Diciamo la verità: questi del Cts anti-covid sono ignoranti. Ignoranti come capre, direbbe Vittorio Sgarbi. Ma noi non vogliamo offendere nessuno, né uomini né capre. L'ignoranza di cui tratto non è la competenza nel singolo specialissimo settore di cui costoro, non dubito, saranno pure esperti. No, parlo dell'ignoranza di comprensione del metodo scientifico (il quale metodo impone che se i fatti contraddicono i pareri, questi vanno cambiati). Forse mista ad una dose di disonestà intellettuale, vista l'incapacità di ammettere gli errori fatti e la tendenza ad innamorarsi delle proprie idee e – senza forse – mista a capacità matematiche nulle, cosa comune tra medici e biologi. Vengo al punto.
1° prova d'incapacità del Cts: le loro misure non hanno salvato nessuno
Costoro del Cts – almeno così leggo dalle notizie diffuse dalla informazione unica del virus – dicono che ci vuole un nuovo lockdown, e che le misure prese non sono sufficienti, perché bisognerebbe chiudere di più. E se risultati non si vedono dalle misure adottate, la colpa è di chi non li avrebbe ascoltati a sufficienza.
La verità è che non bisognava fare nulla di quel che il Cts ha detto di fare. Abbiamo la prova provata che le misure prese non hanno salvato neanche uno dei 100 mila morti che il Paese ha pianto in un anno. Di quel che dico ne abbiamo la prova provata sicuramente a posteriori. Ma potevamo dedurlo facilmente anche a priori, visto che persino io, che sono nessuno, scrivo queste cose dal marzo dello scorso anno: carta canta.
Ci vien detto che se non ci fossero stati i due mesi di ferreo lockdown dello scorso anno (marzo-aprile), oggi i morti sarebbero molti di più di 100 mila. Senonché, se riportiamo in grafico i decessi da covid per milione d'abitanti dell'Italia e della Svezia otteniamo la figura che segue. A volerla ottenere apposta, questa curva, non ci saremmo riusciti!
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