domenica 20 ottobre 2013

Zurbaran, lucciole e lanterne tra Ferrara e Spagna

* Ammirevole spot per Ferrara, ma il Reale non è l'Immaginario, soprattutto per la stampa locale poco brillante in tali dialettiche...  il medium è il messaggio, certamente, ma il mero anche se fondamentale hardware: poi il sotfware, vale a dire audience reale a Ferrara sul pittore neogeniale Zurbaran (la prima in Italia a Ferrara... in controluce dovrebbe fare riflettere... non siamo ai tempi del grande Maestro Franco Farina...), bilancio finale costi-ricavi (un comune non può fare avanguardia... con i soldi pubblici, in questo caso d'elite quasi istituzionale...o addetti ai lavori...), appunto il dato oggettivo. nota di Asino Rosso...


Volete la prova provata che Ferrara ha un potere culturale resistenziale nonostante tagli, crisi e smemoratezze? Nella stesso giorno, giovedi scorso, con un gioco di rifrazioni per nulla programmate, lo spettacolo dei Camerini d’Alabastro di Alfonso I d'Este, l’eco dei dipinti di Francisco de Zurbaran prestati a Palazzo dei Diamanti, e persino il sistema dell'ortofrutta nostrana, stavano a Madrid. Una capitale, quella spagnola, che meteorologicamente ed economicamente poco conosce la nebbia e si è rimessa in moto. Mi piace consegnare alla cronaca questa impressione museologica e commerciale, questo incrocio estense capitato nella metropoli iberica che conferma la fama e le potenzialità di Ferrara.

Gabriele Finaldi, direttore aggiunto del Prado, intellettuale britannico-italiano-iberico, mi ha accompagnato ad ammirare due delle straordinarie tele che affollavano i Camerini di Alfonso nella Via Coperta di Castello: l'Offerta a Venere e il Baccanale degli Andrii. Lo stesso Finaldi, qui in casa propria, che il 13 settembre aveva presentato la mostra di Zurbaran ai Diamanti, essendone consulente scientifico. E sempre a Madrid c'erano i vertici del Cso per una manifestazione internazionale con lo stand italiano al Fruit Actration . Cultura e agricoltura ferraresi in missione.

Niente retorica e niente provincialismo pellegrino nel mondo: ma al Prado come al centro congressi - quindi in due luoghi speciali e specialistici - dici Ferrara e chi ascolta apprezza: sa di che razza di città, di storia e presente si parla.

La sensazione concreta è che nonostante lo smagrimento del turismo e degli affari, la nostra città e il nostro territorio conservano una fama intatta. Smagliante. Una bella proiezione mondiale.....C


http://lanuovaferrara.gelocal.it/cronaca/2013/10/20/news/la-domenica-1.7958894

Estense com - Valentino Tartari alla Biblioteca Ariostea

Si intitola ‘Il destino delle farfalle’ il romanzo del giovane autore ferrarese Valentino Tartari che lunedì 21 ottobre alle 17 sarà presentato nella sala Agnelli della biblioteca Ariostea. Nel corso dell’incontro, aperto a tutti gli interessati e patrocinato dal Gruppo Scrittori Ferraresi, dialogheranno con l’autore Matteo Bianchi e Riccardo Roversi.

Matteo Bianchi: «Valentino Tartari possiede una scrittura posata che dosa la sua grazia, minimalista nelle descrizioni funzionali, alla tessitura della trama, si fa coinvolgere dal profilo psicologico dei suoi caratteri. Una penna matura, malgrado la giovane età, e appassionata, che ha metabolizzato anni di letture e riecheggia l’epos ellenico, mettendolo a confronto col suo quotidiano.

Dunque sta al lettore lasciarsi condurre in questa intima ricerca dell’essenza e aiutare idealmente l’equipaggio d’inchiostro a salvarsi dall’ultima pagina, a esalare il proprio destino; siccome, una volta preso il largo della venuta al mondo, anche Ulisse, tra i tanti, rimpianse sempre l’intatta armonia dei saloni di Itaca, prima della partenza: “Non v’era in nessuno, prima, il desiderio di espugnare le sacre mura di Ilio lontana”».

Valentino Tartari, nato nel 1993, vive a Ferrara, dove si è diplomato al Liceo Classico Ariosto ed è iscritto all’Università degli Studi. Con Este Edition ha pubblicato nel 2012 “Io sono Calipso”.

http://www.estense.com/?p=336109


*by Eccolanotiziaquotidiana intervista a Valentino Tartari........Una rilevante news dalla provincia: appena edito da Este Edition, “Il Destino delle Farfalle”, nuovo romanzo per Valentino Tartari, giovane scrittore dalla penna già alta e brillante. La prefazione è dello stesso Matteo Bianchi,  (critico letterario, scrittore e giornalista culturale). Entrambi già di levatura nazionale, testimonianza “live” della persistente vitalità letteraria in fiore da Ferrara, città d’arte e della Parola, dall’Ariosto a… Govoni… a Bassani…  a Pazzi… a Marani… a Simoni.  Di seguito una significativa intervista all’autore:

 

D- Opera number 2 …  quella d’esordio,  “IO SONO CALIPSO”, di rara empatia classico-moderno, non a caso promosso anche dal Prof. Cazzola, “Il DESTINO DELLE FARFALLE”, in uscita: una anticipazione?

Mi permetta, innanzi tutto, di salutare il grandissimo professor Cazzola, da Lei citato per altro, che negli anni di Liceo mi ha dato tanto in termini di apprendimento culturale ed umano (gli faccio anche tanti sinceri auguri per il suo nuovo libro “L’Enigma di Omero”). Tornando, invece, al mio nuovo “Il Destino delle Farfalle” vi dirò che narra della particolare vita del professor Anselmo De Robertis e della sua tormentata vicenda famigliare. La vicenda si svolge in un Italia che cerca di ripartire in un difficile Dopoguerra, sino a giungere agli “opulenti” anni ’60. In un primo tempo, la sua vita professionale è costellata di grandi traguardi e successi; la sua famiglia è unita e felice. Ma qualcosa si rompe, si spezza d’un tratto, all’improvviso. Vittime del suo orgoglio dirompente e a tratti selvaggio e ferino sono, prima, i rapporti con la famiglia e gli amici, poi anche il lavoro ne è travolto. La grande parabola del personaggio, dall’ascesa come uno dei massimi esponenti letterari del secolo e luminare universitario sino alla rovinosa caduta, si riflette e trova eco nel suo estremo lascito – un libro (che narra di un aedo anziano in perenne ricerca del figlio perduto)- con il compito di espiare le sue colpe”.


http://www.este-edition.com/prodotti.php?idProd=825

Kautilya and Machiavelli. by Casalino Pierluigi.

We consider the often-repeated parallel between Kautilya and Machiavelli, and we must indicate some remarkable coincidences as well as contrasts. While Machiavelli occupies as the first modern political philosopher a unique position in European history, Kautilya was preceded in Ancient India by a long line of individual authors and schools who may justly claim to have introduced a number modernist political ideas into the stock of our ancient thought. 
Between the range of sujects covered by the "Principe", the "Discorsi", the "Istoriae" and "Arte della Guerra" on the one hand and those treated in Kautilya's Arthasastra on the other, it is true, we may trace a general resemblance: but the conception of a single branch of knowledge comprising all these topics such is associated with the line of Indian thinkers ending with Kautilya is not shared by the Italian. 
On the other hand the empirical method of Machiavelli supported as it is by frequent references to the history of classical antiquity, has it is by frequent to Indian traditional history. For of Machiavelli, has has been well observed, applies historyto point a moral which has been already set forth and adorn a tale which has been alreaady told the same judgement may likewise be applied to Kautilya. We may also draw a distant parallel between the heads of discussion principally followed by Machiavelli in his "Principe", namely, the preservation. But the detailed account of the organisation and working of the State-administration which constitues such a prominent feature of Kautilya's work is wanting in Machiavelli's statecraft and those of Kautilya.: in both we find mingled with symapthy for feeling and sentiments of subjects a tendency to apply the weapons of force and fraud in the interst of the State. 
Neverthless while Machiavelli singles out the class of aristocrats as the object of his ruthless policy, their place in Kautilya is taken by antisocial elements of the population and the clandestine public enemies and the enemies outside. 
A more fundamental difference may be observed between the objectives of the two sets of policies. In Machiavelli there lay behind all his thought the urge of burning  patriotismwhich sought passionately for the deliverance of his unhappy motherland, and the picture of Italy that draws in the dosing chapter of the "Principe" is one of the most moving on record. 
The aim of Kautilya's statecraft, by contrast, was much more limited and selfish, for it consisted in ensuring the security and stability of the King's rule inside the Kingdom and its progressive advance towards the goal of universal dominion ouside the same.
Casalino Pierluigi, 17th October, 2013

Estense com - Valentino Tartari alla Biblioteca Ariostea

Si intitola 'Il destino delle farfalle' il romanzo del giovane autore ferrarese Valentino Tartari che lunedì 21 ottobre alle 17 sarà presentato nella sala Agnelli della biblioteca Ariostea. Nel corso dell'incontro, aperto a tutti gli interessati e patrocinato dal Gruppo Scrittori Ferraresi, dialogheranno con l'autore Matteo Bianchi e Riccardo Roversi.

Matteo Bianchi: «Valentino Tartari possiede una scrittura posata che dosa la sua grazia, minimalista nelle descrizioni funzionali, alla tessitura della trama, si fa coinvolgere dal profilo psicologico dei suoi caratteri. Una penna matura, malgrado la giovane età, e appassionata, che ha metabolizzato anni di letture e riecheggia l'epos ellenico, mettendolo a confronto col suo quotidiano.

Dunque sta al lettore lasciarsi condurre in questa intima ricerca dell'essenza e aiutare idealmente l'equipaggio d'inchiostro a salvarsi dall'ultima pagina, a esalare il proprio destino; siccome, una volta preso il largo della venuta al mondo, anche Ulisse, tra i tanti, rimpianse sempre l'intatta armonia dei saloni di Itaca, prima della partenza: "Non v'era in nessuno, prima, il desiderio di espugnare le sacre mura di Ilio lontana"».

Valentino Tartari, nato nel 1993, vive a Ferrara, dove si è diplomato al Liceo Classico Ariosto ed è iscritto all'Università degli Studi. Con Este Edition ha pubblicato nel 2012 "Io sono Calipso".

http://www.estense.com/?p=336109


*by Eccolanotiziaquotidiana intervista a Valentino Tartari........Una rilevante news dalla provincia: appena edito da Este Edition, "Il Destino delle Farfalle", nuovo romanzo per Valentino Tartari, giovane scrittore dalla penna già alta e brillante. La prefazione è dello stesso Matteo Bianchi,  (critico letterario, scrittore e giornalista culturale). Entrambi già di levatura nazionale, testimonianza "live" della persistente vitalità letteraria in fiore da Ferrara, città d'arte e della Parola, dall'Ariosto a… Govoni… a Bassani…  a Pazzi… a Marani… a Simoni.  Di seguito una significativa intervista all'autore:

 

D- Opera number 2 …  quella d'esordio,  "IO SONO CALIPSO", di rara empatia classico-moderno, non a caso promosso anche dal Prof. Cazzola, "Il DESTINO DELLE FARFALLE", in uscita: una anticipazione?

"Mi permetta, innanzi tutto, di salutare il grandissimo professor Cazzola, da Lei citato per altro, che negli anni di Liceo mi ha dato tanto in termini di apprendimento culturale ed umano (gli faccio anche tanti sinceri auguri per il suo nuovo libro "L'Enigma di Omero"). Tornando, invece, al mio nuovo "Il Destino delle Farfalle" vi dirò che narra della particolare vita del professor Anselmo De Robertis e della sua tormentata vicenda famigliare. La vicenda si svolge in un Italia che cerca di ripartire in un difficile Dopoguerra, sino a giungere agli "opulenti" anni '60. In un primo tempo, la sua vita professionale è costellata di grandi traguardi e successi; la sua famiglia è unita e felice. Ma qualcosa si rompe, si spezza d'un tratto, all'improvviso. Vittime del suo orgoglio dirompente e a tratti selvaggio e ferino sono, prima, i rapporti con la famiglia e gli amici, poi anche il lavoro ne è travolto. La grande parabola del personaggio, dall'ascesa come uno dei massimi esponenti letterari del secolo e luminare universitario sino alla rovinosa caduta, si riflette e trova eco nel suo estremo lascito – un libro (che narra di un aedo anziano in perenne ricerca del figlio perduto)- con il compito di espiare le sue colpe".


http://www.este-edition.com/prodotti.php?idProd=825

Kautilya and Machiavelli. by Casalino Pierluigi.

We consider the often-repeated parallel between Kautilya and Machiavelli, and we must indicate some remarkable coincidences as well as contrasts. While Machiavelli occupies as the first modern political philosopher a unique position in European history, Kautilya was preceded in Ancient India by a long line of individual authors and schools who may justly claim to have introduced a number modernist political ideas into the stock of our ancient thought. 
Between the range of sujects covered by the "Principe", the "Discorsi", the "Istoriae" and "Arte della Guerra" on the one hand and those treated in Kautilya's Arthasastra on the other, it is true, we may trace a general resemblance: but the conception of a single branch of knowledge comprising all these topics such is associated with the line of Indian thinkers ending with Kautilya is not shared by the Italian. 
On the other hand the empirical method of Machiavelli supported as it is by frequent references to the history of classical antiquity, has it is by frequent to Indian traditional history. For of Machiavelli, has has been well observed, applies historyto point a moral which has been already set forth and adorn a tale which has been alreaady told the same judgement may likewise be applied to Kautilya. We may also draw a distant parallel between the heads of discussion principally followed by Machiavelli in his "Principe", namely, the preservation. But the detailed account of the organisation and working of the State-administration which constitues such a prominent feature of Kautilya's work is wanting in Machiavelli's statecraft and those of Kautilya.: in both we find mingled with symapthy for feeling and sentiments of subjects a tendency to apply the weapons of force and fraud in the interst of the State. 
Neverthless while Machiavelli singles out the class of aristocrats as the object of his ruthless policy, their place in Kautilya is taken by antisocial elements of the population and the clandestine public enemies and the enemies outside. 
A more fundamental difference may be observed between the objectives of the two sets of policies. In Machiavelli there lay behind all his thought the urge of burning  patriotismwhich sought passionately for the deliverance of his unhappy motherland, and the picture of Italy that draws in the dosing chapter of the "Principe" is one of the most moving on record. 
The aim of Kautilya's statecraft, by contrast, was much more limited and selfish, for it consisted in ensuring the security and stability of the King's rule inside the Kingdom and its progressive advance towards the goal of universal dominion ouside the same.
Casalino Pierluigi, 17th October, 2013