500 anni fa Ferrara era 'Furiosa'
Inaugurata la mostra bibliografica e documentaria sulla prima pubblicazione del capolavopre dell'Ariosto
'1516-2016. Furioso da cinque secoli, ancora Orlando, per sempre Ariosto' – questo il titolo della raccolta di frammenti autografi e delle prime edizioni del Furioso fa ora mostra di sé nella Sala Monumentale – è stata curata da Mirna Bonazza (conservatore dei manoscritti e dei rari) e Arianna Chendi (responsabile delle acquisizioni del Servizio Biblioteche e Archivi del Comune di Ferrara). Ad inaugurarla, il sindaco Tiziano Tagliani e l'assessore alle Politiche Culturali Massimo Maisto: "un esempio di come il lavoro culturale si basi su qualità e cultura diffusa – evidenzia Maisto – oltre la dialettica tutela-conservazione".
Ad arricchire il patrimonio bibliografico cittadino, dal 2014, anche le edizioni antiche di volumi e studi sul Furioso donate alla Biblioteca di Ferrara per volontà testamentaria del professor Cesare Segre. Il lascito annovera anche l'edizione definitiva del 1532, che spicca per interesse filologico, un esemplare "che si avvicina molto ad un autografo e racchiude – evidenzia Maria Luisa Meneghetti, Università di Milano – le ultime disposizioni dell'Ariosto riguardo la stampa del suo manoscritto". L'incunabolo (così si definiscono i libri a stampa fino al 1599, ndr) sarà reso consultabile, secondo alcuni termini dettati dalle ultime volontà del prof. Segre, e concorrerà alla vocazione di accessibilità della biblioteca. Il dono Segre-Debenedetti (l'esemplare era infatti appartenuto al filologo Santorre Debenedetti) si inserisce "coerentemente nella raccolta bibliografica della nostra Biblioteca – evidenzia il direttore Enrico Spinelli – già al centro di un reticolo di relazioni che hanno coinvolto, in tutto il novecento, bibliotecari cittadini e studiosi nazionali delle rime ariostesche".
Non nasconde l'emozione dell'evento la presidente del Comitato Nazionale per le celebrazioni dell'Orlando Furioso e docente della Scuola Normale Superiore di Pisa, Lina Bolzoni: "sono a Ferrara esattamente cinquecento anni dopo la prima stampa, per me significa molto", dice ad una Sala Agnelli gremita.
"Le celebrazioni del cinquecentenario ci permettono di rivivere il passato attraverso un testo – conclude – che ha saputo parlare all'Europa intera e a cui dobbiamo avvicinarci sapendoci ancora degni di quella tradizione che, con l'Umanesimo, ci ha reso egemoni nel vecchio continente".
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