giovedì 1 gennaio 2015

Marinetti e la Critica Futurista 70 anni dopo (Armando editore)

In occasione dei settant’anni dalla morte di F.T. Marinetti, è uscito in questi giorni per i tipi di Armando editore Marinetti 70. Sintesi della critica futurista, raccolta di saggi, articoli e interviste curata da Antonio Saccoccio e Roberto Guerra.
Il fondatore del Futurismo continua a essere una delle figure più discusse e controverse della cultura italiana. In questa pubblicazione alcuni tra i maggiori studiosi viventi dell’artista esplorano aspetti fondamentali della sua opera: il culto della modernità, le ricerche poetiche e parolibere, i rapporti con la politica (nazionalismo, socialismo, anarchismo, fascismo), l’influenza sulle avanguardie europee, l’attualità delle sue intuizioni nel XXI secolo.

All’interno del volume contributi critici di: Gino Agnese, Giovanni Antonucci, Francesca Barbi Marinetti, Günter Berghaus, Pierfranco Bruni, Riccardo Campa, Giancarlo Carpi, Patrizio Ceccagnoli, Simona Cigliana, Vitaldo Conte, Enrico Crispolti, Giorgio Di Genova, Massimo Duranti, Roberto Guerra, Giordano Bruno Guerri, Miroslava Hajek, Massimo Prampolini, Antonio Saccoccio, Luigi Tallarico, Paolo Valesio.

Il volume è inserito nella collana "Avanguardia 21".
 
 

2015 L'Anno Italiano di Dante, Pascoli, Luigi Capuana, Renato Serra

Pierfranco Bruni

2015 Anno di Dante, Pascoli, Luigi Capuana, Renato Serra
L’Italia come riferimento culturale


Pierfranco Bruni: “Un anno ricco di dibattiti letterari di ampia portata che vedono al centro, certamente, l’opera di Dante e il suo ruolo nel Novecento con un Renato Serra che ha riscoperto il Pascoli della modernità e con Luigi Capuana che ci permette di leggere un Verga della Provvidenza e della religiosità. Il Sindacato Libero Scrittori  - Fuis invitano ad una dialettica a tutto tondo sulla valorizzazione della cultura italiana”


Anniversari da non dimenticare in un confronto tra il mondo della scuola, le accademie, gli scrittori e gli  intellettuali

Il ruolo del  Sindacato Libero Scrittori Italiani nel sottolineare l’importanza della classicità nella contemporaneità delle culture./Capuana a 100 anni dalla morte, Pascoli a 160 anni dalla nascita, Serra a 100 alla dalla morte nella Grande Guerra nelle Celebrazioni di Dante a 750 anni dalla nascita /Francesco Mercadante e Pierfranco Bruni:  “La scuola agenzia di cultura tra la tradizione e la classicità del moderno per il 2015, un invito per rileggere la civiltà dell’umanesimo dei linguaggi in un confronto tra i saperi profondi” -


Luigi Capuana, Giovanni Pascoli , Renato Serra/Anniversari/sindacatoliberoscrittoritaliani/ Luigi Capuana e Renato Serra  a 100 anni dalla morte nell’Anno delle Celebrazioni della Grande Guerra. Dopo il Centenario della morte - 1912 ricordato con incontri e un convegno internazionale  si celebra Giovanni Pascoli a 160 anni dalla nascita (1855).
Un avvenimento che si lega alla rilettura della letteratura italiana e non solo del Novecento e permetterà un confronto a tutto tondo, soprattutto nei Licei, su Pascoli e il mondo classico, con Capuana e Serra, perché alla luce di questo anniversario si propone una rilettura degli scritti pascoliani su Dante di cui si celebrano i 750 anni dalla nascita.
Su, Pascoli, studiato da Renato Serra, Luigi Capuana e lo scavo esistenziale e realistico, e l’opera di Dante Alighieri, il Sindacato Libero Scrittori e la Fuis hanno lavorato e continuano in un progetto che li vedrà impegnati per tutto il 2015 e l’obiettivo è quello di aprire due finestre sul mondo della cultura: la scuola di ogni ordine e grado e un confronto molto aperto e serrato con il mondo scientifico. Metodologia didattica e funzione storico – bibliografica – scientifica sono i due percorsi che il SLSI – FUIS si sono proposti per un dialogo soprattutto con le nuove generazioni.

Il Pascoli celebrato tra il 2012 e 2013, nel Centenario della morte, con le diverse edizioni del saggio di Pierfranco Bruni e Marilena Cavallo, “Il mare di Calipso” (Pellegrini), ha avuto un riscontro straordinario sia in Italia che in molte realtà culturali di Paesi esteri.
Con il ricordare Pascoli non si vuole ripartire dal Centenario, ma l’obiettivo è quello di portare nella dialettica culturale gli studi di Pascoli dedicati a Dante. Un Pascoli non conosciuto, quello che ha affrontato, studiato Dante pubblicando dei saggi che oggi risultano di grande interesse perché scavano in una chiave di lettura completamente originale.

Francesco Mercadante, Presidente del SLSI, ha dichiarato che “Stiamo portando avanti un lavoro che lascerà il segno e il nostro compito è sempre più quello di aprire confronti all’interno di una cultura che resta profondamente legata alla tradizione, ma si ritrova a fare i conti con un dibattito contemporaneo che è sempre privo di riferimenti o di elementi culturali leggeri. Noi vogliamo partire dai riferimenti forti e profondi per discutere”.

I 160 anni dalla nascita di Pascoli (nel 2015) sono un elemento per ritornare su un Pascoli che, come ha affermato Pierfranco Bruni, Vicepresidente del SLSI, e coautore del saggio su Pascoli, “è completamente fuori dalla visione schematica del ‘filosofo’ del fanciullino, sul quale bisognerebbe ritornare proprio per alcuni elementi di grande interpretazione del mondo orientale, e poi perché è necessario, proprio nel 2015, leggere Dante, del quale mi occupo in una stretta relazione con il pensiero del Novecento, anche attraverso gli scritti di Pascoli che hanno una loro profonda venatura metaforica. Questo perché ormai il SLSI si è aperto completamente ad un confronto con i giovani e con le realtà scolastiche, e con una nuova classe docente e dirigenziale, attraverso studi che riguardano anche la tipologia delle Antologie e dei testi di letteratura adottati nelle scuole. Il Sindacato Libero Scrittori ha anche il diritto e il dovere di salvaguardare la libertà delle culture”.
Pascoli, una nuova discussione nell’anno di Dante, abbraccia sostanzialmente tutta la storia della letteratura italiana dal Medioevo al primo Novecento. Su Renato Serra nel centenario della morte con la Grande Guerra si riapre il dibattito sugli intellettuali nel Novecento e con Luigi Capuana si permette di leggere anche un Verga oltre il realismo.


mercoledì 31 dicembre 2014

1939. La diffusione dell'Islam alla vigilia della seconda guerra mondiale. Una retrospettiva su cui riflettere, 9, ultimo.

Gli studi islamici in Spagna erano datati ed importanti per storia e tradizione non solo accademica, ma anche per le radici stesse della cultura iberica. Ben condotti da noti specialisti (tra cui il sacerdote cattolico Don Miguel Asìn Paklacios, che approfondì le influenze della cultura arabo-islamica su quella latina e in particolare sulla Divina Commedia di Dante), tali studi avevano ricevuto dal governo repubblicano un notevole impulso con l'istituzione nel 1932 di due "Escuelas de estudios arabes" a Madrid e Granada (si arriverà al 1974, poi, per riconsacrare al culto islamico la mosche di Cordova, città nodale per la storia del patrimonio intellettuale arabo.spagnolo, oltre che ebraico e latino, e dell'umanità). In questi istituti si svolgeva una propaganda filo-islamica a carattere di alta cultura per intensificare i rapporti ispano-islamici, sulla scorta di secoli di relazioni, favorendo la permanenza nel paese di studenti musulmani. Il governo nazionalista, instauratosi dopo la guerra civile, ha mantenuto tali indirizzi, anzi li ha intensificati, dimostrando subito il suo favore verso i suoi sudditi islamici, che tanto avevano contribuito, a detta del nuovo regime, alla causa della riscossa nazionale. Provvedimenti a loro beneficio sono stati presi, come pure si è provveduto al funzionamento al miglior funzionamento delle suddette "Escuelas", che,  durante la guerra civile, avevano dovuto ovviamente sospendere la propria attività. Il movimento filo-islamico spagnolo aveva subito interessato il sensibilissimo settore degli Ahmadiyyah, i quali avevano in progetto di iniziare una propaganda in Spagna, partendo dal centro di Berlino. Nel 1934 due esponenti del centro suddetto, il marvolana Sadt-nd.Din e il dottor Mansur si erano mossi all'opera allo scopo. Anche l'Italia fascista seguiva con interesse gli avvenimenti e i problemi del mondo islamico, anche se già nella seconda metà del XIX secolo il nuovo stato unitario aveva favorito l'orientalistica islamica nelle università. Sia la monarchia che il regime fascista, in seguito, si erano mossi a protezione della politica coloniale e poi dell'Impero dell'Italia. Occasione speciale di tale intervento era la politica italiana in Libia, che rinviava anche alla promozione degli studi islamici soprattutto nell'Istituto Orientale di Napoli per la parte filologica prevalentemente, mentre per le informazioni è importante il nucleo di studiosi che si raccoglie attorno all'Istituto per l'Oriente di Roma. Sul terreno pratico "di fronte agli sconfinamenti ed alle acquiescenze dannose di altri stati- si diceva negli ambienti del fascismo- l'Italia è stata inflessibile ed ha adottato anche estremi rimedi ottenendo risultati che altri non avrebbero neppure sperato" (la politica coloniale del fascismo non fu però così brillante, come il regima voleva far credere: senza la morte prematura di Italo Balbo, nel 1940,  le circostanze, forse, avrebbero consentito più felici sviluppi). Il fenomeno senusita, energicamente (e ferocemente) represso, considerando le cose con il senno di poi, aveva cessato di nuocere, ma non aveva mancato di lasciare strascichi storicamente rilevati nel secondo dopo guerra e soprattutto con la rivoluzione di Gheddafi nel 1969. L'Italia fascista, pur non essendo all'altezza di una più compiuta amministrazione dei propri interessi, tuttavia riuscì a disporre provvidenze a favore delle popolazioni libiche, favorendo anche il progresso degli studi superiori islamici a Tripoli. L'Islam dava prova, a parere degli osservatori dell'epoca, della sua affermazione numerica e morale anche in Europa, organizzando a Ginevra un congresso per i suoi seguaci europei. Il 12 settembre 1935, presidente il famoso dirigente siriano Sheik Arslan, presenti 60 delegati, si aprivano le assise dell'Islam europeo. Tale manifestazione assumeva dunque un valore che superava di gran lunga la portata del fatto stesso. Il congresso ginevrino ebbe, infatti, scopi dichiaratamente religiosi, culturali ed economici. Il presidente all'inaugurazione fece un accenno alla debolezza dei musulmani, dovuta al distaccarsi dalle originarie norme coraniche (osservazione che non esauriva il problema, i cui motivi profondi stavano esattamente nel contrario, cioè nel mancato sviluppo sociale e culturale dei popoli musulmani, i quali di fronte all'avanzata dell'Occidente ripiegavano in fughe improbabili in un passato non ripetibile). Il dottor Alì Dhakri bey, tuttavia, in quel consesso, rilevò il trattamento fatto in genere ai musulmani in Europa e proclamò la necessità di intensificare la propaganda per far conoscere l'Islam e migliorare  così i rapporti tra musulmani ed europei. Si dimenticò in quell'occasione di porre le basi, si fece notare già in quei giorni, quanto, in realtà, fosse più importante accettare una reciprocità di comportamenti nelle due diverse sfere, islamica ed occidentale (problema ancora irrisolto con notevole nocumento civile e storico). Fu discussa quindi la situazione dei musulmani polacchi, constatando l'atteggiamento favorevole del loro governo alla promozione della libertà degli islamici e del loro culto in Polonia. Il delegato olandese, a sua volta, alacre propagandista, protestò con forza contro la condizione fatta dal suo governo ai correligionari, specialmente nelle popolosissime terre dell'Insulindia. Il delegato svizzero parlò del proprio nucleo, che ancora non poteva dirsi comunità, contando in allora appena di 12 persone. Il delegato inglese, Rankin, facendo la storia della penetrazione musulmana in Gran Bretagna dal 1890 al 1939.-1940, rilevò come l'Islam era stato in costante aumento, non passando settimana che non vi fossero state conversioni (Bernard Show ebbe già  a prevedere che l'Europa sarebbe diventata musulmana entro un secolo). Durante i lavori del congresso di Ginevra si fece riferimento all'incomprensione e al'intolleranza cristiana, ma da più parti, esterne al convegno, si ribadiva l'insostenibilità di tale tesi, data invece l'intolleranza islamica nei confronti dei cristiani che vivevano nei loro territori originali. Parlando poi dei luoghi di culto, fu votato un ordine del giorno a favore delle erigende moschee di Varsavia e di Budapest. Seguirono relazioni sugli jugoslavi, nordafricani e la questione palestinese con speciale riguardo in questa a quello che veniva indicato come il dilagare del sionismo. Ci fu anche una relazione italiana che pose in luce  i benefici concessi dall'Italia ai sudditi libici. Iniziative per la creazione di Associazioni generali per la difesa dell'Islam fallirono, tuttavia, per la divisione dei delegati. Tale stato di cose era stato deplorato dalla stampa egiziana, mentre fu lodata la fondazione di gruppi giovanili da collegarsi con quelli del Cairo. Sulla crescita dell'Islam in quell fase storica e sull'attualità di quelle considerazioni che intravvedevano tra mille elementi, non solo demografici, la tendenza vistosamente ascensionale della religione di Maometto alla vigilia della guerra del 1939-1945, si deve riflettere.
-fine
Casalino Pierluigi, 31.12.2014

Marinetti 70. Un nuovo libro "compleanno" a cura di Antonio Saccoccio e Roberto Guerra

Redazione



In occasione dei settant’anni dalla morte di F.T. Marinetti, è uscito in questi giorni per i tipi di Armando editore Marinetti 70. Sintesi della critica futurista, raccolta di saggi, articoli e interviste curata da Antonio Saccoccio e Roberto Guerra.
Il fondatore del Futurismo continua a essere una delle figure più discusse e controverse della cultura italiana. In questa pubblicazione alcuni tra i maggiori studiosi viventi dell’artista esplorano aspetti fondamentali della sua opera: il culto della modernità, le ricerche poetiche e parolibere, i rapporti con la politica (nazionalismo, socialismo, anarchismo, fascismo), l’influenza sulle avanguardie europee, l’attualità delle sue intuizioni nel XXI secolo.

All’interno del volume contributi critici di: Gino Agnese, Giovanni Antonucci, Francesca Barbi Marinetti, Günter Berghaus, Pierfranco Bruni, Riccardo Campa, Giancarlo Carpi, Patrizio Ceccagnoli, Simona Cigliana, Vitaldo Conte, Enrico Crispolti, Giorgio Di Genova, Massimo Duranti, Roberto Guerra, Giordano Bruno Guerri, Miroslava Hajek, Massimo Prampolini, Antonio Saccoccio, Luigi Tallarico, Paolo Valesio.

Il volume è inserito nella collana "Avanguardia 21".

Ferrara e L'arte del Capodanno Incendiario

Redazione



Ferrara non solo città d'arte e turismo, anche - in pieno Centro Storico, uno dei San Silvestro e Capodanni più ammalianti d'Italia e non solo, giustamente di grande audience da - ormai- parecchi anni. Dal sito ufficiale del Grande Evento un incipit significativo e il programma VERSO IL THE BEST 2015 (NDR)

Da diversi anni ormai, la città di Ferrara festeggia il Natale e l’arrivo dell’anno nuovo con un programma, ricco di eventi e iniziative.

Anche nell’edizione di quest’anno, la sedicesima, il Castello Estense sarà il protagonista assoluto della lunga Notte di San Silvestro. Il 2015 sarà accolto dallo straordinario e famoso show piromusicale: splendidi fuochi pirotecnici lanciati da fossato, torri e balconate alternati da incredibili cascate illuminanti e vortici di luce colorata avvolgeranno il monumento simbolo di Ferrara, accompagnati da una “colonna sonora” inedita grazie alla preziosa partecipazione di importanti artisti del panorama musicale italiano.
Capodanno a Ferrara: atmosfere magiche, melodie accattivanti, immagini suggestive, colori inconfondibili ti aspettano per regalare emozioni indimenticabili.
Programma Location: Piazza Castello e Largo Castello

ore 21.30 ›› Aspettando Capodanno, spettacolo musicale in compagnia di tanti artisti
ore 23.55 ›› Count Down
ore 24 ›› Straordinario Show Piromusicale
a seguire ›› musica, animazione e… tante sorprese per continuare a festeggiare insieme fino all’alba!
Per tutta la Notte di San Silvestro, il Villaggio Natalizio e della Solidarietà rimarrà aperto.

 info http://www.capodannoferrara.com/?p=62