venerdì 23 febbraio 2018

RUSSIA, CRIMEA E DINTORNI

Quando la Russia il 18 marzo 2014 decise di togliere la Crimea dalla sovranità dell'Ucraina, annettendola alla Federazione Russa, il passo fu deciso dalla nomenklatura del Cremlino, Putin in testa, infrangendo ogni regola internazionale, secondo un costume già sperimentato ai tempi dell'URSS nel nome della "sovranità limitata". D'altra parte non è stato quello il primo atto di violazione del diritto internazionale, sancito a tutela non solo dell'Ucraina, ma anche di altri paesi ex sovietici. Il destino della Crimea è andato così intrecciandosi con quello del resto del mondo, laddove si affermi il principio che non si possono ridisegnare i confini di uno stato con provvedimenti esterni ed arbitrari. La Russia deve essere messa in condizione di apprendere questa lezione di giustizia a tutela della pace. Ciò non significa che si debba assumere un atteggiamento preconcetto ed ostile nei confronti di Mosca, ma va detto chiaro che, come recitava un antico detto, "pacta sunt servanda". Con la Russia, dunque, va tenuta una condotta aperta al dialogo, ma ferma sui principi, non dimenticando il grave affronto alla convivenza tra i popoli che il Cremlino ha fatto alla comunità mondiale nel 2014.
Casalino Pierluigi

giovedì 22 febbraio 2018

Gad, essere realisti vuol dire essere razzisti? | estense.com Ferrara

Gad, essere realisti vuol dire essere razzisti? | estense.com Ferrara: Egregio signor Sindaco, sono Davide Guarnieri, le scrivo dopo aver letto il resoconto del suo intervento durante la presentazione del libro di Gaetano Sateriale. Direi che, a ragione, posso parlare della zona Gad, visto che dai 13 ai 32 anni ho abitato in via Ticchioni con i miei genitori e che ora continuo comunque a frequentare quella zona dove da un paio di anni abita anche mia zia. Mi scusi signor sindaco, ma che barriere avremmo alzato? Ma soprattutto, si deve cantare vittoria perché in zona Gad non ci è ancora scampato il morto e per lo stesso motivo dobbiamo serenamente dire che va tutto bene, madama la marchesa? Una bella iniezione di sano realismo ogni tanto no? Ammettere che camminare di sera per le vie Ticchioni, Battisti, Govoni, Cassoli, Piave e piazzetta Castellina è quantomeno pericoloso, sarebbe dire il falso oppure essere realisti? Che arrivare in stazione con l'ultimo regionale della sera e andare a recuperare l'auto oggi non sia come farlo anche soltanto dieci anni

LA NUOVA TORRE DI BABELE

Nessuna specie è vissuta più di quattromila anni. La nostra, ancor giovanissima, durerà fino allo spegnimento del sole, a meno che non si autodistrugga prima del tempo per il male che porta dentro di sé dall'inizio della sua storia, cioè della Storia. In proposito l'astrobiologo Wallace Arthur ha ricostruito la lunga vicenda storica degli organismi viventi, partendo dall'ultimo universale e comune antenato, dal quale si è mossa la lunga catena biologica che ha visto brillare ad un certo punto l'intelligenza umana, fatta di corpo, anima e Spirito di vita. A quel punto da una creatura ancestre non ben identificata lo Spirito di vita, che noi identifichiamo in Dio, attraverso una creazione mediata è nato il primo uomo che si distingueva dagli ominidi del grado inferiore e con essi persino si incrociò, smarrendo l'iniziale suo ordine: alterando il suo DNA l'uomo ha incontrato la colpa d'ignoranza che ha lavorato in peggio la sua originaria natura. Incrociandosi con altri ominidi a metà tra scimmia e uomo originale si è dato inizio ad pericoloso invertire della tendenza ascensionale dell'uomo. Solo molto tempo dopo quella scintilla iniziale andò riemergendo sicura e diede il via alla civiltà, nonostante l'alterato DNA del momento della creazione mediata. Ma il cammino della Storia è segnato spesso da pericolosi deliri di onnipotenza con conseguenti arresti e cadute che scatenano conflitti, soprusi, fanatismi e drammatiche derive politiche. Purtroppo ciò avviene in quei momenti dove più alto è il livello di conquista e di conoscenza a causa dell'innato peccato di superbia che non abbandona l'uomo nel suo divenire, deprimendo la sua ragione. Ed oggi assistiamo ad uno di questi momenti, come avvenne per Atlantide e Babele, oltre che per l'evento globale chiamato Diluvio Universale: un momento che può appunto, come si diceva sopra, spegnere l'esperimento umano in maniera definitiva.
Casalino Pierluigi

mercoledì 21 febbraio 2018

LA FILOSOFIA POLITICA ARABA CONTEMPORANEA

Esiste un'unità geopolitica degli Arabi? sicuramente, ma esiste un pensiero politico unitario da parte di grandi intellettuali e filosofi della realtà araba che ne ricerca le ragioni della crisi in vista di un possibile futuro riscatto. Le analisi dell'Islam come insieme politico di civiltà e di storia e non come religione. Autori come Mohammed al.Jabri, Arkoun e Abu Zayd rappresentano momenti topici dell'analisi dell'arabismo in senso lato, tra laicità, politica e sociologia, tra filosofia e costume.Da tali autori emerge un quadro vivo e coerente delle attuali questioni di quella parte del mondo, ma anche la ricerca delle origini stesse del pensiero arabo in direzione della sua classicità. Le figure, quindi, di Ibn Khaldun e di Averroè (Ibn Rushd, vengono riprese ed rivisitate alla luce delle problematiche che, nel bene e nel male, segnano le vicende dell'Islam contemporaneo. La difficile  via di recuperare, sull'onda del glorioso passato, un'ipotesi moderata e progressista sul rapporto tra fede e ragione viene battuta con consapevole illuminazione. La premessa che nella cultura araba la legittimazione avviene solo in seno ad un orizzonte teologico viene giudicata da questi pensatori un decisivo fattore di regresso culturale e di anti.modernità. Finché, pertanto, le stesse distinzioni inter-islamiche avverranno, dissertando sulla conoscenza di Dio, sulla profezia del messaggio coranico e la relativa traduzione di esso nella comprensione del mondo, poco si farà per una compiuta analisi delle ragioni della crisi dell'arabismo. In proposito lo studioso marocchino al-Jabri, morto nel 2001, già avvertiva amaramente che l'interagire delle tecniche dello gnosticismo sufi (in ambito sciita) e l'insorgere della violenza radicale anche nelle società sunnite porta ad una rottura verticale tale da impedire quella mediazione razionale che sola sarebbe l'antidoto all'immobilismo. E' così che si riscontra che il mondo arabo incontra problemi sia se governato sia da regimi laici (Saddam Hussein, Ben Alì e Moubarak, che erano anti-islamici) che da regimi islamico.confessionali. Un caput mortum arduo da superare a breve, nonostante i tentativi di alcuni stati arabi.
Casalino Pierluigi

Letteratura e Futuro: Fabrizio Ulivieri e Davide Grandi (eBook Asino Rosso)