martedì 4 luglio 2017

Ferrara, disuguaglianza e disuguaglianze

fonte Ferrara Italia

*di Giuliano Pisapia


Sfaccettature della disuguaglianza



estratto

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Che la disuguaglianza stia diventando il problema principale e che vada affrontato nell'immediato mi sembra evidente almeno quanto il fatto che la nostra classe politica non abbia intenzione di metterla al bando.

I governi sembrano concentrarsi molto di più sulla crescita piuttosto che sulla distribuzione delle risorse e a fronte di Pil che si alzano (ultimamente poco in verità) e guadagnano le prime pagine dei giornali insieme alle politiche di abbattimento dei debiti pubblici confusi con il diavolo del XXI secolo, il muro delle divisioni sociali trova grandi spazio su Oxfam o su altri studi di settore, come se la cosa non avesse possibilità di suscitare grande interesse pubblico.

I Pil delle nazioni potranno pure crescere ma, come diceva Bob Kennedy, ex senatore statunitense e fratello di John, "il Pil misura tutto, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta". Di sicuro non è un indice reale del benessere diffuso e i debiti pubblici, come quelli privati, non verranno mai veramente abbattuti perché sono per i mercati finanziari come la farina per il fornaio.

Il debito pubblico potrebbe essere estinto in ogni momento semplicemente monetizzandolo, cioè facendo ricomprare alle Banche Centrali i Btp emessi. Quando questo succede, infatti, il debito non è più un problema. E che sia possibile lo dice chiaramente anche chi di finanza vive, ad esempio Guido Maria Brera, tra i fondatori del Gruppo Kairos, che sulle pagine del Corriere della Sera (intervista di un paio di anni fa) dice: "…abbiamo un avanzo primario che ci permette di vivere alla grande, noi ristrutturiamo il debito, facendolo ricomprare agli italiani…", cioè in pratica quello che fa la Boj, la Banca Centrale Giapponese, riuscendo in questo modo a tenere bassi i tassi di interesse e direzionando quest'ultimo verso i propri cittadini, un piccolo premio produzione piuttosto che un grande problema.

Invece qui da noi si preferisce combatterlo con l'austerità che come effetto, fino ad adesso ed oltre, ha avuto quello di aumentare la povertà, la disoccupazione, bloccare gli stipendi per anni e, quindi, non solo ci ritroviamo con redditi più bassi o bloccati, ma, manco a dirlo, ad aumentare è ancora sempre il debito pubblico (e molto di più quello privato), insieme alla disuguaglianza e ai guadagni di chi usa l'economia di mercato come un bancomat.

Le disparità sociali sono diventate addirittura macroscopiche e pochi ricchi hanno più ricchezza di interi Paesi. Il lavoro, ancora oggi, mezzo principe di inclusione sociale e acquisizione di potere democratico di partecipazione, è reso scarso attraverso il concetto di disoccupazione strutturale (in particolare nei paesi occidentali), e della precarizzazione, che rappresenta l'ingiusta compensazione al fatto di aver ceduto il potere ai mercati finanziari.

Lo Stato non ha svolto il suo compito di difesa del benessere dei suoi cittadini attraverso il rafforzamento delle politiche di difesa del lavoro né nell'offerta di congrui ammortizzatori sociali. Attraverso i suoi politici e le loro relative politiche continua a relegare la giustizia sociale a rappresentazioni grafiche satiriche o ai libri per pochi mentre di fatto rende impossibile il soddisfacimento dell'art. 1 della nostra Costituzione derubricandone quanto stabilito dai Padri Costituenti a mera e ingombrante statuizione di principio. Nei fatti continua a togliere diritti ai lavoratori.....


..........CONTINUA  FERRARA ITALIA



Documentario Il nuovo Sistema Solare Piero Angela

LA DANZICA DELL'ESTREMO ORIENTE. IL SIGNIFICATO DELLA CRISI NORDCOREANA

In assenza di un'autorevole e credibile leadership dell'Occidente, smarritasi in polemiche nominalistiche e talora controproducenti, Pyongyang va avanti nel suo disegno folle e pericoloso di dotarsi di un armamento da superpotenza nucleare. Dal bluff il dittatore nordcoreano sta passando ad un rischioso gioco destabilizzante non più solo per gli equilibri estremo-orientali, ma ormai  apertamente per quelli planetari. Il lucido e farneticante delirio di onnipotenza di un soggetto che rinnova su scala universale le gesta staliniane, a cui si ispira come modello di protagonismo assolutistico, continua a sfruttare il fattore sorpresa, anche con la non troppo celata responsabilità colpevole delle due ex superpotenze comuniste dell'Eurasia, la Cina e la Russia.. Non è ben chiaro, infatti, a chi convenga una Corea del Nord così intraprendente e spericolata. il felice collaudo di un missile intercontinentale fa ritornare alla mente lo stupore allarmato in cui caddero gli USA dopo il lancio nello spazio del primo sputnik sovietico il 4 ottobre 1957, circostanza che faceva supporre che Mosca fosse (ed era veramente) dotata di vettori intercontinentali, rivoluzionando in tal modo inatteso il concetto di difesa strategica occidentale. Non si sa se la storia sia destinata a ripetersi, ma una crisi che si trascina ormai da troppo tempo ha tutte le possibilità di rivelarsi una drammatica nuova Danzica.
Casalino Pierluigi

lunedì 3 luglio 2017

IBN SINA (AVICENNA) GENIO MODERNO

Alfarabi adombra spesso la distinzione,, puntualizzata e poi resa celebre da Avicenna (Ibn Sina), tra l'essere necessario in sé (Dio, in cui l'essenza coincide con l'esistenza) e l'essere possibile (il contingente) reso necessario, cioè esistente, da "altro" (ancora Dio). Avicenna (Ibn Sina) (per esempio nel Kitab al Najat o Libro della Salvezza) opera una distinzione logica che avrà grande fortuna, nonostante induca importanti e complesse aporie. il necessario per sé (Dio) è ciò la cui non-esistenza implica contraddizione con, l'impossibile è ciò la cui esistenza o non-esistenza non implica contraddizione. L'aporia maggiore deriva dal fatto che, se il possibile non venisse obbligatoriamente tratto prima o poi in esistenza dal necessario, sarebbe impossibile e quindi logicamente contraddittorio: ciò postula un principio di pienezza per cui Dio ha dovuto rendere necessari/esistenti tutti i possibili, con grave pregiudizio della sua libera scelta, come acutamente notò Al-Ghazali. Espliciti accenni a questo argomento si trovano, tra l'altro, nel libro delle Scienze (Da^mish-Na^ma) di Avicenna. Ora, dice dunque Avicenna (Ibn Sina), se riguardo alla possibilità di esistere, non vi fosse nulla di reale, la cosa si troverebbe nello stato della non-cosa; dunque non avrebbe neppure una potenzialità in sé e non sarebbe possibile che esista; di conseguenza non esisterebbe mai. Perciò, essere possibile significa già essere qualcosa; di modo che, non appena la cosa è realizzata, (lo stato di potenzialità) non esiste più.Tutto ciò che viene all'esistnza grazie ad una causa, necessariamnte. La possibilità che non venga sarebbe assurda, poiché nel momento che si dia una causa, ma nessuno effetto risultane derivi, o la natura (della causa) è imperfetta.
Casalino Pieluigi

Asino Rosso Facebook News 3 7 '17

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.................A.R.