giovedì 26 febbraio 2015

Futurismo anniversario, giovani da 106 anni




20 febbraio 1909, 20 febbraio 2015, anniversario compleanno 106 del futurismo.  Futuristi giovani da 106 anni.... parafrasando una speciale pubblicità recente, Edison, già griffa infatti particolare, dal grande Thomas, inventore della luce elettrica con il nostro Alessandro Volta? Pare proprio di si, alla luce della grande retrospettiva del 2014 al Guggenheim Museum di New York sul futurismo storico, non ultimo in Italia dal volume appena edito da Armando editore, Marinetti 70 Sintesi della critica del futurismo, a cura di Antonio Saccoccio, netfuturista digitale - Univ. Tor Vergata, Roma e del sottoscritto, poeta futurista e elettronico: una re-visione aggiornata per l'anniversario stesso settantesimo della scomparsa di Marinetti, con - tra gli autori- alcuni dei principali storici e critici del futurismo, stprico e digitale, per la prima volta assieme per un bilancio critico aggiornato ed in progress. 
Il futurismo continua oggi e in Italia  ancora la sua Capitale, in chiave contemporanea, alla luce dell'era informatica:  Marinetti e il futurismo? Precursori del computer world attuale, di Internet.
E chiarita, attualmente, anche la famosa querelle storica sull'equazione futurismo-fascismo: ben più complessa anche storicamente,  contingenze quasi skinneriane o pavloviane...: se Marinetti era in Russia sarebbe stato con Lenin, viveversa Majakowskij .. con Mussolini, peraltro considerato quasi fin alla viglia della marcia su Roma dallo stesso Lenin un rivoluzionario, particolarmente irritato dalla rottura dei socialisti con l'ex "rivoluzionario", più o meno lo stesso giudizio di Gramsci sul futurismo in tempo reale. 
Noi aggiungiamo, senza rimuovere  certa comunque secondaria collusione in Italia, né certa clamorosa ingenuità in Russia.., che per spiriti e idee rivoluzionarie come ... il futurismo, politicamente era quello che passava  il secolo, il convento dell'epoca, e se non osano gli artisti il salto nel futuro e nel mondo nuovo, il mondo.. sarebbe sempre vecchio, anzi si sarebbe già estinto dal neolitico...
E nessuna iperbole: se gli orizzonti sani del nostro tempo,  il mondo tecnoscientifico - e poco altro-  segnala ancora nella crisi contemporanea totalmente imprevista solo negli anni '60, scenari futuri desiderabili, ripetiamo captati eccome dal Futurismo, l'Ombra, per dirla con Jung, del nostro tempo è in primo piano, come tutti sanno: dovevamo andare in vacanza su Marte nel duemila, invece,  nonostante i progressi scientifici,  il Reale è paradossalmente un nuovo medio evo (ben poco meraviglioso alla Huizinga o Le Goff) con incubi di  povertà retromoderne, terza guerra mondiale e scontri di civiltà impensabili.
E l'arte scienza futurista, al passo con l'evoluzione scientifica contemporanea, ci ricorda, pur in dinamiche globali del genere, più nello specifico  di abusata società liquida, di compiacimento nichilista autodistruttivo, di vera e propria patologia politica generalizzata, certa nuova configurazione e  cambio di rotta, probabilmente l'unica ricetta planetaria, dalla forza della scienza e dell'immaginario futurista in senso espansivo, non solo ovvio i futuristi, per pilotare le soluzioni vincenti.  Dalla follia e dalla stessa patologia della normalità (l'infame buon senso o la voluttà di essere fischiati denunciato e ... provocatorio di Majakowskij e Marinetti) al regno della macchina  rivoluzionaria, ovvero della scienza, oggi non più mera utopia, ovvero della libertà e del pensiero complesso e della Conoscenza, anziché le superstizioni religiose storiche o non riconosciute ancora dominanti (dietro una patina di "democrazia" in Occidente e di "autodeterminazione"  nel terzo/quarto mondo - con sceicchi e  capi tribu che sguazzano nell'oro o nelle allucinazioni  primordiali ancora animistiche... inclusi i terrorismi ben noti...),  Politica e Economia pre-scientifiche incluse (necessari altri Registri di Sistema, come dall'astrologia all'astronomia per intenderci).   
Ecco,  il pozzo senza fondo, il buco nero già s'intravede nell'attuale quasi orizzonte degli eventi: come nell'ouverture di 2001 .. di Kubrick, allora forse, anzi probabilmente scatterà la scintilla...  I popoli come estrema ratio di sopravvivenza si affideranno alla Comunità Scientifica, ai veri esperti, tempo di essere chiari.  E in tale rivoluzione democratica ma informatica, effetto misconosciuto della/dalla Rete e dal Web, che l'attuale ancora pianeta delle scimmie... capta solo come una specie di elettrodomestico gigante, credenti solo nella numerologia delle Borse e dei capi di stato diversamente babbuini..., i futuristi saranno in prima fila accanto agli Scienziati e al People Web 3.0.
Roby Guerra

http://lanotiziah24.com/2015/02/roma-futurismo-anniversario-giovani-da-106-anni/


Emilio Diedo, recensione di KK, Anima et Infinitum

KK (Caterina Costanzo)
Animæ et Infinitum. (Le forme dell'Anima in cerca di Dio e d'Infinito)
Nota iniziale e postilla finale dell'autrice
Prefazione di Roberto Guerra
Note, biografica e sull'autrice
Foto di copertina di Elisa Zanni
La Carmelina Edizioni, Ferrara-Roma 2014, e-book, € 4,90


KK (all'anagrafe Caterina Costanzo, catanzarese di nascita e ferrarese d'adozione), con questa pubblicazione finalmente finalizza (nel senso di portare alla dovuta conoscenza del pubblico) la "costanza" (attributo che affiancato al cognome dell'autrice potrebbe apparire un pleonasmo ma che ritengo comunque ed eloquentemente azzeccato) applicata alla sua ispirazione e passione poetica. Estro essenzialmente volto non solo al cosmo ma anzi, e più deditamente, a Dio. V'è di fatto un'abissale profondità concettuale a fondamento di questo pregiato e-book. Quanto se ne possa agevolmente dedurre è la teoretica quintessenza d'una stratificante filosofia dell'esistenza. Peculiarità che supera, e alla grande, l'idea dell'uomo e che, credo, sovrasta la stessa idea del cosmo. Una dimensione che della somatica struttura fisiologica dell'essere umano ne trae un'asserzione sia metafisica sia divina, elaborando perciò fondamenti filosofici e religiosi. Anteponendo l'uomo alla creazione, KK lo affianca, appena un gradino più in basso, alla Divinità. E, giustamente, l'entità spirituale che dall'uomo non può altro che svettare e nel contempo anelare verso le più elevate cime della conoscenza, tende, nel contesto di tale poesia, a recuperarne origine e Potestà. È proprio questa ricerca, espressione, più che d'una poetica, d'un modus vivendi, ad arricchire il costrutto letterario dello scrivere in versi nella nostra poetessa. Vera devozione, la sua, alla poesia, all'arte del creato e a Dio, nel contempo.
Nell'intenzione della scrittrice sta anche il non celato desiderio di rendere omaggio ad un attore, quale fu Robin Williams, che nell'esemplare interpretazione del film L'attimo fuggente, nel ruolo del prof di filosofia (prototipo ed insieme epifania della sapienza umana e che della finzione d'un film diviene detto fatto inconfutabile, assiomatica realtà) ha dato peso alla forza del 'libero arbitrio' nella sua cogente fulmineità: carpe diem. Libero arbitrio che è alla base del legame intellettivo tra Uomo e Dio. Unione che dell'uomo ne consacra, non la dipendenza da un'onnipotenza, ma un'interdipendenza, che lo sospende nel limbo del vivere terreno, quotidiano, attribuendogli meriti o demeriti obiettivi.
Nella sua acchitale nota ("Per le Stelle"), KK rende subito visibile il bandolo della matassa che, per imprescindibile consequenzialità, acquista duplice valenza nella filosofica analisi dell'essere uomo: quell'archetipico, ancestrale 'mistero' che invoca il 'mito'. Ma che soprattutto estrae l'immanente quid dell'infinito, parte insopprimibile dell'anima umana (leggasi la seguente dedica: «l'essenza umana dell'infinito che vive in noi»).
La dichiarazione d'intenti della Costanzo coinvolge scienziati ed autori che, dei segni dell'esistenza, alcuni sono stati non solo nitida traccia ma determinanti indici. Sono infatti citati personaggi quali: Margherita Hack, in primis; Giacomo Leopardi, nella rievocazione della sua Storia dell'astronomia; Ludovico Ariosto; Dante Alighieri (Paradiso); nonché Walt Whitman. Non poteva, quest'ultimo, essere trascurato. Se non altro per la sua sorgiva proposta dalla quale trae appunto genesi la trama intensamente poetica del suddetto film interpretato da Robin Williams. Nemmeno poteva KK, nella sua golosa attenzione al vero ed alla sua correlata espressione estetica, trascurare un testo musicale, immortale, quale Volare dell'indimenticato Domenico Modugno.
È un complesso manifestare, quello della poetessa, che rende omaggio, nei variegati versi, oltreché alla vita umana, e più in generale alla creazione, ai suoi familiari. E, con autentiche e singolari dediche, al padre Saro, glorificato con un sublime verso di Giordano Bruno: «Un'unica forza l'amore, unisce infiniti mondi e li rende vivi». Persino al cane Artax, «meraviglioso e fedele amico». A Robin Williams: «la mia poesia sei tu». Dediche incorniciate da un'eterea, celestiale (e vorrei dire, per iconica impressione, 'paradisiaca'), presenza di fotografie (una decina di scatti della medesima autrice). Suscita commozione, a supporto della memoria del suo affezionatissimo Artax, l'effigie del fido animale.
La silloge, vero «florilegio poetico» (secondo la condivisibile definizione del curatore Roberto Guerra, cfr. Prefazione, Fermati o Stella), è scandita, e contemporaneamente abbellita nella sua progressione alfabetica, dettata dal raggruppamento delle iniziali dei titoli dei singoli componimenti, con angelica grazia, a sommaria ma trascendentale definizione dei contenuti. In maniera che ogni gruppo di tali secondari titoli abbia autonoma valenza. Volendo, potrebbero rappresentare nuclei sillogistici a sé stanti. Tante isole, ognuna densamente pregna d'una sinfonia colta nelle alte sfere del cosmo, contemplativa della magnificenza del Dio Onnipotente e della Creazione. Anzi credo con convinzione che si abbia a che fare con una poetica che vada ben oltre il concetto cosmico. Lo ribadisco. Sorta di 'poesia del Divino', solo casualmente decifrabile nella doppia cifra teo-cosmica.


Ebbene, li voglio elencare tutti, tanto sono originali e significativi, i titoli delle molteplici sezioni. Dall'A alla Z manca proprio e soltanto quest'ultima lettera, la zeta. Ognuna include una serie più o meno ampia di poesie, una migliore dell'altra. Composizioni sempre monostiche, con un unico corpo, un'unica strofa di differente lunghezza, com'è nella consuetudine della poetessa. Quasi un unisono rivolto a Dio. Spesso anche le dediche ad altre persone parlano del Creatore.

A come Amore del transfinito divino
B come Beata atmosfera del Paradiso
C come Cerimonia delle vergini stelle
D come Desiderio d'anima siderale
E come Estasi degli angeli
F come Fuga relativista nel reale
G come Gravità siderale
H come H2O extra solare
I come Immagini nella noosfera
L come Luce dal punto omega
M come Meccanica di un Dio Celeste
N come Nati per sognare Dio
O come Oblio nella creazione
P come Portale dell'azzurro
Q come Quoziente di trascendenza
R come Raggi dall'abisso
S come Sirene cosmiche
T come Tuffo nell'orizzonte degli eventi
U come Universi perfetti
V come Viaggio dall'Eternità.

Poesia che reputo attraente e coraggiosa.
Attrae perché è fortemente melodica e, caratteristica più unica che rara, trasparente. Sì, trasparente quanto la diafana, impalpabile immagine del paradiso, dei santi e dei beati, degli angeli e della spiritualità. Elementi che costituiscono oggetto tematico ed icastico paradigma dell'esistenza, non solamente, ma anche, umana.
E coraggiosa in quanto esprime il proprio incondizionato amore a Dio; si fa preghiera. Citare Dio reiteratamente ed appassionatamente è desiderio appartenente ad ogni credente. E non è che non ce ne siano. Siamo in tanti a credere. Ma quasi nessuno (pochissimi, religiosi e/o santi) ha veramente coraggio d'esprimere riconoscenza o preghiera a Dio Padre. Perché? Lo sapete voi? Neanch'io. O forse potrei credere d'intuirne una risposta, però mi fa comodo non esporla.
Ecco, allora è da vedersi la forza della poetica di KK, al di là d'ogni altro aspetto estetico, di cui assolutamente non difetta, nell'aprirsi, secondo la coscienza d'una profonda fede, all'Onnipotente, a Dio. In pratica, è un sapersi pubblicamente confessare. KK ha, come raramente accade, l'audacia di parlare di Dio. Dialoga con Dio.
Mi piace concludere con una delle più brevi poesie di quest'autrice, citandola per esteso: Surf. In essa v'intravvedo un emblema. Quello stilema per l'appunto di trasparenza (qui addirittura aggiuntivo d'una liquida creatività), essenza del suo modulo poetico: «Quando cavalco l'onda / attraverso l'acqua con il pensiero / e il mio corpo si fa goccia. / Dio mi insegna la felicità. / La solitudine è solo un gesto / di fronte all'universo».


www.literary.it

http://lanotiziah24.com/2014/09/roma-lanimae-infinitum-di-kk-intervista/

20 febbraio 1909–2015: giubileo (≠tiramiSÙbileo) futurista!‏


by Klaus Peter Schneegaas  Netfuturismo (Germania)

"parotavola" già storica, perché elaborata nel  
passatistaMente passatissimo ANNO DIABOLI 1985 – proprio dopo aver  
iniziato a occuparmi intensaMente del Futurismo. Inoltre, questo qua  
è davvero il mio primo collage tutto tagliato colle forbici: una vera  
PRIMA!
Tanti saluti a tutti gli amici net.futuristi in questa  
giornata celebrerrima festiva festosissima dal Nodo Nord viAndante  
avanGuarDante 21
ti/vi manda per traviamento avviato interNautico
Nerone Storico InterFuturista"
 

Etichette: 1909, 2015, 20 febbraio, anno diaboli 1985, arte
vaporizzata, dadaMarinetti, ecollage devaporizzante, futurdada,
futurismo, futurMarinetti, giubileo (�tiramiS�bileo) futurista,
interfuturismo storico (1985), manifesto fondatore futurista,
Marinetti, MAV, movimento futurista, Nerone storico (1985),
parotavola, partito acratico net.futurista (PANF), partito futurista
italiano, partito politico futurista, sCollage storico neronesco
interfuturista, tavola futurista (1985).

Ben Bova su Future Shock

 

FUTURE SHOCK

L'unica fanzine al mondo di fantascienza umanistica

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LA PRESTIGIOSA FIRMA DI BEN BOVA

SULLE PAGINE DI FUTURE SHOCK

Benjamin William "Ben" Bova (nato 8 nov 1932) è un autore americano di numerosi romanzi di fantascienza, tra cui il più prestigioso è Millennium (1976), pubblicato in Italia dalla Sonzogno. E' stato sei volte vincitore del premio Hugo, ex direttore di "Analog Magazine", ex direttore editoriale di "Omni", ex presidente sia della "National Space Society" che della associazione "Science Fiction Writers of America". Attualmente vive in Florida. Di lui ci siamo occupati nella nostra raccolta di saggi Educazione tra le stelle. L'umanesimo scientifico e la fantascienza (Levante Editori, Bari 1992), dedicandogli un capitolo dal titolo: Ben Bova, i giovani e la scienza, in cui abbiamo analizzato i suoi romanzi dedicati alla gioventù (in inglese, juveniles), tra cui spicca la trilogia de L'astronave dell'esilio, dove ampio spazio è dedicato dall'Autore alla polemica contro la scienza e la tecnologia, ritenute responsabili dei tanti guasti presenti nella nostra società. Ma l'accusa, secondo Ben Bova, è ingenerosa e autolesionista anche nei confronti della stessa umanità, la quale non s'avvede di rinunciare, assieme agli aspetti negativi del progresso (imputabili a uomini politici di pochi scrupoli), anche a quelli positivi. Poiché l'Autore ci aveva fatto omaggio di una sua raccolta di saggi intitolata: The Astral Mirror (TOR Edizioni, New York, 1985), gli abbiamo chiesto se ci autorizzava a pubblicare su "Future Shock" un suo saggio, che riteniamo importante soprattutto per smentire l'abusato, sciocco luogo comune tutto italiano: "roba da fantascienza". Ecco cosa ci ha risposto lo scrittore: «Dear Antonio Scacco: You may reprint my essay, Science Fiction and Reality in your fanzine. Please be sure to include the copyright line from the front of the book. Thanks for your interest. Ben Bova». Un sentito grazie anche a nome di tutti i nostri lettori!!!

Antonio Scacco

 ...... è ancora valida l'offerta-omaggio di Critica pedagogica della fantascienza, di Fantascienza umanistica, di Racconti del Venticinquennale e di Alieni, astronavi, robot... a quanti decidessero di sostenere "Future Shock"

La riscoperta di Pavel Florenskij

A questo spirito critico dell'intelligenza russa, eliminato come altre voci scomode negli anni dello stalinismo, chi scrive ha già dedicato alcune riflessioni qualche tempo fa proprio su Asino Rosso. E' doveroso ora ritornare su questa figura di straordinaria vocazione profetica, che va oltre la sua cifra didattica, segnata da quella che fu definita la magia della parola. L'invenzione di Florenskij fu soprattutto quella di aver capito il messaggio profondo  della comunicazione umana, come base per una nuova interpretazione del mondo. Il successo di questo pensatore giganteggia nelle pagine della cultura contemporanee, segno di un rafforzamento che supera i limiti angusti della religiosità per approdare ai lidi della conoscenza dell'essere. Se è vero che Florenskij è diventato principalmente autore di riferimento nel magistero di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI, per la sua vivente occasione e testimonianza di conversione. Un paradigma che, come detto, è ripieno di un contributo civile e moderno di cui la corrente, calamitosa stagione dell'oscurantismo espressivo ha bisogno. Quando l'opera di Pavel fu tradotta in Occidente fu accolta con distacco dall'imperante cultura sessantottina. e post-sessantottina. E ciò nondimeno il saggio di teodicea di questo figlio della Russia pensante diventerà un capolavoro della letteratura non solo cristiana del Novecento. Le provocazioni delle sue omelie di fronte allo smarrimento spirituale dell'uomo moderno assomiglia molto all'ammonimento che la coscienza libera rivolge alle intelligenze oppresse dal conformismo e dalle sfide del nuovo rischio fanatico. La tentazione dell'irrazionalismo è pari al timore della follia dei demoni omicidi della libertà. Anche in questo senso la magia della parola diventa un veicolo per convincerci che nulla è perduto se si ama veramente la libertà, E' questa una lezione che risale a Tocqueville, che vedeva nello smodata passione verso la democrazia il primo passo per la sua morte. La fine della democrazia è sempre preceduta, infatti, dalla campana a morte della libertà dello spirito, incapace di risollevarsi dalla propria ombra.