lunedì 31 ottobre 2016
domenica 30 ottobre 2016
Ferrara è tra le 20 città più ‘intelligenti’ d’Italia | estense.com Ferrara
*Nota di Benito Guerrazzi .... Quale Q.I. di riferimento per Ferrara? Perchè queste indagini pseudoscientifiche, in flagrante contrasto con il mondo reale, si legga solo il dato sulla Sicurezza e l'efficacia amministrativa istituzionale in merito, come anche puntualizzata dalla testata, sono solo mistificazioni orwelliane, quasi committenze e spreco di risorse pubbiche... per intenderci. "Ottima professionalità tra i dipendenti pubblici.." forse i dipendenti di base non certo i funzionari e vertici che sono DIPENDENTI PUBBLICI ridicoli sul piano conoscitivo eccetera e in tutti i settori. "Nessun trionfalismo" ! Da congresso psicanalitico, e figurarsi la solita mitologia attuale dell'ambientalismo ideologico o smart city, altra ecobufala (almeno se strutturale e non solo sottomenu interessante ma in altro zeitgeist Technoeconomy e Technourbano! se si parla seriamente di città della conoscenza e della scienza! Ma a Ferrara abbiamo anche visto il geografo e paraclimatologo Marcalli inneggiato come futurologo apocalittico scientifico!). Di vero semmai il solito patrimonio possibile storico-culturale ma vanificato da un marketing sempre 1.0, altro che industria 4.0 e da un Q.I. local, piaccia o meno contadino e neomedievale/feudale, privo di amore del futuro (anzi qua lo choc del futuro di memoria toffleriana è nel DNA etnico quasi), anzi, sempre il futuro visto come traumanesimo! Basta con questa propaganda PD neosoviet!
Ferrara è tra le 20 città più ‘intelligenti’ d’Italia | estense.com Ferrara: Un balzo dalla 28^ alla 17^ posizione in un solo anno porta Ferrara tra le venti città più 'intelligenti' d'Italia nella classifica di iCityRate. Secondo lo studio - edito dal Forum Pubblica Amministrazione, in collaborazione con Istat, Unioncamere e Anci - pubblicato qualche giorno fa, Ferrara è dunque tra le migliori città nella classifica iCityRate per qualità del vivere urbano e capacità di farsi piattaforma abilitante, guardare a traguardi lunghi facendo scelte e investimenti che puntano sui fattori chiave per lo sviluppo. Insomma, soddisfa bene i parametri che vengono misurati per giudicare quanto una città sia 'smart'. 'Il lavoro quotidiano dell’Amministrazione - commenta l'assessore comunale alla smart-city - fatto di serietà, determinazione, condivisione, ottime professionalità tra i dipendenti pubblici, e dei cittadini ci è riconosciuto fuori mura: nessun trionfalismo, il lavoro da svolgere è ingente, ma segnalare questi dati non può che far piacere'. E, in effetti, che il
Ferrara è tra le 20 città più ‘intelligenti’ d’Italia | estense.com Ferrara: Un balzo dalla 28^ alla 17^ posizione in un solo anno porta Ferrara tra le venti città più 'intelligenti' d'Italia nella classifica di iCityRate. Secondo lo studio - edito dal Forum Pubblica Amministrazione, in collaborazione con Istat, Unioncamere e Anci - pubblicato qualche giorno fa, Ferrara è dunque tra le migliori città nella classifica iCityRate per qualità del vivere urbano e capacità di farsi piattaforma abilitante, guardare a traguardi lunghi facendo scelte e investimenti che puntano sui fattori chiave per lo sviluppo. Insomma, soddisfa bene i parametri che vengono misurati per giudicare quanto una città sia 'smart'. 'Il lavoro quotidiano dell’Amministrazione - commenta l'assessore comunale alla smart-city - fatto di serietà, determinazione, condivisione, ottime professionalità tra i dipendenti pubblici, e dei cittadini ci è riconosciuto fuori mura: nessun trionfalismo, il lavoro da svolgere è ingente, ma segnalare questi dati non può che far piacere'. E, in effetti, che il
India, Israele e Russia nell'attuale fase strategica
Pierluigi Casalino
Il 23 giugno 1955 l'allora primo ministro sovietico Bulganin giungeva
in India per un importante incontro con l'omologo indiano Nehru.
L'occasione segnava l'avvio e poi l'intensificazione dei rapporti
russo-indiani, rapporti che trovarono solenne conferma con la
successiva e trionfale visita di stato e di amicizia del novembre
dello stesso anno di Bulganin e di Krushev, nuovo segretario generale
del PCUS. L'India, stretta tra il vicino Pakistan e la Cina, legati da
un'amicizia anti-indiana, iniziava allora la sua storica relazione con
Mosca, una relazione che nel tempo si sarebbe trasformata in
un'alleanza strategica di grande rilievo geopolitico non solo nella
regione de subcontinente indiano, E' infatti di questi giorni, nel
contesto del rinnovato attivismo diplomatico di Putin nel mondo, il
rilancio e il rafforzamento di tale alleanza che vede l'allargarsi
della collaborazione militare tra l'India e la Russia post-sovietica,
soprattutto in settori delicati della difesa, in particolare spaziale.
All'epoca della guerra fredda le tensioni dell'india con la Cina,
nemico ideologico del comunismo sovietico, Mosca svolgeva un ruolo
difensivo dell'alleato indiano. Tale linea prosegue concretamente
tuttora, quindi, nonostante un certo recente riavvicinamento russo,
forse solo tattico, con Islamabad nel quadro dell'approccio
neo-imperiale a tutto campo adottato dall'attuala leader del Cremlino.
Non è poi una novità che Israele si affianchi a questo asse
indo-russo, grazie al tradizionale legame tra l'intelligence di New
Delhi e Tel Aviv, ma soprattutto al mai nascosto terzo-forzismo dello
stato ebraico che individua legami con paesi (vedi la stessa Cina)
dove la radice giudaica in un modo o nell'altro è presente da tempo:
casi del genere sono il Marocco e soprattutto l'India, che chiama "la
madre" i servizi segreti israeliani. In proposito, da ultimo, la crisi
del Kashmir riesplosa negli scorsi mesi ha spinto il leader indiano
Modi a rafforzare ancora di più le antiche alleanze con Israele e
Russia. Queste considerazioni evidenziano il dinamismo delle
relazioni internazionali, a metà strada tra una ancora velenosa
congiuntura economica e la variabile terroristica che rischia di
rimescolare maggiormente le carte.
Casalino Pierluigi
in India per un importante incontro con l'omologo indiano Nehru.
L'occasione segnava l'avvio e poi l'intensificazione dei rapporti
russo-indiani, rapporti che trovarono solenne conferma con la
successiva e trionfale visita di stato e di amicizia del novembre
dello stesso anno di Bulganin e di Krushev, nuovo segretario generale
del PCUS. L'India, stretta tra il vicino Pakistan e la Cina, legati da
un'amicizia anti-indiana, iniziava allora la sua storica relazione con
Mosca, una relazione che nel tempo si sarebbe trasformata in
un'alleanza strategica di grande rilievo geopolitico non solo nella
regione de subcontinente indiano, E' infatti di questi giorni, nel
contesto del rinnovato attivismo diplomatico di Putin nel mondo, il
rilancio e il rafforzamento di tale alleanza che vede l'allargarsi
della collaborazione militare tra l'India e la Russia post-sovietica,
soprattutto in settori delicati della difesa, in particolare spaziale.
All'epoca della guerra fredda le tensioni dell'india con la Cina,
nemico ideologico del comunismo sovietico, Mosca svolgeva un ruolo
difensivo dell'alleato indiano. Tale linea prosegue concretamente
tuttora, quindi, nonostante un certo recente riavvicinamento russo,
forse solo tattico, con Islamabad nel quadro dell'approccio
neo-imperiale a tutto campo adottato dall'attuala leader del Cremlino.
Non è poi una novità che Israele si affianchi a questo asse
indo-russo, grazie al tradizionale legame tra l'intelligence di New
Delhi e Tel Aviv, ma soprattutto al mai nascosto terzo-forzismo dello
stato ebraico che individua legami con paesi (vedi la stessa Cina)
dove la radice giudaica in un modo o nell'altro è presente da tempo:
casi del genere sono il Marocco e soprattutto l'India, che chiama "la
madre" i servizi segreti israeliani. In proposito, da ultimo, la crisi
del Kashmir riesplosa negli scorsi mesi ha spinto il leader indiano
Modi a rafforzare ancora di più le antiche alleanze con Israele e
Russia. Queste considerazioni evidenziano il dinamismo delle
relazioni internazionali, a metà strada tra una ancora velenosa
congiuntura economica e la variabile terroristica che rischia di
rimescolare maggiormente le carte.
Casalino Pierluigi
Marx ieri, oggi e domani
Quando nel 1968, in piena contestazione, durante una delle ricorrenti celebrazioni del pensiero di Karl Marx, qualcuno, un po' controcorrente, avanzò l'ipotesi di un Marx terrorista, finendo inevitabilmente alla gogna. Chiunque abbia letto Marx, senza passare attraverso i diversi suoi interpreti, spesso di maniera, ha colto, invece, quanto sia diversa l'immagine che ci hanno tramandato negli ultimi 150 anni codesti analisti che ne hanno girato e rigirato il messaggio. Tanto per cominciare Marx era conosciuto dai suoi contemporanei come Red Terror Doctor. Certo è che il filosofo tedesco, che sentiva avvicinare la tempesta , avendola anticipata nel suo piccolo, ebbe a dichiararsi "non marxista". Giusto, ma ci voleva ben altro. c'era la sua barba sulla bandiera di tutti i partiti socialisti e comunisti, c'era la sua effigie portata a spasso da tutti i rivoluzionari dal 1917 fino ad ieri. A dire il vero Marx riteneva che i terroristi russi avrebbero portato la democrazia, ma aveva numerosi nemici naturali, come Bakunin, e diversi amici innaturali come la regina Vittoria che lo invitò forse a prendere il tè con lei. Nulla e nessuno riuscì a consolare Karl Marx, neppure la matematica, suo studio preferito, quando l'economia non gli dava più grandi soddisfazioni. Anche la sua salute declinava e per fermarne il corso negativo aveva raggiunto l'Algeria, dove non mancò di esprimere tutto il suo disprezzo per gli Arabi e i musulmani in genere (ma molti dei suoi epigoni non lo sanno). La sua fama andò scemando fino alla prima guerra mondiale, allorquando due tronconi delle sue idee si fissarono sulle teste dei bolscevichi e dei menscevichi: sta di fatto che le sue teorie ritornarono in auge con il marxismo russo dopo il 1917, trasformando il suo messaggio in una religione, imbevuta però di messianismo russo, tutto il contrario di quello che pensava. Dostoevskij, al contrario, previde la disgrazia del terrorismo russo, mentre Marx insisteva che questi ultimi avrebbero condotto la Russia sterminata (anche quella post-sovietica) ad essere democratica...
Casalino Pierluigi
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