lunedì 15 maggio 2017

Nelle colonne delle Poste di Ferrara riposa un fossile di 185 milioni di anni | estense.com Ferrara

Nelle colonne delle Poste di Ferrara riposa un fossile di 185 milioni di anni | estense.com Ferrara: Uno studio condotto da un gruppo di ricerca internazionale coordinato da Davide Bassi e Renato Posenato del Dipartimento di Fisica e Scienze della Terra dell’Università di Ferrara ha identificato una serie di reperti fossili inediti risalenti a circa 185 milioni di anni fa, conservati nella roccia delle colonne delle Poste Centrali di Ferrara. La ricerca, pubblicata sulla rivista internazionale “Historical Biology”, ha permesso di descrivere una nuova specie fossile e apporta un importante contributo nel campo dell’icnologia, disciplina che studia le tracce lasciate dagli organismi vissuti sul nostro pianeta milioni di anni fa. «Così come i paguri, che per sopravvivere ai predatori vivono in conchiglie di gasteropodi, numerosi bivalvi marini perforatori costruiscono delle tane perforando gusci di invertebrati più grandi per vivere al loro interno», illustra Bassi. «Alla morte del bivalve le tane si possono preservare, e diventano vere e proprie tracce definite icniti». Lo studio ha

LA GRANDE REGRESSIONE

La GRANDE REGRESSIONE è il titolo di un fortunato libro, che, pubblicato in tedesco, è uscito contemporaneamente in tutte le lingue europee. Si tratta di una raccolta di interventi che definiscono con tale titolo il nostro tempo, richiamandosi ad un altro libro del passato, la GRANDE TRASFORMAZIONE di Karl Polanyi (1944). Un'opera la GRANDE REGRESSIONE (in Italia è stato pubblicato da Feltrinelli), che è nato all'indomani degli attentati terroristici a Parigi nel novembre del 2015. Tra catastrofismo, volontarismo e senso dello sconcerto e dello sconforto, afferma l'idea che ci stiamo lasciando alle spalle un certo sistema di vita faticosamente conquistato nei secoli di storia dell'Occidente, di cui si avverte un irreversibile declino. Regredisce, dunque, il mondo dei valori del cosmopolitismo e dell'illuminismo, dell'apertura della mente e delle frontiere che ne segnava il successo. Una cultura nobile, illuminata e  sotto certi aspetti solidale, nonostante le frontiere che esaltò la Guerra Fredda, ricorrendo ad una sovranità che aveva non solo la possibilità, ma anche il potere di fare. I principi kantiani che sancivano quel sistema ora sono attaccati dal populismo, dall'erosione della classe media, dal declino d una Unione Europea, incapace di guardare oltre l'austerità e i sovranismi. Abbiamo di fronte a noi, per dirla chiaramente, solo una politica dell'audience. Ecco di qui la GRANDE REGRESSIONE. La marea migratoria e l'incapacità di affrontarla in modo comune ha dissotterrato il razzismo e la confusione. Di qui la deriva della democrazia. Già dal canto suo la democrazia non può fare a meno dei partiti e, probabilmente, per questa ragione ha goduto di cattiva fama, nell'antichità come nei tempi moderni. Il ruolo dei partiti e della democrazia tradizionale viene posto in forse da sconvolgenti eventi dissacratori che, parafrasando Tocqueville, tendono a trasformare la democrazia in demagogia cieca e senza sbocchi. L'eclissi della ragione comporta un declino a cui al più presto si porre argine, pena il crollo dei nostri valori millenari di convivenza e di dialogo.
Casalino Pierluigi

LA LEZIONE DELLA STORIA (ANCHE DELLA NOSTRA STORIA)

Proust scriveva che "il ricordo delle cose passate non è necessariamente il ricordo di come siano state veramente". Pur non essendo una fotografia del passato, il ricordo ci offre comunque la possibilità di interrogare il nostro passato, riscrivendolo secondo emozioni e sensibilità, ma anche secondo l'esperienza di oggi. Dettagli e frammenti di vita, elementi della nostra esperienza esistenziale che hanno avuto un significato, oggi possono evocare altro, quasi a dimostrare che anche i ricordi vivono, si trasformano, crescono insieme a noi e formano il culto delle nostre memorie. Nel mio IL SEGRETO DEL VIAGGIO sottolineo come il viaggio sia l'esperienza più frequente dell'uomo, un'esperienza in cui si svolge l'esistenza, un cammino che è immagine del nostro inizio e della nostra fine. I ricordi alimentano la consapevolezza di ciò che siamo e fin dove possiamo andare. I ricorsi sono preziosi, irripetibili e quindi unici, autentici. Al tempo stesso tutti e sempre diversi. Ci fanno intravedere uno spicchio di eternità nella nostra storia personale. I ricordi, per concludere, anche se spesso, leopardianamente, sono dolorosi (...ancor che triste e che l'affanno duri...), ci aiutano, ci servono per imparare, senza avere paura anche di essi....Questa è la lezione della storia, della nostra storia.
Casalino Pierluigi

domenica 14 maggio 2017

Fazi Editore: «Yeruldelgger. Tempi selvaggi» di Ian Manook in libreria

 

Care lettrici e cari lettori, 
da oggi trovate in tutte le librerie il secondo volume della trilogia pluripremiata ambientata in Mongolia. 
Vi segnaliamo anche le date del tour italiano dell'autore, che inizierà al Salone internazione del Libro di Torino e proseguirà a Pisa, Milano e Roma. 


Ian Manook
YERULDELGGER
Tempi selvaggi
 collana Darkside / pp. 474 /euro 17

Dopo «Yeruldelgger. Morte nella steppa», il noir francese più premiato degli ultimi dieci anni, ecco il secondo capitolo della trilogia che sta conquistando i lettori di tutto il mondo: il commissario ritrova la Mongolia e le sue terre estreme in un grande thriller di un'originalità assoluta.

Dopo la Svezia di Mankell, l'Islanda di Indriðason, la Scozia di Rankin, d'ora in poi ci sarà la Mongolia di Ian Manook.

Il libro È inverno inoltrato e la steppa è avvolta nella morsa dello dzüüd: le temperature si aggirano sui meno trenta, un vento gelido imperversa e il paesaggio è spazzato da tormente di neve. Sembra di respirare vetro. È la leggendaria sciagura bianca, che al suo passaggio lascia dietro di sé una scia di cadaveri. Milioni di vittime, uomini e animali. Da un cumulo di carcasse congelate, incastrata fra un cavallo e una femmina di yak, sbuca la gamba di un uomo. È solo il primo di una serie di strani ritrovamenti. Nel frattempo, in un albergo di Ulan Bator, viene assassinata la prostituta Colette, delitto del quale è accusato proprio il commissario Yeruldelgger. E poi c'è la scomparsa del figlio di Colette, le cui tracce porteranno il commissario fino in Francia, in una fitta trama di giochi di potere dei servizi segreti, loschi affari dei militari e corruttela della politica. Yeruldelgger non ha più niente da perdere ed è pronto a uccidere. Il fuoco va sconfitto col fuoco, proprio come si fa quando scoppiano gli incendi nella steppa: si creano muri incendiari. E intanto, la neve continua a ricoprire la Mongolia…
Secondo capitolo della trilogia di Yeruldelgger, Tempi selvaggi non deluderà le aspettative. Il commissario più amato del momento è tornato.

Su Yeruldelgger è stato scritto:

«Mongolia immensa, spirituale, nera, nel romanzo rivelazione di Ian Manook. Un racconto inesauribile, che risuona ben oltre la rivelazione del male e lo svelamento del colpevole. L'esordio di Manook impone lo spassante scenario mongolo nell'immaginario del poliziesco, così come vent'anni fa Mankell impose la Svezia».
Roberto Iasoni, «Corriere della Sera»

«Ian Manook mette in scena un giallo dai sapori forti, in un paese ricco di contraddizioni. L'autore è molto abile a trascinare il lettore in una trama violenta e in luoghi esotici. Un romanzo giallo e al tempo stesso un libro di viaggio».
Brunella Schisa, «il Venerdì di Repubblica»

«Fazi fa delle indagini del commissario Yeruldelgger la sua scommessa per le letture sotto l'ombrellone e non è difficile capire fin dalle prime righe perché la puntata è vincente».
Cristina Nadotti, «la Repubblica»

«Il thriller di Manook è un magnifico reportage in un mondo perlopiù sconosciuto».
Fabrizio D'Esposito, «Il Fatto Quotidiano»

«Il futuro del noir? Uno sbirro stile Gengis Khan».
Caterina Maniaci, «Libero»

Ian Manook Giornalista, editore e romanziere, vive a Parigi. Ha esordito con YeruldelggerMorte nella steppa, pubblicato nel 2016 da Fazi Editore e primo di una trilogia con lo stesso protagonista. Pluripremiato e adorato dai lettori e dalla critica, Yeruldelgger è un vero e proprio fenomeno.

 

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La favolosa classe del MICRI 2017 a Washington

 blog "Letter from Washington". 

 

Oscar Bartoli

La favolosa classe del MICRI 2017 a Washington

http://oscarb1.blogspot.com/2017/05/la-favolosa-classe-del-micri-2017.html

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