giovedì 23 maggio 2024

La coscienza di Amleto



---------- Forwarded message ---------
Da: Angelo Giubileo <angelogiubileo6@gmail.com>
 


La coscienza di Amleto

Il titolo del libro - che rappresenta l'eroe eponimo come equivoco e ambiguo - è "Il fantasma di Amleto", appena edito da Hoepli nell'aprile di quest'anno. Nella quarta di copertina è detto che trattasi in esso di "una vicenda finora sconosciuta per ricostruire, tra archivi pubblici e privati, con le cadenze di un giallo intellettuale, un caso di coscienza negli anni in cui il discrimine tra bene e male poteva essere molto sottile".

La vicenda riguarda l'esperienza di Giorgio de Santillana e il "caso di coscienza" in questione, definito "il singolare caso del fantasma di Amleto", "l'enigmatico" (e ambiguo) "rapporto di Santillana col fascismo". Secondo l'autore, Giorgio de Santillana avrebbe partecipato prima in patria e poi nell'esilio statunitense, in concorso con gli eventi italiani e spagnoli dell'epoca mussoliniana e franchista, un comportamento ambiguo e ambivalente "associato al dubbio e all'incertezza, per antonomasia, dell'eroe shakespeariano".

Nel libro, è citato spesso Il mulino di Amleto. Saggio sul mito e sulla struttura del tempo, opera monumentale, di Giorgio de Santillana e Hertha von Dechend, e tuttavia nel libro dell'opera non vi è detto. Eppure, nel risvolto di copertina, è confermato che "I libri di de Santillana sono oggi considerati dei classici della storia del pensiero, la sua figura riverita negli Stati Uniti e in Europa". E pertanto indagarne e analizzarne il contenuto sarebbe stata forse opera più meritevole, ma "questo libro" - si legge ancora nel medesimo risvolto - "svela particolari sconosciuti e riflette su tempi che furono definiti 'di malafede'". Particolari e tempi che però non hanno nulla, proprio nulla, a che fare con l'opera, fondamentale, dei due Autori citati.

Passi (sic) per l'Amleto di Shakespeare, che affonda le proprie radici nel racconto di Saxo Grammaticus - illustre storico medievale - in Gesta Danorum, ma - se abbiate letto, magari più e più volte Il mulino di Amleto predetto - acquisireste molto probabilmente piena consapevolezza di "tutto ciò che (è)" Aristotele chiamava "l'antico tesoro" unitamente a "que(lle) opinioni (che), assieme ad altre, sono state preservate fino a oggi come reliquie dell'antico tesoro" (MdA, p.183; 2000). L'antico tesoro - di cui gli Autori discettano con sapienza e maestria - è la via dell'immortalità; mentre le opinioni sono quelle che, per le siffatte diverse vie, conducono pur sempre alla medesima sede, "al di là e al di sopra di ogni cosa, dove risiede eternamente il Padre della Grandezza". (MdA, p. 161; 2000).

Come Amleto, tantissimi sono gli eroi eponimi che affrontano il viaggio e che percorrono le diverse vie che conducono, tutte e indistintamente, a "quel centro misterioso chiamato Canopo o Eridu o 'sede del Rta'" (MdA, p. 367; 2000). Tra i più rappresentativi, senz'altro Prometeo e Gilgamesh. E' indifferente da dove l'Eroe tragga l'antico tesoro, la bevanda sacra agli dei, la misura, il peso, la pietra, l'albero, etc. - da sopra o da sotto, dal cielo o dagli inferi… Esattamente perché un giorno o come si dice nell'incipit dei racconti - che favole non sono - c'era una volta la Tradizione di un'unica via che poi divennero le tradizioni delle diverse vie o, deviando dal detto dell'opera, i sentieri interrotti (Holzwege) di Martin Heidegger.

E allora: "Inutile dire che, in origine, né la 'via' di Yama né quella di Gilgamesh erano state concepite come eterne" e, in nota, che Whitney traduca (AV, XVIII, 1, 50): "Yama per primo trovò per noi un sentiero, quello non è un pascolo che si possa portar via; dove si avviarono i nostri primi Padri, colà (vanno) quelli che sono nati (da loro), ciascuno lungo la sua via" (MdA, p. 353; 2000). Ciò che dapprima era un insegnamento tramandato in modo esplicito, divenne quindi, consapevolmente o inconsapevolmente, un insegnamento tramandato per mezzo di simboli, numeri e nomi diversi. Fu una perdita gigantesca - ne sanno qualcosa i Titani dell'Olimpo (!) -, descritta dal Filosofo come "l'oblio dell'essere".

Ma: "Per quanto possa sembrare assurdo, le numerose sette gnostiche, che odiavano i filosofi e i matematici più di ogni altra cosa, non hanno mai negato o messo in dubbio la validità dei loro 'malvagi' insegnamenti. Disgustati fino alla nausea, essi impararono le rotte ascensionali per attraversare (o percorrere) quelle sfere abominevoli dominate dal numero, create dalle potenze del male. Il loro 'Padre della Grandezza' non avrebbe sicuramente mai creato un cosmo. Si può ben dire che la tradizione si serve dei veicoli più strani per avanzare attraverso il tempo della storia …" (MdA, p. 161; 2000). Così che: è per me indifferente il punto da dove comincio: tanto là ti ritorno di nuovo (Parmenide, Frammento 5).

Non so se l'autore di Il fantasma di Amleto conosca il detto di Plutarco in questione, ma, in ogni caso, il detto dice che: Se la conoscenza e il pensiero della realtà venissero meno, l'immortalità non sarebbe più vita, ma tempo. Passato, presente e futuro.

*libro dell'autore, Cover

Angelo Giubileo


 


--
Roberto Guerra
 

TEATRO.IT - Festival e spettacoli in tour questa estate! ⭐ Newsletter 22/05




---------- Forwarded message ---------
Da: TEATRO.IT <info@teatro.it>
 >


Festival, Concerti, Danza, Lirica...Ecco tutte le novità di prossimi mesi

 
 
 


--
Roberto Guerra
 

Ferrara, "Gli Sciacalli"...(Newton Compton, 2021) Libro della Newton Compton



---------- Forwarded message ---------
Da: Roby Guerra <guerra.roby@gmail.com> 
Sciacalli...(Newton Compton, 2021) Libro della Newton Compton (quella di Simoni) per unn altro ferrarese, prima poco noto,Alessandro Carlini, nel target Noir, Gialli. Nello specifico,un romanzo verosimile di fantapolitica persino, giustamente noto. Ambientato post seconda guerra mondiale, rivela la Ferrara nascosta dopo la guerra civile, il ruolo ambiguo dei partigiani rossi, noto per altre zone d'Italia , sempre uno scandalo per il partito comunista, persino oggi negato quasi dagli storici ideologici.E il libro è davvero un pugno non rosso..ma nello stomaco, per la crudezza e la tristezza del mito stesso comunista,finanche partigiano almeno in certa misura.....
Ferrara, 1945. La guerra è ap­pena finita ma le sue ferite sono ancora aperte nel paese martoriato dall'occupazione nazifascista.
Aldo Marano è un sostituto procuratore che lotta per mantenere l'ordine nella provincia stremata dalla fame e adesso vessata da continui omicidi e vendet­te. In particolare, a togliere il sonno a Marano è il caso di un'automobile: una Fiat 1100 nera, che lascia dietro di sé una scia di morti in tutta la zona. Le vit­time sono per la maggior parte persone abbienti che hanno avuto simpatie fa­sciste, per questo i sospetti di Marano si rivolgono all'ambiente degli ex par­tigiani: forse una banda sta portando avanti un regolamento di conti perso­nale che si intreccia alla storia di una nazione segnata da odio e violenza. Marano ancora non lo sa, ma l'indagine che lo aspetta è molto più complicata e pericolosa di quanto immagina: i banditi a cui dà la caccia sono protetti da qualcosa di ben più potente dei semplici mitra…...............................

Enigmatico come Camilleri
Oscuro come Lucarelli


Roberto Guerra
 

martedì 21 maggio 2024

News & WIP by Maria Marchese video

News & Wip by Maria Marchese (scrittrice)

Da: Maria Marchese <marchesemaria369@gmail.com>
 

  • Ciao Roby… Bonjour!

Novità? Certainement! A breve e medio termine!

Dopo "Scrivo t,amo", la 3' raccolta poetica che si fregia della prefazione dello chef stellato milanese Tano Simonato, uscita a Giugno 2023, a Maggio 2024 ho ristampato, per la 3' volta, "Le scarpe rosse – Tra tumultuoso mare e placide acque", con l'aggiunta della prefazione — d'eccellenza, sottolineo io — dell'autrice Teresa Laterza.

Ti spoilero il mio esordio come designer di accessori, in una collaborazione a 4 mani da "chapeau" : è nata, infatti, la collezione "Chaturanga" — ancora per poco top secret —, dove le mie competenze si uniscono a quelle del designer e Maestro Orafo fiorentino Valerio Salvadori di Redó Florence 1989.

Chaturanga unisce l'estro, le sensibilità e le doti di due artisti, per una linea di borse gioiello iconiche, totally designed e handmade da entrambi, destinata alla donna vincente… la regina — qui entra in gioco, appunto, il Chaturanga, la scacchiera ma anche l'arte tessile comasca, il ragno — pure dirai!? —…

  • Non posso ancora svelare tutto… —.

Immancabile, in un contesto simile, il mio logo — ed è qui che me la tiro un po' — : i fantasmagorici "lieu de naissance français "(natalia francesi) , attribuitimi per i francesismi che "ubriacano" le mie poesie e che foggiano un po' la mia immagine — come acqua che dilava la roccia?... Noooo!... magari come champagne o Chanel n'5 ahahah… — hanno ispirato il brand CharmOsa — "Osa ma con charm"—.

Ho già creato una collezione di cappellini, una di spille ed una di orecchini/origami…

Dulcis in fundo, sto scrivendo il mio primo romanzo erotico con —….. —.

  • Non posso dire altro. Anzi no! Ti spoilero un nome, "Velentine"…

Ad majora caro Roby e rimettiti prestissimo!



--
Roberto Guerra