venerdì 19 giugno 2015

Futurismo, a Napoli la prima edizione del Manifesto Futurista?

* Ancora recentemente, il famoso Manifesto di Fondazione del Futurismo, esploso su Le Figaro il 20 2 1909,  in realtà sarebbe stato anticipato dalla Gazzetta dell'Emilia,  persino il 5 febbraio, ora da Napoli questa nuova scoperta...  Della serie, il futurismo sempre una sopresa persino capace di modificare in certo senso la sua data di nascita!  R. Guerra

BY NAPOLI.COM

La rivoluzione del futurismo
di Achille della Ragione


Pochi sanno, neanche tra gli specialisti, che il battesimo del movimento futurista avvenne a Napoli, dove il Manifesto di Marinetti vene pubblicato il 14 febbraio del 1909 dell'editore Bideri, famoso per le sue copie delle canzoni di Piedigrotta, 6 giorni prima della sua comparsa sulle pagine del Figaro di Parigi.

E dopo pochi mesi, il 29 aprile 1910, vi fu il battesimo del fuoco al teatro Mercadante davanti ad un pubblico battagliero ed interessato con poltrone e palchi presidiate dalla intellighenzia partenopea, da Croce a Scarpetta, da Scarfoglio a Matilde Serao, oltre a politici, professionisti ed un plotone di giornalisti, i quali variamente commentarono l'evento sui loro giornali.

Tra i paladini del nuovo movimento Marinetti, Palazzeschi, Boccioni e Carrà, i quali erano venuti nell'antica capitale, inebriati da quella atmosfera avvolgente della Belle Epoque, accoppiata ad un momento esaltante di creatività culturale ed artistica, testimoniata da un numero senza eguali di Teatri e giornali, in stridente contrasto con una fase di severa crisi economica e di degrado morale del ceto dirigente.

Durante la presentazione al Mercadante, come ci racconta Generoso Picone dal palco dove sedeva donna Matilde giunse sulla scena, al posto del fatidico pomodoro, un'arancia che Marinetti, impassibile, prese al volo, sbucciò e mentre continuava a parlare cominciò a mangiarla.

il pubblico da un lato applaudì per il gesto coraggioso, ma continuò a far piovere di tutto su quei personaggi originali che apparivano come degli alieni e nello stesso tempo a manifestazioni di approvazione si alternavano fischi e pernacchie.

Un posto particolare se lo ritagliò Vincenzo Gemito con la sua barba lunga, i capelli scompigliati, il volto spiritato, si affacciava dal suo palco inneggiando ai futuristi, al punto che Marinetti interruppe la sua lettura per andargli a baciare la mano.

Lo scultore rimase talmente colpito dal nuovo verbo, che volle invitare Boccioni e Marinetti a casa sua e volle apporre una corposa dedica al loro Manifesto tecnico della pittura futurista: "Ai cari amici un augurio per la loro nobile missione di promozione di un nuovo ideale di arte in Italia, da parte di un amico che ha avuto la fortuna di applaudirli".

Da quella sera memorabile per settimane nei circoli intellettuali e nei cenacoli letterari si parlò solo di Futurismo, alternandosi adesioni incondizionate e critiche feroci, sguardi perplessi a sorrisi ammiccanti "I terribili provocatori futuristi, gli strambi apostoli di nuove dottrine, gli avanguardisti irriverenti che volevano uccidere il chiaro di luna, potevano anche trascorrere l'intera giornata a dettare i loro programmi d'intenti belligeranti: poi però la sera non rinunciavano alla passeggiata sul lungomare di Posillipo, continuando a discutere, gustando del buon pesce nei migliori ristoranti.

La prima adesione napoletana al gruppo futurista fu quella di Francesco Cangiullo, fino ad allora autore di canzonette e musiche, tra cui "Mastrottore", una cantilena composta nel 1904 molto apprezzata da Igor Stravinsky, che la inserì nel suo Pulcinella e da Tzara Ball che la introdussero nel cabaret Voltaire del 1916, con cui lanciarono il movimento Dadaista.

Nel 1912 Cangiullo dedicò a Marinetti "La cocotta Futurista", un divertissement da leggere nei cafè chantant, che ricevette un premio durante la Piedigrotta. Compose anche una canzone pirotecnica di sole lettere e note ed a Roma fu autore di un gesto eclatante quanto irriverente, portando in processione la testa di Croce scolpita a colpi schiaffi.

Il sommo filosofo godeva viceversa dell'ammirazione di Carrà, il quale, si recò più volte a casa di Don Benedetto, discorrendo amabilmente di estetica e di impressionismo, timorosi che i quadri alle pareti, rigorosamente figurativi, stessero ad ascoltare.

Nel 1914, sempre Cangiullo, nel nobile Palazzo Spinelli in via dei Mille interpretò con Marinetti, Balla e Depero un poema che parodiava la Piedigrotta, al frastuono assordante di putipù, scetavajasse e triccaballacche e davanti ad un pubblico partecipe che non si fermò un attimo dallo scompisciarsi dalle risate.

Non contento Cangiullo condusse Marinetti in trasferta a conoscere Capri, l'impareggiabile isola delle sirene ed a ripercorrere gli ectoplasmi di Diefenbach, Cerio, Gorkij, Lenin, Cocteau e dei tanti altri spiriti eletti che lì avevano soggiornato. Il padre del futurismo rimase talmente colpito dalla bellezza di albe e tramonti da comporre un dimenticato romanzo: "L'isola dei baci".

I futuristi, impegnati nella loro missione dirompente verso il solenne, il sacro, il sublime e tutto ciò che fino ad allora era stato l'obiettivo dell'arte si accorsero che sabotaggio, presa in giro e parodia irriverente costituivano da tempo la miscela esplosiva del teatro di varietà che da anni furoreggiava a Napoli e sbalorditi approfondirono le più antiche tradizioni popolari, soprattutto la Piedigrotta, che in quegli anni assunse aspetti scoppiettanti con l'utilizzo di artifici pirotecnici.

Al carattere trasgressivo le edizioni della festa affiancarono ascensioni aerostatiche e sorprendenti giochi di luce, culminati nell'edizione del 1895 con un corteo di due chilometri che mise assieme orologi e fiori, telefoni ed animali, telescopi e macchine fotografiche, in un turbinio di effetti di luce, che rappresentò uno dei momenti più alti del futurismo.
4/6/2015

WALTER LAZZARO - Casa del Mantegna -

 

Newsletter editoriale

WALTER LAZZARO

Casa del Mantegna

dal 12 giugno al 12 luglio 2015

Casa del Mantegna
Via Giovanni Acerbi,47 - 46100 Mantova (MN)

Orari apertura:
mattino: da martedì a domenica 10.00-12.30
pomeriggio: mercoledì e giovedì 15.00-17.00
sabato e domenica 15.00-18.00
chiuso lunedì e il pomeriggio di martedì e venerdì
Ingresso gratuito

 
Il monte di Pesaro, 1934, olio su tavola, cm 33x48

 
Leggenda del silenzio, 1955, olio su tela, cm 50x70

lazzarocorsi@tin.it - www.gallerialazzaro.it

Arte come testimonianza
di Giammarco Puntelli

Vivere l'arte come testimonianza e rivelazione.
Testimoniare e rivelare attraverso la poesia.
Artista capace di grandi passioni e di un carattere indomito, Walter Lazzaro si segnala anche per il rigore e l'assoluta disciplina messa in evidenza da dipinti consegnati alla storia del Novecento.
E in questi dipinti troviamo la struttura di una poesia asciutta, lineare, necessaria.
In questa mostra a Casa del Mantegna abbiamo il desiderio di continuare a scoprire la psicologia di un uomo che ha partecipato attivamente alla vita artistica del Novecento, che ha conosciuto la guerra, che ha trovato, trasmesso e proposto un'identità chiara e originale.
Lazzaro, all'interno di una Metafisica interpretata con originalità, ha presentato con le sue barche, i suoi ombrelloni, con quelle spiagge eleganti, poetiche e silenziose, gli oggetti come rivelazioni di uno stato dell'essere, di una storia e di una coscienza poetica. La sua sintassi artistica e la disciplina pittorica hanno fatto di una serie di dipinti un punto di riferimento del Novecento.
Importante, è il rapporto che il nostro crea con il tempo, in un secolo dove il suo scorrere era segnato dalla sofferenza delle guerre. Nei suoi ultimi dipinti l'attenzione alla storia e al racconto dell'uomo lascia spazio a quella religione che, seppur laica, si risolve nell'incontro con il mistero, nella voglia di osservare, accanto all'oggetto, quell'orizzonte che si perde fra i colori del cielo, quell'orizzonte tanto caro a Turner.
Una mostra con opere di Walter Lazzaro per essere una mostra di impegno e di responsabilità nei confronti di un certo modo di fare e proporre arte e cultura.
Vuole essere il focus all'interno di un progetto particolare.
Con il progetto "Avanguardia Rinascimentale" vogliamo proporre una serie di mostre, personali e progetti, nelle quali, proprio nell'anno dell'esposizione universale in Italia, nella vicina Milano, in primo piano ci sia la pittura come punto di partenza e luogo privilegiato dell'arte vera. Un vero e proprio ritorno alla pittura come luogo di origine dell'arte stessa.
Proporre in tale contesto la personale di Walter Lazzaro significa voler entrare in quelle dimensioni che parte della ricerca pittorica dal Novecento a oggi ha prodotto come alcuni fra gli esempi di assoluta eccellenza e coerenza di pensiero.
Con questa mostra terminano anche quegli eventi che hanno voluto rendere omaggio ai cento anni dalla nascita di Lazzaro.
Dalla mostra a Spoleto presso il Battistero del Duomo a quella a Forte dei Marmi al Fortino, da quella a Roma al Chiostro del Bramante a quella a Milano presso l'Archivio Galleria Lazzaro by Corsi a quella a Bellinzona presso il salone espositivo della Società Bancaria Ticinese.
Non solo un ciclo di mostre ma una riflessione che ci propone l'arte non solo come colori e rappresentazione ma soprattutto come mezzo, e in questo caso aggiungerei metodo, di testimonianza e impegno culturale.

 

 

 

 

 

Marco Vannini: L'Anticristo. Storia e mito

 



È in libreria...

L'Anticristo. Storia e mito. Mondadori, pagine 216, euro 20,00

Multi intus sunt , non exierunt, sed tamen antichristi sunt.
Aug., In Epist. Ioan.

La figura dell'Anticristo accompagna da due millenni la storia dell' Occidente, e non solo del mondo cristiano, giacché è presente anche in quello musulmano. Persino ai nostri giorni, in un tempo in cui le credenze religiose tradizionali sono in larga misura tramontate, essa continua ad agire nel profondo dell'immaginario collettivo, come è dimostrato dalla sua continua ricorrenza nella letteratura, nel cinema, nei fumetti, nel web. Evidentemente questo antichissimo simbolo, le cui origini affondano nella mitologia mesopotamica prima ancora che in quella biblica, trova sempre nuovo alimento in elementi costitutivi della psiche, personificando il Male, che così viene esorcizzato, oggettivato in una potenza esterna, con un duplice, ambivalente risultato: quello, veritativo e quasi catartico di riconoscerne la realtà, e quello, mistificatorio, di porlo al di fuori, mentre sta invece in noi stessi.
Al di là del significato psicologico – di cui qui non ci occuperemo - come ogni grande figura mitica, l'Anticristo ha agito potentemente nella storia, dall'antichità fino al nostro tempo, perché è stata associato ad un altro antichissimo mito, quello escatologico della battaglia finale tra il Bene e il Male, con la instaurazione di un periodo millenario di giustizia e di felicità.
In realtà, l'Anticristo – anzi, gli Anticristi, al plurale – compaiono solo nelle Lettere di Giovanni, e sono propriamente coloro che, all'interno della comunità cristiana, non confessano l'incarnazione del Verbo, la divinità del Cristo.
Ridotto al singolare, l'Anticristo è stato invece identificato con l' "uomo dell'iniquità" della Seconda Lettera ai Tessalonicesi, posta sotto il nome dell'apostolo Paolo, e soprattutto con la Bestia dell'Apocalisse, grazie anche al fatto che essa è stata attribuita a Giovanni, e dunque all' autore delle Lettere che portano il suo nome. E così l'Anticristo è diventato il simbolo del Male in assoluto, figura terribile dell'antagonista del Cristo, protagonista della battaglia finale contro di Lui.
In questo modo, un concetto che appartiene esclusivamente all'àmbito della fede cristiana è stato contaminato con un altro che proviene invece da quella mitologia apocalittica giudaica che con la fede cristiana non ha niente a che vedere e che, anzi, le è profondamente avverso.
Possiamo dire perciò che gli Anticristi sono due: uno vero, della fede, ed uno falso, della superstizione.
Seguire la vicenda mutevole presentarsi della figura Anticristo significa comunque scoprire le radici "religiose" di alcuni dei più importanti eventi culturali, sociali e politici della storia, da quella antica e medievale fino a quella dei nostri giorni. Ma, soprattutto, comprendere cosa deve intendersi davvero con Anticristo/Anticristi, ristabilendo una verità che è storica e spirituale insieme, significa rendersi conto di cosa sia la fede cristiana: conosce l'Anticristo chi conosce Cristo, e sa così ri-conoscere anche quegli Anticristi che non si sono rivelati, non sono usciti, ma sono ancora tra noi.

Introduzione
I Le origini del mito

Prima della Bibbia. Daniele. La seconda lettera ai Tessalonicesi. Le Apocalissi. L'Apocalisse pseudo giovannea. La Bestia.

II I veri Anticristi

Le Lettere di Giovanni. Il platonismo di Giovanni. Giovanni contro la Genesi. La nascita di Dio nell'uomo. Essere l'essere.

III L'Anticristo nei Padri della Chiesa

Ireneo. Ippolito. Origene. Altre voci tardo-antiche. Agostino

IV L'Anticristo nell'immaginario

Maometto. La Vita dell'Anticristo. I ludi sull'Anticristo. Il numero della Bestia. Il numero della Bestia oggi.

V Il papa e Lutero

L'Anticristo è il papa. Il Passional. La disputa con Catarino. La Scrittura contro la ragione.

VI La ricerca del millennio

Le origini. Gioacchino da Fiore. La sua eredità spirituale. I "fanatici dell'Apocalisse". Gli hussiti. Thomas Müntzer. La città di Dio anabattista. Il millenarismo comunista. Il millenarismo nazista.

VII L'Anticristo nella mistica

I Paradossi di Sebastian Franck. La radice mistica. Libertà e grazia. Il Cristo implicito. Franck e gli anabattisti. I teologi anticristi. "La lettera della Scrittura è la spada dell'Anticristo, che uccide il Cristo".

VIII Il messia Anticristo

Il messianismo. Sabbatai Zevi. Jakob Franck. Il messianismo anticristico oggi.

IX L'Anticristo in Russia

Slavofili e occidentalisti. La leggenda del Grande Inquisitore-Anticristo. Il Racconto dell'Anticristo. Il suo significato. Tolstoj Anticristo? Merezkovskij e Rozanov. Nilus e i Protocolli dei Savi anziani di Sion.

X Il Signore del mondo

L'Anticristo moderno. La trama del romanzo. Il suo significato. Attualità del Signore del mondo.

XI L'Anticristo nell'Islam

Il Dajjāl: Le origini. Il Dajjāl oggi. Il Dajjāl negli Stati Uniti. Gli strumenti moderni del Dajjāl: i media. Stati Uniti e Israele: il Grande Satana.

XII Nietzsche: l'Anticristo o il Cristo?

Buona novella e cattiva novella. C'è stato un solo cristiano. Contro la menzogna. Una storia inventata. Nietzsche mistico.

Conclusioni



Spoleto Arte: Vittorio Sgarbi presenta Tiziano, evento imperdibile

PROGRAMMA

Ore 17.00: Lectio Magistralis nella Chiesa di Santa Maria Nascente

Ore 18.15: aperitivo presso il Gran Caffè Tiziano

Ore 18.45: visita alla Casa Natale di Tiziano Vecellio

Ore 20.00: inaugurazione Mostra presso Hotel Dolomiè

Ore 21.00: cena di gala


Venerdì 31 Luglio 2015
Prezzo individuale € 95 (fino ad esaurimento posti)
PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA
CHIESA DI SANTA MARIA NASCENTE
Piazza Tiziano - PIEVE DI CADORE (BL)
 
Info e Prenotazioniorg@spoletoarte.it - www.spoletoarte.it
www.facebook.com/spoletoarte
 
CON IL PATROCINIO DI
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Vitaldix, Magnanti, Boccia, N. Echos, Campanari, Di Biasio: Letture dell’Angelo, poesie e rose per il Solstizio d’Estate

 

volo d'angelo _ solstizio d'estate

Domenica 21 giugno 2015 si svolgerà presso il centro di volo "Flying in the sky" di Rocca Massima (Latina), l'impianto a fune aerea più lunga del mondo, dalle ore 18.00, la discesa lirica con intervento di poesia site-specific "Letture dell'Angelo", poesie e rose per il Solstizio d'Estate.
I poetici artisti Ugo Magnanti, Vitaldo Conte in Vitaldix, Marcella Boccia, Numa Echos, Daniele Campanari, Simone Di Biasio, coordinati da Sonia Topazio, e lanciati in successione, daranno vita a un evento originale che vuole celebrare l'arrivo dell'Estate nelle modalità e nei tempi di un reading d'arte, che si completerà con un volo verso valle, salutato dalle 'rose' liriche della poeta Dona Amati.
L'evento è ideato da Ugo Magnanti.