sabato 14 maggio 2011

Caso Aldovrandi: Vergognose Manovre per rinviare il film di Vendemmiati sulla Rai!‏

*Asino Rosso- "L’Associazione Prima Difesa scrive a Rai Tre e alla Vigilanza: “Non condizioniamo l’opinione pubblica”. La spiegazione, oltre a soltanto l'idea di siffatta reificazione della libertà e dell'etica...., è semplicemente risibile e vergognosa! Da Cogne al Bunga Bunga, tutta la TV spazzatura manipola sistematicamente i neuroni degli italiani. Paradossalmente a lungo andare queste chicche della giustizia italiana scoperchiano un vaso di Pandora strutturale: diventeranno un boomerang. Già sputtanano -queste manovre puramente faziose e corporative- di casta - le Forze dell'Ordine globali, rovinando la ben diversa percezione generale positiva degli ultimi anni faticosamente conquistata tra gli italiani, dopo, vedi anni 70 ecc. del secolo scorso, decenni di barzellette.. e assai peggio- equazioni ideologiche reazionarie ...contro la gente e cittadini. Proprio le Forze dell'Ordine, su un caso non controverso ma eclatante nella sua tragedia, in qualsiasi nazione democratica, impossibile... ed evitabilissimo, in primis dovrebbero opporsi a siffatte manovre e censure, per salvaguardarsi la legittima Immagine positiva- dalla parte del popolo- comprovata- da anni in tema di sicurezza nazionale e anche internazionale (leggi gli eroi di Nassyria e i soldati italiani impegnati da anni nelle diverse missioni di pace e polizia internazionale contro il terrorismo ecc.)

ESTENSE COM...

http://www.estense.com/aldrovandi-intervista-madre-dopo-appello-0144860.html
*di Marco Zavagli

Aldrovandi, “intervista a madre solo dopo l’Appello”

L’Associazione Prima Difesa scrive a Rai Tre e alla Vigilanza: “Non condizioniamo l’opinione pubblica”

 

*PHOTO ESTENSE COM

Rimandare a dopo il processo l’intervista a Patrizia Moretti e la proiezione del film sulla morte di Federico Aldrovandi. È quanto chiede l’Associazione Prima Difesa, nata nel 2009 per difendere i diritti di chi indossa una divisa, in vista dell’intervista alla madre di Federico e al giornalista Filippo Vendemmiati, regista del film documentario “È stato morto un ragazzo”, premiato di recente con il David di Donatello, prevista per domenica 15 maggio nel corso della trasmissione “Che tempo che fa” di Fabio Fazio.

“Riteniamo poco opportuna la coincidenza temporale, visto che l’Appello inizierà il giorno successivo”, spiega la presidente dell’associazione, Simona Cenni, che sarà a Bologna assieme ai propri legali, gli avvocati Eugenio Pini e Costantino Cardiello per difendere in appello due dei quattro poliziotti (rispettivamente Monica Segatto e Luca Pollastri) condannati a tre anni e mezzo per omicidio colposo nel caso Aldrovandi.

“Sono diversi giorni che ci battiamo per far rimandare l’intervista e la proiezione del film (che dovrebbe andare in onda sabato 21 sempre su Rai Tre, ndr) e abbiamo scritto al direttore della rete e alla Vigilanza Rai del Senato. Non avendo ancora notizie in merito, ci auguriamo che democraticamente si arrivi alla decisione più saggia”.

“Non si tratta di impedire a una madre il più che legittimo diritto a parlare di un figlio morto in circostanze tanto drammatiche – aggiunge Simona Cenni –, anzi, chiedo solo che rimandino il tutto alla fine del processo, per permettere all’opinione pubblica di non essere condizionata”.

venerdì 13 maggio 2011

Verso Heliopolis: video

“Per una nuova oggettività. Partecipazione al destino del popolo”


Manifesto in fieri:

“Per una nuova oggettività Partecipazione al destino del popolo”






“…ERGO DIIS PATRIIS, DIIS INDIGETIBVS PACEM ROGAMVS. AEQVVM EST, QVIDQVID OMNES COLVNT, VNVM PVTARI.


EADEM SPECTAMVS ASTRA, COMMVNE CAELVM EST, IDEM NOS MVNDVS INVOLVIT:


QVID INTEREST, QVA QVISQVE PRVDENTIA VERVM REQVIRAT?


VNO ITINERE NON POTEST PERVENIRI AD TAM GRANDE SECRETVM. SED HAEC OTIOSORVM DISPTATIO EST;


NVNC PRECES NON CERTAMINA OFFERIMVS…”



Il nostro Libro-manifesto in fieri si strutturerà in una Prima Parte con Introduzione e di seguito Premessa, articolata in “quattro quadri” (Bonvecchio, Lami, Sessa, Sutti), in una Seconda Parte articolata in Argomenti con tutti i contributi a responsabilità diretta dei partecipanti, in una Terza Parte,od Appendice, contenente una Postfazione a chiarimento della titolazione complessiva del manifesto, più un elenco di tutti i partecipanti e dei sottoscrittori con note biobibliografiche dei partecipanti, più un CD musicale il cui autore è il Maestro Mario Mariani, più un foglione-manifesto allegato il cui responsabile finale ideativo e grafico è Sandro Giovannini.





Il nostro manifesto vuole accogliere, in modo ripetuto e convinto, entro il suo alveo, diverse interpretazioni delle verità credute valide da ognuno dei partecipanti o sottoscrittori ma che, esplicitamente e senza equivoci, intende, nella ineliminabile differenza esplicitata ed in quella recepita, essere d’accordo su alcune linee di azione culturale e civile di massima, onde poter reagire alla montante disgregazione comunitaria, alla volgarità consumistica, alla rapina del destino ed alla espropriazione dell’identità popolare. Ognuno dei partecipanti è ricco di una storia personale e comunitaria non azzerabile e non riducibile ad un unico mcm, ma tutti auspichiamo ancora un MCD, al di là di alcune differenze nelle linee interpretative atte a raggiungerlo, che possa indicare con accettabile unitarietà, i pericoli maggiori che devono essere necessariamente affrontati credendo fermamente al superamento definitivo (e non solo verbale, anche se per quanto a noi attiene ed è nelle nostre umane possibilità) della contrapposizione destra-sinistra. Ciò anche nella logica di una visione del mondo spiritualmente orientata,ove per noi sono primari: la scelta olista, comunitarista, partecipativa, differenzialista, anticapitalista ed antiglobalista, la convinzione che sia improcrastinabile ricercare l’esistente vero nel rispetto altrettanto vero del nostro passato. Non crediamo che tali scelte possano oggi reputarsi minimali, ma anzi massimali, perché individuano le vere afflizioni ed i veri rimedi, e quindi possono saggiamente e nobilmente mettere in secondo piano differenze di etichettature e far venire in primo piano desiderio di unità e di riscatto.

Ancor meno ci interessano - ribadiamo - le diatribe di fondo partitico che si giocano in un tessuto sociale pericolosamente distorto e stressato dalle logiche materialistiche, consumistiche ed eterodirette, e qualsiasi sia la legittima storia di provenienza di ciascuno ed il legittimo afflato di posizionamento individuale o di gruppo ora ricerchiamo una convergenza più ampia, più ariosa, meno causidica e più realizzativa, ma inattenuata per identità sui valori primari sopra indicati e atti a rifondare la nostra operatività.

Tale operatività si muove da una attenta lettura dei primi “quattro quadri” che formano la Premessa. Dalla storia della liberazione e della conseguente nuova oggettività in uno spirito di azione filosofica e di coscienza cosmica per una rifondazione della fiducia nelle possibilità di un uomo libero dalle illusioni monoveritative e rinnovato nella coscienza e nel cuore di Lami, alla palingenesi microstorica contro la democrazia del pubblico ultimo avatar della forma-capitale, contro la visione monocausale e per la valorizzazione delle diversità in una presa d’atto cosmica di tipo sia geofilosofico che psicologicoarchetipico che esteticopolitico e per una partecipazione vera del popolo al proprio destino di Sessa, alla vita nella Tradizione per un nuovo universalismo guidato da un mundus imaginalis in una comunità reale abitata da uomini capaci d’opporsi con rigore alle contrapposizioni artificiali e maestri del nuovo di Bonvecchio, alla vita contro la sopravvivenza, la lotta contro la concorrenza, la potenza contro il potere per una sovranità rivoluzionaria e portatrice di storia nella partecipazione all’evoluzione autodiretta e destinale di Vaj, crediamo che siano stati forniti i termini essenziali del nostro processo ideale. La risultante si articola già nell’ulteriore svolgimento degli Argomenti e sicuramente avrà una sua ulteriore trasparenza con la terza parte od Appendice.

“…Detto questo, riteniamo che trovare aggregazioni su queste tematiche non sia solo doveroso, ma possibile. Per la qual cosa, sarà necessario coordinare le iniziative, partendo da ciò che esiste. Dai movimenti, dai circoli, dai centri sociali, dalle scuole di pensiero, dai gruppi formatisi intorno alle riviste, da tutti coloro che, anche negli ultimi anni, sono stati in qualche modo presenti e hanno sviluppato un proprio progetto. Insomma, attraverso la creazione di un coordinamento, si dovrà trasformare ciò che fino ad oggi ha vissuto come isola, in arcipelago, all’interno del quale le isole non solo siano poste in grado di comunicare tra loro, ma si rendano visibili e aperte all’esterno…”


Un saluto cordiale a tutti,
Giovanni Sessa (e-mail: Sessa_Giovanni@libero.it)
 

Il sindaco Renzi con Frigato a Rovigo per la sinistra futura

 
LA VISITA Il sindaco di Firenze nel capoluogo per tirare la volata all’alfiere del Partito democratico
Renzi: “Frigato ama Rovigo”
“Città dinamica grazie alla Giunta uscente”. L’augurio: “Sii all’altezza delle aspettative dei bambini”

Roberta Paulon ROVIGO - Cento persone sedute, un altro centinaio in piedi, altrettante fuori sul Corso del popolo, prime file occupate da giovani arrivati con mezzora di anticipo per trovare i posti migliori, la terrazza arredata dalle bandiere delle cinque liste che sostengono il candidato sindaco Federico Frigato. Questa è la scenografia, lo spettacolo è andato in scena quando i riflettori hanno inquadrato Matteo Renzi, sindaco di Firenze. “Signore e signori, il sindaco più amato d’Italia”, l’ha presentato Federico Frigato. “Oddio, così mi sento una cucina”, ha ribattuto ridendo. Ad aprire la serata è stato il saluto del sindaco di Rovigo Fausto Merchiori: “Questa è un’iniezione di giovinezza e di dinamismo che è di buon auspicio per la città”. Tra gli applausi e le risate, qualcuna divertita e qualche altra amara, il sindaco di Firenze ha presentato il suo libro Fuori! parlando di un sogno, che poi è la spinta che gli fa fare politica in mezzo alla disillusione totale della gente che non si aspetta più nulla della politica: “Il messaggio che io porto in giro è la possibilità di amare la politica” dice cominciando il suo discorso. L’amore per la propria città, concetto che Renzi cuce addosso a Federico Frigato e al suo slogan per la campagna elettorale “Rovigo si ama”, “è la condizione per amministrare. Per questo mi ha fatto una bellissima impressione vedere tante persone con la maglietta con la scritta ‘Rovigo si ama’. Questo perché credo che la parola ‘amministrare’ derivi da ‘amare’, perché se non si ama il proprio territorio, non si può essere bravi amministratori. Voglio dire alla gente che la politica è una cosa bella, che vale la pena di essere vissuta in prima persona. Bisogna farla amando, sennò uno non è credibile”. Per lanciare il suo messaggio di positività Renzi ha coniato il termine che ha scosso la politica nazionale: “rottamazione”, concetto per cui il territorio dovrebbe dare spazio a giovani talenti non solo per questioni anagrafiche, quanto per il fatto “che il cambiamento, come il passaggio dal mangianastri all’iPod, è una necessità” - passaggio questo che Renzi ha rafforzato con tre foto di Berlusconi corredate dalla didascalia 1994, 2001, 2009 e una frecciata alla parallela staticità della sinistra. Tornando all’amore per l’amministrazione, Renzi spiega che “quando ami la tua città la ami tutta, non solo gli Uffizi, o Santa Maria Novella, ma anche le pensiline dei bus, il vicolo, la gelateria di periferia, perché in tutte quelle cose riconosci un’esperienza, riconosci gente che non è un cumulo di codici fiscali e l’anti-politica non ti appartiene”. E conclude dedicando a Frigato il video di un brano del discorso di Obama in occasione dell’attentato della senatrice a Tucson in Arizona, accanto a una bambina che voleva conoscerla: “Ti auguro di essere all’altezza delle aspettative dei bambini”. Alla fine dell’incontro Federico Frigato ha ringraziato Renzi per il sostegno e la dimostrazione di stima e ha poi spiegato i “100 passi avanti per Rovigo, la dimostrazione del dinamismo di una città che va verso il futuro, partendo da quanto di buono ha fatto l’amministrazione uscente”. “Noi abbiamo voluto investire in un polo riformista, mentre dall’altra parte c’è un’accozzaglia di diverse sigle di destra e forze estremiste. Per questo difenderemo i valori che stanno alla base del buon governo, anche contro la ‘normalizzazione di Rovigo’ invocata dai ministri che fanno la parata in città. Loro vogliono allineare Rovigo ai fallimenti del Governo nazionale e regionale, noi, invece, siamo allineati con i cittadini di Rovigo e difendiamo seriamente il principio dell’autonomia locale”. Il candidato sindaco ha concluso lanciando la proposta di un gemellaggio con la città di Firenze e con un auspicio: “Con ‘Rovigo si ama’ esprimiamo tutta la nostra passione per Rovigo. Possiamo vincere e quindi aspettiamo Renzi per festeggiare”.

http://www.lavoce-nuova.it/rovigo/2011-05-06/renzi-%E2%80%9Cfrigato-ama-rovigo%E2%80%9D

Poetica Coazione di Federico Li Calzi, recensione di Diego Romeo

http://lasinorosso.myblog.it/media/01/01/1621738477.jpgDi seguito la recensione di Diego Romeo ne “La mosca” di Milano. Diego Romeo è un docente universitario, giornalista e critico
multimediale.
“Federico Li Calzi, ventottenne “poeta compulsivo”, possiede, insieme al padre, un’avviata fabbrica di infissi; eppure il
“bene-stare” anche stavolta è rimasto contagiato dal ritornante “male di vivere”, dalle sempre ineludibili “fragen” heiniane che lo portano
a rimestare e anche fuggire lontano dalle bolle economiche, dai consunti capitalismi, da impossibili comunismi e cristianesimi; e lo
dimostrano questi versi inconsueti che potrebbero appartenere ad uno “scapigliato” o a poeti dalla vita scomposta o emarginata di un Sandro
Penna o di un Valentino Zeichen che oggi abita una capanna sulla sponda del Tevere. Se lo vedi, Federico è un “picciotto” compito ed
elegante, parco di parole e felice di mettersi in discussione, di offrirsi sotto forma di poesia…
Un “beau geste” offerente ma che reclama
un’afferenza che non puoi eludere o rimandare. Perché la “coazione poetica” è lì, ti investe come un’onda e non ammette vie di fuga.
Alternativamente, ho rapportato queste poesie all’immagine sempre presente dell’ “Impero delle luci” di Magritte e del “Concetto Spaziale”
di Fontana con quel blu illusorio e ossessivo martirizzato da quei tagli di lame implacabili. A cos’altro pensare, infatti, quando leggi
versi come ”Tu sei la parola non detta di una triste opinione, un ciglio al crepuscolo” oppure “ Essere vivo o morire non conta, è questa
la fortuna che mi hai dato”? E significativi appaiono anche questi altri, che citiamo in sequenze frammentate:
“Narcotici i tuoi occhi
spensero la Ragione che qui rimase a giocarmi gli eventi”; ” Ho ricordato che tutto fu possibile una sera, una sera di luna e di notte
profonda”; “E’ inutile badare a ciò che avvenne una volta, se poi non torna”; ”… a noi che siamo soli, risultante di materia, nonostante ci
chiamiamo, affinché rimanga una presenza”; “Solleviamo palazzi con le mani, spostiamo le vie con le parole, camminiamo senza fine, persi
per sempre, ipnotizzati in noi”; “Ma ora mi chiedo se tu esisti, se pensi all’esistenza, se esiste il già esistito, o se è tutto nell’
essere”; “Quanti uomini han toccato quel corpo, quanti hanno sussurrato parole da stupidi”; “Non riesce facile a te che sei luce, restare
chiusa in una cassa”.
Le poesie del libro, scritte tra il 2005 e il 2009, s’acquietano, all’ultima pagina, nella saggezza di un’Arcadia
pensata e implorata nel “bisogno di due occhi giovani e due braccia forti… per saper organizzare il lavoro (che è quello che conta) e
sfruttare quel ponte, per far fiorire un giorno, forse, la terra nel lavoro di oggi”. C’è forse, in questo corposo volume,un ritorno ad un’
Arcadia-Utero? Ad un’Arcadia politico-imprenditoriale originaria? Ad un rigenerante riformismo? Ed ancora: quel “lei” e quel “tu” sono
vissuti come opposizioni alla degradazione della storia? Sono segnali lessicali su un paesaggio fisico e metafisico? O cos’altro sono?
Li
Calzi non fa e non vuol fare la fine delle Silvie Plath e dei Michelstaedter. La sinestesia poetica stavolta interpella, richiede, esige
risposte dalla presunta “divina indifferenza”. In un mondo, si spera, popolato non più da “indifferenti”.”
Vi lascio il link della
biografia di Federico Li Calzi:
http://oubliettemagazine.com/2011/02/16/federico-li-calzi-vita-opere-e-critica/



Link sito dell’autore nel
quale potrete scaricare gratuitamente “Poetica Coazione” e link pagina facebook:
http://www.federicolicalzi.it/


http://www.facebook.com/pages/Federico-Li-Calzi/188911001130172

Alessia Mocci
Responsabile dell’Ufficio Stampa “Poetica Coazione”




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