AA.VV. La Grande Guerra Futurista... Italo Balbo Trasvolatore (La Carmelina, 2014)
photo Alberto Guarnieri(*) Mari e Cieli di Balbo Ed. Il Girasole, 2014
(Estratto..La Grande Guerra Futurista.....)
Italo Balbo squadrista, solo un demone del regime cosiddetto? - Sulla generalizzazione, per formazione ed animo, non mi si troverà mai d’accordo. Italo Balbo, così come il fascismo più in generale, immergendoci nella profonda ermeneutica che la distanza temporale ci offre e al riparo dai numerosi falsi storici creati dalle parti, lo possiamo, con assoluta serenità, affermare: non era un demone. Possiamo certamente discutere della contrapposizione tra il Caffè Mozzi e l’Hotel Byron, sul percorso di formazione dell’ossatura del regime ma il ruolo di Balbo, tra le luci e le ombre, va considerato all’interno del complesso universo del fascio littorio. E questo non perché Balbo cercò di conservare l’adesione al partito repubblicano, né per via del suo voto contrario al Gran Consiglio del Fascismo il 15 febbraio 1923. Il regime cosiddetto non era forse nato dalle premesse culturali ed artistiche del futurismo marinettiano? Non era forse ispirato dalla letteratura decadentista dannunziana? Non era forse il canale di sfogo dell’arditismo (naturale conseguenza del conflitto bellico mondiale) e di un emergente sindacalismo rivoluzionario di natura sorelliana? Non era, in ultima analisi, il “tubo vuoto” di cui parlava Pirandello? Io penso di sì, io credo di sì. Una precisazione sulla demonizzazione di Balbo però è dovuta. Il frutto, anzi il fardello dei regi decreti del 1944 ancora oggi pesa sulla biografia storica e sulla memoria collettiva dell’aviatore estense, la cui unica colpa è di essersi librato in volo sui cieli di Derna il 28 giugno 1940. Noi, oggi, uomini del XXI secolo, possiamo e dobbiamo poter vedere le cose per ciò che sono, evitando le unitili acredini ideologiche.
AA.VV., In cerca di altre Terre. C’è vita altrove nell’universo?(libri Le Scienze, 2014)
Dai Canali di Marte, il pianeta Rosso, ai possibili oceani sotto il ghiaccio di Europa e Titano, lune satelliti di Giove e Saturno:
il sogno della vita extraterrestre (aree 5, ufologi a parte,
improbabili) appassiona eccome anche gli scienziati, non solo i profani.
Oggi si sa, su Marte di Canali artificiali e intelligenti neppure un ruscello fossile (forse qualche traccia di vita ultralementare in passato, Curiosity e Mars Express
prima ci hanno e stanno lavorando..), mentre invece i satelliti di cui
prima potrebbero riservare tra pochi anni sorprese positive (a livello
di vita elementare, come in certe nicchie nelle profondità
dell’Antartide o in estremi camini sotterranei oceanici vulcanici).
Uteriormente, negli ultimi due decenni, dopo il Grande Silenzio pluridecennale del SETI project di Drake, lo stesso Sagan, sono stati scoperti circa 2000 esopianeti,
fuori dal sistema solare: già molte previsioni sono saltate, obbligano i
ricercatori a variabili assai piu complesse. La vita aliena , forse
intelligente, potrebbe sussistere nelle cosiddette Super Terre o Terre gemelle, pur simili per dimensioni allo stesso Gigante gassoso a noi prossimo, ovvero Giove, paradossalmente molte vicine ai rispettivi Soli, da noi distanti anni luce invalicabili e disarmanti. Hubble
e altri telescopi spaziali sono appena delle lenti d’ingrandimento,
urgono nuovi occhi hi tech ancora parzialemnte impossibili; tuttavia le
scoperte avvengono, grazie a sguardi quasi controintuitivi, sorta di
minimalissime ombre lillipuziane osservando la luce degli astri, i
cosiddetti transiti rivelatori ecc. . Piu o meno con tecniche
simili (molto succintamente parlando) gli scienziati mappano plausibili
condizioni ambientali, clima, colori e vegetazione ecc., degli
esopianeti. Anche le stelle binarie, un tempo ritenute impossibili per
ospitare sistemi planetari e forme di vita, al contrario non vanno più
escluse. Insomma, per la comunità scientifica e esobiologi vari, la vita
aliena certamente esiste, forse 10000civilta tecnologiche e intelligenti,
da qualche parte nell’infinito siderale esistono, figurarsi la vita
iper-elementare. E se non nella nostra umana bolla evolutiva, certamente
milioni se non miliardi di anni fa e così via. Nel coro generale,
tuttavia, alcuni ricercatori, come Howard Smith, si segnalano, riprendendo anche certo scetticismo dello stesso Marconi: e se invece fossimo davvero Soli nell’universo?
O, amplificando il discorso: la velocità della luce e gli anni luce
letteralmente astronomici sono frontiere dello spazio e del tempo, se
esistono- quante civiltà evolute coincidono cronlogicamente con la
nostra, più o meno, per Contact realistici e non solo
virtuali? Altri riceratori sono ancora più radicali: magari esiste la
vita aliena, ma certa costante cosmologica delle leggi della fisica ( e
del linguaggio fisico-matematico, dato per scontato come possibile
“vocabolario” delle civiltà tecnologicamente avanzate) é errata:
Altrove, la vita sussiste in base a Leggi imprevedibili e sconosciute da risultarci incomprensibili,
anche magari con un “marziano” letteralmente sotto il naso qua sulla
Terra. Lasciando perdere poi, se esistono i multiversi, le infinite
possibilità aliene previste da certa Fisica contemporanea. Va da sè:
appena 5 – 6 secoli fa le frontiere del mondo conosciuto… era sulla Terra, lo stretto di Gibilterra!
Al di là della fantascienza, la semplice logica suggerisce che quel che
pare oggi quasi impossibile, al contrario.. sarebbe stupefacente non
fosse confermato al di là delle nostra immaginazione piu’ scettica.Astronavi prossime alla velocità della luce
ecc. non sembrano solo fantascienza, al di là dei limiti tecnologici
correnti. Pure la questione mica secondaria della coincidenza epocale,
magari con la Macchina del Tempo futura o qualche teletrasporto da anni 3000 poi scoperto anzitempo… sarà risolvibile. Siamo sicuri che ad esempio Leonardo Da Vinci (pare
abbia anche disegnato i tornadi o cicloni secoli fa) non sia stato
appunto un viaggiatore del Tempo? Inverosimile, naturalmente… O no?I ricercatori autori esobiologi e affini: D.
D. Sasselov, D. Valencia, M. D. Lermonick, L. Billings, K. Heng, N. Y.
Kiang, W. F. Welsh, L. R. Doyle, T. Folger, P. Davies, S. K. Atreya, R.
T. Pappalardo, J. W- Head, R. Greeley, H. A. Smith. INFO http://www.lescienze.it/edicola/2014/08/04/news/in_cerca_di_altre_terre-2235077/ http://www.meteoweb.eu/2014/11/in-cerca-terre-ce-vita-altrove-nelluniverso/355840/
Manifestazione: 16^ edizione
del “PREMIO CITTA' DI PORTO SANT'ELPIDIO(FM)”
Rassegna Internazionale
d’Arte; Luogo: presso le sale espositive della storica VILLA
BARUCHELLO, prestigiosa
Villa Comunale di Porto Sant’Elpidio (FM); http://www.ilparcopiubello.it/index.php/park/dettaglio/242; Periodo:
dal 07 al 24 febbraio 2015;
Scadenza iscrizioni e consegna opere:
Domenica 01° febbraio 2015;
Un grande filosofo musulmano, il berbero-andaluso Ibn Rushd (l'Averroè dei latini, così ammirato da Dante) ebbe della donna, nel contesto del pensiero islamico, una concezione straordinariamente moderna (leggi sull'Asino Rosso: Casalino Pierluigi, La posizione della donna in Ibn Rushd (Averroè). Analoghe considerazioni furono formulate da studiosi ed esegeti della legge islamica, ma restano ancora ombre sul generale atteggiamento dell'Islam nel suo complesso verso i musulmani di sesso femminile, nonostante certe inequivocabili premesse delle origini che escluderebbero ogni azione di forza o di violenza da parte degli uomini sulle donne. Tralasciando le moderne legislazioni dei paesi arabi e musulmani e del confronto serrato che le donne dell'Islam hanno in corso con l'altro sesso, è opportuno risalire brevemente ad alcune proposizioni del primo Islam, in particolare ad affermazioni del Profeta stesso dell'Islam. "Il Profeta- si è scritto - non percosse mai di propria mano né una delle sue mogli, né uno schiavo, né alcun altro". E' chiaro che un simile atteggiamento non era qualcosa di banale, e già delineava la differenza tra Maometto e i suoi discepoli a proposito della violenza contro le donne. Maometto fu sempre contrario all'uso della violenza nei confronti dell'altro sesso e molti non capivano perché egli si fermasse si tale posizione e lo accusavano di tollerare il fatto che le donne seminassero il caos. Al ché Maometto rispose loro:"Bene picchiatele, ma solo i peggiori fra di voi ricorreranno a simili metodi". Ci sono dei versetti del Corano e punti fondamentali della tradizione che, lungi ancora dall'essere interpretati alla luce della critica storica e dell'ermeneutica religiosa, concedendo al pregiudizio, non di rado di derivazione non scritturale, prestano il fianco, nelle mani di certe correnti fondamentaliste (ostili peraltro allo stesso affermarsi della democrazia moderna). Anzi i politici arabi o musulmani moderni, infiammati talora da una rivisitazione improponibile del Corano, aldilà persino dello stesso messaggio coranico, non riescono ad assimilare l'idea di eguaglianza, di democrazia, di tolleranza e di rispetto. Acute intelligenze arabe denunciano, e tra esse quelle femminili, che vivono con drammatica ansia l'attuale stagione di cambiamenti nel mondo arabo-islamico, denunciano quanti proclamino di volere rispettare la volontà divina con mezzi e condotte assolutamente intollerabili e incompatibili con la predicazione di Maometto. Per concludere su questo aspetto del grande e travagliato dibattito che agita l'Islam contemporaneo, giova ricordare quanto Maometto fosse, dal canto suo, assillato dai discepoli dei due sessi e dalle loro rispettive rivendicazioni, turbato da rivelazioni divine che ostacolavano il suo progetto, influenzato da Omar, rappresentante dalla tradizione, delle reazioni ancestrali e dell'abitudine, sapeva di aver bisogno di rafforzare la sua influenza nel modo più sicuro e dunque meno contestato, incanalando le energie dei fedeli, attraverso vittorie militari (e ciò nel solco della visione vetero-testamentaria) al fine di ritrovare il suo posto centrale nella comunità islamica e tenere ferme le mani sull'unità dottrinale e politica. Circostanza che in seguito, dopo la sua morte, non sarò più rispettata. Casalino Pierluigi, 2.01.2015
Uscito! il quarto
numero della rivista FUTURI è finalmente disponibile! La cover
story, "10 domande sul nostro futuro (non troppo) remoto", raccoglie
dieci imperdibili contributi degli ospiti del Congresso Nazionale di
Futurologia dello scorso novembre. I temi spaziano dalle applicazioni
dei futures studies (Carolina Facioni) all’estensione della
vita (Bruno Lenzi), dalla fine del lavoro (Vincenzo Moretti) alla
resilienza delle città ai cambiamenti climatici (Piero Pelizzaro), dalle
megalopoli del futuro (Emmanuele Pilia) all’anticipazione sociale
(Roberto Poli), dagli indicatori per le previsioni di lungo termine
(Fabiola Riccardini) all’accesso dell’Italia al near space (Gennaro
Russo), terminando con una disamina sugli aspetti scientifici, etici e
sociali del transumanesimo (Giancarlo Stile e Giuseppe Vatinno).
Ne emerge un quadro che, come scrive nell’editoriale in apertura il
direttore Roberto Paura, dimostra quanto sia ormai matura la “scienza
del futuro” e quanto sia importante, anche in Italia, introdurre le
nuove metodologie di anticipazione offerte dai futures studies.
Tra gli altri articoli del numero, gli Osservatori di ricerca dell’IIF
trattano della nuova guerra fredda tra USA e Cina, del ruolo del metano
nel riscaldamento globale, del contributo allo sviluppo economico dei
poli tecnologici e parchi scientifici, di economia collaborativa,
sistemi di backup della civiltà tecnologica, aumento della popolazione,
sfide della nuova politica estera europea.
Il quarto numero di FUTURI (64 pagine) è disponibile sia in cartaceo (€ 4,90) che in ebook (€ 2,99), sul nostro sito www.instituteforthefuture.it. Ricordiamo, come sempre, che i soci ordinari possono richiedere la loro copia con lo sconto del 10% inviando una mail a segreteria@futureinstitute.it.
Inoltre, fino al 6 gennaio è ancora valida la promozione natalizia che
consente ai nuovi soci sostenitori di ricevere in omaggio tutti i
quattro numeri del 2014 in cartaceo di FUTURI!