.....Questi tre esempi provano l’esistenza di un sistema, condiviso dall’intero arco dei partiti tradizionali, in cui la politica ha un ruolo primario di controllo sul sistema bancario attraverso il “mercato” delle nomine nelle fondazioni bancarie e (attraverso queste) nelle banche. Il mercato avviene nell’ombra, forse nemmeno nelle segreterie, ma spesso in limitati gruppi di controllo all’interno dei partiti che accettano scambi trasversali. È un controllo fine a se stesso, serve solo a estendere le carriere dei politici. Tipico il caso della Fondazione Cassa di Risparmio di Macerata che ha bruciato il proprio patrimonio investendo il 70 per cento del proprio capitale in BancaMarche, lasciando peraltro che la banca, ignorando i richiami della Banca d’Italia, contravvenisse a ogni principio di sana e prudente gestione. Oppure della Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara che, pur detenendo il 54 per cento della Cassa di Risparmio, l’ha docilmente accompagnata al commissariamento. Oggi la Fondazione si trova costretta a mettere i propri dipendenti in cassa di integrazione. Oppure ancora della Fondazione del Monte di Parma, salvata solo dall’intervento di Banca Intesa, che ha acquistato la sua quota di controllo in Banca Monte Parma.....C
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