Keit Richards- Autobiografia del chitarrista terribile dei Rolling Stones

Intanto, per chi volesse cominciare invece a leggere la storia del chitarrista degli Stones raccontata da uno che sa scrivere e usare la vita degli altri e gli aggettivi giusti, e ambientare il personaggio nella storia della sua musica e dei suoi tempi in modo oggettivo, senza la confusione che alberghera' nella testa del protagonista, c'e' "Happy" di Massimo Del Papa, un carissimo amico mio e di OTR, uscita con Meridiano zero. I due debbono avere sinapsi simili, se hanno pensato contemporaneamente alla biografia. Complimenti, Max, anche per una frase estrapolata che riassume alla perfezione il Keithpensiero: "Devi conoscere i tuoi limiti, che non sono quelli di nessun altro. Un sacco di gente e' morta perche' pensava di essere me".
Dunque le frattaglie raccolte in rete di "Life" parlano di un uomo che non ha mai avuto infingimenti spettacolari, e che ha sempre raccontato i propri peccati alla luce del sole. Lui, lascia il ruolo di "Mammoletta" a Mick Jagger, compagno di scuola piu' di cinquant'anni fa, che soprannomina affettuosamente "Brenda", e che definisce apertamente insopportabile: "Mick ha letto il libro - confessa Richards - e ha obiettato su questo e quello". Dice anche che hanno approfittato dell'incontro per parlare dei progetti che li coinvolgeranno nel 2011. Tornano, ma come?
Keith ha poi ovviamente tirato fuori la storia, in "Life", del suo rapporto con l'eroina: "All'epoca, ero pienamente convinto che il mio corpo fosse il mio tempio. Posso fare tutto cio' che voglio, di esso, e nessuno mi deve dire si' o no". Ma ricorda anche la perdita, per droga, di Gram Parsons, e l'inferno vissuto dalla sua compagna Anita Pallenberg, e la morte del suo bambino, Tara, nel 1976, mentre era in tour: "Abbandonare un neonato e' una cosa che non mi perdono ancora oggi". Dice Fox che la prima volta che affrontarono l'argomento, non uscirono piu' di 5 parole: "Ma poi convenimmo che era meglio parlarne, e mi confesso' che continua tutte le settimane a pensare a Tara".
Marinella Venegoni

(recensioni Happy - L'incredibile avventura di Keith Richards)