FRENARE L'IMMIGRAZIONE, MA SENZA MURI

Che la costruzione del muro di Trump tra USA e Messico sia un grossolano errore di valutazione, Considerazioni politiche a parte, chi ha modo, si racconta, di passare lungo il confine tra i due Paesi e, con l'occasione, incontrare persone diverse, dalla gente comune agli stessi poliziotti, che in gran parte sono di origine latina, sentirà la ricorrente opinione dell'inutilità di tale costruzione. Non solo, infatti, a detta dei più, questo muro non risolverà il problema dell'immigrazione clandestina ed anzi danneggerà il commercio tra Stati Uniti e Messico, come altrettanto danno comporterà la denuncia del trattato interamericano annunciata dal nuovo inquilino della Casa Bianca. Per risolvere alla radice la questione migratoria servirebbe un numero maggiore di mezzi e di effettivi tra i tutori dell'ordine, oltre che misure di ben alto respiro per sanare alla radice un fenomeno destinato comunque a crescere senza interventi concordati tra gli Stati direttamente interessati. Purtroppo Trump è l'emblema del dilagare incontrollato nel mondo del populismo. Circostanza da un lato comprensibile, ma non in grado di assicurare un via d'uscita ad una situazione ormai in atto senza limiti da troppo tempo. Costruire muri e non creare ponti resta una scorciatoia non adeguata da praticare. Diverge dal movimento migratorio d'Oltre Atlantico, quello che interessa l'Europa e proveniente dalle sue sponde meridionali, in particolare dall'Africa. Anche da noi esistono ricette confuse e non meditate, ma la differenza sta nel fatto che l'ondata africana che da decenni si abbatte sul Vecchio Continente, entrando in prevalenza dall'Italia, gode di complicità assai rilevanti, ma anche di scarsa coesione delle politiche comuni del Vecchio Continente. Fermare l'immigrazione senza muri si può, ma senza innescare processi controproducenti e alla lunga pericolosi. Non si può certo dormire di fronte alla marea umana che quotidianamente si riversa sulle nostre coste, pur sapendo che, nella circostanza, non intervengono provvedimenti coordinati, ma frutto di improvvisazione.
Casalino Pierluigi