08 gennaio 2014eNEWS 381 | | ||
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Abbiamo dato una bella scossa con la prima enews dell'anno, quella del 2 gennaio scorso. Ricordate? Abbiamo messo in campo tre ipotesi di legge elettorale e chiesto a tutti di chiudere. In questo secondo appuntamento del 2014, provo a fare la sintesi del punto in cui siamo e ad anticipare i contenuti della riflessione sul lavoro di cui parliamo dalla campagna elettorale.Legge elettorale. Abbiamo offerto tre ipotesi di lavoro (rivisitazioni del sistema spagnolo, del Mattarellum, del doppio turno). Gli altri partiti ne stanno discutendo. Noi aspettiamo le loro valutazioni e ci riuniamo il 16 gennaio, in direzione, per chiudere con la nostra proposta. A mio giudizio ci sono le condizioni per definire un accordo che sarebbe davvero straordinario: sistemare in un mese quello che non si è fatto negli ultimi otto anni. Incrociamo le dita e stringiamo i denti. Mi dicono: ma vedrai Berlusconi? E Grillo? E Alfano? Sono pronto a incontrare tutti, purché si chiuda su una cosa che serva agli italiani. Se deve essere il modo di perdere tempo e prendere un caffè, lo prendo con i miei amici che mi diverto di più. Se serve a chiudere sulla legge elettorale, ci siamo. Riforma del Senato. Noi andiamo in riunione dai Senatori del PD il prossimo 14 gennaio. Ci guardiamo in faccia. E a loro chiediamo di presentare il disegno di legge costituzionale per cambiare il Senato, trasformandolo in Camera delle Autonomie. Il supplemento della domenica del Sole 24 Ore ha rilanciato una proposta suggestiva: coinvolgere i mondi della cultura in questo organismo. Potrebbe essere una base di discussione a condizione che non sia elettivo e sia invece un incarico gratuito. Lo so, non è facile, ma eliminare il bicameralismo come lo conosciamo oggi sarebbe un passaggio storico. E sarebbe il segnale che la politica ha finalmente recepito il messaggio di cambiamento che è arrivato dai cittadini anche con le primarie. Poi, passaggio successivo, abbassamento numeri e compensi dei consiglieri regionali. Uno alla volta, per carità! Eliminazione dei politici delle Province. Il disegno di legge Delrio è passato alla Camera. Adesso aspettiamo che il Senato dia il via libera definitivo a gennaio. Primo passo verso il miliardo di euro di risparmi dei costi della politica. Sul quale rinnovo l'appello ai deputati 5 stelle: se davvero pensate che sia un bluff, perché non venite a vedere le carte? Vediamo chi è che sta facendo il furbetto: io credo che gli elettori 5 stelle si stiano rendendo conto che protestare e basta non è sufficiente. Ecco perché continuo a sfidare i rappresentanti di quel movimento lì: perché la base, la loro base, quelli che li hanno votati, che stanno chiedendo di fare gli accordi. E a nulla serve che l'imponente apparato di comunicazione di Beppe Grillo - pagato con soldi pubblici, perché per quanto mi risulta i 5 Stelle hanno rinunciato al finanziamento pubblico dei partiti, ma prendono tutti i soldi fino all'ultimo centesimo del finanziamento pubblico dei gruppi parlamentari: chissà se prima o poi ci diranno quanti milioni di euro spendono pagati dal contribuente! - bombardi la rete con i propri utenti, veri e finti: il punto centrale è che Grillo perde consenso. L'avete visto in Trentino Alto Adige? Adesso ha avuto paura a candidarsi in Sardegna. Per forza. Grillo si rende conto che la tattica di non fare niente alla lunga non paga. Eppure tra i 5 Stelle in Parlamento c'è chi urla e chi sbraita, ma alcuni sono veramente bravi, studiano i dossier, sono preparati, sono animati dal desiderio di fare il bene dell'Italia: cosa aspettano a farsi sentire? Non si tratta di fare un accordo vecchio stile o un baratto di poltrone, né di fare un Governo insieme: semplicemente di ridurre i costi della politica. Voi che dite: alla fine ci staranno? Scuola. Ho fatto tutta la campagna elettorale dicendo: il problema degli insegnanti è di dignità, prima che economico. è vero, guadagnano poco. Ma soprattutto sono poco considerati. Noi cambieremo verso e recupereremo il loro ruolo coinvolgendoli in una grande campagna per la riforma scolastica. Bene. Non ho fatto in tempo a dirlo che una di quelle decisioni ragionieristiche allucinanti del Governo ha tagliato agli insegnanti 150 euro al mese. Ora, a me va bene tutto. Ma le figuracce gratis anche no. Stamattina il Governo ci ha messo una pezza. Era già accaduto con le slot machines, con gli affitti d'oro, con le polemiche dell'ANCI: dobbiamo trovare un modo diverso di lavorare insieme. Non sono affezionato alle liturgie della prima repubblica con gli incontri di delegazioni: mi è sufficiente che si prenda un impegno chiaro con i cittadini e si rispetti. Vorrei parlarvi di molte altre cose, ma forse dobbiamo limitarci a fare un piccolo passo in avanti su come funzionerà il Jobs Act di cui in molti in queste ore stanno parlando. Partiamo da due premesse. Una di metodo. Gli spunti che trovate in questa enews saranno inviati domani ai parlamentari, ai circoli, agli addetti ai lavori per chiedere osservazioni, critiche, integrazioni. Dunque non è un documento chiuso, ma aperto al lavoro di chiunque. Anche vostro. Una di merito. Non sono i provvedimenti di legge che creano lavoro, ma gli imprenditori. La voglia di buttarsi, di investire, di innovare. L'Italia può farcela, ma deve uscire da questa situazione di bella addormentata nel bosco. Deve rompere l'incantesimo. Per farlo c'è bisogno di una visione per i prossimi anni e di piccoli interventi per i prossimi mesi. Punto di partenza: l'Italia ha tutto per farcela. è un Paese che ha una forza straordinaria ma è stato gestito in questi anni da una classe dirigente mediocre che ha fatto leva sulla paura per non affrontare la realtà (straordinaria la pennellata di De Rita nella relazione Censis di quest'anno). Un cambiamento radicale è possibile partendo dall'assunto che il sistema Paese ha le risorse per essere leader in Europa e punto di attrazione nel mondo. E che la globalizzazione non è il nostro problema, ma la più grande opportunità per l'Italia. Un mondo piatto, sempre più numeroso e sempre più ricco, che ha fame di bello, quindi di Italia. A noi il compito di non sprecare questa possibilità; abbiamo già sprecato la crisi, adesso non possiamo sciupare anche la ripresa. Ma l'Italia vive un paradosso. Per responsabilità (diffusa) della classe dirigente, abbiamo perso molto tempo. E i dati dell'Istat di oggi - che proiettano una disoccupazione giovanile ai record dal 1977 - sono una fotografia devastante. Bisogna correre, allora. Fermare l'emorragia dei posti di lavoro. E poi iniziare a risalire la china. Il PD crede possibile che il JobsAct sia uno strumento per aiutare il Paese a ripartire. Ma sappiamo benissimo che la credibilità della classe politica parte dalla capacità di dare il buon esempio. Ecco perché è fondamentale che si faccia rapidamente la legge elettorale, si taglino per un miliardo i costi della politica, si eliminino le rappresentanze politiche di Province e Senato, si riduca il numero e il compenso dei consiglieri regionali. Se dobbiamo cambiare - e noi dobbiamo cambiare - bisogna partire dalla politica. Qui c'è un sommario, con le prime azioni concrete, formulato insieme ai ragazzi della segreteria a partire da Marianna, che si occupa di lavoro, e di Filippo, che è responsabile economia. Nella prossima settimana lo arricchiremo con le osservazioni ricevute e lo discuteremo nella direzione del PD del 16 gennaio. Nessuno si senta escluso: è un documento aperto, politico, che diventerà entro un mese un vero e proprio documento tecnico. L'obiettivo è creare posti di lavoro, rendendo semplice il sistema, incentivando voglia di investire dei nostri imprenditori, attraendo capitali stranieri (tra il 2008 e il 2012 l'Italia ha attratto 12 miliardi di euro all'anno di investimenti stranieri. Metà della Germania, 25 miliardi un terzo della Francia e della Spagna, 37 miliardi). Per la Banca Mondiale siamo al 73° posto aal mondo per facilità di fare impresa (dopo la Romania, prima delle Seychelles). Per il World Economic Forum siamo al 42° posto per competitività (dopo la Polonia, prima della Turchia). Vi sembra possibile? No, ovviamente no. E allora basta ideologia e mettiamoci sotto Parte A - Il Sistema 1. Energia. Il dislivello tra aziende italiane e europee è insostenibile e pesa sulla produttività. Il primo segnale è ridurre del 10% il costo per le aziende, soprattutto per le piccole imprese che sono quelle che soffrono di più (Interventi dell'Autorità di Garanzia, riduzione degli incentivi cosiddetti interrompibili). 2. Tasse. Chi produce lavoro paga di meno, chi si muove in ambito finanziario paga di più, consentendo una riduzione del 10% dell'IRAP per le aziende. Segnale di equità oltre che concreto aiuto a chi investe. 3. Revisione della spesa. Vincolo di ogni risparmio di spesa corrente che arriverà dalla revisione della spesa alla corrispettiva riduzione fiscale sul reddito da lavoro. 4. Azioni dell'agenda digitale. Fatturazione elettronica, pagamenti elettronici, investimenti sulla rete. 5. Eliminazione dell'obbligo di iscrizione alle Camere di Commercio. Piccolo risparmio per le aziende, ma segnale contro ogni corporazioni. Funzioni delle Camere assegnate a Enti territoriali pubblici. 6. Eliminazione della figura del dirigente a tempo indeterminato nel settore pubblico. Un dipendente pubblico è a tempo indeterminato se vince concorso. Un dirigente no. Stop allo strapotere delle burocrazie ministeriali. 7. Burocrazia. Intervento di semplificazione amministrativa sulla procedura di spesa pubblica sia per i residui ancora aperti (al Ministero dell'Ambiente circa 1 miliardo di euro sarebbe a disposizione immediatamente) sia per le strutture demaniali sul modello che vale oggi per gli interventi militari. I Sindaci decidono destinazioni, parere in 60 giorni di tutti i soggetti interessati, e poi nessuno può interrompere il processo. Obbligo di certezza della tempistica nel procedimento amministrativo, sia in sede di Conferenza dei servizi che di valutazione di impatto ambientale. Eliminazione della sospensiva nel giudizio amministrativo. 8. Adozione dell'obbligo di trasparenza: amministrazioni pubbliche, partiti, sindacati hanno il dovere di pubblicare online ogni entrata e ogni uscita, in modo chiaro, preciso e circostanziato. Parte B - I nuovi posti di lavoro Per ognuno di questi sette settori, il JobsAct conterrà un singolo piano industriale con indicazione delle singole azioni operative e concrete necessarie a creare posti di lavoro. a) Cultura, turismo, agricoltura e cibo. b) Made in Italy (dalla moda al design, passando per l'artigianato e per i makers) c) ICT d) Green Economy e) Nuovo Welfare f) Edilizia g) Manifattura Parte C - Le regole I. Semplificazione delle norme. Presentazione entro otto mesi di un codice del lavoro che racchiuda e semplifichi tutte le regole attualmente esistenti e sia ben comprensibile anche all'estero. II. Riduzione delle varie forme contrattuali, oltre 40, che hanno prodotto uno spezzatino insostenibile. Processo verso un contratto di inserimento a tempo indeterminato a tutele crescenti. III. Assegno universale per chi perde il posto di lavoro, anche per chi oggi non ne avrebbe diritto, con l'obbligo di seguire un corso di formazione professionale e di non rifiutare più di una nuova proposta di lavoro. IV. Obbligo di rendicontazione online ex post per ogni voce dei denari utilizzati per la formazione professionale finanziata da denaro pubblico. Ma presupposto dell'erogazione deve essere l'effettiva domanda delle imprese. Criteri di valutazione meritocratici delle agenzie di formazione con cancellazione dagli elenchi per chi non rispetta determinati standard di performance. V. Agenzia Unica Federale che coordini e indirizzi i centri per l'impiego , la formazione e l'erogazione degli ammortizzatori sociali. VI. Legge sulla rappresentatività sindacale e presenza dei rappresentanti eletti direttamente dai lavoratori nei CDA delle grandi aziende. Su questi spunti, nei prossimi giorni, ci apriremo alla discussione. Con tutti. Ma con l'idea di fare. Certo ci saranno polemiche, resistenze. Ma pensiamo che un provvedimento del genere arricchito dalle singole azioni concrete e dalla certezza dei tempi della pubblica amministrazione possa dare una spinta agli investitori stranieri. E anche agli italiani. Oggi stimiamo in circa 3.800 miliardi di euro la ricchezza finanziaria delle famiglie italiane. Insomma, ancora qualcuno ha disponibilità di denari. Ma non investe perché ha paura, perché è bloccato, perché non ha certezze. Noi vogliamo dire che l'Italia può ripartire se abbandoniamo la rendita e scommettiamo sul lavoro. In questa settimana accoglieremo gli stimoli e le riflessioni di addetti ai lavori e cittadini (matteo@matteorenzi.it). Poi redigeremo il vero e proprio Jobs Act. Pensierino della Sera: sono stato a Parma all'ospedale a portare l'abbraccio personale mio ma soprattutto l'abbraccio di tutto il PD a Pierluigi Bersani. Non ci ho parlato naturalmente, essendo ancora in terapia intensiva. Ho creduto giusto però esserci a nome di tanti di noi. Appena lo vedrò, voglio dirgli una cosa che lui già sa e cioè che può essere orgoglioso della sua famiglia, della moglie Daniela, delle figlie Elisa e Margherita. E può anche essere fiero della sanità della sua regione che lo ha accompagnato in queste ore difficili. Poi - una volta che gli abbiamo detto che ci siamo spaventati tanto perché comunque gli vogliamo bene - non vedo l'ora di tornare a litigare con lui. Un sorriso, Matteo |
giovedì 9 gennaio 2014
Matteo Renzi, scossa n. 2 2014 magnitudo Futuro
mercoledì 8 gennaio 2014
Matteo Renzi? S T I L E democratico doc
Ferrara e il record di Winter Wonderland
by ESTENSE COM
È sempre più la fiera dei record, “Winter Wonderland – Natale in Giostra”. Quello che si sta svolgendo alla Fiera di Ferrara non è più “solo” il parco divertimenti al coperto più grande d’Italiama, con il prolungamento della manifestazione fino a domenica 12 gennaio, diventa anche l’evento fieristico più lungo – 24 giorni consecutivi – che si sia mai tenuto in Italia.
Record a parte, a giustificare il protrarsi di Winter Wonderland sono innanzitutto l’affluenza massiccia registrata dagli organizzatori – l’obiettivo delle 30mila presenze può ormai dirsi raggiunto – e il gradimento da parte del pubblico, confermato anche ieri dall’entusiasmo con cui sono stati accolti la Befana, prima, e lo spettacolo dei fuochi artificiali, poi.
Fino a domenica 12 l’evento promosso da Catterplanet e F.lli Bisi, con il supporto di Ferrara Fiere Congressi, osserverà i seguenti orari: da martedì 7 a sabato 11 il parco sarà aperto dalle 11 alle 20, mentre domenica 12 l’orario sarà 11-20.
Protagoniste di Winter Wonderland continueranno ad essere le oltre quaranta attrazioni e giostre allestite nei padiglioni della Fiera, su una superficie di ventimila metri quadrati totali: truccabimbo, babydance e feste a sorpresa (tutti i giorni alle 17), montagne russe – per la prima volta a Ferrara – e Nave dei Pirati dei Caraibi, Autoscontro e Brucomela, Tagadà e Castello Incantato, Piovra, Shuttle e Space Star, fino alle Gabbrie Volanti, al Trenino del Far West e al Cinema 5D..... CONT Estense com
Record a parte, a giustificare il protrarsi di Winter Wonderland sono innanzitutto l’affluenza massiccia registrata dagli organizzatori – l’obiettivo delle 30mila presenze può ormai dirsi raggiunto – e il gradimento da parte del pubblico, confermato anche ieri dall’entusiasmo con cui sono stati accolti la Befana, prima, e lo spettacolo dei fuochi artificiali, poi.
Fino a domenica 12 l’evento promosso da Catterplanet e F.lli Bisi, con il supporto di Ferrara Fiere Congressi, osserverà i seguenti orari: da martedì 7 a sabato 11 il parco sarà aperto dalle 11 alle 20, mentre domenica 12 l’orario sarà 11-20.
Protagoniste di Winter Wonderland continueranno ad essere le oltre quaranta attrazioni e giostre allestite nei padiglioni della Fiera, su una superficie di ventimila metri quadrati totali: truccabimbo, babydance e feste a sorpresa (tutti i giorni alle 17), montagne russe – per la prima volta a Ferrara – e Nave dei Pirati dei Caraibi, Autoscontro e Brucomela, Tagadà e Castello Incantato, Piovra, Shuttle e Space Star, fino alle Gabbrie Volanti, al Trenino del Far West e al Cinema 5D..... CONT Estense com
lunedì 6 gennaio 2014
10 Anni su Marte con Spirit e Opportunity
La prima decade del 2000 ha visto grandi progressi nell’esplorazione del pianeta rosso. Migliaia di immagini giunte sulla terra grazie agli scatti che i rover hanno inviato in questi anni
Nel 2004 la Nasa diede il via alle indagini scientifiche sul suolo di Marte inviandovi la sonda Spirit, seguita dopo un mese dalla navicella gemella Opportunity. Questo fu lo starting di un periodo di utili analisi scientifiche del pianeta che hanno permesso di valutarne la composizione del suolo, la struttura dei suoi territori, la presenza di vita nei tempi passati e la presenza di minerali utili non presenti sulla Terra.
Caratteristica interessante del rover “Spirit” (e del gemello Opportunity) è la totale autonomia di navigazione: i tecnici dalla Terra stabiliscono quale punto del suolo marziano il “rover” deve raggiungere, dopodiché è il “rover” stesso a stabilire qual è il percorso migliore per evitare gli ostacoli più grandi, pur essendo progettato per poter marciare, in caso di necessità, sopra gli ostacoli più piccoli. Dal sito della NASA è possibile scaricare due interessanti filmati: il primo mostra una simulazione al computer di come si muovono i rover; il secondo è invece il risultato dell’elaborazione di dati reali giunti dallo Spirit durante un suo spostamento completamente autonomo lungo 24 metri.
Spirit ha continuato a lavorare sul suolo marziano per circa 6 anni, mentre Opportunity è ancora attivo, seppur con qualche problemino tecnico. Nel 2012, ad Agosto, la sonda Curiosity ha completato questa fase di esplorazione lunga più di dieci anni, che adesso si pensa possa evolversi in un nuovo ciclo di scoperte più avanzate. Uno dei contributi più importanti che tali strumenti hanno fornito alla scienza è la straordinaria quantità di immagina inviate sulla Terra, che mostrano un pianeta assolutamente arido e inospitale, tuttavia con scorci affascinanti e panorami suggestivi. Spirit nel corso della sua vita ha percorso circa 8 chilometri, mentre Opportunity ha fatto molto di più con i suoi 38,7 chilometri, e non ha ancora finito il proprio giro.
Spirit e Opportunity oggi sono visualizzabili su Google Earth. Purtroppo Spirit è silente da molto tempo (dal 2010), mentre Opportunity è ancora funzionante dopo ben 8 anni di esplorazione sul suolo marziano. Un risultato eccezionale per entrambi i rover, considerato che furono progettati per funzionare per 90 giorni marziani.....
CONT: CENTRO METEO ITALIANO
CERCO LA PATRIA ITALIA
“Italiam Quaero Patriam” così parla Enea alla madre Venere che gli si presenta, sotto mentite spoglie e gli chiede chi sia, poco dopo che è approdato sulle coste dell’Africa. Fra breve l’eroe troiano incontrerà Didone e fra i due nascerà un rapporto che avrà il suo tragico epilogo nel IV libro dell’Eneide. S’è detto e si dice spesso che Enea sarebbe un eroe freddo, senza sentimenti, ma il fluire delle passioni caratterizza l’essere umano, l’eroe è colui che tende al più che umano, quindi superare i sentimenti, le passioni è un tratto fondamentale dell’eroe, ma questa forse è una di quelle verità, talmente splendenti, nella loro ovvietà, che al suo cospetto tendiamo a chiudere gli occhi e rimanere così nell' umano. Nel IV libro Enea, allorchè deve rispondere alle accuse rivoltegli dalla regina cartaginese, che ha capito che sarà abbandonata, prima di iniziare a parlare: “obnoxius curam sub corde premebat” (a stento costringeva il dolore sotto il cuore), dunque non è privo di sentimenti, ma li costringe “al di sotto del cuore” e quando parla afferma:
se potessi a mio modo ricomporre gli affanni
a Troia, prima di tutto, le dolci reliquie dei miei
avrei accolto, in piedi sarebbe il palazzo di Priam
Pergamo, due volte per terra l’avrei rifatta per i vinti.
Dopo avere costretto al di sotto del cuore il dolore per la regina che disperata lo accusa, Enea mostra tutta la sua nostalgia per la patria perduta: Troia. Vediamo dunque posti sullo stesso piano, sia i sentimenti che l’eroe prova per la regina cartaginese, sia la nostalgia per la patria: sentimenti “romantici” da “chiaro di luna” che Enea reprime. E’ vero l’eroe cerca una patria, ma questa patria è l’Italia, che è la terra d’origine della stirpe troiana, perché da lì partì Dardano, una patria talmente remota della quale neppure il vecchio Anchise aveva memoria, egli infatti credeva che la terra madre fosse Creta. L’Italia è Ur patria, perciò, non si guarda verso di essa volgendosi all’indietro, come a qualcosa di irrimediabilmente perduto, come Troia, ma si ambisce ad essa, si trova, cioè, in quel punto di incontro fra passato e futuro, che è il mito: l’annullamento del tempo nel suo fluire storico. Un atteggiamento storicista di tipo positivo o meglio positivista incatena l’uomo a una serie di avvenimenti susseguentisi, verso un futuro indistinto, rettorico.
Non troppo diverso è l’atteggiamento di tipo nostalgico, che incatena l’uomo alla visione di un passato aureo, irrimediabilmente perduto, legandolo così ad una catena di avvenimenti, che si susseguono verso un futuro, che certo sarà peggiore del presente e quindi ancora peggio di quel passato al quale guarda con tanta nostalgia. In entrambi i casi è un homo, non un vir, è una creatura prigioniera.
Enea è pius cioè fedele al legame di sangue con gli antenati e i posteri (ius sanguinis, sempre lui!) e fedele al volere divino, egli mantiene un canale aperto con questa dimensione sovraumana ed è proprio grazie al suo intuitus in essa, che guarda, vedendo, oltre l’umano, oltre i sentimenti, sia per la regina, si di mera nostalgia per la patria perduta: “Ille Iovis monitis immota tenebat lumina” (Egli teneva gli occhi fissi nelle parole di Giove). Enea combatte una grande guerra contro se stesso, contro la sua dimensione di homo e solo quando vince questa guerra, cioè proprio nel momento in cui lascia Cartagine è pronto per vincere la piccola guerra con i nemici esterni, cioè quelli che troverà sul suolo italico.
Filippo Venturini
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