domenica 22 febbraio 2015

Maurizio Arcieri dei Krisma, il tecnopop italiano

Redazione

segnaliamo un significativo e brillante, storicamente anche doveroso, tributo di G. MelI (da L'Opinione.. Un Nobel postumo...) a Maurizio Arcieri, ovvero Maurizio dei Krisma (con la moglie) recentemente e preamturamente scomparso. A suo tempo, a parte la già pregevole per la canzone pop italiana produzione anni 69/70,  i Krisma (e Maurizio sorta di David Bowie made in Italy, il Bowie electro di Heroes e Low), con almeno un paio di album, Cathode Mama e Hibernation realizzarono album di livello assolutamente internazionale, precursori in Italia con pochi altri della nuova musica elettronica technopo se non semplicemente cyberpunk..

COME SCRIVE MELI...Il 23 febbraio 1978 il “Corsera” augurò, testuali parole, “l’eutanasia per il bene suo e di tutti noi” a Maurizio Arcieri, leader dei Krisma, dopo che il cantante si era tranciato con un rasoio l’indice della mano sinistra in una balera di Reggiolo, troncando la contestazione del pubblico zittito dagli schizzi di sangue. L’augurio “tranchant” non era in realtà dovuto alla follia del gesto quanto a qualcosa di ancora peggio per il giornalismo dell’epoca. Se era indigesta la conversione dell’ugola orecchiabile di “Cinque minuti” all’underground post rock, più inaccettabile era la sua nuova filosofia de “l’italianità del punk”. Ora che Arcieri se n’è andato a 73 anni, è partito un coro di elogi, meritato ma quasi fastidioso per l’evidente ipocrita insincerità.
L’occasione è buona per dare ragione alle idee del leader dei New Dada e dei Krisma. E per porsi qualche domanda sui destini tanto diversi vissuti tutt’oggi nello show business, per esempio dagli eterni Gianni Morandi e Raffaella Carrà e dall’isolato “Krismatico”. Ancora di più per chiedersi chi veramente, nell’area milanese varesotta, meritava il Nobel se Dario Fo, con la moglie Franca Rame, o piuttosto un Arcieri, con la moglie svizzera Christina Moser. I due, divisi da 15 anni di differenza risoltisi a vantaggio del più vecchio, non hanno carriere troppo diverse. I primi 10 anni del biondo Dario sono in Rai tra varietà e “Canzonissima”. Il decennio iniziale del biondissimo Maurizio è diviso tra gruppi beat, fotoromanzi e film leggeri incentrati sulla popolarità dei cantanti. Tra i due non c’è partita. Il cantante è nel ‘68 all’apice del consenso, il più bello in assoluto sulla scena, l’unico all’altezza delle popstar importate e dei David Bowie del momento. Gli impegnati potevano storcere la bocca sia davanti alle canzoni d’amore (le stesse, in italiano, dei Rolling Stones) che agli sketch “simil-Vianello”. Poi Dario e Maurizio sterzano. Il primo si butta in politica, satira impegnata di sinistra ed incomprensibile gramelot. Il secondo da Londra e New York diventa un antesignano del pop punk elettronico, destinato a dominare la scena nei decenni a seguire"  (..........)
CONTINUA L'OPINIONE




La rivista Futuri dell'IIF prossimo numero

Due "call for papers" per FUTURI


Cari amici,
 
l'Italian Institute for the Future invita ricercatori ed esperti a sottoporre alla redazione della rivista FUTURI paper di ricerca da pubblicare sul n. 5 della rivista, in uscita ad aprile 2015.

Il primo dei due temi del prossimo numero di FUTURI è "Scienza, tecnologia e relazioni internazionali" e intende offrire per la prima volta in Italia un panorama quanto più ampio possibile delle questioni aperte relative agli aspetti di politica e sicurezza internazionale connessi all'innovazione scientifica e tecnologica. Un ambito di studio, questo, particolarmente fiorente nei paesi anglosassoni, ma ancora ignorato in Italia. Viceversa, i cambiamenti che la ricerca scientifica e tecnologica apportano alla società impongono una profonda riflessione sui loro impatti nell'ordinamento internazionale, per favorire un più consapevole processo di decision-making nel prossimo futuro.

Il secondo dei due temi del prossimo numero di FUTURI è "Cyberculture" – in collaborazione con la rivista Quaderni d'Altri Temp i – e intende approfondire i mutamenti sociali e culturali in corso in Italia e a livello mondiale sotto la spinta della rivoluzione digitale, con una visione di prospettiva sugli scenari futuri della cybercultura in un'ottica di medio-lungo termine.

Per tutti i dettagli relativi alle due call for papers vi invitiamo a consultare il nostro sito Internet www.instituteforthefuture.it.

Diffondete ai vostri amici e colleghi!
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www.instituteforthefuture.it
 


Francesco De Gregori, Carmina Burana, Studenti Migranti su Cinquew News

 

"Francesco De Gregori. Mi puoi leggere fino a tardi", di Enrico Deregibus. Il cantautore come non è mai stato raccontato
http://cinquewnews.blogspot.it/2015/02/Francesco-De-Gregori-Enrico-Deregibus-cantautore.html
 
La forza narrativa della danza, della musica e dei versi: a Roma il compendio perfetto dei Carmina Burana
http://cinquewnews.blogspot.it/2015/02/Carmina-Burana-forza-narrativa-danza-musica-versi-Roma-compendio.html
 
Integrazione linguistica e culturale di studenti figli di migranti uno "dei punti cardine de 'La Buona Scuola'"
http://cinquewnews.blogspot.it/2015/02/Integrazione-linguistica-culturale-studenti-figli-migranti-punti-cardine-La-Buona-Scuola.html

GLI ARMENI - LECCE. GIORNATA DELL'AMICIZIA E DELLA CULTURA ARMENA - LECCE 28 FEBBRAIO 2015

 Pierfranco Bruni/Segnalazione

*Importante evento a Lecce, per promuovere la nuova cultura mediterranea ancora poco conosciuta

vedi  Photo Immagini  programma/dettagli










Sanremo e il sogno d'amore

Per un curioso scherzo del destino, proprio durante le giornate del Festival di Sanremo, è uscito anche nelle sale italiane un film denuncia della violenza estremistica, quel "Timbuktu" di un fortunato regista mauritano, che svela con una pellicola di grande realismo il vero volto di chi uccide nel nome della religione. E non è un caso che il film si sposi paradossalmente con il messaggio dell'evento sanremese appena concluso. Un messaggio d'amore. Perché la gente, in realtà, ha bisogno d'amore, di tanto amore, di Grande Amore. Un motivo che colpisce con il suo testo ancor più della sua melodia, quello dei tre tenorini de IL VOLO, che ha trionfato appunto sul palco dell'Ariston, e che si scontra, per quanto riferito al sentimento di Cupido, con le gesta dei fondamentalisti che il registra ci mostra strumentalizzare anche l'amore tra un uomo e una donna. L'episodio dell'imam che oppone al concetto di guerra santa dei fanatici quello di lotta interiore, quello sforzo che ci purifica dal demone del male. E la canzone de IL VOLO ha lo stesso compito, quello di liberarci dalle caricature dell'amore e di riproporcelo con il suo autentico e antico significato. "Dimmi perché quando penso, penso solo a te, dimmi perché quando vivo, vivo solo in te, grande amore, dimmi chi sei, respiro dei giorni miei d'amore, dimmi che sai, che non sbaglierei mai, dimmi che se il mio unico grande amore". Parole di un lirismo straordinario, quello del vero amore, che nel film un pugno di stressati mette sotto i piedi condannandolo ad un infelice condizione. Una condizione che soffoca il grande amore di chi finisce pesino per subire violenza solo per aver osato sognare. Quel sogno che, invece, Sanremo ci ha detto che vale ancora la pena di coltivare: con il suo rinnovato teatrino, con le sue gaffes, con i suoi incidenti, con le sue polemiche, con la sua audience, con i malumori e le liti nate e poi morte intorno a Carlo Conti e alla sua cerimoniosa e sempre sorridente regia.
Casalino Pierluigi, 22.02.2015