accorrete se avete il coraggio
Il postdadaismo e tecnofuturismo di Landini sommato, meglio mixato, con la poetica situazionista di Czertok e viceversa, si ricompongono nel film in un fantastico prodotto squisitamente sintetico e aperto. Immagini e parole e colori e combinatorie in libertà, tra ricerca estetica e hackeraggio.... sociale, comunicativo ma non demagogico, insomma overground del XXI secolo prima decade, art-politik trasversalissima per scenari desideranti prossimi venturi. Una bella e corrosiva Macchina astratta.
Intanto, per chi volesse cominciare invece a leggere la storia del chitarrista degli Stones raccontata da uno che sa scrivere e usare la vita degli altri e gli aggettivi giusti, e ambientare il personaggio nella storia della sua musica e dei suoi tempi in modo oggettivo, senza la confusione che alberghera' nella testa del protagonista, c'e' "Happy" di Massimo Del Papa, un carissimo amico mio e di OTR, uscita con Meridiano zero. I due debbono avere sinapsi simili, se hanno pensato contemporaneamente alla biografia. Complimenti, Max, anche per una frase estrapolata che riassume alla perfezione il Keithpensiero: "Devi conoscere i tuoi limiti, che non sono quelli di nessun altro. Un sacco di gente e' morta perche' pensava di essere me".
Dunque le frattaglie raccolte in rete di "Life" parlano di un uomo che non ha mai avuto infingimenti spettacolari, e che ha sempre raccontato i propri peccati alla luce del sole. Lui, lascia il ruolo di "Mammoletta" a Mick Jagger, compagno di scuola piu' di cinquant'anni fa, che soprannomina affettuosamente "Brenda", e che definisce apertamente insopportabile: "Mick ha letto il libro - confessa Richards - e ha obiettato su questo e quello". Dice anche che hanno approfittato dell'incontro per parlare dei progetti che li coinvolgeranno nel 2011. Tornano, ma come?
Keith ha poi ovviamente tirato fuori la storia, in "Life", del suo rapporto con l'eroina: "All'epoca, ero pienamente convinto che il mio corpo fosse il mio tempio. Posso fare tutto cio' che voglio, di esso, e nessuno mi deve dire si' o no". Ma ricorda anche la perdita, per droga, di Gram Parsons, e l'inferno vissuto dalla sua compagna Anita Pallenberg, e la morte del suo bambino, Tara, nel 1976, mentre era in tour: "Abbandonare un neonato e' una cosa che non mi perdono ancora oggi". Dice Fox che la prima volta che affrontarono l'argomento, non uscirono piu' di 5 parole: "Ma poi convenimmo che era meglio parlarne, e mi confesso' che continua tutte le settimane a pensare a Tara".
Marinella Venegoni
(recensioni Happy - L'incredibile avventura di Keith Richards)
Il PT03 ha scelto i propri “visionari”. I 13 vincitori della terza edizione del concorso, chiamati ad esprimersi sul tema ' + 150 Visione: Origine e Potere. Energia attraverso le Generazioni ', sono stati selezionati tra oltre 3mila partecipanti. “Una selezione – spiegano i curatori del PT03 Gianluca Marziani e Crisiana Collu, che impressiona per rigore estetico e intensità concettuale. L’ulteriore conferma di un processo curatoriale che ha ragionato in termini di sistema e non semplicemente di concorso”.
Il primo classificato tra i 23 partecipanti alla categoria Terawatt, ad invito dedicata agli artisti già affermati, è Ettore Spalletti, con l’opera “Torso”. Il numero uno nella categoria Gigawatt, dedicata agli artisti under 35, è invece Andrea Nacciariti di Ostra Vetere in provincia di Ancona, che trionfa con l’opera “Boundaries”. A Giancarlo Norese di Novi Ligure, in provincia di Alessandria, spetta invece il primo premio per la categoria Megawatt, dedicata agli artisti over 35, con “Precarious Home”. Il primo classificato nella categoria Connectivity, dedicata agli artisti di ogni nazionalità che operano a Pechino e Shanghai, è invece Weidond Cai di Pechino, con l’opera “Invasion of Light”.
Seguono i secondi e terzi classificati nelle rispettive categorie. Medaglia d’argento e di bronzo per i Gigawatt Francesca Grilli di Bologna con l’opera “Effluvia” e Marco Fedele di Catrano di Roma con l’opera “Senza Titolo”, per i Megawatt Davide Tranchina di Bologna con l’opera “Big Bang #1” e Paolo Meoni di Prato con l’opera “Unità residenziale d’osservazione”. Per Connectivity, si classificano Gang Ma con l’opera “Il teatro di un uomo” e al terzo posto Ren Hang con l’opera “No name”, entrambi di Pechino.
Quest’anno, la Giuria presieduta da Luigi Roth e da Flavio Cattaneo, Presidente e Amministratore Delegato di Terna, e composta dai curatori del PT03 Gianluca Marziani e Cristiana Collu, e da Philippe Van Cauteren, Massimo Di Carlo, Giorgio Fasol, Alberto Garutti, Hou Hanru, Riccardo Luna, e Elena Stancanelli, ha inoltre riservato delle sorprese. Ha conferito una Menzione speciale “alTERNAtiva” a Liliana Moro con l’opera “E lucevan le stelle”, a Riccardo Previdi con l’opera “Test (Parrot), 2010” e a Ciriaca Erre con l’opera “Changing is natural”, “per una riflessione intuitiva e non didascalica sulla bandiera, raccontata con qualità simbolica, intensità morale e poesia”.. “alTERNAtiva” è il titolo scelto per la menzione perché riassume l’idea che la bandiera, a volte scontata, possa invece essere riletta e possa ritrasmettere la sua energia originaria. “alTERNAtiva”, un gioco di pensieri per ricordare che si ricomincia sempre dalla fine, da ciò che esiste già, ecco l’alternativa che c’è.
Al Gigawatt Marinella Senatore, con l’opera “Generation” e al trio Megawatt ZimmerFrei, con “Tomorrow is the question” è andato infine l’ambìto Premio Musei, assegnato da un’apposito comitato presieduto da Gabriella Belli, nato in collaborazione con L’Associazione dei Musei di Arte Contemporanea Italiani (AMACI).
Tutte le opere iscritte al concorso hanno inoltre partecipato al Premio Online. Ma il pubblico del web non ha avuto dubbi:è Yiquian Zhao, ventottenne di Pechino, con l’opera “C’è, non c’è, il tempo” a conquistare il podio.
In palio, un montepremi totale di 180 mila euro e tre artist residency in Italia e a Pechino, oltre alla pubblicazione dei lavori nel catalogo bilingue del Premio Terna che sarà pubblicato da Silvana Editoriale in oltre 2.000 copie destinate all’Italia e all’estero.
Non spetta ora che ammirare le opere vincitrici e i capolavori dei 23 artisti di fama che hanno risposto all’invito del Premio Terna nella categoria Terawatt. L’apputamento è per metà dicembre presso il Tempio di Adriano a Roma con la mostra finale del concorso che solo lo scorso anno ha catalizzato l’attenzione di oltre 30mila spettatori.
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