, ambedue i comparti hanno fatto registrare una crisi profonda. Ci sono poi casi limite come la Sardegna, che ha perso oltre il 36% delle Gallerie ma incrementato del 50% le Case d'asta.

Nel quinquennio preso in considerazione, 2010-15, si è inoltre incrementato il fenomeno di trasformazione delle Gallerie, da sedi commerciali in semplici affittuari di spazi espositivi con forme di assistenza molto varie nei confronti degli artisti.

Nel complesso, hanno cessatro l'attività 511 gallerie, ossia oltre il 20% del totale, mentre gli addetti a vario titolo sono diminuiti del 14,8%, passando da 3.148 a 2.682. Al contrario, le Case d'asta sono aumentate del 53% e hanno assunto nuovi collaboratori in una percentuale che ha superato il 31%.

 

RICAVI  

Parlare dei ricavi è più delicato perché non è disponibile l'ammontare del volume d'affari realizzato in questo settore da alcune società di capitale che hanno pubblicato dati di fatturato non scorporati. Quindi i risultati di vendita che si possono fornire sono inferiori alla realtà. Non si tratta di un grave scostamento, ma occorre ricordarne l'esistenza.

Al netto del fatturato così realizzato, per il 2015 si possono fornire i seguenti dati:

Le Gallerie hanno realizzato vendite pari a 197.324.203 milioni di euro, mentre le Case d'asta hanno fatto registrare incassi per 102.343.993. L'antiquariato si è fermato invece a 80.757.248. In tutto oltre 380 milioni di euro, circa un terzo rispetto alla Germania. La categoria dell'antiquariato, oltre ai quadri, comprende molti diversi tipi di oggettistica, ma è verosimile ritenere che il comparto quadri rappresenti almeno un quarto del totale. 

 

DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA

I 380.425.444 di euro fatturati nel 2015 si sono distribuiti in maniera disuguale fra nord e sud con un calo notevole nelle regioni meridionale sino alla quasi totale scomparsa del mercato dell'arte. 

Il primo posto spetta alla Lombardia, che ha fatto registrare vendite per quasi 138 milioni di euro, seguita dalla Toscana con oltre 45 milioni, dal Piemonte con 44, dal Lazio con quasi 40 e dal Veneto, che si è attestato sui 38 milioni.

Come si è già rilevato, nonostante il fatto che i ricavi ottenuti dalle Gallerie abbiano superato la metà del totale di vendite, i loro conti non sono stati brillanti smentendo l'opinione condivisa da molti artisti circa gli eccessivi guadagni dei loro titolari. Infatti nel 2014 hanno chiuso i battenti 201 esercizi e nel 2015 162. Nel numero sono compresi anche nomi importanti e famosi. Tali esiti negativi sono tuttavia in parte compensati dalla nascita di nuove vetrine d'arte.

 

RAPPORTI CON L'ESTERO

All'estero le cose vanno meglio sia perché il processo di deculturazione in atto è meno radicale che da noi, sià perché la crisi economica è più lieve. Per queste ragioni è difficile che operatori stranieri decidano di investire in Italia, dove l'eccesso di fiscalità e di burocrazia finisce per indirizzarli altrove. Infatti le dita di una mano sono sufficienti a conteggiare le iniziative provenienti dall'estero con sedi a Milano e a Roma. 

Al contrario, e per le stesse ragioni, sono più numerosi i galleristi italiani che si sono trasferiti all'estero, dall'Europa, all'Asia e agli Stati Uniti. Lo hanno fatto anche per rispondere alla crescente richiesta degli artisti, che lentamente si stanno rendendo conto di non essere conosciuti sul mercato internazionale e nelle sedi che garantiscono reali possibilità di carriera.

 

CASE D'ASTA E GALLERIE

Rispetto alla delicata situazione in cui si trovane le Gallerie, le Case d'asta mostrano un volto più ottimista. Il loro numero continua a crescere insieme ai fatturati realizzati con margini che le statistiche rilevano quattro o cinque volte superiori alla concorrenza istituzionale. Anche in questo settore le difficoltà burocratiche hanno indotto importanti Case d'asta internazionali ad abbandonare la penisola, ma se manca il prestigio da loro garantito, altre hanno preso il posto abbandonato.  

 

INFORMAZIONI
Chi desiderasse maggiori informazioni può rivolgersi ad Aldo Maria Pero:

cellulare 348 5103772

e-mail aldo.pero2000@gmail.com

 

 

 

 

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