INFLUENZE OCCIDENTALI NEL PENSIERO ISLAMICO.

Nonostante la forte ondata di propandismo religioso, anche con punte estremiste, se non improntate a radicalismo anche armato, non mancano nel mondo islamico pensatori ed intellettuali laici o che si rifanno alle correnti filosofiche dell'Occidente e al relativo senso critico e all'interpretazione razuionalistica dell'uomo e della realtà. Di tali esponenti non si è mancato di trattare da partedi chi scrive, anche su Asino Rosso, in particolare ruferendomi a filosofi di formazione liberale e neo-marxista. Non vanno perà dimenticati pensatori di scuola esistenzialistam come A.R. Badawi in Egitto e René Habachi in Libano. Il primo segue soprattutto la speculazione di Heidegger, accentuando la propria attenzione sull'esistenza-nel tempo, servendosi della terminologia tedesca Dasein. Ciò implica anche l'accantonamento dei soggetti tradizionali della metafisica come Dio e la vita ultraterrena. Habachi invece recupera l'esistenzialismo come riconoscimento della realtà del sé, ma senza escludere la possibilità di un'esperienza spirituale e di valori soprannaturali. Rappresentante del positivismo logico è l'egiziano Zaki Nagib Mhmud; al realismo aristotelico-tomista si ispuira invece Yusuf Karam, maestro della più giovane generazione dei filosofi arabi. Da non dimenticare infine quei movimenti politici che, aldilà delle confessioni, puntano in chiave riformista a restaurare il concetto moderno di nazione araba. L'egemonia saudita a scapito di quella egiziana sul mondo arabo-islamico ha portato tuttavia direttamente o indirettamente ad un'involuzione negativa dell'intelligenza araba.
Casalino Pierluigi