lunedì 25 aprile 2011

Il Sindaco Matteo Renzi interview: la sinistra futura contro Pd e CGL giurassici


Roma - Camusso contro Renzi: il sindaco di Firenze chiede che il Primo maggio i negozi del centro, invaso di turisti, possano aprire e la Cgil gli scatena contro uno sciopero tutto per lui.

Sindaco Renzi, è il primo caso di sciopero ad personam contro un sindaco: colpito?
«Non so se sono il primo in assoluto, certo la cosa è un po’ buffa. Noto che in Toscana molti altri sindaci hanno autorizzato le aperture, e non sono certo sporchi reazionari: dal sindaco di Pisa, il valoroso compagno Filippeschi a quello di Siena, di Forte dei Marmi, di Follonica. Tutti di centrosinistra. Eppure il problema pare solo Firenze».

Che cosa ha fatto per attirarsi le ire della Camusso, che è scesa in campo in prima persona?
«Ho semplicemente chiesto di poter usare una legge dello Stato, la legge Bersani, che lascia ai comuni turistici la facoltà di decidere l’apertura dei negozi. Oltretutto per una volta sono totalmente in linea con il Pd, visto che quella legge l’ha fatta il suo segretario».

In questa occasione però Bersani non è sceso in campo a difenderla.
«Non so, io non l’ho sentito, di sicuro lo sentite più voi giornalisti di me. Magari ha cambiato idea, non saprei».

Forse non vuol litigare con la Cgil.
«I sindacati hanno un ruolo diverso dai partiti, si può essere d’accordo su alcune cose e discutere duramente su altre. Una cosa è certa: il Pd non può prendere la linea dai sindacati. Io vorrei un Primo maggio in cui sindacato e politica fossero capaci di parlare di problemi concreti, i morti sul lavoro o la disoccupazione dei giovani, anziché difendere come un tabù l’idea che si debba far festa. Con patenti ingiustizie, oltretutto».

Quali ingiustizie?
«Dovrebbero spiegarmi perché i negozi devono stare chiusi e invece bar, ristoranti o stazioni stanno aperti. Se è un tabù, che lo sia per tutti: perché chi vuole prendere un cappuccino o pranzare fuori o magari andare al concerto promosso a Roma dai sindacati può farlo e chi vuol comprare qualcosa al centro di Firenze no? Forse che i camerieri dei bar o i controllori sono lavoratori con meno diritti degli altri?».

I sindacati hanno proclamato lo sciopero per difendere i commessi dei negozi, costretti a turni eccessivi. Non chiede un po’ troppo costringendoli a lavorare anche il Primo maggio?
«Senta, è da un anno che chiedo alla Cgil e agli altri di affrontare il problema dei lavoratori del commercio, e non ricevo risposte. Si interessano dei commessi solo il Primo maggio, dal 2 in poi chi se ne frega. Io non voglio costringere nessuno ai lavori forzati, anzi: per parte mia ho già convocato le parti datoriali per chiedere loro di far lavorare gli interinali in sostituzione degli impiegati, il Primo. In risposta han proclamato lo sciopero a Firenze».

Solo a Firenze? A Pisa i commessi possono lavorare?
«Esattamente, solo a Firenze: tanto che ho mandato una e mail alle segreterie regionali dei sindacati per fargli notare che devono allargarlo a tutta la Regione, se no sembra proprio uno sciopero politico contro questa singola amministrazione. Ho fatto una consulenza gratuita alla Cgil, a dimostrazione del fatto che ne ho gran rispetto. Non ricambiato, mi pare».

Non è la prima volta che la Camusso se la prende con lei...

Effetto Referendum Sant'Anna Ferrara: Verso il Partito del Web PPF/M5STELLE


Una svolta rivoluzionaria è in atto anche in Italia: il prossimo target elettorale, finalmente è direttamente per la prima volta figlio della rete e di Internet, la più grande rivoluzione democratica e dell’informazione di tutti i tempi. Finalmente è all’orizzonte una generazione distante affettivamente e intellettualmente dal novecento totalitario, fasciocomunista, dalle incrostazioni mentali che hanno ridotto l’Italia ai minimi termini storici in Occidente. Berlusconi ha avuto un ruolo come Pannella, Craxi, Berlinguer, Moro, Togliatti, De Gasperi, Mussolini, ma è tempo di farla finita con queste zavorre del passato, inutili per le società e le comunità complesse del nostro tempo. Anche l’astrologia e l’alchimia hanno avuto un ruolo nella storia del pensiero umano, ma si sono poi evolute in astronomia e chimica. Lasciamo gli oroscopi alla vecchia cultura morente dei giornali e del vecchio uomo incapace di spirito scientifico e di coscienza ecologica…. E senza se e senza ma avanti con l’azione netfuturibile ed ecosociale.


A Ferrara abbiamo un movimento in progress direttamente figlio della rete, Progetto per Ferrara Movimento5Stelle, l’unico che parli il linguaggio non dei vecchi rituali obsoleti della resistenza o del paleoliberalismo, tantomeno del moralismo sessuofobo cattolico: il linguaggio invece del futuro oggi, presente. Azione Futurista appoggia trasparentemente il referendum politico lanciato da Progetto per Ferrara, contro il simbolo del vecchio, del passato per eccellenza ormai patologica a Ferrara: ovvero la cripta …dell’ospedale di Cona, per salvaguardare la salute dei ferraresi. Cona è il detonatore per liberare Ferrara, non dai comunisti, ma da quell’OGM venuto male che è il Pd, incarnazione assoluta della casta Ferrara, di una visione del mondo vecchia, passatista, putrefatta….

 

Asino Rosso--- unico giornale libero on line dell'informazione ferrarese, sollecita tutte le forze sane della città, culturali o meno, anche quelle del Pd filo Matteo Renzi, i radicali sperando recuperino lo spirito originario dei decenni scorsi, anche quelle del centro-destra consapevoli che è finita-nel bene o nel male- l’epoca berlusconiana, soprattutto i futuri diciottenni per la prima volta alle urne tra breve, prima generazione ripetiamo figlia di Internet, a sottoscrivere ulteriormente, rilanciare e promuovere l'effetto referendum, di fondamentale valore politico, verso le prossime imminenti elezioni, 2011 o 2012 a livello nazionale, 2014 a Ferrara o 2012 forse (via magistratura...): probabilmente l’ultima possibilità per un mutamento di rotta a Ferrara, verso il futuro, oggi inferibile non dai simulacri dei gruppi dirigenti della città, ma dalla conoscenza scientifica, dalla scienza con co-scienza, tra dinamismo futuribile e principio di precauzione ecologico- e naturalmente dalla necessaria libertà della fantasia e dell’immaginazione del nostro tempo. “Fiorire non marcire”! “Una macchia di futuro…la seppellirà… la casta Ferrara!”

Cronache da Paperville: paperi allo spiedo! *from Gumwriters

Non restare lì impalato! Cronache papere d’anatra allo spiedo

aprile 22nd, 2011


Ogni riferimento a fatti e persone reali è puramente voluto e paperato, se Paperandia vi dovesse ricordare Ferrara… beh, cose che capitano.
La notizia è fresca fresca, potete leggerla alla nostra maniera o consultare un giornale serio: QUI e QUI

E’ notte a Paperandia, la bruma s’alza dai giardini ben curati e un papero s’alza in piedi, deciso a varcare un cancello.
Ahimè, il cancello è chiuso, il papero sbatte le alette ma non si solleva di un palmo. Prova e riprova – è in questi casi che si vede se un deodorante per le ascelle mantiene le promesse degli spot – ma non accade nulla. I piedi-paperi sono ancora ancorati al suolo: santo cielo papero, bisogna inventarsi qualcosa!

Il papero solleva il becco e guarda per aria, la paper-luna è un grande fanale che gli fa scorgere la fine di quelle lunghe sbarre: il cancello è chiuso come un’anatra nel forno e sopra, lassù, punte acuminate anti-papero dicono che lui proprio non può entrare.
E’ ancora notte a Paperandia – ché il papero le decisioni non le prende al volo, al volo, semmai, varcherebbe il cancello – e il nostro misterioso pennuto, sbatacchiando invano le ali, capisce che dovrà usare un vecchio rimedio: salire a scimmia.
Essendo notte a Paperandia – ché i paperi per cacciarsi nei pasticci non hanno fretta –, un papero fermo davanti ad un cancello potrebbe dare nell’occhio…
A ben guardare, però, quello potrebbe essere il cancello di casa sua, magari ha scordato le chiavi. Ma potrebbe invece essere la paper-dimora della sua bella, le farà una sorpresa cantando una paper-serenata! O forse è casa di qualcuno, qualcuno a caso, qualcuno che ha un cancello dalle punte acuminate perché lì non ci deve entrare il primo papero che passa. E se non si può – ma tu guarda se proprio non si può! – allora lì c’è qualcosa d’interessante da paperare.
Il nostro papero passeggiava tranquillamente per Paperandia – era notte, dicevo – e si era preso un’ora – una settimana, un mese – d’aria uscendo dalla paper-comunità dove stava agli arresti paper-domiciliari. Voleva solo fare due passi, mica era evaso, mica voleva entrare dove non poteva, mica così, eh no… però quelle punte – sarà che alla fine un volo è riuscito a farlo o che il salire scimmiottando le scimmie l’ha condotto fino in cima – l’hanno impaperato. Già paperato e impalato, da “era notte a Paperandia” in poi, fino alle sei e mezza di mattina.
Una papera l’aveva scorto alle prime luci dell’alba – era notte a Paperandia ma poi è passata, come l’influenza – ma deve averlo scambiato per un gargoil: un papero gargoil infilzato per una coscia, sbandierante come un galletto segnavento sopra un cancello non suo, non di casa sua, manco di una casa di conoscenti… e cosa ci faceva là?

La paper-polizia brancola nel buio – anche se non è più notte a Paperandia – e i pompieri brancolano per aria: tagliano quaranta centimetri buoni di quel cancello – che ora ha una presa d’aria in più – e portano all’ospedale papero e cancello. Oh santa pazienza papera! Come finisce la storia?
Il cancello sta bene, state tranquilli, ma anche il papero s’è ripreso alla grande: operato d’urgenza – ché la carenza di ferro è brutta faccenda ma anche il troppo stroppia – e poi, come nulla fosse e senza nemmeno la bruma a nasconderlo – se l’è data a gambe. Su entrambe, seppur zoppo.
Deve aver corso veloce, lontano dall’ospedale di Paperandia e dalla comunità papera dove avrebbe dovuto stare. In passato s’era già dato ai cancelli altrui e l’avevano mandato in gita in quel posticino – ché in galera i paperi si fanno ombrosi – ma probabilmente là non stava bene, poverino. In quella comunità non c’erano cancelli da scalare e ai paperi un po’ di moto fa davvero bene!

La quotidiana carta papera – dove i paperi del villaggio commentano “così impara a voler paperare in casa d’altri” – sgrida il proprietario del cancello che si è preoccupato dei danni (no, non di tutti, solo per quei quaranta centimetri che, in un modo o nell’altro, il papero scalatore è riuscito a sottrargli) e non della salute dell’impalato.
Così, mentre il dibattito continua – tra chi augura buona guarigione al cancello e chi fa notare che il papero avrà avuto i suoi buoni motivi per voler entrare di notte in casa d’altri – la domanda di noi poveri paperi di gomma è una sola: dovessero ribeccarlo – a noi il gargoil papero piaceva – lo possono rimettere dov’era? Così sarà più facile impallinarlo.


Se la nostra versione papera vi è sembrata cretina, provate a leggervi l’altra. Poi, se volete, date pure la colpa al cancello.
http://www.gumwriters.it/2011/04/22/non-restare-li-impalato-cronache-papere-danatra-allo-spiedo/

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SiciliArte Aprile 2011: Graziano Cecchini protagonista con videoperformance su Madonna

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di Andrea Tricomi

Si è conclusa con un buon consuntivo «SiciliArte», la Rassegna Internazionale d’Arte moderna e contemporanea che si è tenuta a “Etnaexpo”, spazio fieristico all’interno dell’ Etnapolis di Belpasso. Molti sono stati i visitatori ed amatori d’arte accorsi, da tutta la Sicilia e oltre stretto, alle cinque giornate espositive.

Particolarmente coinvolgente è stata la giornata della chiusura artistica della manifestazione: in intesa con Tribeart è stato presentato il “concept book” Mal di bici di Giovanni Caviezel e Antonino Di Giovanni: un volume che parla dell’interattività tra il testo e chi legge. Relatore è stato Nuccio Angelico, accompagnato dalle letture di Lia Basile e Carmelo Motta e dalle note musicali di Giovanni Guglielmino alla pianola.

Rilevante, a chiusura della mattinata, la perfomance di Graziano Cecchini, futurista romano che, con la collaborazione di Liliana Nigro e Rosalba Leonardi Indaco, su uno schermo, ha fatto scorrere le immagini di Ma-Donna. Un impatto questo un po’ forte e fuori dalle linee conformistiche. Le immagini sono state prese dal libro-scandalo della rockstar Madonna. Si ricorda che la Diva posò con foto erotiche che fecero tanto parlare i media. Ma Cecchini ha voluto porsi «contro i canoni che stanno fin troppo stretti alla donna, che la condannano ad un’eterna ricerca della parità con l’uomo».

A chiusura di giornata, nell’affollata sala conferenze, è stato poi presentato – dal periodico l’Alba in collaborazione con SiciliArte – il librocatalogo monografico a cura del giornalista Pino Pesce: Ragonesi è /e fusione. Il libro dal titolo bizzarro che racchiude – come ha chiarito il curatore – la filosofia religiosa orientale ed occidentale, passando attraverso l’antica Grecia, spiega la formazione culturale del pittore Pippo Ragonesi, centralità del volume, la quale permea, con linee e colori, tutta la sua produzione artistica.

Relatori sono stati l’architetto Oriana Oliveri, docente di Storia dell’Arte al Liceo Emilio Greco di Catania, e il professore Mario Tropea, docente di Letteratura Italiana all’Università di Catania. I due oratori hanno presentato l’Artista belpassese come erede della scuola pittorica siciliana del Novecento, sulla scia di Romano, Coppola, Brancato, Marchese, Laganà e Guccione che lo hanno formato pittoricamente e spiritualmente.

Da attento discepolo di grandi maestri, è approdato ad una visione filosofica che ha avuto felici sviluppi nello “Yoga painting”, pratica ispirata alla riproduzione di elementi naturali riconducibili alle discipline orientali. Di Ragonesi, pittore-filosofo, si potrebbe dire che «rivifica Picasso e Matisse attraverso la “meditazione” di un onirico paesaggio siciliano e che nelle sue opere interiorizza concretamente la “fusione” di tre momenti essenziali della storia umana: l’Arte, l’Amore e l’Armonia. Senza dimenticarsi però che al centro delle sue opere appare spesso l’Etna, potenza della sua forza espressiva».

La serata è stata piacevolmente coronata dalle letture del video documentarista Enzo Motta, dal sax di Giuseppe Cunsolo e dalla chitarra di Dario Matteo Gargano.

http://lnx.cataniapolitica.it/wordpress/archives/25543

Estense com Fascismo, Resistenza e contributo dei comunisti

gramsci_pop.jpg gramsci warhol | http://s781.photobucket.com/albums/yy93/DBigs/?action=view&current=...Palmiro Togliatti: il “Migliore” | Piazza del Grano | http://www.piazzadelgrano.org/2011/01/29/palmi...nenni-giovane.jpg (72981 byte) | http://www.racine.ra.it/orione39/alfonsine/Alfonsine/nenni_settiman...Sandro Pertini | http://www.larchivio.org/xoom/foto-partigiani.htm berlinguer 1 nacque a sassari il 25 maggio 1922 da mario berlinguer ... | http://politicachepassion...

    *ASINO ROSSO- 25 APRILE- FESTA DELLA LIBERAZIONE- ONORE AI PARTIGIANI E AI SOCIALCOMUNISTI DELLA RESISTENZA ITALIANA

Nel ricordare il contributo e il sacrificio di tutte le donne e gli uomini nella liberazione dell’Italia dal nazifascismo e nella costruzione della Repubblica democratica, desideriamo come Federazione Giovanile dei Comunisti Italiani di Ferrara ricordare brevemente cos’ha sostanzialmente rappresentato il fascismo in Italia, come ha avuto origine e qual è stato il contributo dei comunisti italiani al suo rovesciamento.

Partendo dai Quaderni che Gramsci scrisse proprio nelle carceri del regime, vediamo come il fascismo italiano, in quanto fenomeno restaurativo, viene presentato come una risposta necessaria per contenere l’urto di spostamenti rivoluzionari, quali quelli conseguenti alla rivoluzione sovietica del 1917, e per mantenere al potere le classi già egemoni. Il sistema fascista rappresenta, infatti, la mediazione tra la borghesia produttiva, gli interessi speculativi del capitale finanziario e la tutela delle rendite “feudali”. In sintesi, la struttura dello Stato fascista rimane plutocratica, essenzialmente intrecciata col grande capitale finanziario e col vecchio potere tradizionale: il dominio capitalista non solo non è intaccato ma anzi si consolida.

Come spiega Togliatti, il fascismo nasce innanzitutto come “attacco violento armato contro le organizzazioni di classe e i diritti politici dei lavoratori”. Nel 1919 esso inizia a svilupparsi nelle città, tra alcuni elementi della piccola borghesia. Al contrario, nelle campagne (soprattutto in Emilia) inizia a svilupparsi all’incirca dal 1920 sotto forma di squadrismo armato come reazione alle lotte contadine e contro il movimento socialista. Questo avviene soprattutto grazie al sostegno economico degli agrari, dei grandi proprietari terrieri e degli industriali intimoriti dall’avanzata del movimento operaio e contadino. Il fascismo fin da subito si presenta dunque come movimento reazionario al servizio dei poteri economici costituiti.

Il fascismo, nato come arma della borghesia per arginare il comunismo, diviene arma di distruzione della democrazia stessa. Le leggi eccezionali del ’26 dimostrano come non fu solo la classe operaia a essere colpita, ma la maggior parte della popolazione e dei movimenti politici. Negli anni, dunque, l’unità delle forze antifasciste diventa sempre più urgente. Nello specifico, i comunisti italiani nel ’24 propongono un patto d’azione ai socialisti riformisti e ai socialisti massimalisti, il quale però purtroppo non va a buon fine. L’unità tra comunisti e socialisti si realizza invece nel ‘34 e nel ‘37. Dal ‘41 è il PCI, insieme al Partito d’Azione, a creare i primi comitati di liberazione nazionale. Dall’1 maggio ‘42 iniziano gli scioperi, le proteste, le interruzioni di lavoro: i comunisti sono sempre in prima linea in queste lotte. Come dieci, vent’anni prima furono gli ultimi a cedere alla repressione di stato, ora sono i primi a riorganizzare la lotta di massa contro ciò che rimane del regime.

I dati parlano chiaro: tra le brigate partigiane, le Garibaldi sono 75 (contro 98 di GeL, 255 delle brigate autonome, e 70 delle Matteotti), i garibaldini rappresentano più del 60% dei partigiani totali, i loro caduti e feriti più la metà del totale degli stessi. 4471 sono invece i condannati dal Tribunale speciale fascista, per un totale di 28115 anni di carcere, dei quali ben 23000 scontati da comunisti. Senza dimenticare, infine, l’impressionante prezzo pagato dai sovietici alla lotta contro il nazifascismo: 20 milioni di morti (dei quali 16000 ad Auschwitz) e 40 milioni tra feriti e mutilati.

Federazione Giovanile Comunisti Italiani Ferrara

http://www.estense.com/essenza-del-fascismo-e-contributo-dei-comunisti-alla-resistenza-0139927.html