martedì 14 febbraio 2017

Ferrara: Galleria Lacerba - mostra on-line di Ugo Carrega

Da: GALLERIA LACERBA   

GALLERIA LACERBA  

UGO CARREGA - MOSTRA ON-LINE SU WWW.LACERBA.COM

Via Goretti 5/7 - 44123 - Ferrara - Tel. 0532/768307 

www.lacerba.com      

immaginePresentiamo questo mese una bella rassegna di opere dedicata ad Ugo Carrega, uno dei massimi esponenti del movimento artistico della poesia visiva.
La poesia visiva, nasce da tutte quelle sperimentazioni artistiche e letterarie compiute nel clima della Neoavanguardia, a partire dagli anni sessanta del XX secolo.
Anche se, tuttavia, è dalla rinascita culturale del secondo dopoguerra che le ricerche verbo-visive hanno il loro punto di partenza, come presa di posizione critica sulla cultura, sulla società e sul linguaggio attraverso il quale si esprime la nuova realtà modernizzata e industrializzata del secondo dopoguerra. Sono gli anni in cui gli intellettuali si specializzano negli ambiti della cultura e si fanno più pragmatici e coinvolti nell'interpretazione dei grandi mutamenti della società e nella partecipazione attiva alla critica militante, culturale e sociale. Attività intellettuali che rispecchiavano il desiderio di rinnovamento e, quindi, di svecchiamento della cultura italiana, ancora ancorata all'estetica romantica e simbolista, all'idealismo crociano e gentiliano.
La Neoavanguardia - all'interno della quale si sviluppano le ricerche verbo-visuali - si qualifica come uno strumento di analisi, come azione sul piano della cultura, come interpretazione della realtà e, di conseguenza, come analisi dell'intreccio fra Arte e Cultura, caratteristico dei dibattiti intellettuali degli anni Sessanta. Le ricerche linguistiche ed estetiche della Poesia Visiva nascono in questi contesti - facili definire - di "eclettismo" culturale. Solo analizzando la cultura e le ideologie dell'epoca si può avere una chiara percezione della complessità dei dibattiti e del perché la Poesia Visiva abbia avuto uno sviluppo simultaneo a livello mondiale, collocandosi a metà fra i generi artistici e i generi letterari, essendo essa un fenomeno ibrido di Arte e Letteratura.

Per tutti gli approfondimenti e la visione la rimandiamo alla home page del sito www.lacerba.com

www.lacerba.com
[Ferrara, FE] Vende quadri d'autore, litografie e serigrafie. Presenta la fotografie delle opere, gli eventi e i contatti.

per ogni informazione aggiuntiva rimaniamo a disposizione sulla casella di posta lacerba@lacerba.com 

Cordiali saluti

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GEOPOLITICA E FORZA ECONOMICA DEGLI STATI

Oggi la Cina è diventata la principale officina del mondo, come lo fu un tempo la Gran Bretagna; e l'India ha assunto, in seguito alla rivoluzione informatica, un ruolo d'avanguardia paragonabile a quello svolto dalla Germania durante la rivoluzione tecnico scientifica avvenuta tra la seconda metà dell'Ottocento e gli inizi del Novecento. Assistiamo dunque, nell'età della globalizzazione, ad una sorta di ritorno ad un lontano passato, durante il quale aveva brillato di luce propria la stella di diverse zone del continente asiatico. Ma quali sono stati quindi, i fattori che hanno reso possibile il sorpasso dell'Asia da parte dell'Europa e un ribaltamento perciò dei rapporti di forza? Un interrogativo, questo, su cui la storiografia si è misurata e che ha concluso essere tale evento fondato su una fortunata combinazione di intreccio di valori casuali e contingenti, quali la vicinanza alle Americhe e la disponibilità di carbone delle zone occidentali d'Europa, in special modo della Gran Bretagna, protagonista della Rivoluzione industriale che avrebbe determinato infine una reale discontinuità di prospettive e pertanto di un tangibile divario economico fra l'Europa e l'Asia. In realtà, gli europei costruirono a cominciare dal Cinquecento, le basi della propria supremazia, venuta poi a piena maturazione agli inizi del XIX secolo. Non solo perché la loro economia, fin dal Cinquecento-Seicento, non era affatto secondaria e provinciale rispetto a quelle di alcune contrade dell'Estremo Oriente, ma soprattutto perché furono in grado di valorizzare tanto le risorse materiali di cui vennero in possesso con la conquisto del Nuovo Mondo e lo sviluppo dei traffici su un'iniziale scala globale, quanto un complesso di valide cognizioni e applicazioni che si procurarono grazie all'adozione di nuovi metodi in campo scientifico e tecnologico. Da ciò l'avvio del progresso non solo economico dell'Europa nel corso dell'era moderna, che, pur non univoca e rettilinea, la portò infine a prendere decisamente la supremazia sul resto del mondo. e soprattutto dell'Asia. A favorire tale supremazia, a dire il vero, fu la determinante costruzione delle istituzioni moderne in Occidente, fattore di straordinario valore civile, che solo più tardi vennero introdotte anche in Asia.
Casalino Pierluigui

lunedì 13 febbraio 2017

UNA FINESTRA SUL FUTURO

L'ottimista non nega i problemi e neppure li relativizza in modo superficiale e né si astrae dal mondo in modo superficiale ed irresponsabile, chiudendosi in sé stesso e lasciando agli altri il compito di decidere ciò che dovrà succedere. Al contrario l'ottimista lavora per costruire un domani migliore con determinazione e responsabilità, facendo tesoro dei fallimenti e degli errori compiuti. L'ottimista dunque è colui che è capace di aprire o di intravvedere una breccia inestricabile nella nebbia del futuro, nella tragicità del presente, di un presente che sembra appesantirci in una realtà oscura. Una condizione che il filosofo francese Emmanuel Mounier definiva ottimismo tragico e che noi chiameremmo anche audacia del destino. Si tratta di qualcosa che può bastare per non rimanere paralizzati, per esprimere un'idea ed una speranza per spingere lo sguardo più avanti, per scrivere una pagina che qualcuno forse leggerà dopo di noi e che poi sparirà probabilmente dalla scena e che ci consentirà di non essere sommersi dal negativo. Un modo per riuscire a rendere più vivibile la nostra società e la nostra esistenza, che richiedono a gran voce libertà e fiducia e ancora di più fratellanza ed uguaglianza.
Casalino Pierluigi 

Depeche Mode - Where's the Revolution

domenica 12 febbraio 2017

PINOCCHIO ALLA RICERCA DI UN PADRE

Collodi avrebbe voluto far morire Pinocchio impiccato per mano degli assassini, ma ha dovuto farlo resuscitare in seguito alle proteste dei suoi giovani lettori. Perciò Collodi avrebbe certamente apprezzato la fosca messa in scena del suo celebre libro realizzata da Antonio Latella per il Piccolo Teatro di Milano. Lo straripante, quasi ossessivo amore di Latella per il capolavoro di Collodi e del suo protagonista è ancora poco. Se ne esce davvero colpiti, scossi nel profondi, dopo aver assistito allo spettacolo allestito da Latella. Si tratta di un'esperienza forte, costellata da drammatici e pertinenti richiami all'Inferno di Dante e qualcosa di dantesco si ritrova nelle ricorrenti sovrastrutture e nelle contingenti fenomenologie che si incontrano durante lo spettacolo. Pinocchio, in effetti, non è una rigida figura artificiale, è un essere ambiguamente in carne ed ossa, a metà tra il neonato e l'adolescente ribelle ed irresponsabile. La citazione della lingua caustica di Collodi, intanto, viene infarcita di riferimenti da Kleist a Carrère, in un mix di atmosfere e di sensazioni di notevole livello creativo ed espressivo. All'impatto emotivo dello spettacolo concorrono le scenografie e i costumi di valenti professionisti del settore, che contribuiscono ad esaltare il lavoro di Latella e ad evocare le suggestioni oniriche del racconto originale di Pinocchio. Racconto che conferma con i suoi ricorrenti adattamenti la ricerca di un padre da parte del burattino-bambino più famoso della storia.
Casalino Pierluigi