lunedì 26 ottobre 2015
Dante, maestro dell'unità del sapere.
nascita del Sommo Poeta, si infittiscono nel mondo intero e
costituiscono uno dei rari ed apprezzati momenti di generale
consapevolezza di italianità e di incontro con la grandezza di Dante e
della sua opera. Un'opera, quella di Dante in cui confluiscono filoni
culturali diversi, che, proprio per tale ragione, rendono ancor più
rilevante il lascito culturale dell'Autore. La straordinaria cifra del
messaggio dantesco si fonda certamente sul suo impareggiabile genio e
sulla sua capacità di recepire in modo originale influenze
apparentemente contrastanti con il patrimonio cristiano. Le fonti
islamiche, iraniche, ebraiche della Commedia, il contributo del
pensiero arabo alla formazione della speculazione dantesca e gli altri
innumerevoli influssi sulla generalità dei testi da Lui composti,
orgogliosamente autonoma non solo nella poesia, fanno di Dante il
protagonista di un'arte raffinata ed orgogliosamente autonoma, non
solo nella poesia, ma anche nella musica, oltre che nella filosofia,
nella scienza, nell'erudizione e nella critica letteraria. L'armonico
moto dei corpi, che, come la musica si configura e suona, si sposa con
l'alta immaginazione e fantasia che Dante sa proporre in uno scenario
pluridimensionale di ampio respiro recitare e far recitare un ruolo
unico nella storia dell'intelletto umano. Dante tiene insieme la
cultura, anzi le diverse culture, circostanza che in Italia si è
tentato spesso di separare con devastanti risultati sul piano della
conoscenza e del sapere, ma anche della didattica pubblica. Anche
sotto questo aspetto il messaggio di Dante suona a monito di fronte
alla presente miseria.
Casalino Pierluigi, 26.10.2015
domenica 25 ottobre 2015
DANTE ERETICO?
nei limiti della sua passione laica per il razionalismo
neoaristotelico di Ibn Rushd (l'Averroè dei latini), di cui il Sommo
Poeta fu ammiratore ed interprete. Dire poi che Dante si stato un
eretico è certamente affermazione temeraria, anche se parzialmente
fondata su una non ben meditata accusa di averroismo, un averroismo
cui fu incline lo stesso San Tommaso d'Aquino, attraverso la grande
lezione di Alberto Magno e di Sigieri di Brabante. Il pensiero
averroista, che si contendeva insieme a quello dell'altro filosofo
islamico Ibn Sina (l'Avicenna dei latini) l'egemonia della cultura
dell'Europa latina del Medioevo, appare comunque fondamentale nel
patrimonio ideale e culturale di Dante e se certe sue influenze su
quest'ultimo sono sicuramente evidenti, ancorché, spesso, non soggette
ad un'adeguata lettura critica, esse non comportano alcuna deriva
eretica nel Sommo Poeta. Ciò nondimeno Dante resta spirito laico e in
una certa misura misterico ed esoterico (leggi in proposito sul web
"Dante segreto" di Casalino Pierluigi), senza nulla togliere all'alta
ispirazione cristiana. Le influenze dell'escatologia islamica sulla
Divina Commedia e il contributo del pensiero dei due grandi filosofi
arabi, Averroè e Avicenna, si configura come decisivo elemento di
riflessione. L'accusa di eresia, formulata dal Tribunale
dell'Inquisizione nei confronti di Dante risulta, peraltro, una vera e
propria offesa al genio e alla visione profetica di Dante. E se Dante,
spirito libero, recupera nel suo pensiero e nelle sue opere anche la
testimonianza di esperienze non comuni, misteriosofiche ed elitarie
come quella dei Fedeli d'Amore che riecheggia proposizioni di Ibn
Arabi e di altri spiriti magni del misticismo musulmano sufi, è bensì
vero che la carica propulsiva della visione dantesca travalica gli
angusti confini dell'eurocentrismo per collocarsi d'autorità nella
dimensione cosmico-universale che è propria del genio originalissimo
ell0Alighieri
Casalino Pierluigi, 25.10.2015
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I GIARDINI DELL’ARTE TRA FASCINO E REALTÀ DA ARSHILE GORKY A OGGI
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