giovedì 26 marzo 2015

convegno: Territori Contaminati ABA Roma


*photo Vitaldo Conte

Convegno "Territori Contaminati"

Giovedì 26 marzo 2015 Aula Magna, Accademia di Belle Arti di Roma

ore 9,50 - Saluto della Direttrice Prof.ssa Tiziana D'Acchille

ore 10,00 / 10,30 - Prof. Lidia Reghini di Pontremoli, docente di Antropologia Culturale e Culture Digitali
"Dalla crisi del luogo ai non-lieux. Sussulti e territori mutanti: la deriva del concetto di identità"

ore 10,30 / 11,00 - Prof. Vitaldo Conte, docente di Storia dell'Arte Contemporanea e Arte per la Terapia
"Scrivere la ferita come arte: fra anomalia, mistica, desiderio"

ore 11,00 / 11,30 - Prof. Carlo Bozzo, docente di Scenografia
"La percezione dell'infinita anomalia dello spazio"

ore 11,30 / 12,30 - Prof. Stefano Piacenti, docente di Storia dello Spettacolo
"Quale teatro per quale società?"








mercoledì 25 marzo 2015

La love story di Mussolini ad Oneglia

Che Mussolini fosse personaggio scomodo e inviso alle autorità era già noto fin dai suoi trascorsi socialisti. Durante le giornate della Conferenza di Pace di Sanremo nella primavera del 1920, gli era stata vietata l'accoglienza nella Città dei Fiori da parte delle forze dell'ordine, che già avevano il timore delle invettive di Gabriele D'annunzio, impegnato all'epoca nell'impresa fiumana. Il futuro capo del fascismo, seguito a vista, era il pericolo numero uno degli organizzatori e dell'evento sanremese, che avrebbe dovuto decidere le sorti delle province ex ottomane. Da socialista ad interventista e poi fascista, Mussolini non era mai stato soggetto controllabile. Per ironia della storia, quando, nel 1922. a Rapallo si riunì la conferenza che  segnò l'intesa segreta tra la Germania e la Russia dei soviet, Mussolini era ormai assai vicino alla presa del potere in Italia. Durante la sua esperienza socialista, il futuro Duce, aveva trascorso un periodo ad Oneglia (ancora non unita a Porto Maurizio nella città di Imperia), dove aveva preso coscienza delle sue qualità e possibilità in campo giornalistico e politico. Qui diresse la rivista "La Lima", arringava i socialisti dei dintorni, si distingueva per essere sempre "al verde", si divideva tra donne e comizi e aveva l'hobby della musica. si dilettava a suonare violino e trombone, quando l'umore era buono. Ma non erano note liete quelle che che si spandevano per Oneglia, ma quelle gravi di una marcia funebre, "in omaggio alla borghesia, prossima a morire". Malgrado l'aspetto poco rassicurante, piaceva al gentil sesso, anche se ebbe solo avventure occasionali. Mussolini "amatore" ebbe un'avventura con la modista ventenne Giovanna Pasqualina Amoretti. Con questa donna visse una relazione seria e quando abbandonò Oneglia le chiese di seguirlo "in libera unione". Lei non accettò, ma le restò fedele a modo suo, non sposando altri. Nel 1935 fu colpita da un male incurabile e glielo fece sapere. Lui l'aiutò con sussidi, seguì tramite il Prefetto di Imperia il decorso della malattia, la fece ricoverare a Genova nella clinica "Villa Serena", dove fu operata dal Professor Durante. Erano i tempi della guerra d'Abissinia e il Capo del Governo aveva altri problemi per la testa, ma non fece mancare il suo aiuto all'antica compagna. Il periodo onegliese fu ricordato come un capitolo felice, pur dovendo fronteggiare una perenne condizione di morosità, soggiornando anche in una baracca sul porto. Quando fece ritorno a casa inviò una cartolina all'amico Giacomo Delbecchi, scritta in un latino approssimativo e intesa a rivolgere un invito a resistere e un saluto ai suoi ex compagni.
Casalino Pierluigi, 25.03.2015

martedì 24 marzo 2015

FEDRA

Il personaggio di Fedra viene riproposto in maniera ricorrente nella storia del teatro, recuperando dal mito le sue suggestioni e le sue passioni. La "Fedra" di Racine occupa uno spazio particolare nella ricostruzione della tragedia. Racine rappresenta il dramma "erotico" di una famiglia, di un'intera famiglia, da Pasifae ad Arianna, a Fedra, che sopporta l'odio e la persecuzione di Venere: una famiglia che diventa bersaglio e preda della dea dell'amore. Dopo Medea e Didone, mai Eros ci era apparso in una luce così spaventosa, tenebrosa, dirompente e lacerante. Il destino di Fedra è quello di una figlia del sole che cade vittima della notte e dei suoi orditi inquietanti ed arcani. Il suo amore per Ippolito è una fiamma, che invece di splendere e di essere attratta dal sole in modo trionfale, viene respinta fino ad innalzarsi nera ed atroce, demoniaca. Odiando in essa la luce, anzi tutte le luci, da segno di chiara speranza si trasforma in delirante oscurità. Fedra ricalca il mito della luce e dell'oscurità che sono egualmente nel cuore dell'uomo. Fedra odia e fugge in essa anche la luce del giorno: conosce la malattia, la follia, la dissociazione più sfrenata, una divisione dell'io senza precedenti, la vergogna, la desolazione, la morte dell'amore. La storia di Fedra è la storia di una colpa presunta, la colpa di un amore proibito, che si muta in tabù, una lotta che si caratterizza come rivolta contro il divieto sociale e le assurde convinzioni e proibizioni morali: una colpa che non può essere solo perdonata, ma nemmeno ammessa, pronunciata. Tutta la vicenda, oggetto della tragedia fin dalla sua origine leggendaria e teatrale è, in termini di linguaggio, la descrizione del lento, faticoso, mortale, infine inarrestabile parabola di questa parola interdetta, di questa impronunciabile colpa, verso lo scandalo catartico e la  rovina liberatoria della pronuncia. In questa rappresentazione straordinaria riesce magistralmente Racine più ancora di altri autori.
Casalino Pierluigi, 24.03.2015

lunedì 23 marzo 2015

Doppio appuntamento per gli amanti di Lovecraft. Roma-Milano, 24-25 marzo



24 marzo, h. 20.30
Libreria Aseq. Via dei Sediari 10, Roma
«Lovecraftiana»
Presentazione di:
«Antarès», n. 08, «H. P. Lovecraft #2. L'orrore cosmico del Maestro di Providence», Edizioni Bietti, Milano 2015
(http://www.antaresrivista.it/Antares_8_lr_web_2b.pdf)
H. P. Lovecraft, «Teoria dell'orrore», Edizioni Bietti, Milano 2011
Intervengono:
Gianfranco de Turris
Sebastiano Fusco
Riccardo Rosati
https://www.facebook.com/events/1550731851857808/

25 marzo, h. 18.30
Vinodromo. Via Salasco 21, Milano
«Libri che uccidono. Dal Necronomicon di Lovecraft al Re in Giallo di True Detective»
Intervengono:
Luca Gallesi
Giulio Giorello
Andrea Scarabelli
Durante l'evento, verrà offerta una selezione di vini
https://it-it.facebook.com/events/437337643095964/

“La parola ha un cuore immenso se riesci a leggerla ora e soprattutto domani”-Pierfranco Bruni: Raccontare uno scrittore con la voce di Valitutti, Bufalino, Ghirelli, Marti, Nievo, Ulivi, Pomilio e tanti altri

"La parola ha un cuore immenso se riesci a leggerla ora e soprattutto domani". È su questo elemento che è stato presentato il viaggio letterario di Pierfranco Bruni per la sua Candidatura al Nobel Letteratura. Da "Un paese vuol dire non essere soli" (Pavese) a "Occorre ricucire le coscienze spezzate della nostra memoria" (Pierfranco Bruni). Un dettaglio che ha visto un dialogare su l'opera di Pierfranco Bruni, tra poesia e narrativa, e la sua candidatura al Nobel.
Una discussione che il Sindacato Libero Scrittori ha sviluppato intorno a tutta la sua produzione poetica e narrativa non tralasciando quegli aspetti salienti che interessano la letteratura del ritorno e la nostalgia sconfitta che costituiscono tasselli del suo mosaico umano e culturale.
Da "Via Carmelitani", la cui prima edizione risale al 1983 e la quarta edizione accresciuta addirittura al 1990, libro che ha segnato una delle prime tappe fondamentali nel percorso poetico, sino a "Come un volo d'aquila" del 2013 la poesia di Pierfranco Bruni ha avuto ed ha una pagina critica di notevole spessore tanto che si è parlato di una poesia piena di "eleganza e di misura solitaria" (Stanislao Nievo), mentre Mario Pomilio ha definito i versi di Bruni, in tempi lontani, "puliti ed esatti" e Raul Maria de Angelis, lo scrittore che diede voce a Maria Zambrano, sottolineò che la poesia di Bruni "è una poesia senza macchia".
Ma furono numerosi i critici che si sono occupati, proprio negli anni Ottanta/Novanta della poetica di Bruni. Si pensi agli scritti di Giuseppe Selvaggi, di Antonio Ghirelli, di Mario Marti, il quale scrisse che i suoi versi "scorrano come i grani di un rosario… quasi come una preghiera", di Ferrucci Ulivi, di Francesco Grisi, di Donato Valli che poi fece la Prefazione a "Viaggioisola" del 1992, di Salvatore Valitutti che parlò di "magia delle parole", di Michele Dell'Aquila, di Giuseppe Pederiali, di Gesualdo Bufalino che li definì "versi belli, scanditi da una nobile e lenta malinconia".
Un libro, "Via Carmelitani" che introdusse Pierfranco Bruni nel Novecento poetico italiano seguito da "Altro o niente", da "Viaggioisola", da "Ulisse è ritornato", "Il canto delle sirene", "Canto di Requiem" che ebbe la recensione di Gianfranco Ravasi, di "Ti amerò fino ad addormentarmi nel rosso del tuo meriggio", punto di riferimento della poesia d'amore in Oriente, e ancora sino a "Come un Volo d'aquila" passando attraverso il canto di "Asmà e Shadi" del 2013. Gran parte della produzione poetica di Bruni è stata racconta in una antologica "Fuoco di lune" che raccoglie la sintesi di un viaggio che va dal 1974 al 2004.
Bruni, dunque, nasce come poeta, ma il suo tracciare i linguaggi lo portano subito al romanzo di "Paese del vento", romanzo che ha avuto ben quattro edizioni con una ultima di estrema eleganza e poi "L'ultima notte di un magistrato" (tre edizioni), "L'ultima primavera" (due edizioni), "Passione e morte" (due edizione e con edizione tradotta in Romania).
Qui è come se si concludesse una stagione di intrecci poetici ed estetici in cui la memoria si confronta costantemente con il tempo. Ma già con "Paese del vento" il mistero è dentro la memoria che si trova nel ciclo successivo, che va da "Quando fioriscono i rovi", dove già compare la figura di San Paolo a "Il mare e la conchiglia" dove campeggia la metafora del faro, a "La bicicletta di mio padre", " sino ad Asmà e Shadi", che è un Cantico dei Cantici nell'amore passione, trasparenza e rinuncia.
Una terza fase è rappresentata, certamente, dall'innesto alchemico delle ultime pagine della "Bicicletta di mio padre", in cui si parla del mondo magico e sciamanico per approdare a "Che il dio del Sole sia con te", un intercalare tra gli Orienti e le fede: dall'Oriente mediterraneo al mondo tibetano. A questa filosofia Pierfranco Bruni si è spesso richiamato, ma la summa di questo suo viaggio è leggibile in "La pietra d'Oriente", romanzo pubblicato recentemente e che riscuote molti consensi e che pone in essere una letteratura che è poetica dell'esistere tra estetica e metafisica.
Numerosi restano i suoi saggi di critica letteraria e i suoi studi sulle antropologie dei popoli e delle letterature come il tomo "Mediterraneo" ed ora la sua entratura nella favola – fabula armena lo porta verso nuovi cammini. Ma l'Oriente non è un approdo, per Bruni, è piuttosto, come è stato detto recentemente, un "orizzonte di senso ma anche un orizzonte spezzato tra le parole dell'immaginario".
Poesia e narrativa in un circuito che è profondamente stretto tra letteratura e magia, tra poesia e alchimia, tra linguaggio e ricerca di antropologie sottese in un viaggiare tra il deserto e il mare. Infatti proprio in "La pietra d'Oriente", romanzo pubblicato da Pellegrini (distribuzione Mondadoristore) ha permesso di avanzare la candidatura al Nobel della Letteratura (da parte del SLSI) tenendo presente l'attività letteraria di Pierfranco Bruni che scorre lungo le cronache e le storie da oltre quarant'anni. Ma sono le tre trilogie che hanno segnato uno spaccato nel vissuto letterario di Bruni ormai tradotto in più lingue.
La trilogia poetica: "Giorni di sempre" (1975), "Via Carmelitani" (1984 – 1990), "Fuoco di lune"  e "Come un volo d'aquila" (2004 - 2013). La prima trilogia narrativa: "Paese del vento" (1995), "Quando fioriscono i rovi" (2004), "Il mare e la conchiglia" (2007). La seconda trilogia narrativa: "La bicicletta di mio padre" (2011), "Asmà e Shadi" e Che il dio del sole sia con te" (2013), "La pietra d'Oriente" (2015). Su questo ultimo romanzo è già pronto un Video che raccoglie i segni e i simboli del viaggio di Pierfranco Bruni.