sabato 26 marzo 2016

The Best Happy Easter 2.0 (2016-2116)

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Ferrara: Pasqua 2016




Date: Thu, 24 Mar 2016 13:49:39 +0000
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Pasqua 2016

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Easter 2016

 

Auguri di buona Pasqua!

 

...e per chi rimane in città: lunedì 28 Marzo, h.10,30 

Visita guidata al Ghetto ed al Cimitero Ebraico di Ferrara

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prenotazione obbligatoria: info@artguidestudio.com


Ferrara-Bruxelles, Marani e le lacrime coccodrillesche di certa Intellighenzia

di Benito Guerrazzi


Sulla stampa local, intervento rivelatore di Diego Marani, europeista fin dal midollo spinale, scrittore di buona e meritata fama, pure quando scende - e troppo spesso – nell'agorà politico-sociale – fin dai tempi della sua strenua difesa di certo affaire Sateriale/Ronconi – assolutamente conformista, prevedibile e sintomatico di certa costante "filosofia" politicamente e culturalmente corretta dominante nell'Intellighenzia fu sinistra... Come molti letterati, direbbe H.M. Enzensberger, un classico Idiot Lettré, digiuno di conoscenza scientifica se non in moduli stantard laicistici e pensiero unico. Altrimenti, vista la stoffa comunque culturale, si renderebbe ben conto di certe gaffe, come nell'intervento in questione. Neppure Bruxelles l'ha svegliato, i suoi uffici europeistici proprio a due passi dalla strage recente, ed era in quegli uffici... Ma non ha trovato di meglio di lanciarsi in una apologia piagnistea letterale, razionalizzando e giustificando le ben note lacrime della nostra Magherini, del PD e nominalmente Ministro degli Esteri attuali dell'Unione Europea, all'indomani della strage in questione! Come al solito per attaccare e mai ascoltare le opposizioni a lui, come certo sessontardismo tardo e obsoleto, solo indigeste perchè, nello specifico, contestano legitimamente quel fantasma che i fatti dimostrano e purtroppo tragicamente che è l'Europa: quindi solita retorica contro Bertolaso e Meloni che hanno ben denunciato le lacrime sconcertanti della Magherini che come Marani scambia la Politica e persino quella bellica con un programma sentimentale (e ipocrita...manipolatorio) della De Filippi... Se le strategie di un ministro degli Esteri, sono le lacrime, anziché a caldo... parole non retoriche ma autorevoli e necessariamente fredde, allora meglio la De Filippi stessa che almeno di manipolazione dell'informazione se ne intende! Di più: Marani si vada a leggere qualcosa della Scuola di Palo Alto, confondere la Politica con la psicologia spicciola, è un errore persino patologico di codice, giochi linguistici sballati. Più in profondità è questa sintomatologia che dimostra Neuropa e anche parzialmente, ma centralmente sul piano psicosociale, quel che è potuto accadere in questi giorni a Bruxelles, capitale dell'Unione Europea! Gli incredibili bachi sulla sicurezza emersi riflettono il delirio del buonismo e della tolleranza indiscriminata come strategia fallimentare di integrazione multietnica... Più tolleranti della tolleranza nella capitale europea … Gli esiti sono sotto gli occhi di tutti ma non di certa Intellighenzia pericolosa ormai, con il suo ostentato negazionismo del Reale e dei fatti.

Luigi Tenco, Fabrizio De André, Franco Califano.... Dante..., Skoll, Compagnia dell’Anello: dal mondo celtico e Antica Tradizione alla cultura popolare dei processi linguistici che trovano voce in Dante Alighieri


di Pierfranco Bruni

Luigi Tenco, Fabrizio De André, Franco Califano, Skoll, Compagnia dell'Anello: dal mondo celtico e Antica Tradizione alla cultura popolare dei processi linguistici che trovano voce in Dante Alighieri


Dalla poesia araba alla "Vita Nova". Da Rumi a Dante sino a Poliziano e a Ronsard. Il percorso dei linguaggi è fatto di parola, musica, immagine. Dante è contemporaneità nel Sante oltre la teologia. La nostra contemporaneità, dalla scuola ai beni culturali, deve fare i conti con il legame tra poesia e musica. Ovvero con la parola dei poeti – cantautori (o viceversa) e con la musicalità stessa del linguaggio. Poesia e musica. Un dialogo costante che ha caratterizzato soprattutto gli ultimi decenni e in particolare la stagione degli anni Sessanta – Ottanta.
Non bisogna dimenticare un dato che resta fondamentale proprio negli intrecci tra linguaggio poetico ed eredità letteraria all'interno di un approccio con la canzone d'autore. Il patrimonio musicale di una comunità è espressione di civiltà all'interno di un contesto quale può essere la cultura popolare. La cultura popolare trova proprio nella musica e nella canzone cosiddetta d'autore un modello di raccordo con la storia, con la tradizione, con la letteratura. Ci sono stati cantautori che hanno manifestato, attraverso i loro testi, un percorso di identità e di cultura. L' "Antica Tradizione" è il tardo medioevo che si fa Tradizione nel Dante che recupera la musicalità greco – latina.
Tre elementi fondamentali si enucleano nei processi musicali che hanno caratterizzato la canzone d'autore. Mi riferisco alla parola (come espressione ed esperienza lirica), alla musica (come dettato fondamentale esercitato dalle note), all'immagine (come metafora di una proiezione visiva data dall'accordo tra la parola e la musica stessa). Parola, musica e immagine costituiscono un vero e proprio modello progettuale che ha trovato nei cantautori italiani degli anni Sessanta/Settanta (e mi riferisco in particolare a Luigi Tenco, a Franco Califano e a Fabrizio De André) dei riferimenti fondamentali.
Da qui alla "Antica Tradizione" e alla "Compagnia degli Anelli": gruppi fuori dal conformismo e che recuperano ballate celtiche e medioevale.

Sono patrimonio culturale di una testimonianza che raccorda la parola alla musica in uno spaccato la cui cultura popolare diventa anche interpretazione di una memoria e di un tempo che hanno attraversato la nostra storia contemporanea.
La canzone d'autore è senza alcun dubbio un patrimonio culturale da tutelare, valorizzare e promuovere in un'ottica anche educativa rivolta verso le nuove generazioni. Promuovere la conoscenza di questa cultura è rimarcare quei processi identitari che hanno caratterizzato un passaggio generazionale.
I testi di questi autori sono anche il racconto di quell'Italia che si trovava a vivere gli anni Cinquanta e gli anni successivi in modo disorientante e proprio attraverso un atto creativo (qual è la canzone dei cantautori) si è rappresentato un modo di essere e un modo di esistenza attraverso dei codici etici ed estetici.




Nella canzone d'autore ci sono almeno tre percorsi tematici che andrebbero esplorati.
A) I rimandi letterari.
B) I luoghi presenti nei testi (una geografia che diventa anche esigenza esistenziale di raccontare i luoghi).
C) Il rapporto con il cinema (ovvero le colonne sonore che hanno "siglato" molti sceneggiati e molti film) che è un fatto nuovo perché si stabilisce un dialogo non solo sul piano delle immagini ma anche in termini musicali.

La canzone come testimonianza e quindi come prodotto culturale grazie anche ad una intelaiatura con le altre arti. Credo che sia importante poter stabilire un rapporto con la letteratura e con il cinema oltre alla sua autonoma forza che emana un vissuto lirico e musicale. Il labirinto della parola e l'isola del suono tra Tenco, De André e Califano: è questo il mio viaggi antico e nuovo.
I luoghi nella canzone d'autore potrebbero costituire una chiave di lettura delle città, dei paesaggi, del mare, delle campagne. Quante città sono state immortalate nella canzone. Quanta Italia, con le sue immagini e la sua storia, c'è nel rapporto tra parola e musica. Sarebbe un percorso di estremo interesse perché dentro le parole coronate dalla musica (e viceversa) vive un patrimonio di cultura. Un patrimonio che va rivalutato.

Così pure il dialogo, che non è possibile interrompere, tra la poesia e la musica. I cosiddetti rimandi sono delle traiettorie che non possono essere trascurate. Le colonne sonore. Penso ad un solo esempio: ad una serie del Commissario Maigret (incarnato in modo particolare da Gino Cervi) che aveva come sigla una delle canzoni più belle di Luigi Tenco.
Ebbene, credo che mettere insieme queste realtà culturali in un unico percorso e offrire una mappa articolata sul piano tematico servirebbe a rileggere la cultura riferita proprio agli anni Sessanta/Settanta. La canzone d'autore è una ricchezza importante e da tutelare e ha capacità di aggregare altri modelli culturali. Il cinema, la letteratura, la musica. I testi della "Antica Tradizione" hanno modelli prettamente medioevale.

Sembrano tre tappe ma hanno un unico obiettivo affidabile, chiaramente, al concetto di identità culturale: quello della conoscenza, della valorizzazione di queste forme dell'espressività, della promozione per la diffusione, anche nelle scuole, di una proposta che, sempre più, si incardina in quell'asse tra letteratura, storia e realtà.
Soprattutto se si fa riferimento e si parte da tre autori, citati prima, già consolidati, Luigi Tenco (1938- 1967), Franco Califano (1938 – 2013), Fabrizio De André (1940 – 1999), nella storia della canzone (e quindi dei linguaggi musicali) i temi e le suggestioni possono trovare una loro maggiore solidità perché ci si trova di fronte a materiali non in itinere ma storicamente leggibili. Ma il discorso delle presenze è, certamente, più ampio.
La valenza creativa degli artisti non può non confrontarsi con i modelli che propone una società. La civiltà dei linguaggi è dentro quell'esperienza creativa che realizza costantemente dei processi culturali.
Ecco perché è necessario valorizzare e promuovere la conoscenza di questi elementi culturali che sono e restano parte integrante della manifestazione identitaria di un popolo. I cantautori sono i poeti della nostra contemporaneità. Ed è proprio vero che, in questo inciso, matrici letterarie e matrici poetico – musicali sono un costante incontro. Un incontro che raccordano il concetto antico di canzone con i nuovi modelli linguistici. Dante tra i cantautori dagli anni Sessanta al futurismo degli Skoll. Un gruppo che recupera i luoghi dell'immaginario futurista anche attraverso le finzioni di Dante.



Une prise de conscience s'impose après les attentats de Bruxelles.


di  Casalino Pierluigi, 26.03.2016
> Les attentats à Bruxelles sont une suite logique et quasi attendue de
> ce qui s'est passé à Paris. C'est une me^me rage, un haine sans limite
> de l'Occident qui animent ces enfants européens issus de l'immigration
> maghrébine. Pourquoi tant de cruauté? Pourquoi ces assasinats
> aveugles? Comment devient-on un mostre qui sacrifie sa vie en tuant le
> maximum de personnes autour de soi? La plupart des terroristes qui on
> comis des attentats en Europe sont des enfants d'immigrés. C'est un
> constat. Ces individus n'ont jamais reçu ou n'ont jamais inculqué les
> valeurs que porte la civilsation d'où viennent leurs parents. Ces
> derniers, aussi impuissants que les services de sécurité, ont leur
> part de responsabilité dans ce qui arrive me^me s'ils sont pluto^t à
> plaindre. Parce qu'ils n'ont aucune autorité sur leurs enfants, ils
> ont raté leur éducation. Ils n'ont pas su ni pu leur transmettre la
> valeur culture, meilleur barrage contre la barbarie. Ils n'ont pa su
> ni pu les protéger contre le mal absolu, un fanatisme enrobé dans un
> drap islamique. Un certain nombre d'enfants d'immigrés souffrent
> d'insécurité ontoligique et pourtant ils ne prennent pas les armes
> pour tuer des innocents. Cìest là qu'intervient l'Etat islamique avec
> sa propagande diabolique. Elle mène une guerre partout où elle trouve
> des failles. L'Europe, entité faible et sans consistance, est
> justement pleine de trous. L'Etat islamique les a investis depuis
> longtemps. Ils le font sans hésiter ou presque parce qu'on a su les
> convaincre que mourir c'est mieux que vivre dans des pays présentés
> comme hostiles à leur fois. La mise en place de solution pour leur
> désendocrtinement doit tenir compte de l'absence d'utopie politique.
> Il y a un mélange explosif, conséquence d'une globalisation mentale
> que l'Etat-nation européen a désormais du mal à contro^ler. Ce dernier
> ne veut pas non plus s'européaniser, bien que le volet sécuritaire
> montre l'inefficacité du nationalisme des services de reinsegnement au
> sein d'une Europe de Schengen sans frontières.