venerdì 30 agosto 2019

Vitaldo Conte : Fuoripagina



Da: chiodav@inwind.it <chiodav@inwind.it>
Inviato: venerdì 30 agosto 2019 12:02
A: chiodav@inwind.it <chiodav@inwind.it>
Oggetto: Fuoripagina
 
La scrittura sconfina nel 'fuoripagina' per inseguire l'immagine del tuo corpo…
'Tu mia ferita di desiderio continui a vivere'. Come mio lavoro (1999-2014) nel bel catalogo di 'FUORIPAGINA' / La collezione Roffi.
100 artisti internazionali delle poetiche verbo-visuali raccolti da Gian Paolo Roffi. Mostra a cura di P. Fameli, Fondazione Tito Balestra, Gall. d'Arte Mod. e Cont., Ex Chiesa Madonna di Loreto, Longiano (FC) luglio-15 sett. 2019.
Vitaldo Conte


Fazi editore: Novità in libreria, A. Bloom, W. Collins



Da: Fazi Editore 
  
Care lettrici e cari lettori,
finalmente, dopo la pausa estiva, torniamo a parlarvi dei nostri libri, con due novità da oggi in libreria. Speriamo che abbiate passato delle serene ferie e di poter allietare il vostro rientro con delle letture di qualità
due donne alla casa bianca

Amy Bloom
DUE DONNE ALLA CASA BIANCA

Corre l'anno 1945 e la radio americana annuncia che la vittoria è imminente. Franklin Delano Roosevelt, venuto a mancare da pochi giorni, non ha vissuto abbastanza per vederla con i suoi occhi. In un appartamento di New York suona il campanello: è una donna, gli occhi bordati di rosso e l'aria di chi non ha mai sorriso in vita sua; un cappotto nero troppo grande, le calze in filo di Scozia allentate. È Eleanor Roosevelt, la First Lady. Ha appena perso il marito e si rifugia nell'appartamento del suo vero amore, la giornalista Lorena Hickok. Da qui inizia il racconto della relazione amorosa fra le due donne, una relazione trentennale cominciata all'epoca in cui Lorena viene incaricata di seguire la campagna elettorale di Roosevelt e si insedia così alla Casa Bianca. Molto diverse per provenienza e inizialmente diffidenti l'una verso l'altra, le due donne si scoprono col tempo anime gemelle. Il loro amore è un segreto in realtà notoa tutti, del quale in queste pagine viene messa in scena la dimensione più intima e privata: «Dicevamo sempre: non siamo due bellezze, perché era impossibile dire la verità. A letto invece eravamo due bellezze. Eravamo dee. Le ragazzine che non eravamo mai state: amate, impertinenti, felici e deliziose». Sullo sfondo di questa grande storia d'amore, i fasti della vita presidenziale, le cene con i personaggi di spicco dell'epoca e le grandi contraddizioni di Roosevelt, uomo affascinante e fine stratega, ma nel privato spesso freddo e a tratti crudele.
Con grande delicatezza Amy Bloom ci racconta la difficile e intensa storia d'amore fra Eleanor Roosevelt e l'amica giornalista Lorena Hickok sullo sfondo degli anni della presidenza Roosevelt: un complesso intreccio domestico all'interno della cornice di un'epoca che non smette di affascinare.

«Un romanzo profondamente intimo sulla scandalosa relazione tra Eleanor Roosevelt e l'amica Lorena Hickok, raccontata con una voce unica e meravigliosa».
Joyce Carol Oates

«Una grande scrittrice. Una delle voci letterarie più uniche e grandi d'America».
Colum McCann

«La Bloom traccia un quadro perfetto di questo complesso triangolo domestico». 
«T
he New York Times»
 

foglie cadute

Wilkie Collins
FOGLIE CADUTE

Amelius Goldenheart viene esiliato dalla Comunità Cristiana di Tadmor, nell'Illinois, a causa della relazione illecita con una donna più matura. Una volta giunto a Londra, al ricordo del mondo ideale dove Amelius è cresciuto e ha coltivato i suoi valori si contrappone una realtà fatta di persone senza scrupoli, fra cui spicca John Farnaby, ricchissimo e disonesto uomo d'affari. Farnaby ha preso in adozione una nipote nel tentativo di consolare la moglie, affranta per la scomparsa di sua figlia, smarrita tra le strade di Londra sedici anni prima. All'ingenuo Goldenheart basterà un solo sguardo per innamorarsi perdutamente della ragazza, anche se il loro amore verrà ostacolato dalla famiglia, che cercherà a ogni costo di tenere lontani i due giovani. Intanto Amelius, fedele a una promessa fatta alla triste signora Farnaby, si impegna a ritrovare la fanciulla smarrita della coppia. La ricerca della giovane porterà quest'uomo dall'animo candido, compassionevole per natura e capace di ispirare grande fiducia nelle donne, a perdersi per le vie della città spingendosi fin nei bassifondi. Il romanzo si snoda così in un'avvincente trama fitta di eventi e colpi di scena, che Collins dipana con l'impareggiabile abilità di sempre, rappresentando con accuratezza, e non senza una buona dose di humour, la società vittoriana del tempo.
Un romanzo dall'architettura perfetta, in cui i punti di vista dei protagonisti si alternano in maniera esemplare grazie all'abilità dello scrittore, considerato ormai un grande classico della narrativa inglese.

«È impossibile smettere di leggere Wilkie Collins, uno dei padri, se non il padre, del romanzo poliziesco… Un maestro, niente da dire».
Alessandro Baricco

«I romanzi di Wilkie Collins sono viaggi irresistibili: agganciano subito il lettore, che quando parte non riesce più a fermarsi».
Leonetta Bentivoglio

«Le risorse di Wilkie Collins sono inesauribili».
T.SEliot

«Wilkie Collins è famoso, nei manuali di letteratura, per avere scritto nel 1868 il primo giallo. Ma non eccelle solo nella suspense. È anche uno scrittore di sentimenti. Ed eccelle nella pittura dei personaggi».
Antonio D'orrico 


 
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Pupi Avati, Il Signor Diavolo

di R. Guerra

Fotografia... splendida per Pupi Avati, molte sequenze nelle valli di Comacchio di rara perfezione,  a tratti quasi  quadri fiamminghi 2.0, tanto per rievocare il suo storico Psicothriller, la Casa dalle  Finestre che ridono, di tanti anni fa. 
E il Signor Diavolo in effetti in certo modo è un ulteriore sequenza-film realizzata  da un regista già storicamente  da molti anni d'autore e d'indubbia sempre bella visione, tra gli ultimi del grande cinema italiano: la bellezza trasfigurata in meraviglia estetizzante delle radici, di una geoarea, come accennato, il ferrarese-comacchiese a due passsi dal Delta del Po e del mare,  non ancora ottimizzata in ambito naturalistico e turistico oltre che- a parte Pupi Avati e altri -  artistico.
Più nel focus di questo nuovo Psicothriller di Avati,spiccano  tecnosguardi squisitamente psicologici e anche antropologici, etnici, quasi soft nietzschiani per certa  elegante e anche freudiana luciferina  critica radicale alle credenze religiose arcaiche e contro il cattolicesimo clericale:  molto preciso anche il ricordo di certo andazzo storico politico negli anni 50 con la DC tutt'uno con i Preti...
Il Signor Diavolo è il protagonista assoluto in quasi tutti i protagonisti, sue incarnazioni multiple (tranne un "diversamente politico-detective" inviato da Roma... per indagare/ risolvere certe X off topic...: sullo sfondo ma in superficie, un infanticidio efferato e supposto contronatura, con due ragazzini non banalmente posseduti ma appunto, tutt'uno con il Signor Diavolo e la psicologia collettiva arcaica  anche degli adulti,  politici o preti e sagrestani, o una Nobildama centrale nella storia/delitto, tra Comacchio e Venezia. 
Alla fine il Signor Diavolo pare soltanto uno specchio, una strana comparsa nello stesso tempo micidiale, orrorifica, eppure al di là del cosiddetto male e bene, quasi la Macchina da presa immateriale, altrove, tra i protagonisti il gene lombrosiano (nell'iperbole cinematografica) folle, criminale, estremo.
Il film ha un the end in certo senso im-prevedibile (con la lineetta), terrificante, spiazza il pubblico forse, la scena finale sembra una dissolvenza per altre sequenze, non sembra un fine film.
Infine se la suspance è costante, con elevato ed elegante-perturbante  colore Giallo,  il rosso truculento contemporaneo pressoché assente, certa rimica alla moviola penalizza purtroppo- a nostro avviso il film: in America con una iperbole - ancora- lo finirebbero di vedere in una decina.
Un Signor Diavolo in ogni caso, di un Pupi Avati sempre Artista del Cinema d'Autore.


Festival di Venezia/ Sgarbi sulle polemiche per il film di Polanski. «Insopportabile censura frutto di una posizione ridicolmente moralistica e femminista



Da: VITTORIO SGARBI - (Ufficio Stampa)  
 

Festival di Venezia/ Sgarbi sulle polemiche per il film di Polanski. «Insopportabile censura frutto di una posizione ridicolmente moralistica e femminista

 

 

VENEZIA - Lo storico e critico d'arte Vittorio Sgarbi commenta la decisione di Lucrecia Martel, presidente della giuria del Festival di Venezia 2019, di non partecipare alla serata di gala in onore del regista Roman Polanski «per ciò che ha fatto in passato. Non voglio alzarmi in piedi ed applaudirlo. Non sarebbe giusto nei confronti di tutte le donne che rappresento e delle donne argentine vittime di stupro».

 

Commenta Sgarbi: «Parte male il festival se un'opera artistica viene discriminata per una posizione ridicolmente moralistica e femminista della presidente della giuria. Questa insopportabile censura poggia sopra l'inchiesta giudiziaria e la sentenza di condanna, con molte luci ed ombre, per i comportamenti di Polanski non come regista ma come uomo»

 

Secondo Sgarbi «la confusione delle due posizioni, uomo e artista, conduce a un pregiudizio che è stato riconosciuto dalla stessa presidente. Con quale animo la giuria potrà esprimere un  giudizio? Sconfessando la presidente o assecondandola?»

 

«È evidente - argomenta Sgarbi - che questi criteri di giudizio, condizionati da una esperienza personale dichiarata dalla stessa presidente, porterebbero alla conseguenza di censurare o giudicare, per esempio, negativamente l'opera di Caravaggio, Balthus e persino l'opera di Pasolini che, com'è noto, fu processato per atti sessuali nei confronti di minorenni suoi allievi. Sembra preistoria, ma sarà bene ricordare alla presidente che il Partito comunista espulse Paolini per indegnità»

 

Conclude Sgarbi: «Il produttore Luca Barbareschi, con queste premesse,  ha fatto bene a ritirare il film di Polanski dalla competizione. E sarebbe grave se, dopo la mediazione con il presidente Baratta, lo riproponesse in concorso. Nessun giudizio a queste condizioni potrebbe apparire equanime»

 

l'Ufficio Stampa

(Nino Ippolito)

press@vittoriosgarbi.it

+39 334 3265383


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Ferrara, ESTATE AL BELRIGUARDO “L’arte circense si fonde con la musica”



Da: Susanna Tartari 


COMUNICATO STAMPA – ESTATE AL BELRIGUARDO

EVENTO "L'arte circense si fonde con la musica"

ESTATE AL BELRIGUARDO si appresta ad aggiungere all'album dei ricordi anche l'edizione del 2019, non prima però d'aver allietato il numeroso pubblico, sempre fedelissimo a ogni incontro della rassegna, con gli ultimi due appuntamenti di questa lunga estate di concerti. E se il gran finale sarà dedicato alla musica sacra col concerto "Le Voci del Sacro" – presso la chiesa di San Leo di Voghenza – la musica profana il 7 settembre verrà proposta in maniera del tutto innovativa. Sabato 7 settembre, alle 21 presso il cortile della Delizia del Belriguardo, il pubblico sarà condotto per mano nel mondo onirico e fantastico del Circo.
Un'esibizione musicale anticonvenzionale, uno spettacolo che fonde le arti e coinvolge il pubblico per la singolarità della proposta.
La centenaria esperienza bandistica e orchestrale della Young Band di Voghenza, in questa occasione diretta dal Maestro Antonio Sovrani e con la direzione artistica di Susanna Tartari, hanno permesso di creare un concerto-spettacolo unico nel suo genere: "L'arte circense si fonde con la musica".
Temi musicali conosciuti e apprezzati – dalla colonna sonora del film "La Strada" di Nino Rota e di "Nuovo Cinema Paradiso di Ennio Morricone all'intramontabile "Marcia dei Gladiatori" di Fucks – saranno il proscenio del duo MilaManiMè che si esibirà in discipline circensi come Mano a Mano, Passing di giocoleria e acrobatica aerea (cerchio e tessuti). Gli artisti circensi Ilaria Manigrasso e Michelangelo Merlanti hanno alle spalle diverse esperienze formative, tra cui il Gran Galà del Festival Città di Circo. Attivi in strade e piazze di tutta Italia, sapranno restituirci il fascino dell'arte antica del fare circo.
La serata avrà inizio alle 19 – presso la Sala delle Bifore – con l'esposizione pittorica "Lucrezia, le Arti e lo Spettacolo", di cui Susanna Tartari è art director. La presentazione critica è a cura del critico d'arte Antonio Castellana. A seguire l'aperitivo preparato dalla Proloco di Voghiera, occasione conviviale in cui apprezzare i prodotti del territorio.
Nel quinto centenario della morte di Lucrezia Borgia, duchessa di Ferrara, il cortile Reale e le stanze del castello divengono nuovamente contenitori d'arte, così come ai tempi di colei che fu padrona e signora di Belriguardo. 

*Susanna Tartari

Progettista/Art Director eventi culturali
CEO/Founder Progetto Rievocare
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