mercoledì 1 novembre 2017

DANTE E LE SUE CELEBRAZIONI. RIFLESSIONI

Dante si stupirebbe dei suoi festeggiamenti? Forse si. Mai avrebbe potuto, però, pensare che il mondo oggi esistesse ancora. Si sarebbe certamente meravigliato che dal 2015, per concludersi nel 2021, l'Italia e il mondo avrebbero ricordato e festeggiato l'anniversario della sua nascita seguito da quello della sua morte. Dante non aveva certamente dei dubbi sul proprio valore o sulla durata dalla propria fama: non che non sapesse - almeno intuisse - di essere un genio e non che questa consapevolezza non fosse moderata dalla modestia. Affermazioni che manifesta chiaramente, ma anche indirettamente, nelle sue opere. E molto probabilmente pensava (con ragione) che la sua Divina Commedia sarebbe stata non solo letta, ma studiata, interpretata, commentata e anche recitata e proposta. Un confronto tra l'inferno dantesco e quello fatto vedere a Fatima ai pastorelli portoghesi nel 1919 dalla Madonna depone a favore della profezia straordinaria di Dante. Il Sommo Poeta non riteneva che il mondo sarebbe durato fino al 2017, per fare un esempio,e come altri del suo tempo si sarebbe indignato all'idea di non credere che l'Apocalisse fosse imminente. Il mondo, invece, oggi esiste ancora, nonostante le sue drammatiche crisi epocale. E tutto sommato, nonostante tutto, la gente se la passa meglio di come se la passavano al tempo di Dante. Chi ha detto che il progresso non esiste?
Casalino Pierluigi

1917 La révolution au féminin.

La révolution russe fut en effet aussi une affaire de femmes, comme le rappelle l'historien Jean-Jaques Marie. Il raconte les héroines "populistes" de la génération précédente, les femmes du peuple dans la révolution de 1905, les militantes professionelles de 1917. Elles furent les grandes oubliées de l'histoire officielle - mais pas seulement. Ce fut pourtant une grande manifestation d'ouvrières du textile dans la banlieu de Saint-Pétersbourg qui donna le signal de la révolution de février.
Casalino Pierluigi

martedì 31 ottobre 2017

IL VATICANO? Censura culturale contro Pierfranco Bruni

ROBERTO GUERRA ha condiviso un file di OneDrive. Per visualizzarlo, fare clic sul collegamento seguente.

Nota di Roberto Guerra: si sapeva già ovviamente la pericolosa implosione del papato Bergogliano nel politicamente e religiosamento corretto, con Maometto quasi discepolo di Gesù, con una iperbole per intenderci. Ma che una censura di chiara matrice diversamente Vaticana colpisca anche liberi intellettuali come Pierfranco Bruni, inoltre Consulente per le Etnie mediterranee del Ministero.. Italiano! (MIBACT), segnala una ulteriore decadenza dall'attuale Chiesa di Roma, come Stalin con i famosi dissidenti di un tempo.

Grave inoltre due constatazioni difficilmente confutabili: 1 Bruni è del Mibcat, quindi non solo un privato libero pensatore ma persino istituzionale, di uno stato, quello italiano! Evidentemente in Italia non solo ritorni teocratici di matrice PD ed islamica... ma anche Vaticani anche nella letteratura, non solo, come noto sui soliti temi bioetici! 2. E l'intellighenzia di sinistra (che fu) silente nonostante sia sempre pronta a firmare appelli per ex terroristi o contro le forze dell'ordine o contro accendini faxisti o le lumache a rischio nelle metropoli dell'Indifferenza alienata? Ogni commento è superfluo. Intanto registriamo questa sconcertante censura culturale!


di Pierfranco Bruni (Facebook fonte)


28 ottobre alle ore 15:19 ·

#SONOCRISTIANOPERTANTONONBERGOGLIANO

Arriva sempre il tempo della verità. Quella certa non quella giudaica cattorelativista bergogliana.
La chiesa di Bergoglio epura nel nome della bugia fingendo un dialogo falso.
Ieri venerdì 27 ottobre a Grotraglie con la presenza di monsignor Viganò si è consumato un atto di inquisizione. Ai padri minimi è stato dato il diktat sul mio nome nel moderare la manifestazione. Pare che sia venuto dalla Santa Sede.
Perché? Semplice e banale.
Perché la mia posizione non è in linea con il relativismo bergogliano. Quindi il confronto tra me e Viganò non era gradito. Anzi infastidiva una voce libera.
Ecco perché Venerdi 27 non ero a Grottaglie. Addirittura al manifesto iniziale è stato sostituito un nuovo manifesto. Intanto i comunicati stampa erano già partiti con il mio nome.
Inquisizione. Epurazione.
Questa è la chiesa di Papa Bergoglio e del dialogante Viganò.
Dire una bugia non ha alcuna importanza. Parlare di dialogo è solo apparenza.
La chiesa ormai mostra tutta la sua incapacità a vivere il tempo della trasparenza dei valori cristiani.
Io cristiano della tradizione in Cristo e Paolo.


Università/ Vittorio Sgarbi Professore Ordinario di Storia dell'Arte Moderna all'Università per Stranieri di Perugia.

 
Università/ Vittorio Sgarbi Professore Ordinario di Storia dell'Arte Moderna all'Università per Stranieri di Perugia.

Nella mattinata il via ai corsi.

 

PERUGIA  - Lo storico e critico d'arte Vittorio Sgarbi da oggi è Professore Ordinario di Storia dell'Arte Moderna all'Università per Stranieri di Perugia. (https://www.unistrapg.it/).

L'Università per Stranieri di Perugia è la più antica e prestigiosa istituzione italiana impegnata nell'attività di insegnamento, ricerca e diffusione della lingua e della civiltà d'Italia in tutte le loro espressioni.

 Sgarbi inaugurerà i corsi della sua cattedra nella mattinata di oggi.

In passato Sgarbi ha insegnato, con incarichi a contratto, nelle Università di Bologna e Udine.  

 

l'Ufficio Stampa

(Nino Ippolito)

+39 340 73 29 363

ufficiostampasgarbi@gmail.com

 

Nero o Rosso GAD FERRARA? il libro inchiesta di M. Pulidori


fonte Ferrara Italia


estratto


Già in libreria e, da questo sabato, anche in edicola
la prima, scottante e documentatissima, inchiesta giornalistica sul GAD

Il volume contiene rare immagini d'epoca e coraggiose fotografie d'attualità.

Da SABATO 28 ottobre "Nero Gad" di Marcello Pulidori disponibile ANCHE presso le edicole, promosso e distribuito da LANZA ADG-FE.

Questo libro-inchiesta nasce da una necessità. Scritto da un giornalista che per mesi è riuscito a infiltrarsi nell'abisso di Ferrara – tra angeli dalla faccia sporca e prostitute con prole, comitati di cittadini furiosi e zerbini-water, urla laceranti e cuori di tenebra – garantendo l'anonimato ai coraggiosi testimoni che con le loro confidenze rischiavano la vita, "Nero Gad" racconta la vicenda, per certi versi unica, di un intero quartiere. Acronimo di 'Giardino Arianuova Doro', il Gad dopo essere stato dagli anni '60 la perla della Ferrara-bene si è trovato, all'improvviso, a fare i conti con un'immigrazione massiccia e una violenza talvolta degna di "Arancia meccanica". Dal dopoguerra a oggi, nella città estense, il "caso Gad" è il fenomeno criminoso di lunga durata più significativo, con tutti i suoi numerosi e spesso inspiegabili risvolti: sociali, politici, economici, giudiziari.
In un viaggio allucinante, ma fin troppo vero, dalle tre torri del Grattacielo ai minimarket etnici, da via Oroboni a piazzale Castellina (detto piazzale Cocaina), da via Ortigara alla stazione ferroviaria, incontrando spacciatori-ciclisti con il biglietto da visita e assassini con la katana, ristoratori condominiali abusivi e pianerottoli insanguinati di siringhe, lady di ferro e guerrieri della notte, bambini con troppe domande e mamme senza risposta, "maman" e ministri, orecchie tagliate e occhi che hanno visto gente morire, l'autore di questo volume ci offre – senza filtri – un termometro che arriva a 40 (capitoli) per misurare la febbre a una zona divenuta off-limits, sino all'arrivo dell'Esercito. Un libro che, insieme a quel quartiere, cerca un riscatto per Ferrara: per salvarne la memoria, nel rispetto di quello che un grande poeta chiamava "sentimento del tempo".


CONTINUA

http://www.ferraraitalia.it/in-libreria-e-in-edicola-il-primo-libro-inchiesta-sul-gad-140009.html