sabato 16 gennaio 2016

Ferrara, Rudy Bandiera e il web 3.0 nascente, consapevole

da Ferrara Italia

di A. Vincenzi

Il tramonto della pubblicità, il trionfo dei consigli fidati: Rudy Bandiera spiega il web reputazionale

*estratto
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Oggi viviamo in un mondo completamente incomprensibile. Voi siete il business". Con queste parole ha debuttato Rudy Bandiera, dedicando doverosamente una lunga prima parte del suo intervento a sette personalità del nostro tempo che hanno letteralmente rivoluzionato il mondo: l'ideatore del World Wild Web Tim Berners Lee, il fondatore di Apple Steve Jobs e quello di Microsoft Bill Gates, Mark Zuckerberg padre di Facebook, Larry Page e Sergey Brin ideatori di Google e Jeff Bezos, proprietario di Amazon. Una carrellata di nomi e marchi oramai molto noti ma che, proprio grazie allo strapotere da loro acquisito, è necessario conoscere a fondo per meglio comprendere la realtà e i dati che padroneggiano il mercato digitale odierno.
Una volta quindi sottolineato come – grazie all'acquisizione di piattaforme quali Instagram e WhatsApp – Facebook si candidi ad essere sempre più "il contenitore con il maggior numero di cose al suo interno" del mondo, mentre Google con i suoi servizi "sa tutto di noi, compresi spostamenti e interessi e ciò che ci scriviamo in privato", Bandiera ha ammonito i ragazzi circa il fatto che "tutto ciò che facciamo sui social ha una ricaduta sulla vita delle persone"; per il blogger è quindi necessario ricordarci che fenomeni come il Fomo (Fear of missing out), la dipendenza cioè da social, la paura di essere 'tagliati fuori', sono sempre più diffusi e da prevenire, così come importantissimo nell'epoca del digitale è il concetto di reputazione, poiché colossi come quelli citati sopra "hanno successo in quanto ci fidiamo di loro. Questo è un valore assoluto che, comunque, rimane sempre a rischio"................

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Matteo Renzi : Enews 409, venerdì 15 gennaio 2016,

 
 

Matteo Renzi - Enews 409
 


15 gennaio 2016

Enews 409

 
   
 

Dieci pensierini volanti per questa E-News

1) Domani a Caserta. Dare una chance al sud, alle sue bellezze, alle sue eccellenze: questo uno dei compiti principali del Governo nel 2016. E per questo abbiamo predisposto alcune misure ad hoc, a partire dal credito di imposta. Farlo in un territorio come Caserta vale doppio. Domani con il Ministro Franceschini e il Ministro Pinotti consegnamo alla Cultura altri spazi, bellissimi, di questo luogo così impressionante. E dal Teatro della Reggia continuiamo il nostro tour in tutte le province: prossime tappe Matera e Mantova. L'Italia della cultura, dei teatri, dei valori, delle idee, dell'educazione è l'Italia di cui ha bisogno il mondo.

2) I dati sul lavoro non fanno più notizia. Forse perché sono positivi. Attendiamo i dati finali di INPS, ma le prime stime dicono che il JobsAct abbia prodotto un aumento di quasi mezzo milione di contratti a tempo indeterminato. Quasi mezzo milione di contratti a tempo indeterminato in un solo anno. E meno male che il JobsAct non ha funzionato, come dicono i gufi: se avesse funzionato, chissà che risultati! Scherzi a parte, il fatto che crescano i mutui, che i ragazzi abbiano più tutele e più certezze, che finalmente il mercato del lavoro abbia cambiato verso, è un elemento cruciale per il futuro del nostro Paese. Avanti tutta!

3) Europa. Nessuna polemica con l'Europa da parte nostra. L'Italia chiede semplicemente che ci siano le stesse regole per tutti, dall'energia al surplus commerciale, dall'immigrazione agli aiuti di stato. Tutto qui. Difendendo questo principio, difendo l'Italia: se qualcuno pensa che noi possiamo essere telecomandati da Bruxelles, ha sbagliato premier. Ma difendo anche l'Europa. In un momento come questo, con le tensioni politiche in Polonia e lo stallo istituzionale in Spagna, con il referendum inglese e l'immigrazione balcanica, le istituzioni di Bruxelles hanno bisogno di farsi aiutare dai veri europeisti, non di aprire polemiche sterili. Cercheremo di dare una mano, con gentilezza e fermezza. Ma senza cappello in mano. L'Italia non ha bisogno di essere salvata da nessuno, men che mai delle istituzioni comunitarie. Che invece devono fare di più sulle partite vere: immigrazioni, politiche economiche, cultura e valori, innovazione.

4) Flessibilità. Oggi Juncker ha anche evidenziato come sia stata la Commissione da lui presieduta a affermare un principio molto importante di flessibilità. Vero, verissimo. Dopo il lavoro del semestre italiano la Commissione ha accolto il principio di una flessibilità annuale pari al massimo all'1% di Pil (chi vuole qui trova un video interessante). L'Italia sta dentro queste regole, avendo richiesto flessibilità totale per lo 0,8%. Insomma, noi continuiamo a rispettare le regole che devono valere per tutti. E sappiamo che il presidente Juncker è stato eletto sulla base di un accordo politico, che comprendeva flessibilità e investimenti. Noi non abbiamo cambiato idea.

5) Unioni Civili. Dibattito molto acceso in vista del voto del 28 gennaio. Comprensibile. Siamo l'unico Paese europeo senza una normativa sulle unioni civili e vogliamo colmare il ritardo. Spero solo che il dibattito dei prossimi giorni si mantenga serio e serrato sui veri punti di merito, senza trasformarsi in uno scontro ideologico. La questione non è semplice e mentre su molti punti l'accordo mi sembra solido, ci sono questioni su cui ancora le distanze sono ampie. E forse lo resteranno al punto che sarà il voto segreto, tipico in discussioni sui diritti e sui valori, a definire le scelte. Quello che è certo è che nel giro di qualche settimana avremo finalmente approvata una legge attesa da decenni. Mi auguro che si concluda l'iter esercitando la nobile arte del confronto, ascoltandosi, rispettandosi, dialogando. E non è una questione di buonismo, è una questione di buon senso.

6) Pubblica Amministrazione. Mercoledì sera, dopo il voto sulle riforme costituzionali al Senato, il Consiglio dei Ministri si riunirà in notturna per discutere di pubblica amministrazione. Tra i principi che giudico più interessanti, il licenziamento immediato di chi viene scoperto a timbrare il cartellino e poi se ne va (e se il dirigente non procede, licenziamo anche il dirigente!). Ci sono centinaia di migliaia di persone perbene che vengono infangate dai truffatori: è l'ora di farla finita. In arrivo anche novità sulle partecipate, sulla riduzione dei corpi di polizia e soprattutto sui tempi di autorizzazione e di concessione dei permessi. Un'Italia più semplice è possibile. Facciamola, tutti insieme.

7) Agroalimentare. Nei prossimi 3 anni il protocollo d'Intesa fra Ministero delle politiche agricole e Intesa Sanpaolo permetterà lo stanziamento di 6 miliardi di credito per l'agroalimentare. Che diventeranno 10 miliardi nei prossimi anni e creeranno circa 70mila posti di lavoro. Un settore, quello dell'agricoltura, che è una parte importante dell'impegno del nostro Governo: lo dimostrano il calo delle tasse agricole, lo dimostra anche simbolicamente il cambio di nome, visto che questo Ministero diventerà il Ministero dell-��Agroalimentare (inorridisco all'idea che gli amanti degli acronimi che hanno portato al Mef, al Miur, al Mibact, possano chiamarlo il Maga!). L'identità italiana passa anche dal rilancio di questo settore.

8) Immobili. Uno dei settori che ha pagato di più la crisi economica è stato il settore immobiliare. Per questo motivo nella legge di stabilità abbiamo inserito tante misure che possono favorire il rilancio di questo mercato: l'eliminazione della tasi e imu sulla prima casa, l'imu ridotta per la concessione in comodato ai figli, l'eco bonus per le ristrutturazioni edilizie, il dimezzamento dell'iva per l'acquisto della prima casa, se è in classe A o B di efficienza energetica. Ci sono già dei segnali importanti sulla ripresa del settore come il +97% sui mutui. Noi però oltre alla misura sulla stabilità siamo convinti che il settore pubblico debba liberare risorse. Un piccolo esempio riguarda i fari inutilizzati. Abbiamo messo a gara 11 fari che saranno concessi in affitto per 50 anni a chi li recupererà, valorizzerà e restituirà al patrimonio paesaggistico del nostro paese. Sono arrivate 39 proposte da parte di soggetti più diversi: associazioni ambientali, investitori, anche dall'estero. È un altro passo per riscoprire le meravigliose risorse del nostro territorio. Scommetto che il 2016 sarà l'anno della ripresa dell'immobiliare.

9) Referendum. Quinto passaggio per le riforme costituzionali mercoledì 20 gennaio, stavolta al Senato. Poi il voto finale alla Camera ad aprile e dunque il referendum a ottobre. Mi fa sorridere l'atteggiamento di chi dopo averci accusato di aver concepito riforme nel chiuso delle stanze del potere, adesso ci contesta il referendum: "��Volete il plebiscito!"��. Mi verrebbe voglia di dire: ragazzi, mettetevi d'accordo con voi stessi. Se votiamo in Parlamento, siamo autoreferenziali; se votiamo nel Paese, siamo plebiscitari. In realtà dare la parola al popolo per la scelta definitiva è un dovere. Saranno i cittadini ad avere l'ultima parola. E io ho già preso il solenne impegno di essere conseguente: se perderemo il referendum, lascerò la politica. In Italia la cosa fa notizia perché chi è al potere -�� di solito -�� non lo lascia neanche sotto tortura. Ma il potere ha un senso se ti permette di fare le cose, di cambiare il Paese. Non serve stare al potere perché nulla cambi. L'etica della responsabilità prevede che se uno perde, perde. E non può dare la colpa agli altri. Abbiamo avuto una classe politica campionessa mondiale di alibi, sempre pronta a trovare un buon capro espiatorio. Quel tempo è finito. Se dopo aver cambiato la legge elettorale, le tasse, il lavoro, la scuola, la pubblica amministrazione, la giustizia civile gli italiani vorranno mandarci a casa, è loro diritto farlo. Ed è mio dovere prenderne atto. Non siamo più ai tempi in cui le poltrone erano per sempre. Detto questo, io il referendum vorrei vincerlo. Perché credo che semplificare l'Italia sia l'unico modo per renderla più giusta e efficiente. E dunque farò di tutto perché i Sì siano tantissimi. Mi date una mano?

10) Corso di Formazione del PD. Ultimi giorni per chiedere informazioni sul corso di formazione under 35 organizzato a Roma dal PD. Solo studiando e approfondendo supereremo questa stagione di mediocrità. Per informarsi: email organizzazione@partitodemocratico.it

Qui il video del mio colloquio a Repubblica TV di martedì scorso.

Non vi sarò mai sufficientemente grato per l'amicizia che mi dimostrate con le vostre email. E anche per le vostre critiche o i vostri suggerimenti: aiutano davvero a riflettere.

Un sorriso,
Matteo


 
   
 
 

ATTUALITA’ DI MONTESQUIEU.


Pierluigi Casalino | ottobre  2015
Pochi sono i pensatori del passato che sopravvivono con le loro intuizioni e anzi le rendono vivamente attuali. Tra questi vi è Montesquieu, alla cui filosofia ho spesso dedicato riflessioni, soprattutto nella rilettura delle sue teorie politiche.  Teorie che anticipano il moderno spirito della democrazia rappresentativa nel quadro di un apparato costituzionale fondato sulla divisione dei poteri e sulla libertà di opinione. Una visione, quella di Montesquieu, che libera energie liberali e si pone come antitesi al dispotismo in tutte le sue forme, a partire da quello di origine o di tipo orientale. La possibilità di esportare il sistema occidentale in aree geopolitiche non propriamente occidentali e cioè in un Oriente non solo geografico, ma anche di mentalità resta spesso impraticabile, anche per la mancata collaborazione da parte dello stesso Occidente e dei suoi sistemi istituzionali. La volontà popolare e l'esigenza o opportunità di una costituzione mista era già segnalata da Polibio, ma Montesquieu ne fa un punto di principio della grande lezione della democrazia moderna. Lo Spirito delle Leggi, l'opera massima di Montesquieu, ci illumina ancora oggi per la consapevole analisi del potere e la magistrale didattica costituzionale. Rileggere Montesquieu appare fondamentale necessità; rileggere questo autore del genio politico ci esorta a studiare le linee del destino politico dei popoli, ma anche ci pone in condizione di avere a nostro fianco lo stesso filosofo francese, al quale va il merito di aver identificato i meccanismi e gli equilibri del potere e anche di averceli spiegati con dettagliata, illuminante originalità.

IL CONFUCIANESIMO IN CINA OVVERO LA PREMINENZA DEI RITI


Pierluigi Casalino 
Il tipo di società che si è tentato di realizzare e conservare in Cina nel corso dei secoli è stato quello proposto dal Confucianesimo. La cellula di base era costituto dalla famiglia, organizzata gerarchicamente sotto l'autorità quasi assoluta dei capo-famiglia. Le collettività pubbliche e lo Stato stesso erano concepite sul modello della famiglia ed evitavamo di intromettersi nel vasto dominio riservato alla famiglia stessa. Il dovere di ciascuno, in ogni comunità e collettività, era quello di vivere secondo i riti imposti ad ognuno dallo statuto che egli aveva nella comunità. L'osservanza dei riti prescritti dalla consuetudine era il principio che sostituiva in Cina la Legge. Nell'ambito di questa concezione essenzialmente statica della società, l'idea di pietà filiale, di sottomissione ai superiori gerarchici, il divieto di ogni eccesso e di ogni rivolta erano i principi basilari. L'autorità evitava l'arbitrio: anch'essa veniva esercitata nel rispetto dei riti e temperata da una morale che imponeva di dare spiegazioni prima di dare ordini, di arbitrare prima di giudicare, di prevenire prima di punire.
Casalino Pierluigi, 9.10.2015

IL NANO ALTO di Mary Blindflowers e Cosimo Dino-Guida , NET-TARGET

da Destrutturalismo blog

di Mary Blindflowers

Novità 2016
n° 4 – IL NANO ALTO di Mary Blindflowers e Cosimo Dino-Guida
in allestimento

(estratto)




Il nano alto, partorito dall'i-peruranio, che senza fare la fila prenderà un gelato bigusto a tre gusti, sarà uno dei pochi a sapere e non sapere che il sole non tramonterà mai, né a est né a ovest né a sud né a nord, che il gatto canterà all'alba bevendo acqua che brucia e un poco di mare dolce come il miele, mentre la gallina media, sapete che farà?

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