domenica 9 giugno 2013

Poesia contemporanea: Giovanna Mulas e la Parola

*segnalato da Zairo Ferrante...DINANIMISMO

 

 


giovanna mulas,scritti,dinanimismo,inediti.Quelli che considerano la scrittura come passatempo, fonte di guadagno
o mero esibizionismo non vadano a mascherarsi da ‘scrittori’:
schiacciano la nobiltà di questa Arte, la offendono e offendono chi è
vissuto e morto in dignità, chi vive e muore di talento senza
compromesso, di studio, costanza, di totale dedizione.

Penso che, semplicemente, occorre scegliere un volo e una montagna da
raggiungere. Quando si conosce la portata del proprio volo si puo’
dire di saper scrivere. Ma solo quando si comprende quanto la
Letteratura puo’ e deve fare per cambiare in meglio una societa’, ci
si puo' far chiamare scrittori.


Scrittori voce del popolo, affinché il pensiero critico faccia
discutere, creare, costruire. Autocoscienza necessaria, critica
costante sulla e della realtà, che tenda la mano ai movimenti sociali
in opposizione alla guerra, l’ingiustizia, alla disuguaglianza
sociale.
Un movimento di resistenza per la cultura della vita.

Scrivere è masturbarsi davanti al pubblico; farlo da insofferenti,
disturbati indisturbati, da prepotenti, strafottenti.
Nudo, puro e crudo, il buon scrittore non si censura né ammette
censura, è libero da tabù, stili, religioni, spazi, tempi o patrie, li
sposa tutti e nessuno. Asessuato, puttana e santo, crea il nuovo nel
già creato, entra nel tronco e pensa da tronco, nel cane e piscia da
cane, gode dove altri soffocherebbero, sente e vede dove altri
oserebbero solo spiare dal buco della serratura.


Quando e se pretenderai di scrivere di un albero, non entrare
nell'albero ma sii tu albero.
E vivi da albero, parla o non parlare, guarda e odora e ascolta e
muoviti oppure no, ma da albero.
O non pretendere di scrivere.

Non amo pagine dedicate ai 'Fans' o 'pagine ufficiali gestite da
fans': non credo nei fans, credo nei lettori pensanti e agli scrittori
che fanno gli scrittori, non i divi.
E ogni scrittore, forse, ha i lettori che merita.
................CONTINUA

http://e-bookdinanimismo.myblog.it/archive/2013/06/05/su-letteratura-scrivere-di-giovanna-mulas.html


 

 

Palepolitica: Dario Franceschini in vacanza nel Canal Grande... al Lido di Venezia?

 

 

*nota di Asino Rosso- per il flop annunciato ERMITAGE (PD...  nessuno è innocente dicevano i Sex Pistols, a Fe sempre invece in odore di santità...) continua la cronaca live .. ora iniziano le puntate venete.  Articolo eloquente con una finale forte critica della testata ferrarese verso - neppure tacita - la doppiezza sociobiologica quasi, certamente tipologica- sia della casta politik , sia del nostro Dario Franceschini, ferrarese che forse mira - come ogni anche scrittore tardoborghese- a dislocarsi a Venezia..  Ormai in questa farsa kattokosmicacomunista manca solo che - non solo Franceschini, ma tutta la casta PD Ferrara, pretenda un applauso per non avere dissipato la scommessa Ermitage ma per averla venduta a Venezia città d'arte, come fosse un affare di Paolo Mazza quando vendeva Capello alla Roma....  Un bel tuffo Franceschini nel Canal Grande per l'estate incombente e afosa?  Il Po come si sa deve occuparsi dell'Idrovia....

 

 

....Ora sarà Venezia a prendere in mano quel testimone troppo scomodo per una città di provincia che ha voluto fare il passo più lungo della gamba. “Venezia – ha sottolineato il sottosegretario all’Economia e Finanze, Paolo Baretta all’Agi – è una miniera culturale preziosa, a cui oggi si aggiunge una nuova perla, che il governo vuole continuare a sostenere: stiamo infatti lavorando a un Fondo, da realizzare insieme al ministro della Cultura, a sostegno di iniziative culturali particolarmente rilevanti indicate dal Parlamento, tra cui sicuramente rientra anche Ermitage Italia”.

Presente all’incontro anche il sindaco di Ferrara Tiziano Tagliani e lo stesso Franceschini che, come disse Rutelli allora, ha assicurato l’impegno del governo nel sostenere questa iniziativa. E pensare che a Ferrara si è detto che la città emiliana doveva rinunciare proprio perché venuto meno l’appoggio dell’esecutivo nazionale.... C  ART/COMPL.

http://www.estense.com/?p=307150

Arte contemporanea: la Biennale di Venezia stupefacente: by Vittorio Sgarbi

da Venezia
Dovremo essere riconoscenti a Massimiliano Gioni per la straordinaria e dotta edizione della Biennale di Venezia che ha curato senza cedere alle lusinghe dell'arte e del mercato del nostro tempo.
La sua mostra non intende documentare tendenze e ricerche, ma risalire a una ossessione, una visione interiore che la modernità vuole esprimere a partire dalla sostituzione della religione con la psicoanalisi, dell'anima con l'inconscio.
E se i segni espressi dalla contemporaneità si possono far risalire, nella vulgata storiografica, a Ensor, a Van Gogh, a Munch, e, ancora, a Gauguin e a Cezanne, nella ricostruzione di Gioni il punto di partenza, sotto la volta Art Noveau di Galileo Chini nel Padiglione Centrale ai Giardini, è esplicitamente Carl Gustav Jung, con il Liber novus, o Libro rosso, un vero e proprio codice miniato concepito cent'anni fa, nel 1913, ed elaborato in 16 anni. Partendo da Jung (e non per esempio dai futuristi), il percorso articolatissimo di Gioni disegna una storia «parallela», in cui entrano alienazione, alterità, follia.
Gioni classifica archetipi, «immagini primordiali», e propriamente, immagini prime, perché definisce storie infinite, a partire da esperienze del sentire e del vedere diverse per ognuno di noi. Per questo sorprende il Libro rosso di Jung, come un caleidoscopio di immagini e colori. È una partenza evocativa e formidabile, che determinerà, sulla falsariga del Palazzo Enciclopedico di Marino Auriti, un percorso tanto rigoroso quanto capriccioso. Si può presumere, infatti, che un'enciclopedia, nella sua pretesa universale e totalitaria, sia per molte parti simile a un'altra in uno spirito onnivoro di conoscenza. D'altra parte, con finezza, Gioni pone a epigrafe del suo saggio un pensiero di Platone evidenziato da Athanasius Kircher nell'Ars Magna Sciendi: «Niente è più dolce che sapere tutto».... C
http://www.ilgiornale.it/news/cultura/bizzosa-folle-immaginifica-biennale-che-stupisce-925320.html

Netfuturismo: Avanguardia e arte sperimentale by Antonio Saccoccio *VIDEO



Perchè dobbiamo abbandonare lo sperimentalismo e abbracciare l'avanguardia

Quando penso alla dicotomia tra sperimentalismo e avanguardia mi viene in mente sempre il Gruppo 63, probabilmente perchè è il loro lavoro quello che più difficilmente si lascia ingabbiare nell'una o nell'altra categoria. Anche se siamo abituati a considerare il gruppo come una neoavanguardia, in realtà molte delle sue caratteristiche rientrano pienamente nello sperimentalismo. E quando ripenso al Gruppo 63 penso anche al situazionismo, che fu in quegli stessi tempi un'avanguardia nel pieno senso del termine. Le condizioni per una nuova avanguardia in quegli anni c'erano (l'esplodere della società di massa, la società dello spettacolo e della televisione), ma il Gruppo 63 mancò in parte quel bersaglio che invece i situazionisti centrarono con grande precisione.
L'avanguardia si riconosce facilmente per alcune precise caratteristiche che possono essere ridotte a quattro: la comprensione (in anticipo rispetto al resto degli individui) che la realtà è sconvolta da nuove tecnologie che ne trasformano la sensibilità, l'attacco deciso alla tradizione e al sistema, la maggiore importanza data alla poetica (i manifesti o altri testi teorici) rispetto alle singole opere, l'agonismo.
L'apertura di questo blog e quindi l'inizio dell'avventura net.futurista è legata ad una triplice presa di coscienza. Da una parte mi ero reso conto della mancanza di senso dello sperimentalismo che conducevo nel campo della musica elettronica. Anche se fossi arrivato alle conquiste più incredibili in quel particolare settore, non ne avrei tratto soddisfazioni particolari, la mia vita sarebbe stata vuota, non avrebbe avuto il senso che cercavo. E quindi decisi di mettere da parte quella strada. Più o meno contemporaneamente era nata in me l'esigenza di ribellarsi globalmente al sistema che vedevo attorno a me, dominato dall'interesse, dalla mercificazione dei rapporti umani, dalla viltà, dall'opportunismo, dalla falsità, dalla meschinità, dalle formalità e dalle gerarchie più violente e prive di necessità. Ero diventato sempre più insofferente a tutto questo, non riuscivo più a tenermi dentro nulla, avevo deciso che nella mia vita non avrei sopportato più in silenzio ciò che non mi piaceva. Per ultimo avevo intuito che era in quel momento disponibile un mezzo per azzardare l'avanguardia: internet, la rete globale. Era proprio internet ad incarnare alla perfezione quella nuova rivoluzione tecnologica che unicamente poteva giustificare un terzo momento avanguardistico.
Tutto questo, incastrandosi perfettamente con alcune favorevoli condizioni della mia vita privata, portò all'idea di un nuovo Futurismo. La fortuna è stata poi trovare mese dopo mese altri audacissimi compagni di viaggio, che erano arrivati più o meno alle stesse conclusioni, pur partendo da strade differenti. Ed ecco il
Net.Futurismo.
A distanza di più di 5 anni oggi quella scelta si mostra ancora più rafforzata: abbandonare lo sperimentalismo in favore dell'avanguardia è l'unica via per dare un senso all'attività artistica (anzi ormai oltre-artistica).
Lo sperimentalismo solitario è tanto noioso, quanto improduttivo. Può servire a trovare soddisfazioni personali, può servire a trovare un'occupazione, a guadagnare dei soldi magari. Ma non è in grado di trasformare profondamente la realtà in cui tutti viviamo.
Lo sperimentalismo artistico settoriale non può che condurre a risultati privi di un reale impatto sul mondo. Il problema è sempre lo stesso: se non è presente una visione generale, ogni specializzazione estrema fallisce.
Le sperimentazioni condotte dall'avanguardia procedono invece sicure, guidate dalla poetica generale del movimento, alla base una visione del mondo ben delineata. Sostenevao i situazionisti: "Il compito fondamentale di un'avanguardia contemporanea deve essere un tentativo di critica generale dell'attuale momento ed un primo tentativo di risposta alle nuove esigenze".
Concludendo.
****VIDEO  A. SACCOCCIO AL (NeMLA 2011) "Futurism: Beyond the Concept of Modernolatria"
Antonio Saccoccio, Independent Scholar
Lo sperimentalismo è per l'uomo monodimensionale.
L'avanguardia è per l'uomo a mille dimensioni.
Ecco perchè noi abbiamo scelto l'avanguardia.
Ecco perchè noi abbiamo scelto l'avanguardia reteale, il
Futurismo delle Reti.
Ecco perchè invitiamo tutti gli artisti, gli innovatori e i ribelli del mondo a riunirsi in avanguardie reteali.

Antonio Saccoccio
 
http://liberidallaforma.blogspot.it/2010/12/perche-dobbiamo-abbandonare-lo.html

Poesia contemporanea: Giovanna Mulas e la Parola

*segnalato da Zairo Ferrante...DINANIMISMO

 

 


giovanna mulas,scritti,dinanimismo,inediti.Quelli che considerano la scrittura come passatempo, fonte di guadagno
o mero esibizionismo non vadano a mascherarsi da 'scrittori':
schiacciano la nobiltà di questa Arte, la offendono e offendono chi è
vissuto e morto in dignità, chi vive e muore di talento senza
compromesso, di studio, costanza, di totale dedizione.

Penso che, semplicemente, occorre scegliere un volo e una montagna da
raggiungere. Quando si conosce la portata del proprio volo si puo'
dire di saper scrivere. Ma solo quando si comprende quanto la
Letteratura puo' e deve fare per cambiare in meglio una societa', ci
si puo' far chiamare scrittori.


Scrittori voce del popolo, affinché il pensiero critico faccia
discutere, creare, costruire. Autocoscienza necessaria, critica
costante sulla e della realtà, che tenda la mano ai movimenti sociali
in opposizione alla guerra, l'ingiustizia, alla disuguaglianza
sociale.
Un movimento di resistenza per la cultura della vita.

Scrivere è masturbarsi davanti al pubblico; farlo da insofferenti,
disturbati indisturbati, da prepotenti, strafottenti.
Nudo, puro e crudo, il buon scrittore non si censura né ammette
censura, è libero da tabù, stili, religioni, spazi, tempi o patrie, li
sposa tutti e nessuno. Asessuato, puttana e santo, crea il nuovo nel
già creato, entra nel tronco e pensa da tronco, nel cane e piscia da
cane, gode dove altri soffocherebbero, sente e vede dove altri
oserebbero solo spiare dal buco della serratura.


Quando e se pretenderai di scrivere di un albero, non entrare
nell'albero ma sii tu albero.
E vivi da albero, parla o non parlare, guarda e odora e ascolta e
muoviti oppure no, ma da albero.
O non pretendere di scrivere.

Non amo pagine dedicate ai 'Fans' o 'pagine ufficiali gestite da
fans': non credo nei fans, credo nei lettori pensanti e agli scrittori
che fanno gli scrittori, non i divi.
E ogni scrittore, forse, ha i lettori che merita.
................CONTINUA

http://e-bookdinanimismo.myblog.it/archive/2013/06/05/su-letteratura-scrivere-di-giovanna-mulas.html