domenica 30 marzo 2014

Beppe Grillo revolution a Ferrara: Una strega medichessa x Rianimare Ferrara dal coma PD, Tagliani-Modonesi-Zappaterra-Maisto!

Si chiama Ilaria Morghen, ha 43 anni e due figli, è un medico della sanità pubblica: questi i dati salienti con i quali è stata presentata. È lei il candidato sindaco del Movimento 5 Stelle a Ferrara, scelta lunedì dai quaranta attivisti più assidui dei Grilli Estensi e tenuta “coperta” fino alla presentazione di ieri mattina, alla Sala Borsa. Un’anestesista che vuole «rianimare Ferrara», una sorpresa anche perché i grillini ferraresi si sono messi nelle mani di una nuova arrivata, iscritta al meetup appena dal 9 gennaio scorso. «Ha il profilo giusto per battere un Pd ormai alla frutta» l’ha introdotta il deputato Vittorio Ferraresi, annotando con soddisfazione l’adesione “al buio” degli altri due meetup. Lei ha dimostrato subito di non aver bisogno di presentatori, impugnando il microfono e sciorinando con grande sicurezza il suo credo, politico e personale. Nata a Roma da una famiglia storica di origine germanica e radicata nel Regno di Napoli, Morghen è arrivata a Ferrara nel 2007 «e mi sono subito innamorata di questa città: ho comprato una bici, scassatissima come mi consigliarono i miei compagni di facoltà, e sono stata scippata dopo una settimana, ma ho fatto subito un bambino qui perché c’erano le condizioni giuste. Con il tempo, però, le cose sono cambiate: Ferrara si è impoverita, la dimensione familiare è andata scemando mentre gli oneri aumentano».

E qui la vita privata ha cominciato ad intrecciarsi con la dimensione pubblica, «spendo 400 euro per l’abbonamento al bus del primo figlio, ne dovrei spendere altri 200 per il secondo ma devo farmi i conti in tasca. Ho visto mamme con tre figli piangere per questo: non è giusto. Ecco, noi (grillini) siamo persone che fanno fatica a trovare risposte nell’amministrazione pubblico». E per far capire qual è il rapporto tra cittadini e palazzo, Morghen è ricorsa ad un film di Florestano Vancini, «si chiama “E ridendo l’uccise”, bellissimo, racconta la Ferrara del primo Cinquecento, con gli intrallazzi di corte nascosti alla popolazione, tali quali gli attuali soldi allo spazio Grisu, l’asilo sulla discarica Solvay, i cavalli venduti su Ebay, il mercato del venerdì da cacciare... Alla fine decapitano il giullare: ecco, la politica oggi non decapita più, ma fa male ai cittadini in altra maniera».... C

http://lanuovaferrara.gelocal.it/cronaca/2014/03/30/news/il-medico-che-vuole-rianimare-ferrara-1.8955245

Matteo Renzi revolution? Grasso e mezzo PD rimbambito vergogna! Costituzonalisti da Lombroso!

Iasino rosso 2012NCREDIBILE! IL PD rimbambito di Senatori in fase terminale sinapitica e costituzionale - come legge del futuro e della storia- con in primo piano il solito Grasso, Presidente del Senato, destinati a sparire,  sono oggi i principali avversari del giovane governo rottamatore e innvatore Matteo Renzi!  Un documento da psicopolitica, secondo loro a rischio la costituzione, solita sindrome di Berlusconi quasi considerato il mandante di Renzi!  E il solito Napolitano, probabilmente a tramare dietro le quinte come dal Golpe Merkel Monti!  Costituzionalisti che semplicemente confermano il Lombroso ermeneutico!

Lombroso oggi magari rivalutato per certa sua semiotica ante litteram, ma flop clamoroso come si sa per le sue interpretazioni genetiste ottocentesca e semi-xenofobe!

Ma è la stessa interpretazione anti Renzi di Grasso e senatori PD!

E Renzi pronto a lasciare se  gli zombies (del PD signori italiati! non di Silvio perverso decadente si diceva...)  mineranno sul serio il Governol!

***PATETICA LA RAZIONALIZZAZIONE FREUD DOCET (che pure stimava Lombroso!) di GRASSO!

ADKRONOS

 

Ferrara, Guido Barbujani, letteratura e scienza

Sabato pomeriggio alla libreria Ibs di Palazzo San Crispino Guido Barbujani, genetista e docente del Dipartimento di Scienze della vita e biotecnologie di Unife, ha presentato il suo libro ‘Lascia stare i santi. Una storia di reliquie e scienziati’ (Einaudi 2014), discutendone insieme a Paola Spinozzi, che insegna Letteratura inglese presso l’ateneo ferrarese.


“Questo non è un libro scientifico”, ha chiarito Barbujani, ma un racconto in cui si intrecciano diverse storie: quella di “un viaggio in Siria” e di “come lavorare in un paese sotto una dittatura”, quella degli “studi sul presunto corpo di San Luca” sepolto a Padova, quella dei tanti incontri che hanno l’hanno resa “un’esperienza molto intensa dal punto di vista umano”. Tutto inizia il 17 settembre 1998, nella basilica di Santa Giustina a Padova, con un piccolo gruppo di studiosi che assiste all’apertura di una cassa di piombo, sigillata da oltre 500 anni. Dentro ci sono i resti di uno scheletro senza testa di un uomo vissuto nel I secolo: secondo la tradizione sono le spoglie di San Luca Evangelista. Per la risoluzione dell’enigma sono necessarie le competenze di esperti di discipline diverse, tra cui “un patologo, uno storico dell’arte, un numismatico”, continua Barbujani, e poi lui: genetista chiamato ad analizzare il Dna dello scheletro e a sancirne la compatibilità con le origini siriane del santo attestate da entrambe le tradizioni agiografiche. Il problema è che servono campioni di sangue confrontabili e quindi lo scienziato non solo dovrà partire per la Siria ancora sotto il regime di Hafiz al-Asad, il padre di Bashar, ma su consiglio del suo contatto locale raccoglierà quei campioni senza chiedere permessi ufficiali..... C ESTENSE COM

 

Pierfranco Bruni: per l'amico e poeta Franco Califano

Franco Califano, indimenticato chansonnierA un anno dalla morte  - 30 marzo 2013 - 30 marzo 2014 - il mio amico tra le parole e la poesia: FRANCO CALIFANO
di  Pierfranco Bruni

Ci sono ricordi che restano. Ci sono echi che hanno un senso e non smettono di camminare tra i dialoghi della vita e tutto si fa vicino ma anche osservato con una distanza contemplante. È  trascorso un anno dalla morte del mio amico Franco Califano. 30 marzo 2013 - 30 marzo 2014..
È stato un amico. È  stato un compagno nelle mie frequentazioni tra la poesia, quella dei poeti propriamente maledetti, e una certa poesia che si è sempre distaccata dalle accademie. Un poeta che è stato lungo i miei passi negli anni Settanta.
Nel mio libro a lui dedicato ho parlato anche fi questo mio cercate tra le due parole onde di energia ma anche di superamento. Nel mio: "Franco Califano. Sulla punta di una matita non sono passati secoli" (Il Coscile"), infatti, ho cercato, senza avere la necessità di trascrivere biografie passaggi di poesia e disegnare un orizzonte fatto soltanto di un immaginario di vita dentro la poesia. Un vocabolario di sentimenti raccogliendo onde di tempo e cifre di versi. Tutto il resto sarà sempre più noia oltre le circostanze e la misura dei nostri giorni.
Io ho considerato Califano sempre un poeta. Continuo a leggerlo attraverso queste spaziature. Ha dato al suono quell"ascolto necessario per viverlo intensamente in una parola marcatamente attraversata dalla liricità. Un menestrello? No.  Un saltimbanco? Ma non in termini crepuscolari (saltimbanco dell'anima mia). Un poeta che resta riferimento tra il tempo passato e il tempo che resta nel cammino che non conosciamo.
C'è sempre un possibile ritorno e non è detto che  ci sia negato il ritorno... È la malinconia...

Kandinsky e il futur-astrattismo

* Nota di AsinoRosso1...  ottima breve ma significativa sinergia critica su Kandinsky e la storia live del primo novecento rivoluzionario nell'arte e forse tutt'oggi incompiuto. Fuori dalle contingenze anche i media più brillanti segnalano finalmente visioni da storici doc..,  visioni significanti e convergenti anche per avanguardie spesso stoltamente per lungo tempo quasi contrapposte dalla criptica manierista e convenzionale..  ad esempio Kandinsky Il Cavaliere Azzurro e ..il Futurismo!

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VASSILY KANDINSKY Schwarzer Raster (Griglia nera) 1922 Olio su tela, cm 96 x 106 Lascito Nina Kandinsky, 1981 Service de la documentation photographique du MNAM ‐ Centre Pompidou, MNAM‐CCI © Centre Pompidou, MNAM‐CCI / Service de la documentation photographique du MNAM / Dist. RMN‐ GP © Vassily Kandinsky by SIAE 2013


.....Kandinsky giunge a Monaco nel 1896, l’apprendistato artistico si sviluppa tra l’Accademia, il Simbolismo e lo Jungestail, nel 1901 fonda il gruppo Phalanx, di cui crea il manifesto,  un’associazione di artisti inneggianti a questo nuovo stile intriso di Simbolismo, dove incontra Gabriele Munter, sua allieva e compagna di vita, esperienze cui seguirono viaggi in Olanda, Tunisia, Italia e Austria. A trent’anni l’autore intraprende privatamente studi artistici con Franz von Stuck, dopo aver studiato dieci anni economia e diritto romano e russo all’università di Mosca. Nel 1906 la coppia si trasferisce a Parigi, quattro anni dopo Kandinsky dipinge le prime opere astratte e fonda con Franz Marc il Blaue Reiter (Cavaliere Azzurro). Dal 1914, con lo scoppio della guerra, si rifugia in Svizzera, poi torna in Russia e partecipa a mostre collettive a Mosca e a Pietroburgo nel periodo prerivoluzionario, ma non ha contatti con i leader dell’avanguardia russa, come Kazimir Malevic, padre del Suprematismo e il costruttivista Vladimir Tatlin, che incontra dopo la rivoluzione d’ottobre. Mentre a Milano si imponeva il Futurismo, le prime opere astratte dal 1910 coincidono con la pubblicazione del libro Lo spirituale dell’arte, trattato estetico rivoluzionario diviso dall’autore in tre categorie: le Impressioni  (in tutto sei) suscitate dall’osservazione della natura, le Improvvisazioni (35 fino al 1914) e infine le Composizioni, opere di grandi dimensioni in cui le ricerche degli altri due cicli raggiungono una sintesi formale indimenticabile. Rientrato a Mosca, Kandisky dal 1919 al 21 dirige il Nuovo Museo di Cultura Pittorica e insegna nei liberi laboratori artistici Vchutemas.

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