domenica 3 luglio 2016

Futurismo: Zoltan Istvan e la Marina Militare Usa 3.0

Militari USA pensano a strategia per impiantare chip a tutti gli esseri umani

Il governo degli Stati Uniti starebbe valutando l'idea di impiantare nei cittadini americani microchip con GPS con l'obiettivo di localizzare ogni loro spostamento. La Marina Militare americana ha chiesto infatti consulenza al fervente sostenitore del transumanesimo Zoltan Istvan per attuare una "strategia politica" in vista della diffusione di massa dei chip nel cervello.

Il governo degli Stati Uniti starebbe valutando l'idea di impiantare nei cittadini americani microchip con l'obiettivo di localizzare ogni loro spostamento. Lo rivela in esclusiva The Sun1, che riporta come la US Navy, la marina militare statunitense, avrebbe avuto una serie di incontri con uno dei candidati che erano in corsa per la Casa Bianca, il fervente sostenitore del transumanesimo2 Zoltan Istvan. Durante la campagna presidenziale Zoltan Istvan aveva infatti dichiarato che se fosse diventato Presidente degli Stati Uniti avrebbe sostenuto la ricerca scientifica indirizzata a "vincere la morte umana e l'invecchiamento nell'arco di 15 - 20 anni", annunciando l'intenzione di formare il Transhumanist Party.

Con Zoltan Istvan i militari americani avrebbero quindi discusso "la possibilità di impiantare negli esseri umani quei chip dotati di sistema di posizionamento globale" vale a dire il GPS. The Sun spiega di aver avuto la possibilità di vedere inoltre la corrispondenza tra Zoltan Istvan ed il vice ammiraglio James Wisecup, attualmente impiegato nel dipartimento della Marina Militare stelle e strisce Chief of Naval Operations Strategic Studies Group, dedicato alla elaborazione di "concetti di guerra rivoluzionaria". In queste lettere Wisecup ha scritto a Istvan sostenendo che queste riunioni hanno allargato la loro "comprensione" riguardo "la fusione tra uomo e macchina".

Come sottolinea The Sun, "Istvan crede che la vita umana potrebbe essere migliorata se siamo tutti d'accordo nel farci impiantare computer o chip nei nostri corpi e cervelli". Lo stesso Zoltan Istvan conferma: "Un gruppo di ufficiali della marina sono venuti a casa mia e uno dei temi principali è stata la strategia di impianto dei chip".
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Ferrara Italia : La Newsletter del 1 Luglio

 
La Newsletter del 1 Luglio
La newsletter del 1 luglio - Il nostro sguardo sul mondo
La sharing economy è la protagonista del terzo dei nostri dossier settimanali estivi: di seguito potrai trovare un estratto dell'introduzione e il collegamento diretto al Sommario con una selezione di articoli dal nostro archivio.
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SHARING ECONOMY E ALTRE ECONOMIE
di Bruno Virgilio Turra
Negli ultimi decenni l'inesorabile traiettoria della civiltà occidentale ha sancito l'esistenza di due fratture epocali. La prima è la rottura tra società ed economia derivante dal tentativo di ridurre la prima alla seconda; il distacco tra un società che si vorrebbe ridotta alla sommatoria di comportamenti di consumatori separati ed un'economia che postula l'equivalenza tra persone e consumatori, ha fatto tornare in auge nei modi più strani quelle relazioni e quei rapporti che si connotano in termini religiosi, sentimentali, spirituali, etnici e comunitari ,che la pretesa omologante del consumismo razionalista insito nel progetto di globalizzazione pensava di aver spazzato via in modo definitivo...
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Perchè essere cristiani. Antonio Socci, don Luigi Giussani e Maria Zambrano in un tempo inquieto PIERFRANCO BRUNI

 
di  PIERFRANCO BRUNI
Perchè essere cristiani
Antonio Socci, don Luigi Giussani e  Maria Zambrano
in un tempo inquieto


Scrive Don Luigi Giussani: "Ognuno di noi è stato scelto attraverso un incontro gratuito perché si renda egli stesso incontro per gli altri. È dunque per una missione che siamo stati scelti...".  Una missione in questo nostro tempo. La lacerazione che ci attraversa tocca il vuoto delle coscienze ed è indifferenza il legame tra laicità e relativismo, tra sostanza ed essenza. Siamo dentro un viaggio privo di metafisica. Siamo anche stanchi ma mai ci si arrende. Mendicanti di deserti o nel deserto.  Rincorriamo la Grazia e la Voce.
Don Luigi Giussani: "Il vero protagonista della storia è il mendicante: Cristo mendicante del cuore dell'uomo e il cuore dell'uomo mendicante di Cristo". Una "parabola" che diventa la metafora vera di questo nostro tempo di contraddizioni e scavanti lacerazioni.  Siamo in cammino. Quale sarà mai il nostro porto o la nostra Isola o il nostro stare tra le vele in mare aperto?

Antonio Socci, di cui ho seguito tutto il suo percorso, attento e intelligente conoscitore del viaggio cristiano, oltre gli inquietanti modelli teologici dell'attuale papato, ha tracciato un vero e ontologico passaggio cristologico nel suo "Avventurieri dell'eterno".
È un costante dialogare che parte proprio da Cristo nella centralità di un umanesimo che va oltre le frontiere di Bonifacio VIII per attraversare San Paolo nella Damasco del deserto e compiersi in Agostino che detta il linguaggio delle confessioni grazie alla definizione della bellezza come metafisica e mai come teologia.
A questi riferimenti si era ancorata anche la filosofa spagnola Maria Zambrano, sulla quale lavoro da decenni per cercare di definire un pensiero come confessione appunto anche di un genere letterario. Zambrano è tra Sant'Agostino e Paolo.
Agostino diventa, per Socci, il porto che emerge dal sepolto per farsi Terra Promessa. Ma è il concetto di infinito che si sottolinea sia in Kierkegaard che in Dostoevskij in una dimensione che va oltre la siepe e si focalizza proprio nel concetto di eterno.
Allievo di Don Giussani e dentro la mistica teologica di Benedetto XVI, Socci, scrive che bisogna sempre essere dei mendicanti che cercano la verità perché noi, egli dice, restiamo dentro l'eternità in quanto "creati per l'eternità, per incontrare qui, in questa vita, l'Eternità fatta carne, l'Uomo -Dio".
La lezione di Don Giussani diventa caratterizzante come quella di Benedetto XVI ed è chiaro che siamo ad un pensiero forte e non relativista come negli slogan di papa Bergoglio.
Ciò è evidenziabile, ovvero il pensiero forte, anche negli altri scritti di Socci. Penso a "Tornati dall'Aldilà". O al toccante e profondo "Mistero Medjugorje" che ho presentato in più occasioni.
"Ho fatto circa 2.000 chilometri fra terra e mare sulle tracce di una donna. È una donna di 'una bellezza indescrivibile', assicura chi l'ha incontrata".
Fragilità e certezza. Due punti di partenza. Eterno e infinito. Due punti di arrivo.
Perché questo?

Scrive San Tommaso d'Aquino: "L'ultimo fine della vita umana è la visione di Dio". Allora qui si incontrano la filosofia dell'umanismo e la teologia cristologica. Infatti è il "Cantico delle Creature" che pone una tale dimensione nella quale Socci si rispecchia.
Senza il valore dell'eternità nessun concetto avrebbe più senso. Si incontrano il cercare e il trovare e interagiscono. Nella vita inquieta del cristiano vale l'osservazione che Kafka scrisse nel 1916: "Chi cerca non trova, ma chi non cerca viene trovato".
Siamo in quel cammino del mendicante al quale facevo riferimento con Don Giussani e al quale rimanda l'immagine di Giovanni Paolo II.
Dobbiamo percorrere l'esistenza immortalando sempre l'anima della memoria. Socci si sofferma su ciò nello splendido "La profezia finale. Lettera a Papa Francesco sulla Chiesa in tempo di guerra".
La sua e la mia posizione sono identiche sia sul concetto di profezia sia nei confronti del Relativismo di Papa Bergoglio.
Ancora una volta viene chiamato in causa Don Giussani quando sottolinea: "Io credo che, se non ci sarà prima la fine del mondo, cristiani ed ebrei possano essere una sola cosa nel giro di sessanta -settanta anni".
Ma è un libro attraversato completamente dalla consapevolezza metafisica in un tempo in cui la guerra dichiarata ai cristiani dal mondo Ottomano investe una gravissima geo-esistenza. Una guerra dichiarata contro la tradizione della cristocentricita'.
Gli strumenti cattolici attuali sono debolissimi.
Saremo islamizzati? La nostra temperie è il vissuto estremo di uno scontro.
Prima di questo viaggio nella profezia finale Socci aveva pubblicato il libro "Non è Francesco".
Insomma si scontrano due modelli di cultura e due paesaggi di civiltà in una fase in cui la distinzione tra Cattolici e Cristiani è ben consistente.
Il viaggio non smette. Ma noi cristiani in Cristo poniamo come principio fondamentale la Tradizione.
In questi tempi dolorosi, ci dice Socci, non dobbiamo mai smettere di essere testimoni di Cristo. Ma dobbiamo soprattutto saperlo testimoniare. Nel mistero dell'incontro e dell'infinito il Cristo rivelante. Lungo quale strada percorrere il cammino? Resta l'interrogativo ma abbiamo bisogno di vivere nella Profezia.








Ferrara, Brexit, intellettuali, L. Traini e il rispetto degli elettori - lettori

Noi siamo oggettivi: pur censurati come futuristi dalla Pravda local ferrarese, la Nuova Ferrara, come sempre pronti a evidenziare articoli in senso contrario e importanti e di vera libera informazione. Il nuovo direttore della testata cartacea ferrarese, Traini,  è oggi ottimamente intervenuto con un editoriale apprezzabile sul postBrexit.... Con alcune parole chiare, precise, veredemocratiche: al di là delle analisi e delle opzioni personali, sempre legittime, sull'Europa o la Fine dell'Europa (leggi Unione Europea, non certo l'utopia stessa figurarsi la storia culturale e geopolitica del continente stesso) in principio, anche dopo il Brexit, hanno sempre ragione, gli elettori ovvero i popoli e le loro legittime scelte.  Traini ha anche esteso il concetto in formule direttamente legate all'informazione interessanti, bello pure il gioco linguistico.. ai Lettori.  La critica di Traini è stata esplicita a certa Intellighenzia, pure prossima alla Nuova e la stampa filo di sinistra, protagonista, da Severgnini a Saviano, oltre ai soliti politici guru Napolitano, Monti ecc., che ha liquidato il Brexit come la Pravda originale ai tempi della rivoluzione ungherese!!!  E pure da Ferrara, lo stesso Marani, elegantemente contestato anche da Traini, pur collaboratore de la Nuova...  Questo, una tantum,  è giornalismo doc.
http://lanuovaferrara.gelocal.it/ferrara



Bangladesh, Islam Isis, italiani obiettivo? Deterrenza nucleare aut aut

 
Magdi Allam come sempre  dice la verità storica, sempre rimossa dall'Europa e dall'Italia (e dall'Onu e dall'America di Obama), l'Islam attuale maggioritario non è compatibile con l'Occidente e la Civiltà... In Bangladesh, come risposta strategica non da questi giorni alla crisi dell'Isis e dello Stato Islamico, leggi Siraq  cosiddetto e anche in Libia, frenato grazie più a Putin e Assad che la coalizione internazionale..., ecco il terrorismo islamico unito colpire turisti e stranieri  viralmente. E in questo caso molti italiani. Qualche commentatore (Resto del Carlino nazionale) sollecita l'ipotesi inquientante di un bersaglio italiani in primis....
In effetti la strategia decentrata e più anarchica, con anche grande margine di autonomia in tutto il mondo a cellule "localistiche" anche poco sinergiche direttamente con le consolle official dell'Islam radicale, è la più ardua da combattere anche preventivamente. Tenuto conto, infine, della fine del mito anticolonialista e antiimperialista delle condizione sociali misere o miserrime come causa del ritorno del fondamentalismo religioso e islamico, al contrario si caratterizza il fenomeno da convertiti o terroristi di seconda terza generazioni dall'Europa ecc., quindi semibenestanti!!!, sembra quasi l'Internazionale Islamica radicale erede nella formula (ma non solo in certo senso) della stragegia che fu del Comunismo sovietico!!! Ebbene come si sconfisse realmente il Comunismo? Certamente con la deterrenza nucleare e la sfida tecnologica complementare che alla fine azzerò, quasi senza colpo ferire, l'Unione Sovietica! All'epoca era quasi richiesta dalla stessa opinione pubblica occidentale, come strategia fondamentale di sicurezza, pur con il rischio, secondo novecento, molto concreto di disastri planetari atomici, leggi fine realissima della vita umana sulla Terra!   Ora, vuoi certa decadenza poco chiara e malcompresa dello spirito occidentale, vuoi , forse, il condizionamento geopolitico ed economico, dell'Islam mondiale (paesi arabi inclusi nonostante i simulacri e contingenza di superficie ufficiali) già a livelli di punti di non ritorno insospettabili (ma non secondo a suo tempo Oriana Fallaci, oggi Allam, Adonis e altri artisti-scrittori, ecc.) sembra quasi tacitamente impedire la semplice richiesta di una nuova deterrenza nucleare verso lo Stato islamico.... Con rischi , in tal caso, assolutamente minori o comunque relativamente assai diversi (pur gravi, probabilissimi attentati come dall'11 settembre almeno, ma ... tanto poi a quanto pare, capitano lo stesso, quindi...). 
Un Occidente non in fase di deficienza istituzionale  e metapolitica e culturale degno di questo nome, oggi urlerebbe e pretenderebbe, oltre a azioni programmatiche più mirate dell'intera Comunità Internazionale, Onu e UE e incluse, una Nuova Deterrenza Nucleare logisticamente da concretizzare nelle aree piu a rischio Islam Isis del pianeta ben note... Un aut aut, prima che sia troppo tardi... 


INFO
http://www.repubblica.it/esteri/2016/07/02/news
/dacca_blitz_delle_forze_armate_nel_bar_attaccato_dall_is-143243979/

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ora-basta-menzogne-uccidono-nome-dellislam-1278587.html